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Autore: _Briareos_    02/08/2015    0 recensioni
[Appleseed]
[Appleseed][Appleseed]Dopo aver abbandonato la Swat americana ed essersi trovati a lavorare per il primo offerente che capitava, Deunan e Briarios potrebbero aver trovato Olympus. Unico indizio, un paio di stivaletti e la speranza di Deunan. E' una storia alternativa all'inizio del manga e del nuovo film Alpha.
POtrebbe contenere capitoli non adatti a minori.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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la ricerca di olympus 13 Scusate il ritardo ma per ora non è facile scrivere nuovi capitoli e lo posto perchè per ora non ho tempo di revsionare e fare correzioni. Con questo capitolo termino questa fic con una situazione diversa salla fic Appleseed pre-alpha. Buona lettura e spero vi piaccia.
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"Chi siete..."

"Ma sentitelo...ci chiede chi siamo noi...ah ah ah..."

Uno dei cyborg, dall'orrido color verde acido, prese a scanzonare Briareos con gli altri che lo seguirono a ruota . Aveva dei pantaloni logori e una canotta bianca sporchissima che metteva in risalto le braccia grosse rispetto al resto. Impugnava una grossa mitraglietta mal ridotta e Briareos si chiese se funzionasse realmente o meno.

"Amico, tu e la ragazza siete sul teritorio controllato dal  nostro boss. E a lui non piace quando ficcanaso sconfinano nei suoi territori..."

"NOn siamo qui per fare un pic nic, noi stavamo dei tizi che sono scesi con noi dal mezzo ma poi, appena ci siamo voltati sono risaliti e ci hanno lasciati come idioti... voi..."

Briareos tirò il braccio di Deunan mentre cercava di controbattere dicendole di non fare stupidaggini. Il cyborg color verde acido mise in  chiaro che era meglio non fare scherzi e di seguirli, avrebbero spiegato al loro boss il motivo della loro presenza. Fece cenno di andare avanti e di seguire il cyborg chiamato Rimo. Questi iniziò a incamminarsi, seguito da Deunan e Briareos e in coda gli altri due. Uscirono all'esterno giungendo in un angolo fuori l'edificio da cui si affacciavano due porte. Una, quella da dove stavano uscendo a un'altra alla loro sinistra, aperta e senza più i vetri nell'intellaiatura in legno ormai un ammaso di legno marcio con due sezioni per il vetro. Prima della porta cèrano due mobili in legno rettangolare che tenevano qualche vaso in coccio ormai privi di piante. Quello che prima era un lastricato di coccio ormai era diventato quasi un tappeto verde, con mattonelle alzate e fuori sede . Dove finiva quel che rimaneva del lastricat, al suo posto vi era solo una distesa di verde che conduceva a un palazzo altissimo.Venti piani, colore dell'intocato scrostato e macchiato dalle intemperie. Finestre per la maggior parte prive di vetri e intellaiatura in acciaio sparita o divelta. L'entrata era assicurata da due enormi portoni che si aprivano verso un ampio edificio, che avevano  un mezzocerchio sopra di essi a vetri. Una porta più a destra dell'edificio e metà dell'altezza delle altre due, permetteva il principale accesso agli appartamenti. Rimo preferì una delle due porte più grandi e si ritrovarono prima in un grande spazio vuoto con enormi finestre ad arco di vetro sporco e macchiato che permettevano comunque alla luce di filtrare dentro. Tre pilastri dividevano l'ambiente che sembrava esser stato usato parecchio tempo prima come rifugio da qualcuno. Sedie in legno con i cuscini e imbottiture tolte e lasciate a terra erano  l'unico mobilio presente a parte un solo letto improvvisato incassato sotto una delle finestre. La cosa che colpì Deunan fu proprio quel letto che sembrava preso da un ospedale e poi imbottito alla meglio con i cuscini dele sedie in legno. In fondo totalmente all'ambiente di vi erano due schedari, uno ancora con i cassetti a l'altro no, che sostavano sotto una parete crepata e con l'intonaco che si staccava a fogli e penzolava. E poi, dagli interstizi delle lastre di cemento che componevano il pavimento, spuntavano erba e dei bellissimi fiori azzurri screziati con del blu più scuro a volte quasi viola. Da lontano a Deunan avevano dato l'impressione di essere margherite, ma non lo erano.

"Brascicome, vero nome Brachyscome iberidifolia, pianta perenne originaria dell'Australia, della Nuova Zelanda e dell'Africa, generalmente coltivata come annuale.Da lontano o per i non appassionati sono paragonati alle margherite. Probabilmente vi era una qualche coltivazione qui vicino e i semi sono giunti fino a qui..."

Deunan si voltò verso Briareos mentre le spiegava il tipo di pianta e rise lievemente, pensando a come potesse capirla benissimo anche senza parole. Si era accorto forse dalla sua espressione dei dubbi e glieli aveva tolti. I due cyborg dietro di loro urlarono di proseguire in silenzio e svoltarno alla loro destra. Si giungeva a un corridoio che pareva comunicare con il resto dell'edificio. Passarono una poltroncina di legno con cuscini simili ai precedenti che a Briareos parevano da attesa per medici e simili. Le pareti iniziavano ad essere non più bianche ma coperte da carta da parati con disegni geometrici su fondo chiaro, anche questa squarciata e con i lembi penzolanti, mostrando sezioni di cemento messe una vicino all'altra. Passarono una porta che si apriva in una stanza abbastanza grande con degli scaffali pieni di roba, oggetti sparsi a terra, qualche poltrona simile a quella precendente e due tavoli di legno che si potevano chiudere. La luce penetrava  da tre finestre rengolari che parevano formarne uno solo in alto e tre lampade appene al soffitto proprio a metà stanza. Proseguirono.
Giunsero a una specie di bivio, formato da un corridoio alla loro destra che continuava, non si sapeva dove, perchè voltava e una porta a sinistra che era per metà staccata dai cardini e ciondolava tenendosi solo dalla cerniera in basso ma a stento.
A fianco alla porta, prima dell'angolo che continuava nel corridio a destra, vi erano chiari cavi elettrici che seguivano il muro ma non sembrava esserci corrente.
Presero la strada attraverso la porta e Deunan e Briareos si trovarono in un ambiente strano. Alla loro sinistra si apriva una specie di angolo con saracinesca con lo stesso mobilio a scaffali della stanza superata prima mentre di fronte a loro vi erano una enorme porta ad arco che si affacciava su una stanza rettangolare con finestre ad arco, ,mattonelle a terra sollevate e buttate a caso, tetto a cassettoni in legno e un'altra porta ad arco in fondo con porte in legno rispetto a quella dove erano.

"Secondo te che posto è questo..?"

"NOn lo so ma sembra...sai nei palazzi o alberghi quando ci sono gli spazi comuni? MI sembra questo..."

Raggiunsero a un trivio, che dava verso un corridio con una porta di fronte a loro, a fianco a sinistra una specie di stanza che tagliava i due corridoi ai suoi lati. Un altro corridio dopo la stanza che stava al centro del trivio. Superarono la stanza e scelsero il corridio tutto a sinistra. Quando Deuan vide il corridio, trattenne il respiro. Entrava poca luce e le lampade rettangolari a neon appese al soffitto illuminavano lampeggiando freneticamente. Qualcosa di scuro copriva il sole e le mattonelle erano contornate da erbacce verde scuro. Attraversarono  lentamente e poi lei si voltò verso fuori, osservando oltre i vetri. Si accorse che fuori, quello che copriva i raggi del sole eral'altra parte dell'edificio. Si vedeva uno scorcio dell'altro lato, a forma di C. Si trattava  della parte interna e non era messa meglio dell'interno. Quando svoltarono l'angolo furono spinti verso le scale e salirono. Dovevano trovarsi all'ultimo piano quando finalmente i cyborg dissero 'ci siamo quasi'. Passarono per un corridoio che sembrava diverso dai precedenti. Senza finestre, con pareti in puro cemento grezzo e sporco, lucernari in vetro rettangolari che davano verso il cielo, ma che non sembravano dare molta luce al corridoio ugualmente. Arrivati a una porta, entrarono, passando per quello che doveva essere un appartamento. Alla loro destra vi erano due porte, una per il bagno con un wc, lavandino e vasca da bagno e mattonelle bianche piccole a coprire tutto l'ambiente. In fondo a destra, poco dopo la seconda porta, quel che rimaneva della cucina languiva decaduta tra ante di legno abbandonate staccate dai cardini. Alla  sinistra due finestre una vicino all'altra precedevano un'altra porta che presero subito. Al centro della stanza Deunan fissò il tavolo e le sedie con alcuni disegni a pastello sparsi e si rattristò. Passarono per un secondo appartamento. Diverso per composizione dal precedente, presentava angolo cucina a destra, più a sinistra dall'entrata vi erano il bagno simile all'altro e le portefinestre, ormai smantellate e staccate. Fogli e mattonelle erano sparsi e staccate e lo scheletro di un letto giaceva a destra accanto a un mobile con dei libri ammuffiti. Passarono per la portafinestre e raggiunsero salteltando verso il balcone confinante, raggiungendo l'altro appartamenteo che era solo una stanza grande con una sola enorme finestra e due letti poggiati sotto di essa e percorrendolo fino a un corridio. SI presentava più tetro degli altri, nonostante la luce lambisse i muri, ciò che penetrava dalle finestre rotte o rovinate, colpiva con forza formando ombre strane, sopratutto per i pavimento davvero messo male, tanto da preoccupare Deunan se reggesse il peso dei cyborg tutti insieme. Lo attraversarono tutto fino a destra dove cèra l'unica porta in fondo.
I cyborg li fecero entrare e gli dissero di attendere lì gli ordini del loro boss. La stanza era grande e parecchio luminosa. A destra, incassata in una rientranza a muro, una cucina completa ma in disastrose condizioni. Poco dopo la porta del bagno. Al centro della stanza un tappeto logoro. Due aperture per le portefinestre senza più le ante scorrevoli si gettando nel balcone e oltre. Tra le due portefinestre, appoggiato al muro, un tavolo con tre sedie, tra cui una rovesciata. Pezzi di disegni infantili strappati e sparsi vicino la sedia portavano uomini stilizzati e i fiori azzurri. A sinistra la porta doveva condurre da qualche altra parte ma sembrava, varcata la soglia con gli occhi,  inagibile per un crollo dall'altra parte. Infine, la cosa più surreale in quel momento, i fiori azzurri visti sotto che dondolavano leggeri seguendo la brezza che giungeva da fuori.

"possiamo camminare o dobbiamo sederci?"

"restate sotto i nostri occhi. non me lo fate ripetere..."

Deunan si guardò intorno. Si avvicinò al tavolo e vide uno dei cyborg allontanarsi verso la porta che pareva inagibile mentre gli altri due restavano con loro con le armi puntate addosso. Dei fogli ingialliti e messi male per il tempo mostravano scrittura a mano o disegni di qualche bambino. LA sedia rovesciata a terra sembrava, dalla posizione, come se qualcuno stese scappando verso la porta della stanza bloccata. POi, qualcosa attirò la sua attenzione. Petali di fiori azzurri volavano intorno a lei e si mise ad osservarli avvicinandosi alla portafinestre.

"Ehi, ferma lì, non voglio che tenti di scappare dal balcone..."

"e dove vuoi che vada, io, umana, dal ventesimo piano?"

Si avvicinò al balcone e notò le porte a vetri rovesciate a terra o abbandonate sul bordo del balcone con i vetri lesionati o in frantumi. I fiori erano arrivati anche lì e ammirò il loro bel colore. Briareos nonostante le lamentele dei cyborg, raggiunse la compagna e le chiese se tutto fosse ok.

"E' rimasto un pezzo di chi viveva qui..."

Briareos la osservò mentre parlava e colse la sua tristezza, posandole dolcemente una mano sulla spalla. Lei iniziò a parlare

"Secondo te cosa raccontano queste cose abbandondate?

"Fugaci pezzi di una vita che ha lasciato una traccia...come una memoria labile ma capace di riemergere..."

"Adoro quando metti del tuo in certi concetti...era una bella risposta però...non lo so..."

"Se io fossi morto quel giorno...se non vi fosse la possibilità di farmi restare in vita...Alla fine, la mia memoria esisteva ancora da qualche parte, non è vero? Rispondomi..."

"Che cosa?" voltandosi verso di lui "di che parli"

SArebbe stata la stessa cosa come quelle persone e i loro oggetti. Avrei lasciato traccia della mia esistenza nei ricordi e nel cuore di chi mi voleva bene. Che sia un ricordo o un oggetto, è sempre una traccia. Sicuramente quelle persone sono andate via di corsa ma stanno bene, come sto bene anche io adesso. NOn pensarci..."

"Come fai a uscirtene con queste cose e farmi sorridere allo stesso tempo..."

"Vuol dire che ho lasciato un'altra cosa di me nello spazio e nel tempo, alla fine è una cosa che accade ogni istante intorno a noi. Ogni persona è capace di creare un pezzo della sua esistenza senza volerlo. E lo stesso vale per Kirl, anche se non sappiamo dove sia adesso ci ha lasciato comunque tracce di se...in te per averti fatta nascere e diventare la macchina da guerra che sei e in me, che mi ha ca mbiato la vita due volte e non mi ha odiato per aver voluto trovare la mia felicità con la persona a cui teneva. COme vedi, persone che non sono accanto a noi fisicamente lasciano frammenti di se in ogni piccola cosa e..."

"Si, ho capito. Non parlare più di lui però...."

"Cerca di vedere il bello nelle cose come sai fare. E' per questi frammenti di te che io sono un uomo ancora adesso e non una macchina..."

Lo vide darle le spalle e alzare le braccia alle urla dei cyborg che lo volevano dentro la stanza. Sapeva che aveva ragione ma non riusciva a non pensare alla vita di quelle persone impossibilitate a proteggersi come poteva fare lei. Grazie al padre che odiava. Rientrò e si avvicinò a lui poggiato a una parete e si sistemò anche lei sulla fredda e senza più intonaco della parete.

"Bri...perchè li abbiamo seguiti senza far nulla?"

"Perchè dovevamo salvare quella squadra e completare una missione. E poi, anche se non rifiuto affatto un pò d'azione, non adoro le complicazioni inutili..."

Le mi se una mano sulla spalla e osservarono insieme i fiori. Deunan ne raccolse qualcuno, anche se con le armi a tracolla era fastidioso il movimento di inginocchiarsi.

"Come mai ci hanno lasciato le armi invece di confiscarcele?"

"Non lo so, forse hanno capito che non potevamo rispondere in due contro tre..."

La ragazza rise sapendo che in molti sbagliavano valutazione su di lei solo perchè ragazza e dall'aspetto innocente.

Il sole iniziava a calare, riempiendo la stanza di una luce forte e calda e controllando l'orologio, videro erano passate due ore. Proprio quando Deunan decise di chiedere qualcosa, l'altro cyborg tornò dalla stessa porta e ordinò di seguirlo. Dopo una rapida occhiata l'un l'altro, Deunan e Briareos lo seguirono scortati dagli altri alle spalle e scoprirono che la porta conduceva si a una stanza inagibile, ma la zona distrutta era stata sfruttata in un modo ingegnoso. Una parte dell'edificio a C era crollata per qualche bombardamento o altro e tramite un ingegnoso meccanismo di funi e pulegge, era stato creato un modo per giungere a un altro edificio in mattoni distante forse massimo un paio di chilometri senza problemi. Bastava agganciarsi a uno dei manubri che tornavano per il meccanismo e lanciarsi nel vuoto verso l'altro edificio che era alto massimo sei piani e quindi era una scivolata nel vuoto per direttissima.

"Che diavolo...è così che sei tornato?"

"Si...ora sbrigatevi e andiamo, il boss non ha tutto questo tempo..."

Fecero scendere prima Deunan che si ritrovò a sfrecciare a folle velocità sorpassando edifici di vari tipi fino ad arrivare al tetto, dove quattro cyborg attendenvano il suo arrivo, fermandola appena arrivò quasi alla fine del tracciato segnato. Appena toccò terra, si voltò per vedere Briareos giungere a velocità verso di loro. E poi, uno dopo l'altro, giunsero anche gli altri cyborg. Vicino a loro, un motore permetteva il ritorno al contrario.

"Bello è..? Con questo metodo arrivi in meno di metà del tempo che a piedi...eh eh..."

Deunan fissò il cyborg color rosso sangue che le faceva pure l'occhiolino e le venne da pensare a come Briareos non avesse le 'palpebre' come per quei cyborg.

"Su muovetevi, il capo vi aspetta..."

"Va bene, va bene, ho proprio due paroline da dirgli..."

Vennero scortati, armi in mano, fino a primo piano. Si trattava di una stanza in mattoni rossi con qualche mobilio e cinque cyborg che li fissarono appena messo piede all'interno. Due erano vicino la porta, due vicino le finestre e uno grosso e dalla forma diversa seduto, piedi sul tavolo, su una poltrona come a definire la sua posizione nella stanza. La posizione di capo.

"Bene, bene...cosa abbiamo qui...su venite..."

Il cyborg, parecchio 'rotondo', con due corna adornate da anelli e meccanismi facciali che imitavano quelli umani, si mise seduto per bene nella poltrona 'sorridendo'.

"Venite, venite...vi siete introdotti nella mia città senza richiesta...non lo trovo molto giusto..."

"La tua città? NOn eravamo proprio...dovevano lasciarci fuori New York per..."

"Basta. per favore...una camionetta vi ha lasciati dentro New York e vi siete addestrati poi nelle costruzioni non abitate...negatelo...!"

"Ci è stato detto che era un altro luogo...avranno sbagliato, non so dirti." rispose Briareos un pò adirato" Rimane il fatto che non potete tenerci bloccati qui."

"Ne discuteremo dopo. Adesso voglio sapere di quale gruppo esterno alla mia città di sopravvissuti fate parte..."

Briaores e Deuanan si fissarono interdetti. Poi Briareos rispose candidamente che non appartenevano a nessun gruppo ma stavano aiutando delle persone. Che erano mercenari.

"Ma bene...e cosa dovevate fare di importante per queste persone?"

"Ci avevano chiesto di trovareun gruppo facentei parte di una squadra in ricognizione. Si trovavano in una zona dove, tramite una radio, potevamo chiamare proprio qui a New York. Credevo che ci fossero buoni rapporti con i vostri alleati..."

"Gli alleati normalmente si presentano come alleati...voi eravate armati e con nessuna indicazione in tal senso..."

"Perchè non apparteniamo a quel gruppo,l'ho già detto!"

"Va bene, allora finito l'incarico dove volevate andare? Se ho capito bene volevate comunicare con noi..."

"Avevamo il compito di trovare quel gruppo disperso e trovare la radio...il resto sarebbe venuto dopo..."

"Capisco....bè per vostra fortuna alcuni membri di nostri alleati, con cui effettuiamo scambi, sono stati tratti in salvo e presto torneranno a casa. Voi ci avete trovati, quindi avete compiuto il dovuto..."

"Tu che ne dici..." disse Briareos a Deunan che alzò le spalle come a dire 'che ne so'.

"SApete...se ci fosse stato qualcun altro al mio posto, avrebbe obbligato voi due a restare lavorando finchè non gli andava...ma io sono buono, sapete? Dò sempre una possibilità e...potrei darvi la possibilità di mettere sul campo le vostre abilità..."

"Che intendi dire..."

"Continua..."

Il cyborg con tre occhi, fissò Deunan dalla testa ai piedi, poi grattandosi il mento fissò Briareos.

"Sai dolcezza, il maggior business per un uomo d'affari come è saper trovare delle perle in mezzo alla sporcizia...se fossi stato un altro sai, avrei avuto un buon modo per 'farti lavorare' insieme ad altre bellezze speciali che ho scovato intorno..."

"che cosa?"

"Hai capito bambola. ANzi, sarebbe interessante sapere se...conosci già il mondo maschile..." facendole l'occhiolino "non so se capisci..."

"che razza di domande fai..."

"Devo farle...per sapere se sei usata o meno..."

Deunan rimase sconcertata dal discorso,appoggiata da Briareos che non prese il discorso molto bene. Il cyborg con due corna alzò le mani e cercò di calmarli, mentre le guardie  ridevano sogghignando.

"QUi, nella mia città, tutti offrono le proprie abilità e lavorano per dare a questo posto una parvenza di normalità mentre io mi occupo di cose importanti. Approvigionamenti, protezione  e...divertimenti....tutte le giovani come te che ho trovato adesso 'lavorano' sulla king street e insieme facciamo buoni affari. Appena sei entrata, ho notato come saresti la migliore tra le migliori..."

"Frena con le idiozie. Sono una mercenaria e non mi presterò a nessuna tua stupida idea. Se non hai altro da dirci noi andiamo..."

"Calma, calma...ho detto che è quello che pensato...di giovani ragazze ne posso trovare molte ma di abiili mercenari no...mi servite qui, per fare vari lavoretti da mercenari...che ne dite?"

"CI stai...offrendo un lavoro?"

"Si ragazza, mettiamola così...e iniziamo da capo. IO sono Due corna...piacere...voi siete?"

Deunan e Briareos attesero qualche minuto fissandosi per decidere cosa fare. Briareos scosse la testa e decisero di non fermarsi a New York. Prima di congendarsi da Due Corna, questi prima chiese loro da dove venissero e altre informazioni sul loro viaggio, poi disse che aveva bsogno di alcuni dati che i cyborg come Briareos salvano nella memoria secondaria e che possono usare successivamente al bisogno. Deunan pareva seccata.

"HO bisogno per migliorare la vita di questa città di informazioni su chi cè là fuori. Tu puoi creare una mappa con indicazioni su cui posso basarmi..."

"Se ti do le informazioni, ci lasci andare?"

"MA si, ma si, nessun problema " alzando le mani "semplici accordi tra uomini..."

TU che ne dici " chiese a Deunan "per me è fattibile..."

"SE possiamo andar via di qui..."

"VA bene, Due corna...ti daròle informazioni. Quando torno..."

"Mai, ti basta scaricare le info in questa scheda di memoria e puoi andare..."

Due Corna aprì un cassetto e mostroò, piccola rispetto alle sue dita, una scheda di memoria che porse a Briaores. Dopo attimi di incertezza, il cuborg prese la scheda e la inserì nello slot al lato della testa. Completato il lavoro la riconsegnò e chiese se poteva andare. Alla risposta positivia di Due Corna, Briareos posò la mano destra sulle spalle di Deunan e la spinse verso la porta per andar via.

Rimasti soli, un cuborg dietro Due corna chiese al capo se era saggio lasciarli andare. La risposta del cybor rotondo fu semplice.

"Abbi fede..."

Alzò i piedi di nuovo sul tavolo e si accomodò. Prese il telefono e compose un numero. Uno, due, tre squilli e poi una voce femminile rispose. Due corna la salutò come se la conoscesse da tempo.

"Si tutto bene, dolcezza. E' andato tutto liscio come l'olio. TI ringrazio davvero. Erano i tizi che cercavo da tempo. Qualcuno di abile che posso manipolare...come?...no, ho solo fatto in modo che un worm entrasse nel suo sistema e tra poche ore per avere aiuto, tornerà da me insieme alla signorina...Riceverai entro domani la merce pattuita dall'accordo. E per cortesia, puoi dire a Laerte che i suoi siparietti comici con lo zio li lascia per alcun altro. Se non ci hanno scoperti nel giochino è un miracolo. Torna al lavoro e controlla se ci sono altri stupidi che posso usare....Ciao Eris..."

Due corna rise, poi con un gesto della mano chiamò uno dei cyborg e lo fece avvicinare, prese un accendino con la sua effige per commemorare il giorno in cui si era insidiato come sindaco a New York.

"DAi questo a Matthews e digli che fra poche lo andranno a trovare nuovi clienti che gli ho trovato...digli che sono molto speciali...eheh...."

Il cyborg si avviò verso la porta, mentre l'altro cyborg alla finestra fissava Deunan e Briareos che si allontavano. Per poco.

FIne.


   
 
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