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Autore: _thantophobia    02/08/2015    2 recensioni
[DenNor con accenni lievi SuFin][ambietata durante l'Unione Svezia-Norvegia][Seguito di "We all must be dreaming this life away"]
Lukas è luce. È la sua ancora di salvezza.
E glielo hanno portato via.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Danimarca, Islanda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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[Seguito di We all must be dreaming this life away]
[Red – Hymn for the missing]






Thought you were beside me, but I reached and you were gone

Piove a dirotto e lui cammina da solo, trascinando stanco i piedi, il viso ridotto a una maschera di sangue e dolore.
Di tanto in tanto si appoggia all’alabarda stremato, evita un cadavere sventrato, cade e si rialza.
È l’unico in piedi su quel campo di battaglia bagnato dalla pioggia, graffiato dalle urla di chi fino a poco prima agonizzava e disseminato di armi di ogni tipo ricoperte di sangue e resti di polvere da sparo e terra.
 
Smettetela! Per favore!
 
È l’unico in piedi, una figura nera curva su sé stessa che trascina stancamente la sua pesante lama dopo aver tagliato tanto teste.
Uno demone nel corpo di un uomo, che reclama i tributi della guerra.
Raggiunge quel piccolo promontorio e fissa con orrore il campo sotto di sé.
Un massacro. Ovunque vada, porta solo massacri.
Lascia la presa sull’alabarda e cade in ginocchio. Piange, urla, batte i pugni per terra si chiede perché finisca sempre così…
-Ti sei accanito abbastanza su di lui?-
Si volta verso la figura che piano lo raggiunge.
Eccola, la sua luce. La sua salvezza.
Si alza di scatto da terra e corre verso di lui. Lo abbraccia all’altezza dei fianchi e appoggia la testa sul suo petto, sporcandogli la veste di sangue.
Si sente abbracciare, piano, come se l’altro avesse paura di fargli male.
 
Poi tutto diventa nero. Quando riesce di nuovo a vedere non è più su un campo di battaglia e non è più coperto di sangue, ma continua a stringere convulsamente quel corpo esile contro di sé per evitare che gli venga strappato via.
-Lascialo. Ora.- proclama una terza voce, imperiosa, mentre afferra il ragazzo per le braccia e cerca di allontanarlo al suo abbraccio
-Lascialo. O preparati a un’altra guerra.-
Sbarra gli occhi. Quella persona gli sta portando via la sua luce! Deve fermarlo!
-Ti prego! Aspetta… ! Per favore… -
 
Non portarmelo via!
Ti prego, non lui!
Non portarmi via lui!
 
Il ragazzo si volta verso di lui cercando di divincolarsi dalle ferrea presa sui propri polsi – in risposta, viene caricato a forza su una spalla della terza figura mentre continua a sbraitare e a scalciare.
Urla e tende una mano verso di lui.
Ma non fa in tempo ad afferrarla.
-No… Torna qui… Ti prego… -
 
 
 
 
 
 
-LUKAS!-
Mathias si sveglia urlando, scattando seduto sul letto. Ha gli occhi sbarrati, la fronte sudata e ansima pesantemente.
Rimane per qualche istante a fissare la parete che ha di fronte cercando di regolarizzare il respiro ed è solo quando ci riesce che si rende conto che ha ancora sognato quel momento.
Norge che gli viene strappato via dalle braccia da Svezia e viene caricato a forza su quella carrozza. L’ultima volta che ha visto il suo viso, Lukas lo stava pregando di fermare Berwald.
-Nor… - sussurra al nulla.
Si sente morire, Mathias: non è abituato alla solitudine. Vorrebbe che qualcuno gli piantasse una spada nel petto e lo lasciasse agonizzare fino alla morte, piuttosto che continuare a vivere così.
Da quando Nor gli è stato portato via, Danimarca si aggira per casa come un animale in gabbia: la schiena curva, le braccia strette intorno al petto e gli occhi spaventati di chi cerca un faro in mezzo al mare in tempesta.
Mathias cerca la sua luce, l’unico appiglio che gli permetteva di non impazzire.
E, forse, è proprio in quei momenti che pensa quanto il nome di Norvegia sia perfetto per lui.
Lukas.
Luce.
Quel nome l’avevano scelto per lui i capi dei Vichinghi e Danimarca lo trova perfetto per Norge.
Luce.
 
-L’aurora boreale è luce, quindi anche tu sei come lei. Anche tu sei luminoso come quelle linee di colore che giocano nel cielo buio, Noregur.-
 
L’aveva detto Islanda una sera, arrampicato sulle spalle di Danimarca e con le mani arpionate trai suoi capelli per non cadere, mentre fissava il cielo e quelle lingue luminose.
Lukas è luce. È la sua ancora di salvezza.
E glielo hanno portato via.
È stato costretto a chinare la testa di fronte alle pretese di Sverige: un’altra guerra sarebbe stata troppo devastante per il loro regno[1].
Il suo re nemmeno voleva entrare in guerra! Maledetto Inghilterra![2]
Stringe i denti e lascia sfuggire dalle labbra un ringhio basso, portandosi una mano al cuore: la sua Copenaghen sanguina ancora, come il suo orgoglio continuava ad essere a pezzi.
Si costringe ad alzarsi dal letto quando sente qualche colpo contro il legno della porta.
-Dan… ?- è solo un sussurro, ma Mathias lo sente chiaramente.
Sorride – o almeno ci prova – mentre si sposta per fare entrare Islanda nella stanza.
-Che succede, Ice?- chiede con un tono gentile.
-…ti ho sentito urlare, prima. -sussurra Eirik. –Hai urlato il nome di Nore… -
Non ha il coraggio di guardarlo negli occhi, Islanda, si limita a stringere Mr. Puffin tra le braccia e a fissare il pavimento.
Danimarca, dal canto suo, non sa cosa dire. Non è l’unico a soffrire, lo sa… ma non sa cosa fare in questi momenti.
Posa una mano sulla testa albina di Islanda e gli lascia qualche carezza leggera, sorridendogli.
Islanda assomiglia sempre più a Norge, ogni giorno che passa: lo stesso sguardo distaccato, lo stesso tono sprezzante e le stesse frecciatine acide… la stessa passione per i biscotti a burro, lo stesso modo di posare la tazza del caffè…[3]
Eirik alza gli occhi verso di lui – sono leggermente lucidi, ma mai Islanda si permetterebbe di piangere davanti a qualcuno.
-Dan, dov’è adesso Noregur?- domanda, la gola stretta in un nodo di pianto trattenuto.
Ah, che bella domanda, Islanda.
 
Dove sei, Norge?
Stai bene? O sei ferito?
Stai soffrendo?
Sei solo?Hai paura?
Piangi quanto piangiamo noi senza di te?
 
-Non lo so, Ice.- risponde semplicemente. –Ma tornerà, ne sono certo.-
Danimarca in quei momenti vorrebbe solo andare da Svezia e riprendersi Norge, ma ha promesso al suo re che non farà pazzie – “Norvegia ha già tentato una volta di insorgere e dichiararsi indipendente, prima o poi ce la farà.” diceva spesso Cristiano[4].
-Quando, Dan?- incalza Islanda.
-Non lo so… -
Vorrebbe dare qualche certezza a quel ragazzino che anni prima si è visto portare via il fratello e non sa se mai lo rivedrà, ma non può: Sverige impedisce a chiunque di loro di parlare con Norge e di sicuro proibisce a Lukas di scrivere loro.
Lo sta isolando, Mathias lo sa. Berwald vuole distruggerlo e solo quando sarà riuscito nel suo intento lo restituirà a Danimarca, lasciandogli solo i resti di ciò che era il Lukas che conosceva e che amava.
Mathias riesce solo a sperare che Norge sia abbastanza forte da resistere.
Mathias stringe i pugni mentre sente crescere la rabbia e il senso di impotenza.
-Lukas… - sussurra. -…Norge tornerà, Ice. Non ci abbandonerebbe mai… -
Islanda annuisce e si volta verso la porta, aprendola e uscendo.
Danimarca lo guarda e si rende conto che Islanda non è più il bambino innocente di tanti anni prima.
-Dan, Nore non se ne era andato con Fin e Sve perché sapeva che avresti sofferto.- bisbiglia Eirik, dandogli le spalle. –Ha sempre sperato che tu capissi la sua situazione, per questo accettava ogni decisione del tuo re senza fiatare.[5] Ma tu eri accecato da qualcosa che nemmeno lui riusciva a comprendere.-
Quando Islanda esce dalla stanza – dopo aver ancora sussurrato “Se l’hai perso è colpa tua” - Mathias si butta di nuovo sul materasso.
 
Norge cammina davanti a lui a passo sicuro.
Ogni tanto si ferma e lo aspetta per qualche minuto – come un lupo farebbe con i suoi cuccioli, da lontano, osservandoli arrancare sulle corte zampine per raggiungerlo – e poi prosegue spedito lasciandolo di nuovo indietro.
-Norge, aspettami!- piagnucola Danimarca cercando di annullare il distacco.
Norvegia si ferma ancora, questa volta per più di cinque minuti.
-Finalmente ti raggiungo!- esclama Mathias sorridendo. Ha il fiato corto, ha freddo e gli fanno male le gambe, ma rimane incantato a fissare il cielo. Il sole sta tramontando, là all’orizzonte.
Eppure era certo che, quando erano partiti, fosse notte fonda…
-…è stupendo… -mormora mentre il tramonto cala piano oltre i ghiacci..
-Succede ogni anno, intorno al solstizio d’estate.- spiega Norvegia. -Durante questo periodo, il sole non tramonta e non esiste la notte[6]-
Nor fissa dritto davanti a sé, mentre la luce ambrata del tramonto gli illumina gli occhi viola di qualche striatura arancione.
-È bellissimo.- sussurra ancora Danimarca.
Ma questa volta non lo dice al cielo.

 
-Norge… -
E mentre ripensa alle parole di Islanda, Danimarca capisce.
“Se l’hai perso è colpa tua”
Non ha fatto niente per fermarlo e per tenerlo vicino a sé. È davvero colpa sua.

 
***
 
Federico non l’aveva mai incontrato, eppure capisce subito chi sia quel ragazzo nel suo studio.
Gli da le spalle e stringe in una mano un bicchiere pieno d’acqua – ma non sta bevendo, sta lasciando delle piccole gocce sul pavimento della stanza, come per creare una strada che collega la porta alla finestra.
-Cosa stai facendo?- chiede attirando l’attenzione dell’altro.
Ha la certezza di aver capito chi ha davanti quando si volta verso di lui e riesce a guardare i suoi occhi.
Sono freddi come l’inverno scandinavo, ma luminosi come l’aurora boreale.
Sorride sereno, Federico.
-A cosa devo questa visita?-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note&Riferimenti:
  1. Le Guerre Napoleoniche furono così devastanti che il Regno di Danimarca-Norvegia nel 1813 dichiarò la bancarotta. Uscita poi sconfitta insieme alla Francia dalle Guerre, Federico VI fu costretto a piegare la testa di fronte alle pretese dei vincitori e con il trattato di Kiel  cedere la Norvegia alla Svezia – tenendosi, per dimenticanza, Islanda, Far Oer e Groenlandia – in cambio della Pomerania, che a onor del vero non divenne mai un territorio danese perché passò subito sotto il dominio della Prussia.
  2. Il Regno di Danimarca-Norvegia si era inizialmente dichiarato neutrale – infatti era anche entrato a far parte della Lega della neutralità armata insieme a Russia, Svezia e Prussia. Fu costretto a entrare in guerra a fianco della Francia quando il Regno Unito attaccò il porto di Copenaghen – ben due volte, una nel 1801 e l’altra nel 1807 – considerando la neutralità danese come un affronto e un segno di ostilità. La Guerra delle Cannoniere portò alla distruzione di gran parte della città – soprattutto il porto e la zona limitrofa-, la distruzione quasi totale della flotta danese e costò alla Danimarca il controllo del tratto di mare che la divide dalla Norvegia. Fu proprio la perdita del controllo sul mare a causare il tracollo finanziario dell’Unione.
  3. …forse ho esagerato, yay, però volevo rendere l’idea che Ice e Nor infondo si somiglino. Sorry.
  4. Il 10 aprile 1814 la Norvegia si dichiarò indipendente, adottò una propria costituzione e dichiarò come sovrano Cristiano VIII di Danimarca, capo di un movimento di indipendenza – che in realtà voleva solo riportare la Norvegia sotto il dominio della Danimarca LOL. Lo stesso anno la Svezia dichiarò guerra alla Norvegia che durò circa cinque mesi. La Convenzione di Moss (14 agosto 1814) prevedeva l’estromissione di Cristiano VIII e l’elezione di Carlo XIII di Svezia come re di Norvegia, decretando così la fondazione dell’Unione.
    1. Il Cristiano di cui si parla è Cristiano IX, re di Danimarca dal 1863 al 1906,  ma la frase è inventata da me.
    2. Il principe Cristiano di cui si parla poco giù, invece, è il futuro re Cristiano X.
  5. Tra tutte le colonie della Danimarca, la Norvegia era la più docile.
    1. Ice dice quelle parole [«Il tuo re»; «Se l’hai perso è colpa tua»]  perché, nonostante all’inizio il potere fosse gestito da entrambe le nazioni in modo paritario – tanto che venne anche chiamata una doppia monarchia - con il tempo l’ago della bilancia del potere aveva iniziato a pendere sempre più verso la Danimarca fino a rendere la Norvegia uno stato vassallo senza più potere decisionale nemmeno sulla gestione dei propri territori.
  6. Intorno al giorno del solstizio d’estate, in tutti i luoghi al di sopra dei circoli polari avviene il fenomeno del “sole a mezzanotte”. Questo fenomeno avviene perché l’asse di rotazione terrestre è più inclinato di 23°27’ rispetto all’eclittica. A Capo Nord, che si trova 500 km sopra il circolo polare artico, questo fenomeno è possibile dall’11 maggio al 10 agosto.
  7. Il nome Lukas deriva dal sostantivo latino Lux, Lucis che significa Luce, Splendore - ma anche Stella, Astro e, in senso figurato, Salvezza. Lux, Lucis può essere anche aggettivo ed è uno dei tanti modi per tradurre Luminoso.
 
 
 
 
 
 
D.P.P.: Deliri Post Partum
Le note sono quasi più lunghe della storia LOL.
E siamo arrivati all’ultima parte angst *cori angelici in sottofondo*  C’è gente che mi odia per questo – sì, ragazze di GDR HETALA, parlo di voi u.u – e quindi saranno ben felici che il prossimo sarà più felice.
Non dico fluff perché sembra esagerato e poi perché ancora non l’ho scritto, quindi non ho idea di quanta dose di fluff ci sarà.
Come sempre, I love you all my little babies.

Maki
 
 
 
  
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