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Autore: PensandoEnVos    02/08/2015    0 recensioni
Justin ha 17 anni, intelligente, determinato ed ha successo in tutto. La sua vita è stata programmata dai suoi genitori. Quando Alyssa entra a far parte della sua vita, mette in discussione il modo in cui lui ha condotto la sua esistenza finora e mostra il suo odio nei confronti del sistema in cui lui è rinchiuso. Alyssa è bella ma è anche molto strana, misteriosa, e quando i due fanno amicizia lei aiuta Justin ad aprirsi ma di sé dà pochissime informazioni e Justin non capisce il motivo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La Luna è il Mio Limite 
 
 
Il giorno seguente avrei dovuto lavorare per due ore intere all'esperimento di chimica con Alyssa. La prima ora passò rapidamente e Alyssa non disse nulla di stupido, ma proprio mentre stavo segnando alcuni appunti mi interruppe domandandomi:
-Quindi non ti ricordi?-
-Cosa?-
-La recita dell’ultimo anno! Tu interpretavi il bel principe ed io ero la serva della principessa numero 3 – disse mentre mi guardava.
-No, non me lo ricordo-
-È ovvio! Il principe non si ricorda della plebe-
-Scusa se non mi metto a piangere- dissi con tono sarcastico e irritato.
 Si era capito che era intelligente, ma aveva come argomenti di conversazione cose davvero stupide.
-Dovresti farlo! Dovresti piangere per la tua decisione-
Ero confuso, di cosa stava parlando?
Guardandomi si accorse che non sapevo a cosa si riferiva e allora subito aggiunse:
 –Ho letto il foglio in bacheca. Perché Harvard?-
-Non dovrebbero far leggere quei documenti a tutti!-
-Perché Harvard?-  mi domando senza pensare alla mia esclamazione e sopratutto al mio sdegno verso la sua stupida domanda.
-Perché è una delle università migliori degli Stati Uniti-
-Certo, ti danno quello per cui paghi!- rispose guardandomi dritto negli occhi con quel ghigno stampato in faccia.
-Confido in una borsa di studio-
- Aah giusto! Il Basket. Ti danno un mucchio di soldi per buttare una palla in un canestro. Forte-
Mi stava facendo davvero irritare. Mi stava giudicando in una maniera assurda. A lei cosa importava? Perché continuava a farmi domande se poi non accattava la mia risposta?
-Si, mi danno un mucchio di soldi per mandare una palla in un canestro. E tu, dove hai fatto domanda?- chiesi con una leggera irritazione nel tono di voce. Lei mi faceva saltare i nervi e perciò cercai di spostare il discorso su di lei in modo da farla irritare, ma la sua risposta mi spiazzò: -Non l’ho fatta!-
Rispose con un tono completamente tranquillo, come se fosse la cosa più normale al mondo.
-Niente università?- chiesi sbalordito.
-Diciamo che non entra nei miei interessi primari- sogghignò ancora,lo faceva spesso e la cosa mi irritava parecchio.
- E che cosa farai dopo il diploma?-
-La luna è il mio limite!-
-Wow, molto affascinate- affermai sarcasticamente. – Ma allora perché frequenti cosi avanzati? Vuoi studiare tanto per poi bloccarti?Qual è il tuo scopo?-
-Bella domanda … -
Io mi aspettavo che continuasse a parlare, pensavo che mi avrebbe risposto ma invece continuava a guardarmi senza dire una parola.
-Immagino che ci sia uno scopo- dissi.
-Certo che c’è. E scommetto che non ti darai pace finché non lo scoprirai-
Io continuai a guardarla, facendole capire che accettavo la sfida. Adoravo le sfide.
 
Per il resto della settimana vidi Alyssa solo di sfuggita, non avevamo parlato e ancora non ero riuscito a trovare una risposta “all'indovinello” che mi aveva proposto. Avevo pensato molto a lei, e avevo realizzato che Alyssa Gonzales era un fantasma in quella scuola; nessuno la conosceva, nessuno aveva mai parlato con lei, nemmeno gli sfigati più sfigati della scuola. Era conosciuta solo dai professori. Ma perché?  Forse perché era strana? O c’era qualche altra ragione sotto? C’erano tante domande che scorrevano nella mia mente, e tutte riguardavano Alyssa.
 
Il venerdì pomeriggio Ryan, il mio migliore amico, venne a studiare a casa mia, o almeno io studiavo e lui si faceva i cavoli suoi giocando con la palla da basket.
-Alla fine come’è andata con Bianca? Sei riuscito a parlarci senza balbettare?- mi domandò all'improvviso tra una risata e l’altra.
Il mio disagio lo faceva ridere e se devo essere sincero la cosa faceva ridere anche me dato che ero sempre stato  bravo con le ragazze, anzi ero formidabile con le ragazze, ma Bianca mi faceva sentire a disagio.
-No! Con lei mi sento enormemente a disagio.-
Ryan iniziò a ridere ancora più forte di prima e a prendermi in giro fingendo di balbettare un qualcosa che non riuscivo a capire, ma alla fine inizia a ridere anche io. Con Ryan tutto era molto più semplice, insomma eravamo cresciuti insieme e condividevamo ogni tipo di ricordo, ogni momento.
Con lui non c’era bisogno di parlare, mi capiva ma  anche lui era schiavo della società e per questo in quello stesso istante mi disse un qualcosa di così cattivo che mi sembrò proprio di non riconoscerlo più.
-In giro si dice che tu ti stia frequentando con una tipa strana dai capelli rossi. È vero?-
-Non ci stiamo frequentando, è solo la mia compagnia di laboratorio.-
-Non farti vedere con quella tipa, ti rovinerà la fama. -
Concluso il nostro minuscolo dialogo capì che anche chi mi capiva era schiavo di un qualcosa che mi avrebbe distrutto pian piano. E quando capì che quello non era un consiglio,ma un ordine che doveva essere eseguito in un modo o nell'altro, mi resi conto che anche io ero completamente schiavo di quelle stupide cricche che si creavano in ogni sorta di liceo.
La sera andammo, come al solito, in riva al lago per la solita festa del venerdì sera e lì c’era Bianca, la cosa mi rese abbastanza nervoso perché non avevo proprio voglia di sentirmi a disagio durante una festa, volevo divertirmi e allora inizia a bere un paio di bicchieri. Non mi ubriacai ma quando andai da Bianca per parlare un po’ con lei non ero per niente a disagio, ero semplicemente tranquillo.
Parlammo del più e del meno, non avevamo argomenti precisi però tutto girava intorno a noi e alle nostre vite.
Parlando capì un po’ la sua vita: era figlia unica, si era trasferita in Canada per il lavoro del padre, le piaceva molto la moda ma odia la scuola,insomma era la classica ragazza tutto fisico e niente cervello, ma era molto simpatica e anche molto aperta a fare nuove amicizie.
-Cosa fari dopo il liceo?- mi chiese improvvisamente.
Non so cosa mi prese in quel momento, ma io risposi: -Non lo so-  sembrava che il mio cervello non volesse aprirsi con lei; si voleva nascondere.
-Io invece vorrei ritornare in Polonia e ritornare al lavorare nel pub di mio zio. Non voglio frequentare l’università perché credo che sia inutile … -
Continuammo a parlare fin quando non decidemmo di tornare a casa e io le offrì un passaggio. Abitava poco lontano da casa mia in una piccola villetta bianca e grigia con tanto di giardino ben curato e pieno di fiorellini gialli.
-Sono stata bene con te – mi disse prima di scendere dalla mia macchina.
-Anche io– le dissi prima di avvicinarmi a lei per poterla baciare.
Il bacio durò poco e non ci fu nessuna scintilla. Immaginavo che dato il mio disagio a parlare con lei durante il bacio scattasse un qualcosa di speciale, invece non accadde nulla e quindi capì che non ero cotto di lei, ma c’era qualche altra cosa che mi bloccava.
 
Il week-end passo calmo e monotono come sempre, ma  non mi lamentavo mai dato che dovevo seguire ala lettera il mio solito programma quotidiano che comprendeva studio e allenamento. La mia vita continuava ad essere programmata.
 
Quando ritornai a scuola, il lunedì, Bianca mi venne incontro baciandomi, io ricambiai il bacio ma anche quella volta non scattò nessuna scintilla.
 
La giornata passò molto velocemente e tra una pausa e l’altra oltre a stare con Bianca cercavo disperatamente Alyssa, dovevamo finire la relazione di chimica, ma a lei non importava dato che non mi stava cercando.
Proprio quando credevo di aver perso ogni speranza, la incontrai nel parcheggio della scuola.
- Alyssa – le gridai, ma lei non mi sentì ed entrò nel suo pickup rosso.
- Alyssa – riprovai, e lei si volto a guardarmi. - La relazione di chimica è per domani!- esclamai.
- Ah si è vero, ma forse la vera questione è: come sta Bianca, la tua ragazza? -
- Eri alla festa?-
-No, ma tu si!- esclamò sogghignando
- Se tu non eri alla festa come fai a sapere che io c’ero?-
-Perché praticamente ci vanno tutti-
Aveva ragione, ci andavano tutti. Trovandomi in estrema difficoltà cercai di  cambiare argomento.
-Che mi dici della relazione?-
-Salta su. – disse invitandomi a salire sul suo bel pickup rosso.
-Cosa?-
-Rendo al meglio mentre guido- disse continuando a sogghignare.
 Mamma quanto mi dava fastidio.
Odiavo il suo sogghigno aveva quel qualcosa di diverso e misterioso allo stesso tempo e questo mi scombussolava.
 
-Ho un impegno- inventai lì su due piedi.
Alyssa mise in moto il suo furgoncino che dopo aver fatto un brutto rumore si accese e pian piano iniziò a camminare.
- Lo stagno se riscaldato, specie ad alta temperatura, diventa fragile e perde la sua duttilità, inoltre … - disse con il suo volto affacciato al finestrino e guardandomi negli occhi. Io, dopo essermi guardato in torno, le corsi incontro gridando "Aspetta", lei si fermò e mi fece salire.
 
Mentre guidava io scrivevo sul suo quaderno verde tutto ciò che mi dettava: - Bisogna definire il numero di molecole contenute in un determinato volume di gas-
-Ok, il comportamento di un gas può essere descritto da una semplice equazione: l’equazione generale di stato.-
- E il rapporto molecolare?- mi domandò
-Rapporto molecolare? Cos'è?-
-Dovresti saperlo!- esclamò.
- E a cosa serve lavorare in coppia?-
Lei rimase in silenzio continuando a sogghignare.
-Su, non farti pregare, non ho tempo da perdere -
- Perché tanta fretta? Siamo su un furgone, abbiamo la strada davanti a noi ed un mondo di opportunità-
La cosa mi faceva ridere, tutti i suoi strani atteggiamenti mi facevano ridere, aveva uno strano modo di vedere e fare le cose quasi come se tutto fosse un gioco e questo era davvero un bellissimo pregio .
- Che tipo di opportunità?- le chiesi ridendo.
-Scegli un posto, un posto a caso, adesso.-
-Il terzo punto della nostra relazione di chimica.- affermai cercando di farle capire che in quel momento la cosa più importante era quella fastidiosa relazione che doveva essere portata al termine il prima possibile.
-Va bene, ma non mi concentro su una strada così dritta!- esclamò  Alyssa con finta rassegnazione guardando la strada davanti a se.
Ci trovavamo quasi in centro e, aveva proprio ragione, la strada era dritta. Sui lati c’era il classico marciapiede pieno di alberi e aiuole, c’era un gran via vai di gente, tutti tornavano a casa mentre io ero su un furgoncino insieme ad una ragazza fuori di testa.
-Se proprio non vuoi seguire questa strada, gira- le dissi.
- Dove? -
-Dove vuoi!- esclamai
Dopo la mia esclamazione, che avrei preferito evitare, Alyssa sterzò di colpo e ci ritrovammo davanti l’entrata di un’azienda.
Dopo aver parcheggiato Alyssa non si fece alcun problema scese dal furgoncino e mi invitò a fare lo stesso.
Quella ragazza era pazza, e me lo dimostrava ogni secondo.
Appena ci fummo allontanati un po’ dal furgoncino Alyssa iniziò a spiegarmi un qualcosa di chimica che io non ero riuscito a capire, ma che appuntavo sul suo squadernino verde.
- … in questo caso il rapporto molecolare è di 2 a 1. Ora dobbiamo trovare i potenziali di ossidazione del metallo nell'ossigeno-
- E come? – domandai, forse avevo capito qualcosa.
Alyssa si voltò di scatto, ci trovammo faccia a faccia, i nostri nasi si sfioravano, e con un sogghigno mi disse: - Ora è il momento del pic-nic! –

 
Holaaa!
Rieccomi con la mia Strana storia! 
Spero tanto che anche questo capitolo vi piaccia e spero tanto che tutto ciò vi incuriosisca o
addirittura vi faccia scappare un sorriso per le cose strane che fa la nostra protagonista.
Aspetto con ansia le vestre recensioni per sapere cosa pensate o come, secondo voi, la storia andrà avanti.
Vi aspetto a Braccia Aperte!
Un Grande Bacio da me, Selene.
 
  
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