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Autore: DoctoRose91    01/08/2015    0 recensioni
Long che segue Ricordati di Me.
Ora che la nube si è sparsa per la città di Storybrooke sembra che le cose stiano prendendo una nuova piega. Emma ha spezzato il sortilegio, ma questo è solo l’inizio. Belle e Gold ora devono affrontare la vita quotidiana e i problemi della magia che è giunta in città. In più qualcosa si cela ai due, un qualcosa di incredibilmente affascinante e travolgente che colpirà Belle e Gold rallegrandoli.
E quando sembra che tutto stia andando per il verso giusto ecco che qualcosa arriva a rovinare quella felicità: l’oblio. Come recuperare la memoria? E soprattutto ricordare…ricordare Lei.
Dal capitolo 8: [- Questa mattina mi sono svegliata con questo nome sulle labbra. Forse ieri abbiamo parlato di fiori!-
-No…per niente! Ma credo che non riguarda la botanica, mi sa che è un nome!-
-Un nome? Di chi?-
-Suppongo di qualcuno molto speciale!-]
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ricordati...'
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Capitolo 9: Blackout
 
La luce, i rumori, i dolori svegliarono Gold. Era disteso sul suo letto, indossava solo il pantalone del pigiama e aveva un enorme mal di testa.
Si voltò alla sua sinistra e non vide nessuno, c’erano solo lenzuola stropicciate e percepiva  un forte profumo di rosa selvatica.
Si sedette sul letto portandosi una mano alla tempia cercando di conciliare i ricordi. L’unico che aveva era di lui e Lacey fuori il terrazzo di casa sua a sorseggiare un bicchiere di vino accuratamente modificato con la magia.
Socchiuse gli occhi cercando di andare in là con i ricordi  sperando di poter aggiungere un altro tassello della serata. In quel momento la sua mente focalizzò Lacey con addosso un cortissimo abito nero scollato sulla schiena, portava i capelli raccolti e intrecciati da un lato, e le gambe erano interamente nude niente osava avvolgerle, la sua carne era viva sotto la tenera luce della luna.
Un flash raggiunse il suo ragionare, vide lei appoggiata contro la ringhiera della terrazza e lui dietro di lei a baciarle passionalmente la schiena; ancora gli sembra di sentire le sue risate di godimento rimbombare nella testa.
Nuovamente un ricordo lo colpì, ma più che visivo fu uditivo, un rumore di vetro caduto da una altissima distanza.


Quello sfrecciare delle auto e le chiacchiere dei vicini non l’aiutavano a conciliare i suoi ricordi,  con un gesto della mano chiuse le varie finestre della stanza.
Ancora quel profumo invadeva le narici, era troppo forte, troppo. Era lui, portava addosso il profumo di Belle.
Come poteva essere? Perché la sua mente non l’aiutava a ricordare?
Sembrava di essere in un enorme blackout
 
……
 
Aggiungere una piuma di cigno, radici di pianta selvatica e una lacrima di chimera…
 
Nel suo studio Rumple stava preparando una pozione che da tempo non riusciva a fare, la causa era la sua dolce Belle che gironzolava nel castello.
Era nel momento più delicato possibile in cui doveva aggiungere una lacrima di chimera, era un’operazione molto difficile, se avesse aggiunto una goccia di troppo sarebbe diventata l’opposto, una pozione molto potente, una capace di restituire i ricordi.
-Rumple che stai facendo?-
 
La voce della ragazza lo fece sussultare. Si voltò incrociando lo sguardo della ragazza. Belle era in piedi alle scale con in mano un cesto di rose rosse appena potate.
 
-Oh Belle NON VENIRE così di soppiatto, AVRESTI potuto farmi sbagliare! Per fortuna mi sono FERMATO in tempo!- agitato rispose il folletto contento del mancato disastro.
 
-Scusami non era mia intenzione! Pensavo stessi leggendo una delle tue pozioni, non credevo che ne stessi facendo una!- cercò di dibattere avvicinandosi al suo interlocutore.
 
-E invece…- si bloccò. Nessuna parola usciva più dalla sua bocca, la vicinanza della ragazza l’aveva immobilizzato, anche il pensiero era congelato.
 
Quanto erano belli i suoi occhi azzurro ghiaccio, erano motivo di tanto suo tormento.
 
-E invece…è così!- riuscì a riprendere il lume della ragione. Con lei non riusciva mai a spuntarla, l’aveva sempre vinta, ma questa volta doveva farcela.
 
-Beh che posso dire?- chiese consiglio lei agitandosi.
 
-Lascia perdere, sistema i tuoi fiori!- si voltò leggendo inutilmente il libro di magia.
 
Belle aveva gli occhi accigliati, era nervosa lo percepiva.
 
-I miei fiori? I miei fiori? Beh fino ad ieri ti piacevano i MIEI fiori nel tuo studio, anzi ti piaceva anche che ci fossi io. Se non erro mi avevi anche invitato a leggere qui per farti compagnia! Volevo accettare, ma visto la situazione non vorrei che un mio sospiro o il rumore di una pagina potesse distrarti dalle TUE pozioni! Buon proseguimento!-
 
Lasciò il cesto dei fiori per terra e arrabbiata se ne andò a passo svelto e rumoroso.
Poggiò le mani contro la tavola e abbassò il capo in segno di arresa, dopotutto non aveva fatto niente di male, era solo venuta a fargli visita proprio come lui gli aveva implorato la giornata prima.
 
Abbandonò la pozione sul tavolo avviandosi dalla fanciulla, non riusciva a stare litigato con lei, doveva subito porre rimedio.
 
……
 
Si alzò dal letto tutto dolorante, indossò la giacca da camera e prese il bastone. Si avviò per le scale della villa cercando di aiutare i ricordi. Il muro del corridoio gliene rievocò uno…
 
“Non hai idea di quanto ti desidero!”
 
“E tu non immagini di quanto desideri la tua bocca!”
 
Gold era contro la parete del corridoio con Lacey avvinghiata a lui che si prendeva cura della sua camicia.
 
“E invece lo so…credimi lo so bene!”
 
Scosse la testa. Allora si erano baciati, quindi Belle era ritornata.
 
-Belle, Amore! Belle!- chiamò sorridendo, ma nessuna risposta lo raggiunse.
 
Decise per tanto di avviarsi di sotto, forse la ragazza era fuori in giardino e non l’aveva sentito. Percorreva il più veloce e possibile quelle scale speranzoso di incrociare lo sguardo della sua amata.
Raggiunse la cucina, ma vide solo piatti sporchi e un bicchiere con una goccia di vino rosso sull’isola. Si guardò intorno, ma sembrava che non ci fosse nessuno.
 
La sua mente focalizzò un frammento di quella sera…
 
Lacey era seduta sull’isola che sgambettava le gambe prive di scarpe, aveva un bicchiere di vino rosso nella mano e lui era vicino al lavandino posando i piatti della cena.
 
“Ti dispiace se li lasci a dopo?” maliziosamente interruppe Lacey.
 
Percepì il suo piede dietro la schiena scivolare lentamente verso il basso. Un brivido percorse il suo corpo.
Si voltò afferrando la caviglia nuda e con movimenti circolari accarezzava la sua pelle.
Lacey inclinò il volto all’indietro mordendosi il labbro inferiore. Quelle carezze l’eccitavano.
Sorrise contento di aver colpito il suo punto debole. Saliva lentamente verso la coscia aumentando la presa su di lei. Percepiva il suo corpo tremare, era carico di emozioni e sensazioni, era ricettivo ad ogni suo movimento.

 
“Ti prego più su…più su…più su…oh sì Gold!” la voce sembrava delirante, lei era in delirio.
 
Non desiderava altro che passare al passo successivo, raggiungere la tappa tanto agognata e aspirata.
Lui sorrideva continuando ad accarezzarla. Raggiunse il bordo del suo corto e stretto abito nero. Percorse lentamente tutta l’estremità del vestito alimentandole estasi e desiderio. Sembrava Belle, si comportava proprio come lei, in quelle circostanze erano la medesima persona. Il richiamo della pelle era lo stesso, gli atteggiamenti erano simili ed anche il tono di voce. Questo lo rallegrava, almeno era sempre lei solo con una piccolissima particolarità non ricordava di esserlo.

 
Gli bloccò la mano guardandolo fisso negli occhi. Spostò poi le mani sotto la sua gonna invitandolo a proseguire per quella strada, non voleva perdere tempo, desiderava assecondare le sue voglie, e in quel momento la sua voglia era Gold.
 
Le alzò l’abito sui fianchi intravedendo la sua biancheria di pizzo nero. La vide aprire le gambe bloccandolo tra di esse.
Si stese completamente sull’isola chiudendo gli occhi. Bloccò le proprie mani contro il bordo di marmo immobilizzando così il proprio corpo ai movimenti che sarebbero giunti. Sentì la lingua di lui leccarle l’interno coscia proprio sotto il bordo del suo intimo di pizzo.
La saliva rendeva la sua pelle  ricettiva all’umidità dell’ambiente, e questo la faceva impazzire.

 
Si alzò di più l’abito scoprendo il suo candido ventre.
Lui si fermò osservandolo, lì dentro c’era il frutto del loro amore, lì era custodito il loro futuro. 
Lacey si accorse del suo atteggiamento, alzò il capo incrociando lo sguardo dell’uomo.

 
“Che cosa c’è?”chiese con un enorme fiatone. Gold sorrise scuotendo la testa.
 
“Niente!”rispose accarezzandole il ventre con cura. Da tempo non sfiorava la sua pancia. Fu una bellissima sensazione.
 
“E’ un problema per te?”
 
Quella frase rovinò tutto il romanticismo del momento.
 
“Come scusa?”chiese  fissandola negli occhi.
 
“Dico…il fatto che io sia incinta ti dà fastidio?”si spiegò meglio sedendosi sull’isola.
 
Lui fissò nuovamente il ventre accarezzando intorno all’ombelico con il pollice.
 
“Perché mai dovrei esserlo?”tenerezza traspariva nel suo tono.
 
Come poteva essere un problema la sua gravidanza? Il suo più grande desiderio era quello di diventare padre, e dopo Bae credeva di non poterlo diventare di nuovo e invece Belle gli aveva fatto questo incredibile dono.
 
 
“Non lo so. Sai a qualcuno potrebbe infastidire avere rapporti con una donna gravida!”rispose semplicemente ironizzando.
 
Gli afferrò i polsi stringendoli forte. Alzò lo sguardo su di lei fissandola intensamente.
 
Lacey per un istante si preoccupò.
 
“Io… non sono quel qualcuno Lacey!”secca, precisa fu la sua risposta.
 
La ragazza si rilassò aumentando di più la presa delle gambe su di lui.
 
Si voltò di scatto focalizzando il tragitto che insieme avevano percorso prima di raggiungere il corridoio superiore. Era stato tutto uno sbattere di qua, accarezzare di là, ridere di lì ecc… .
 
Per come stava ricordando era stata una serata molto passionale, ma non riusciva a spiegarsi il perché non se la ricordava?
Ma la domanda non era questa, la vera domanda riguardava Lacey. Che fine aveva fatto la ragazza, e soprattutto era ritornata Belle? E se sì perché non era lì con lui? Cosa era successo quella sera che gli aveva procurato questo blackout? Sperava solo che questa amnesia sarebbe durata poco, ma forse lui poteva porre rimedio. Doveva preparare una sua vecchia pozione, c’era solo un problema, dove poteva procurarsi  lacrime di chimera?
 
……
 
La cercò per tutto il castello, ma di lei neanche l’ombra. Forse se ne era andata. L’aveva lasciato. E aveva ragione, lui era stato davvero brutale con lei, era stato un mostro.
 
-Belle! Belle!- chiamava il suo nome disperato, non poteva vivere senza di lei, l’aveva già passato e non voleva ritrovarsi in quella medesima situazione.
 
Raggiunse il giardino del castello, quel posto era l’ultima spiaggia.
Seduta sotto all’albero di pero su una copertina c’era Belle intenta a leggere un libro. Aveva la testa abbassata, le gambe incrociate, un piccolo cestino di paglia a suo fianco, e muoveva assiduamente il ciondolo della collana al collo.
Il suo cuore poteva cessare di battere così forte, Belle non se ne era andata. Sorrise godendosi la meravigliosa visuale. Si avvicinò lentamente speranzoso che la ragazza non l’avrebbe liquidato.
 
 
Sentì dei passi avvicinarsi e capì che Rumple l’aveva raggiunta. Alzò lo sguardo su di lui chiudendo rumorosamente il libro. Il Dark One quasi sussultò a tale suono. Era segno che era ancora arrabbiata, e come la poteva biasimare.
 
Lo fissava con aria superiore, quasi si aspettasse delle scuse, delle scuse che il folletto aveva tutte le intenzioni di fare.
 
Si inginocchiò davanti a lei avvicinandosi.
Belle continuava a fissarlo.
 
-Scusami…amore mio scusami. La mia reazione è stata troppo eccessiva! Non dovevo comportarmi in quel modo, puoi accettare le mie scuse?- dolce e tenero fu quel discorso.
 
Era un cucciolo, un piccolo cucciolo bisognoso di coccole e d’amore.
 
-Vorrei che rivalutassi il mio invito a leggere nel mio studio!- continuò poi accennando un sorriso.
 
Lasciò la presa sulla collana portando la mano sul suo volto. Rumple chiuse gli occhi assecondando il movimento della sua mano.
 
-Ti perdono! Basta che non ci troviamo più in questa situazione. Odio litigare con te!- rispose sorridendogli.
 
Il Dark One aprì gli occhi annuendo felice di essere stato perdonato.
 
-Per il mio invito?- chiese poi speranzoso che la ragazza l’accettasse.
 
-Ci penserò!- rise  del suo comportamento da cucciolo bastonato.
 
La prese per i fianchi avvicinandola a sé. Incrociarono i loro sguardi  intensi e profondi.
 
-Non immagini quanto desideri la tua bocca!- confessò lui emozionato.
 
-E invece lo so…credimi lo so bene!-  rispose lusingata baciandolo passionalmente sulla guancia.
 
La strinse di più a sé immergendo il capo nell’incavo del suo collo prendendo a baciare avidamente la sua pelle.
 
……
 
Dopo essersi vestito raggiunse la cantina. Cercava disperatamente tra i vari ingredienti quelli che gli sarebbero serviti per preparare il Nontiscordardimé. Riuscì a trovare la piuma di cigno, le radici di pianta selvatica, ma l’ingrediente più importante, quello fondamentale, mancava. Sbatté le mani contro il tavolo abbassando il capo in segno di arresa. Cosa voleva? Lo sapeva che non ce l’aveva. Aveva guardato anche tempo fa per prepararla per Belle. Cosa si aspettava di trovare?
E adesso cosa poteva fare per risolvere quel problema? Come poteva rimediare al suo blackout?
 
Uscì dalla cantina irritato. Percorse la stretta strada di mattoni di pietra del suo giardino. Un luccichio attirò la sua attenzione. Si avvicinò mettendo a fuoco. Per terra vi erano dei frammenti di vetro. Nuovamente ritornò quel ricordo uditivo. Alzò lo sguardo osservando la terrazza…
 
Erano in piedi  fuori in terrazza con in mano un bicchiere di vino rosso. Avevano da poco finito di mangiare ed avevano deciso di prendersi una boccata d’aria fresca e osservare le stelle in cielo. Lacey era bellissima, la sua Belle era sempre bellissima. Qualsiasi cosa indossasse le stava bene perché era lei, il suo corpo ad essere perfetto da rendere ogni cosa  splendida.


 
Si fermarono davanti la ringhiera. La ragazza si poggiò contro alzando lo sguardo verso il cielo. Lui rimase fermo ad osservarla, quelle gambe nude lo chiamavano, gli sussurravano dolci e passionali inviti.
La vide togliersi le scarpe rimanendo a piedi nudi.
La raggiunse fermandosi di fianco a lei.

 
“Hai freddo?”chiese togliendosi la giacca.
 
Lei annuì, prese la giacca e la poggiò contro la ringhiera. Gold la guardò stranito.
 
“Non hai freddo alla schiena?”chiese poi non capendo.
 
“Sicuro!”rispose maliziosamente.
 
Gli prese la mano conducendola dietro la schiena dentro il suo vestito scollato.
 
“Ho bisogno di qualcosa di più caldo!”aggiunse poi  invitandolo ad accarezzarle la schiena.
 
Lui sorrise dirigendosi dietro di lei. Poggiò il suo bicchiere sulla ringhiera  immergendo poi le mani nel suo abito.
Lacey rabbrividì alzando il capo all’indietro.

 
“Perché solo il tuo tocco mi fa rabbrividire…dimmi perché?”
 
Raggiunse il ventre percorrendo lo sterno, sfiorò lentamente la pelle sotto il suo seno. In quell’istante la ragazza spinse il capo in avanti meravigliata da quelle sensazioni. Dalla forte scossa cadde il bicchiere giù schiantandosi contro la stradina del giardino procurando un forte rumore.
 
La ragazza sorrise di gusto scusandosi più e più volte per il suo atteggiamento. Gold  non curandosi dell’accaduto prese a baciarle passionalmente la schiena immobilizzando così la ragazza avvolgendola in quel manto di ardente passione.
Le mordeva, le leccava , le baciava la pelle salendo verso l’incavo del suo collo. Era una belva, desiderava tutto di lei, voleva tutto da lei…desiderava Belle.
La ragazza si addossò completamente contro di lui gettando all’indietro la testa appoggiandola sulla sua spalla. 
Aveva campo libero, poteva vagare indisturbato per il suo corpo. Iniziò a scendere verso il ventre, la ragazza ansimava e respirava a fatica.
Il sangue nelle sue vene scorreva veloce procurandole calore ed estasi.
Percepì sotto il tatto l’intimo della ragazza.
Aprì le gambe invitandolo a proseguire  desiderosa che raggiungesse il centro del suo tormento, del suo dolore, della sua ardente voglia.

 
Un fascio di luce lo condusse al presente. Quei ricordi lo stavano destabilizzando, ma almeno ora sapeva che cosa riguardava quel ricordo sonoro.
 
Con un gesto della mano riunì i pezzi del bicchiere alzandolo da terra.
 
Mentre osservava il bicchiere lo raggiunse una illuminazione.
Si stava focalizzando sul punto sbagliato della situazione. Non avendo la possibilità di poter ricordare, poteva farsi aiutare da qualcuno, qualcuno che sicuramente sapeva come era andata a finire la serata, qualcuno che era lì con lui. E sapeva esattamente a chi chiedere, all’unica persona che poteva aiutarlo, la donna con cui aveva passato la serata, una donna dal nome Lacey.
 
…….
 
Gli aveva materializzato un triclinio nel suo studio per renderle più confortevole la lettura. Belle alla fine aveva accettato l’invito a  leggere lì per farlo compagnia.
 
Rumple riprese la sua pozione calibrando bene le dosi. Era seduto sulla sedia poggiato alla scrivania e scriveva qualcosa su un libro.
 
-Posso disturbarti un secondo?- chiese alzando lo sguardo verso di lui.
 
Rumple posò la piuma imbevuta di inchiostro osservandola. Annuì invitandola a parlare.
 
-Che pozione stai preparando?- domandò poi incuriosita.
 
Lui sorrise, se l’immaginava che prima o poi sarebbe giunta tale domanda.
 
-Il Nontiscordardimé!- disse poi con un leggero sorriso.
 
-Come?- chiese poi lei chiudendo il libro.
 
-La pozione si chiama Nontiscordardimé!- ripeté lui.
 
-No, no, avevo capito! Volevo sapere come mai quel nome?- si spiegò meglio lei.
 
-Si chiama così perché è una pozione che aiuta a dimenticare, ma se si sbagliano le dosi diventa l’opposto!- rispose il folletto prendendo la boccetta.
 
-Ma ha il nome di un fiore!- ribatté lei.


 
Lui annuì.
 
-Infatti! Non tutti sanno che il Nontiscordardimé  è un fiore con proprietà magiche. Il suo profumo vivacizza i ricordi, mentre le sue radici, quelle della pianta si intende, hanno la proprietà di annebbiare i ricordi!- spiegò addossandosi allo schienale.
 
-Quindi si chiama così perché all’interno porta estratti di Nontiscordardimé!- cercò di capirci.
 
Lui negò.
 
-Ha solo il nome, ma non presenta nessuno estratto di questo fiore. Si chiama così solo perché ha gli stessi effetti! Questo è dato dalle lacrime della chimera! Se ne si aggiunge una ti cancella alcuni ricordi, se ne si aggiungono due ha il potere di fissarli!- spiegò alzandosi dalla sedia.
 
-Come mai la stai facendo?- continuò lei posando il libro al suo fianco.
 
-L’ho data ad una ragazza che ne aveva bisogno. Voleva dimenticare il suo Amore, la faceva soffrire troppo!1-rispose lui sedendosi sul triclinio.
 
Belle si intristì. Povera ragazza, aveva deciso di dimenticare l’uomo che amava. La cosa più brutta era dimenticare. Lei non ci sarebbe mai riuscita, ci voleva un atto di profondo coraggio  per abbandonare una parte di sé. Lei non l’avrebbe sopportato, i ricordi creano la persona e senza di quelli si è solo la metà. Lei di certo avrebbe voluto vivere con questo dolore e non dimenticare neanche una singola virgola di quello che c’era stato tra di loro. I ricordi rendono liberi, liberi dalla schiavitù dell’oblio.
 
-Mi dispiace tanto! Io non ci sarei mai riuscita a cancellarmi tutto questo, per quanto sia stato doloroso e sofferto avrei scelto di continuare a ricordare, a continuare ad amarti. Avrei scelto i nostri ricordi, perché sono quelli che mi rendono la donna che sono ora!- ammise lei profondamente addolorata per la storia di quella ragazza.
 
-Perdonami!- quella frase fu secca, decisa e priva di incertezza.
 
-Per cosa?- chiese titubante guardandolo.
 
Aveva il capo chinato e le dita delle mani intrecciate tra di loro.
 
-Per quello che ti ho fatto vivere. Di sicuro non hai solo bei ricordi, ti ho regalato molti tristi e dolorosi! Perdonami amore mio! Ti prometto che non capiterà mai più! Ti prometto che non avrai bisogno di desiderare di dimenticarmi, perché farò di tutto per renderti felice!-
 
In meno di un secondo lei gli era tra le braccia a baciargli il viso con passione e gioia.
Percepiva le lacrime di lei bagnargli il volto. Si era emozionata.
 
-Oh quanto sei sensibile! Tesoro mio ti amo!-
 
Quella frase la fece fermare.
 
-In questo preciso momento vorrei baciarti, mordere le tue labbra, assaporare il tuo gusto e farlo mio. Vorrei morire sopra la tua bocca!- confessò scoppiando in un mare di lacrime.
 
Le alzò la gonna aiutandola  a sedersi meglio su di lui. Prese lentamente ad aprirle il corpetto sciogliendo uno alla volta i vari lacci che lo chiudevano. Appena il suo torso fu libero dalle vesti si fiondò sul suo corpo invadendolo di passionali baci ed ardenti morsi.
 
Belle chinò il capo all’indietro immergendo le mani nella sua folta chioma brizzolata.
 
-Ti amo Rumple e questo non vorrei mai dimenticarlo!-
 
La capovolse stendendola sul triclinio. Si addossò a lei liberando le gambe da quell’ingombrante gonna azzurra. Appoggiò la testa contro la sua fronte fissandola intensamente negli occhi.
 
-Neanche io Belle vorrei dimenticarti!  Preferirei di certo la morte che vivere in un eterno blackout!- confessò emozionatissimo sorridendole teneramente.
 
Lo strinse tra le gambe avvicinandolo a sé. Voleva sentirlo vicino, voleva diventare un tutt’uno con l’uomo che amava, voleva condividere con lui un momento memorabile, fissarlo nella mente e ricordarselo per il resto della sua vita.
 
……
 
Era sul pianerottolo di casa sua. Il cuore gli batteva a mille nel petto, il suono dei battiti rimbombava addirittura  nella sua testa. Si fermò davanti alla porta di rovere grigio prendendo un enorme respiro. Bussò due volte con fermezza e decisione.
 
Sentì avvicinarsi dei passi lenti e leggeri. Il rumore della catenina e lo scatto della serratura annunciarono l’apertura dell’infisso. Lentamente la porta si aprì mostrando una Lacey completamente nuda avvolta da una semitrasparente vestaglia color lilla chiusa con un nodo leggero ai fianchi  maledettamente  scollata sul davanti. Aveva i capelli arruffati e legati in alto da un elastico bianco. I piedi erano avvolti da fitti calzini di lana bianchi. Chi avrebbe mai pensato che indossasse tali calzini.  Se l’era sempre immaginata completamente nuda sotto le lenzuola.
 
-Hey Gold!- lo accolse con stanchezza.
 
Belle non era ritornata, tristezza e malinconia l’invasero il cuore. Davanti a lui c’era ancora Lacey. Cosa, allora, era successo la sera precedente per non aver fatto ritornare Belle?
 
-Buongiorno Lacey, mi scuso per l’orario mattiniero!-
 
Sapeva che alla ragazza le infastidiva svegliarsi presto, era l’esatto contrario della sua mattiniera Belle.
 
-Ah guarda non ho chiuso occhio, e credo che anche tu ne sia il colpevole!- sorrise invitandolo ad entrare.
 
Gli indicò il divano di pelle nera facendolo accomodare. Si sedette sulla poltrona davanti a lui accavallando le gambe. La vestaglia cadeva ai lati mostrando le sue perfette e candide gambe. Inghiottì emozionato. E pensare che la sera precedente lui le aveva accarezzate, baciate e sfiorate, ma purtroppo non ricordava molto.
 
La vide sorridere. Si era accorta che l’oggetto del suo sguardo erano le sue gambe. Che figuraccia aveva fatto.
 
-Mi dispiace per ieri sera!- disse poi lei poggiando i gomiti sui braccioli della poltrona.
 
Lui la guardò stranito. Perché si dispiaceva per la serata? Cosa era successo?
 
-Non fa niente!- cercò di stare a gioco, non poteva di certo confessarle che non ricordava nulla di quello che era accaduto.
 
-Se avessi saputo che ero allergica alle castagne non avrei mangiato il castagnaccio! Per fortuna che avevo preso proprio un morso, se no a quest’ora mi avresti trovato di nuovo all’ospedale attaccata ad una flebo. Per fortuna Whale non mi ha trattenuta, non avrei sopportato di trascorrere un’altra notte in quell’odioso ospedale!-
 
Sorrise di gusto addossando la testa allo schienale. Lui sorrise insieme a lei.
 
-Perdonami se non ti ho chiesto subito come stavi!- cercò di rimediare al suo comportamento.
 
-Ah non ti preoccupare già ti dissi ieri, appena mi lasciasti qui, che bastava una dormita profonda e una bella doccia calda per rimediare!- sminuì lei ritornando a fissarlo negli occhi.
 
Gold notò dietro la ragazza un mazzo di rose rosse e fiori di campo blu e lilla. Lacey si accorse del suo comportamento, si girò cercando di capire cosa lui stesse fissando. Vide il mazzo di fiori poggiato sul tavolo, si alzò di scatto prendendo una bottiglia abbastanza larga di liquore vuota per poter metterci i fiori dentro. La riempì di acqua fresca e l’infilò all’interno.
 
-Non ho avuto tempo ieri di sistemarli!- si giustificò  posandoli sul tavolo.
 
Gold si alzò. Sembrava ipnotizzato da quei fiori.
Lacey lo fissava stranita. Lo vedeva osservare attentamente quel mazzo.
 
-Posso?-disse poi indicando un fiorellino nel mazzo.
 
-Ma certo…sono i tuoi!- rispose semplicemente curiosa del suo strano comportamento.
 
Lo vide afferrare un fiore piccolo e blu. Lo portò al naso annusandolo profondamente. Un attimo dopo spalancò gli occhi sorridendo felice.
 
-Tutto bene Gold?- chiese stranita lei. Lui la fissò sorridendole.
 
-Senti che bel profumo ha questo fiore!- glielo porse. La ragazza scettica lo raccolse annusandolo.
 
-Caspita hai ragione! Ha un profumo bellissimo! Come si chiama?- chiese poi lei meravigliata da quel dolce profumo.
 
- Nontiscordardimé !- rispose lui un po’ rammaricato.
 
Le proprietà magiche del fiore avevano funzionato solo per lui, e non per la sua Belle. Quel sortilegio era troppo potente, lo doveva sapere, ma almeno aveva tentato.
 
-Bel nome anche se preferisco di più un altro profumo!- ammise  posando il fiore sul tavolo.
 
Lui scosse la testa invitandola a proseguire.
 
-Quello di muschio mi fa impazzire!- si avvicinò a lui sorridendogli maliziosamente.
 
Si sciolse il nodo della vestaglia aprendola lentamente.
Vide il suo splendido corpo privo di ogni ostacolo. In un lampo agitazione, estasi e desiderio gli invasero il corpo.
 
-Che ne dici di proseguire da dove avevamo lasciato ieri?- continuò  avvicinandosi.
 
Prese a sciogliergli la cravatta iniziando a sbottonare i primi bottoni della camicia. Infilò le mani sotto la vestaglia accarezzandole la pelle liscia. Con uno strattone la poggiò sul tavolo posizionandosi tra le sue gambe.
Lacey rideva divertita della situazione. Lo avvolse tra le gambe sorridendo maliziosamente.
Si avvicinò a lei desideroso di baciarla, di sfiorare nuovamente le sue labbra. Era distante un dito, la lingua di lei leccava passionalmente le proprie labbra desiderosa di baciarlo.
Un ricordo interruppe il tutto. Man mano arrivavano come delle fitte nella testa a costruire tassello dopo tassello l’intera serata. Gli effetti del Nontiscordardimé stavano iniziando e non sarebbero cessati prima di finire il puzzle.
Lacey non si accorse di nulla era troppo concentrata sulle sue emozioni.
 
L’afferrò per i fianchi strattonandola a lui. Doveva andarsene, ma allo stesso tempo non poteva apparire disinteressato.
Lacey sorrise di gusto.
 
-Non hai idea di quanto desideri condividere con te questo momento! E credimi arriverà! Ma devo andare…mi sono ricordato ora che ho un impegno che non posso rinunciare! Mi puoi perdonare?-
 
Cercava di essere lucido mentre i ricordi inondavano il suo cervello.
Iniziò a sfiorarle il collo con le labbra salendo lentamente per l’orecchio baciando passionalmente il lobo. La ragazza era completamente succube di lui.
 
-Devi per forza? Non potresti posticipare?- supplicava stringendolo di più a sé.
 
Ma i ricordi non gli davano tregua, doveva andarsene.
 
-Buona giornata Lacey!-
 
Se ne andò in un battito di ciglia.
Lei rimase in piedi tutta tremante dall’eccitazione appoggiata al tavolo con ancora la sensazione delle sue labbra sul collo.
 
……
 
Erano distesi sul triclinio stretti in un abbraccio eterno. Si guardavano negli occhi sorridendo felici. Quando stavano insieme erano al settimo cielo.
 
-Quanto sono belli i tuoi occhi, soprattutto quando vengono illuminati dal sole diventano meravigliosi! Proprio come ora!-
 
Belle sorrise lusingata di tale complimento. Poggiò la mano sulla sua guancia sorridendogli.  Lo vide chiudere gli occhi assaporandosi il prezioso momento.
 
-Ti ho allontanato dai tuoi affari…scusami!- interruppe quel momento carico di emozione.
 
 
 
-Non hai nulla di cui essere perdonata! Ho scelto io di voler staccare dal mio impegno e poi tu sei più importante di qualsiasi pozione!- ammise avvicinandola maggiormente a sé.
 
-Ma lo è anche tuo figlio!- aggiunse poggiando la schiena al braccio del triclinio.
 
Lui si stranì.
 
-Certo che è importante anche mio figlio, ma cosa vuoi dire?- chiese spiegazioni.
 
-Ho capito che tutti questi accordi che tu proponi e le pozioni che crei ti servono per raggiungere tuo figlio e io non voglio essere una distrazione. Non voglio allontanarti dal tuo principale obbiettivo. Credo che deciderò di non stabilirmi permanentemente qui! Penso che continuerò a leggere in biblioteca! E saltuariamente verrò a farti visita, quando sarai meno impegnato è ovvio!- fu seria.
 
-Ma…- volle dibattere, ma non ebbe l’occasione.
 
-Nessun Ma! Rumple ho a cuore quanto te la ricerca di tuo figlio! Quindi è deciso!- fu nuovamente ferma e precisa sorridendogli dolcemente.
 
Aveva poggiato l’indice sulla sua bocca negandogli ogni parola.
 
Alzò lo sguardo sull’orologio che segnava l’ora di pranzo. Subito scattò rivestendosi velocemente.
 
-Devo andare…è tardi! Devo ancora cucinare! Vedi non sono solo io la tua distrazione, anche tu sei la mia!-
 
 
Lo baciò correndo giù per le scale. Se ne andò in un battito di ciglia. Lo lasciò lì immobile con ancora la sensazione delle sue labbra sul suo collo.
 
……
 
Raggiunse il vialetto di casa sua, lo percorse a fatica appoggiandosi al bastone. Passò davanti a un cespuglio sorridendo incredulo. L’ultimo ricordo gli aveva chiarito tutto…
 
Erano più o meno le nove di sera e tra le varie faccende si era dimenticato di passare a comprare dei fiori per la sua ospite. Per quanto non sopportasse Moe, doveva ammettere che aveva i fiori più belli di tutta Storybrooke.
Decise per tanto di potarne alcuni dal suo giardino.
Quel giardino sembrava spoglio e privo di vita da quando non c’era più Belle a curarsene.
Riuscì comunque a trovare delle bellissime rose rosse e dei fiori di campo che andavano dal colore blu al lilla.
Nel miscuglio, senza rendersene conto, sfiorò una radice di Nontiscordardimé infilando il fiore all’interno del mazzo.
Si alzò e con un gesto della mano creò la composizione chiudendoli con  un enorme fiocco porpora.
Il campanello della porta suonò attirando la sua attenzione. La sua ospite era arrivata ed ora erano aperte le danze.

 
Ecco come era andata la serata. A causa della radice di Nontiscordardimé aveva cancellato gli ultimi ricordi. Per fortuna che l’aveva sfiorata appena sennò gli avrebbe cancellato ben oltre quelli.
Aveva ragione Belle perdere la memoria significa perdere sé stessi.
Povera Belle, la sua paura peggiore l’aveva colpita di nuovo, aveva nuovamente perso la memoria e man mano anche sé stessa. Stava andando alla deriva, toccava a lui portarla nuovamente a casa tra le sue braccia.
 
……
 
 
 
Bussò alla porta per non irrompere nuovamente nella camera, ma nessuno rispose. Si preoccupò e lentamente aprì la porta entrando silenziosamente. Non vide niente, letteralmente niente. La stanza era vuota, non c’era più nulla.
 
-Rumple!- lo chiamò addentrandosi nell’oscura stanza.
Anche il triclinio era scomparso.


Sentì la porta cigolare, si voltò velocemente.
 
Lo vide in piedi vicino all’infisso di legno sorriderle affettuosamente.
 
-Hai ragione…comparire improvvisamente può dar fastidio!- rise scaricando l’adrenalina del momento.
 
 
-Vieni devo farti vedere una cosa!-
 
-Ma Rumple cosa è successo alla stanza?- indicò  non curandosi del suo invito.
 
-Se vieni con me tutto ti sarà più chiaro!- le porse la mano.
 
Socchiuse gli occhi osservandolo con sospetto. Cosa aveva in mente? Afferrò la mano continuando ad avere quello sguardo su di lui.
 
La condusse per vari corridoi raggiungendo una stanza, la quale lei conosceva benissimo. Era la sua biblioteca.
 
Aprì la porta di rovere grigio mostrando alla ragazza le varie modifiche apportate. La camera era piena di tavoli, pozioni, ed intrugli. Era ritornato il triclinio, ed  addirittura c’era anche l’arcolaio.
 
Portò una mano alla bocca fermando il suo stupore.
 
-Ma…ma cosa hai fatto?- chiese scioccata guardando ovunque.
 
Lui sorrise contento della sorpresa. L’afferrò i fianchi da dietro poggiando la testa  sulla sua spalla.
 
-Ho pensato a quello che mi hai detto e ho capito che non sei tu l’ostacolo, ma sono gli impegni ad essere l’ostacolo tra me, te e Bae! Quindi ho deciso di voler passare ogni singolo istante con te. Vedrai insieme riusciremo a farcela! Riusciremo a trovare Baelfire e a diventare una famiglia! Ma ho bisogno di te! Non mi lasciare!- aumentò la stretta su di lei, il suo tono divenne supplichevole e tremendamente delizioso.
 
Sorrise appoggiando la testa contro la sua.
 
-Questa volta hai vinto tu! Mi sa che dovremmo passare molto più tempo insieme!- rise  accarezzandogli le mani sul suo ventre.
 
-Ti amo Belle!-
 
-Anch’io ti amo Rumple!-
 
Baciò le sue dita portandole sulla sua bocca riportandole poi nuovamente sulla sua.
 
Dovevano stare insieme, non potevano essere separati a lungo. Vivere in due stanze diverse era troppo per loro. Avevano il bisogno fisico di vedersi, di stare insieme, di ridere assieme. Avevano il naturale bisogno di crearsi dei ricordi che avrebbero portato con sé per il resto delle loro vite. Mai nessuno glieli avrebbero cancellati, ne una pozione, ne un semplice fiore potevano permettersi di far annegare quei ricordi  in un eterno blackout.

 
 
 
 
 
 
1. La ragazza di cui Rumple sta parlando è Snow. Rumple nella prima stagione dà a Snow una pozione per dimenticare il suo principe. Beh ecco ho voluto prendere quel momento come collegamento alla serie. ;)
 



Angolo dell’autrice :D
 
Eccomi nuovamente qui, spero vi faccia piacere.
 
Allora come vi dissi questo capitolo era abbastanza confusionario. Abbiamo vissuto insieme a Gold vari flash di ricordi che lo colpivano alla rinfusa confondendo lui e spero anche voi ;) . Le proprietà magiche del fiore ovviamente me le sono inventate, ma mi ha sempre affascinato questo fiore ed il suo nome e non potevo non usarlo nella mia storia. Molto, ma molto più avanti vedrete che ricomparirà, farà una piccola comparsa in un capitolo futuro ;) .
 
Questo capitolo è stato abbastanza se non dire completamente passionale tra Gold e Lacey. Beh Gold ha un certo ascendente su questa Lacey focosa ed era logico per come si erano lasciati nel capitolo precedente che trascorressero una serata su questa scia. Purtroppo però non si sono baciati, e neanche il Non ti scordar di me ha funzionato su di Belle. Ovviamente un fiore, anche se possiede proprietà magiche, non può contrastare una maledizione, ma comunque Gold ha voluto tentare…chi non l’avrebbe fatto a posto suo ;)
 
Per quanto riguarda il passato ci siamo goduti una tranquilla giornata al castello oscuro, anzi non molto tranquilla visto la loro piccola discussione, ma credo che sia normale che ogni tanto abbiano dei piccoli diverbi, questo può far solo crescere la coppia, almeno lo spero ;)
Qui abbiamo visto che Rumple si rende conto di aver bisogno di Belle, di volerla sempre accanto e di non potersene separare, addirittura sposta il suo laboratorio nella biblioteca che ha regalato alla ragazza. Come sicuramente avrete fatto caso nelle puntate di OUAT, a volte quando c’è un flashback in cui si trova Rumple al castello viene ripreso il suo laboratorio che è all’interno della biblioteca, a volte vi è anche l’arcolaio. (Per me) questo è segno che Rumple cerca di non dimenticarsi di Belle, addirittura ha spostato il suo centro di lavoro nella biblioteca, per me questo vuol solo dire che sente la sua mancanza e così facendo si inganna di starle vicina, anche se crede che lei sia morta. È un atto dolcissimo secondo me e ho voluto calcare questa situazione anche nella mia storia. ;)
 
Ma ora basta con queste spiegazioni, passiamo alle anticipazioni del prossimo capitolo, il penultimo di questa long. Ebbene sì cari stiamo raggiungendo la fine, e questa volta sarà una fine che sembrerà quasi una prima parte, ma non preoccupatevi che subito dopo arriverà la terza long che seguirà ovviamente la S3, quindi non dovrete attendere per il seguito ;)
 
Il cap 10 è il mio preferito, quando ho un po’ di tempo oltre a Rivelazioni (Cap 14 di Ricordati di Me) passo sempre a leggerlo, lo adoro soprattutto il passato. Forse vi ho messo la curiosità e spero di sì. Infatti il passato sarà quello più strutturato in questo capitolo e sarà la parentesi pregnante.
Nel passato Belle si trova da sola al castello oscuro perché Rumple è partito per pochi giorni per un viaggio e ovviamente sente la sua mancanza. Per colmare questa distanza entrambi si scambiano Una Lettera d’Amore (questo è il titolo del cap 10). Nel presente invece una Lacey curiosa in attesa che Gold  arrivi al negozio si imbatte in un libro che al suo interno custodisce qualcosa di molto prezioso.
 
Più non posso dirvi anche perché vi racconterei tutto. ;)
 
Ringrazio veramente tutti coloro che seguono, leggono e commentano la mia storia! Grazie di <3
 
 
Un grazie particolare va sempre a libellula.s e libellula.a (admin insieme a me di I will see you again Rumbelle ; All crazy for Rumbelle) che leggono sempre con molto affetto le mie storie. Vi voglio bene raga <3 <3
 
À bientôt!! :)
DR 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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