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Autore: Tomlinshazz    02/08/2015    0 recensioni
Sono Harry, e questa è la mia storia, dove dopo un'infinita solitudine, sono finalmente riuscito a raggiungere il mio finale felice.
Larry Stylinson.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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My Happy Ending.

Mi presento, mi chiamo Harry Styles e non sono la persona speciale di nessuno. Può sembrare strano, ma credo che a differenza di tutti gli altri, che sono essenziali per almeno una persona al mondo, io non lo sono per nessuno. Non sono quel tipo di persona con cui la gente vuole avere a che fare, ma non fraintendetemi, non sono uno spacciatore di droga o qualcosa del genere, non che abbia qualcosa contro di loro, insomma il lavoro è lavoro e io non sono nessuno per giudicare, anche se ovviamente un lavoro legale per quelle persone sarebbe la scelta migliore, ma sto divagando e non pensate che questa sia l'unica volta che accadrà durante la vostra, spero piacevole, lettura di questo testo. Ho deciso di scrivere tutto quello che mi veniva in mente, forse perché ne avevo bisogno, forse perché ne avevo voglia, nessuno lo saprà mai con precisione. Sono una persona sola, e non per scelta; dubito che qualcuno a questo mondo voglia essere solo, specialmente io, eppure mi ritrovo in questa situazione parecchio di merda, e non riesco ad uscirne. Starete sicuramente pensando che alla fine nessuno è solo e che queste siano tutte convinzioni del mio cervello di merda, e vorrei davvero darvi ragione, ma a pro di cosa? Semplicemente, non avete ragione. Mi ritrovo ad essere solo e ovviamente è solo colpa mia; nessuno sceglie di essere solo, semplicemente è portato ad esserlo. Forse è colpa del mio carattere estremamente timido, o forse è perché sono semplicemente uno stronzo che non sa tenersi gli amici, fatto sta che è estate ed io mi ritrovo solo in camera mia, seduto su questa sedia scomoda a scrivere tutto ciò che mi passa per la testa. Vorrei che leggeste questi miei pensieri più come un insegnamento che come una lagna su quanto la mia vita faccia schifo, perché probabilmente vi sarà venuta voglia di chiudere questa storia per l'enorme tristezza di cui vi sto facendo carico, ma ricordate che poi, c'è un finale felice per tutti. Ed è proprio di questo che vi voglio parlare, del mio finale felice, perché alla fine alle persone importa solo quella parte e non tutti i miei monologhi sulla solitudine. Scommetto che state leggendo di fretta solo per arrivare a quella parte, ma andiamo con calma, nessuno ci corre dietro (a meno che non hai qualche impegno e ti sei fermato a leggere la mia storia, e in questo caso ti ringrazio). Come dicevo prima di divulgarmi per la seconda volta, per un adolescente non è normale passare l'estate chiusa in casa. Ogni adolescente normale di solito passa le sue giornate con gli amici, sia che essi siano presenti in carne ed ossa sia che essi si trovino dall'altra parte del computer, ma per me, be' non è così. Ho smesso di avere degli amici quando ho iniziato a sentirmi la ruota di scorta di questi, quando ho capito che gli servivo solo per consolazioni varie se le storie con le loro fidanzatine andava a male, e ho visto che quando ero io, quello a stare male, tutti erano troppo impegnati. Ho smesso di avere amici, quando gli scrivevo in chat e vedevo che erano troppo occupati nella loro vita sociale da cui ero stato escluso per pensare a me, e a questo punto, come dice un famoso detto: è meglio essere soli, che male accompagnati. E alla fine suppongo che sia vero, ma spesso è più facile cadere nell'illusione di avere tanti amici pure se falsi, che ritrovarsi nella mia crudele realtà. Ho smesso di avere amici quando tutti avevano il fidanzatino o la fidanzatina, mentre a me nessuno calcolava nemmeno minimamente. Ho smesso di avere amici, quando ho capito che più amore dai e meno ne ricevi, e quindi, mi sono rifugiato nell'indifferenza. Ovviamente l'indifferenza non mi ha portato lontano, e non mi ha nemmeno protetto dalla sofferenza, quella ormai era dentro di me da quando avevo smesso di avere amici, e da quando avevo capito che è inutile fare affidamento sulle persone, perché tanto alla fine tutti se ne vanno. Ma poi ho capito una cosa, è vero che tutti se ne vanno, ma per lasciare posto ad altre persone, persone giuste per noi, quelle persone, che si avvicinano per rimanere, e probabilmente in tutta la vita, ogni persona troverà solo una persona che rimarrà, la persona giusta per lei, che qualcuno lì su ha voluto mandarle per far risplendere di nuovo il suo sorriso. Sono estremamente romantico, e se non lo avete notato, be' fatelo. Avete presente la storia giapponese del filo rosso? Quella in cui ogni persona, ha legato al dito mignolo della mano sinistra un filo rosso, collegato al mignolo della mano sinistra di un'altra persona? Ebbene, queste due persone sono destinate ad incontrarsi e ad innamorarsi, ed io mi sono spesso rifugiato in questa antica credenza, probabilmente nell'illusione che non sarei stato per sempre solo. Ho sempre sognato di incontrare la mia persona, e mi sono sempre chiesto cosa si prova quando finalmente la si ha davanti, mi sono sempre chiesto se capisci subito che è la tua persona o se solo il tempo e le situazioni ti aprono gli occhi. E mi sono domandato se questa persona bisogna cercarla, oppure se lei verrà da te; ma poi mi rendo conto che se tu la cerchi, allora per l'altra persona non c'è stato alcun bisogno di cercare, oppure se lei viene da te, tu non hai cercato mentre l'altra persona ha cercato te; ma dubito che i miei dilemmi mentali vi interessino quindi suvvia Harry, non perdere il filo del discorso. Anche se in realtà questo discorso non ha alcun filo, è solo un susseguirsi di informazioni travagliate di cui vi sto tenendo conto e non so nemmeno se queste cose vi interessino o meno, ma credo che arrivati a questo punto siete interessati e ancora una volta vi ringrazio per stare a sentire questo stupido e goffo ragazzo. Ricapitolando, visto che vi ho fatto perdere nei miei inutili discorsi, io sono Harry, un ragazzo strano e solo, che con il tempo ha trovato la sua persona. Non ve lo aspettavate vero? Ah, e vi avverto, la mia persona è l'essere più speciale che abbia mai incontrato e mai nessuno me lo toglierà, sono alquanto possessivo sulle cose che amo, e lui è la cosa che amo più in assoluto. A questo punto avrete anche capito che tanto etero non sono, o almeno, i più svegli lo avranno capito. Ad ogni modo, la mia persona è arrivata a me in un caldo giorno d'agosto, e tutto è accaduto puramente per caso; ricongiungendomi ad un mio dilemma precedente, ho capito subito che lui era la mia persona, ma non chiedetemi come, suppongo che ognuno lo capisca in modo diverso. Potrei dirvi di averlo capito dal modo in cui il mio cuore ha iniziato a battere forte appena l'ho solo intravisto, seppure non lo avessi mai visto prima in vita mia; potrei dirvi di averlo capito perché in quel momento la Terra era priva di gravità e scusami Newton se in quel momento ho mandato a puttane tutti i tuoi studi, ma era come se il mondo si fosse fermato per me e lui, non c'erano più i vari moti e le varie persone; il vociare indistinto dei passanti era scomparso, nessun uccellino cinguettava e nessun clacson suonava, c'eravamo solo io e lui, che ci scambiavamo sorrisi impacciati e occhiate felici. Vorrei dirvi che si prova questo nel momento in cui si incontra la propria persona, ma visto che non sono sicuro che per tutti sia uguale questa cosa, non aspettate di sentire ciò che ho sentito io e affidatevi al vostro istinto. Ritornando a me, in quel momento ho capito che Louis William Tomlinson era la mia persona. Non so cosa ci portò a scontrarci quel giorno, fatto sta che subito diventammo amici. Per la prima volta in assoluto non mi sentivo solo, anzi, sapevo che per almeno una persona ero il centro di tutto. Mi cercava ad ogni ora, ogni volta che aveva voglia di uscire chiedeva la mia disponibilità, mi chiedeva sempre come stavo e riempiva effettivamente le mie giornate. Mi aveva reso il centro del suo mondo, e ovviamente divenne anche il centro del mio di mondo e di galassia e di universo e di tutto ciò che poteva avere un centro. Aveva distrutto quella patina di indifferenza che mi ero creato attorno, e piano piano, aveva rubato il mio cuore. A quel punto, non avevo più paura di amare, perché finché lui avrebbe avuto il mio amore, sarei stato al sicuro. Spesso rimanevamo abbracciati per ore, e rimanevamo lì a fissarci l'un l'altro. Sarei potuto rimanere ore a guardarlo, a partire dai suoi capelli perennemente scompigliati che gli cadevano rovinosamente sulla sua piccola fronte; amavo passare le mie mani fra i suoi capelli, erano incredibilmente morbidi e spesso gli ho anche chiesto marca di shampoo usasse, ma lui puntualmente ridacchiava e mi stringeva ancora più forte. Amavo i momenti in cui ci guardavamo negli occhi, amavo osservare i suoi occhi e notare ogni giorno un particolare che mi era sfuggito nei giorni precedenti. Adoravo mordergli il naso, era piccolo e delicato e spesso lo costringevo a fare "nasino nasino", come lo chiamavamo noi, o meglio, ci baciavamo all'eschimese, come le persone normali lo chiamerebbero. Infine c'erano le sue labbra, e be' a questo punto solo al ricordo mille emozioni mi attraversano lo stomaco. Erano piccole e sottili, amavo mordicchiarle e farle mie, amavo il calore di quelle labbra attorno alle mie, dolci e calde. Ricordo alla perfezione il nostro primo bacio, entrambi eravamo inesperti e impacciati, ma fu la cosa più naturale del mondo e rimarrà sempre nel mio cuore. Una delle cose che amavo di più era quando la sua soffice barbetta sfiorava il mio viso, Dio se amavo quella sensazione. Man mano che il tempo passava diventavamo sempre più uniti, passavamo intere giornate assieme a fare le cose più semplici, ci accontentavamo di rimanere insieme sul divano abbracciati, piuttosto che fare mille cose diverse e stravaganti; tutto quello che ci importava era stare insieme. Arrivati a un certo punto, diventò davvero difficile separarsi, eravamo perennemente bisognosi di contatto fisico, stavamo sempre mano nella mano, cercavamo sempre l'altro con lo sguardo, tant'è che arrivati ad un certo punto, fummo costretti a separarci, e mi strugge dirlo, ma in quel momento di merda ho davvero creduto che qualcuno lì su mi odiasse; e quello fu il momento più brutto della mia vita, perché dopo aver affrontato la solitudine, stavo affrontando per la prima volta l'impotenza. Perché ti senti impotente quando l'amore della tua vita si sente male d'improvviso, e ti senti impotente quando un dottore ti si avvicina e ti dice quello che mai avresti voluto sentire in tutta la tua esistenza. Dopo l'impotenza, iniziai a sentirmi totalmente inutile. Passavo le giornate accanto quel letto d'ospedale, gli lasciavo la mano solo se estremamente necessario e ormai anche i dottori avevano capito che non ci avrebbero separato tanto facilmente. Fu proprio in quell'ospedale che capì che la solitudine è solo un male minore e facilmente distruggibile: lo capì grazie ai pianti silenziosi mentre lui dormiva, lo capì grazie ai sorrisi che gli serbavo per non crollare di fronte a lui, e Dio, quei sorrisi erano una delle cose più difficili di questa vita, ma per lui, ne valevano assolutamente la pena. E quando alla fine si spense proprio accanto a me, mentre ancora mi stringeva la mano, capì di essere ancora una volta solo, e questa volta per sempre, ma mi resi conto che il mio finale felice era arrivato, l'unico problema è che se n'era andato tanto velocemente quanto era venuto, ma a questo punto, non m'importa più. Sono passati due anni dal mio ritorno alla solitudine, ma non preoccupatevi, fra poco non sarò più solo. Sto per raggiungere il mio finale felice, e questa volta, non se ne andrà tanto facilmente. 


Angolo autrice:
Spero davvero che la storia vi sia piaciuta, ci ho messo tutta me stessa e mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate, sia in positivo che in negativo. All the love x
  
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