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Autore: _babu_    02/08/2015    0 recensioni
Il grigiore della società si sgretola, come un'intonaco vecchio, rivelando crepa dopo crepa, i colori che cela.
Sorrido sotto la pioggia, beandomi delle sue tinte, della sua musica che rimbomba nel mio cuore, dandomi coraggio.
Il coraggio di aprire le braccia e ballare lentamente, le palpebre socchiuse, il ticchettio delle gocce gelate il ritmo del mio valzer.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Paura.

Convivo con la mia paura, quell'inquietudine scatenata dalla consapevolezza della tua assenza.

Il mio sguardo non scruta il cielo, non più, rimane fisso sulla terra, sulle mie mani che sudano, torturandosi.

Con passo insicuro barcollo per la strada, senza incrociare gli sguardi dei passanti, schivo le occhiate, i giudizi superficiali basati su un'immagine.

E mi perdo. Mi perdo nella città, alla ricerca di qualcosa troppo difficile da far riaffiorare.

Nella solitudine, lontana dai pregiudizi e dalle mie insicurezze, tutto sembra più facile.

 

Il grigiore della società si sgretola, come un'intonaco vecchio, rivelando crepa dopo crepa, i colori che cela.

Sorrido sotto la pioggia, beandomi delle sue tinte, della sua musica che rimbomba nel mio cuore, dandomi coraggio.

Il coraggio di aprire le braccia e ballare lentamente, le palpebre socchiuse, il ticchettio delle gocce gelate il ritmo del mio valzer.

 

Un acquazzone estivo finisce in fretta. Con le mani nelle tasche dei jeans, cerco di catturare la scia di quegli odori dolci che sbiadiscono lentamente.

E mentre le persone tornano a fissarmi, il mio capo si abbassa, nuovamente.

 

 

Delusione.

Convivo con la mia delusione, scaturita dall'eco delle promesse infrante insieme alle mie aspettative.

Mi copro con una coperta, il buio del mio rifugio mi accoglie, rassicurando il mio respiro.

Sento le voci, le scuse, ma non le ascolto, non più, guardo davanti a me, verso l'orizzonte, senza degnare le figure inginocchiate ai miei piedi.

E cammino, tra l'erba. Da sola, lontana dall'indifferenza, sembra quasi che mi possa ancora fidare.

 

E ti vedo. Di sfuggita, come un miraggio che scombina la mia mente, ma sei lì.

Rido guardando le nuvole, nascondendomi nelle ombre, venendo sospinta dal vento, lentamente.

 

Ma la tua sagoma svanisce troppo velocemente, lasciandomi a cercarti in ogni movimento.

E mentre i campi diventano città, mi godo i colori del tramonto.

 

 

 

Nostalgia.

Convivo con la mia nostalgia, procurata dai ricordi e dalle immagini che mi vorticano davanti agli occhi come diapositive proiettate sulla mia retina.

Mi muovo tra la gente, affogando nel mare d'informazioni che ricevo, placando la mia necessità di passato.

Evito qualsiasi elemento collegato a te, sperando di riuscire a liberarmi dalla pesantezza che incolla i miei piedi al suolo.

 

Mi siedo, in un cantuccio. Ripiegata su me stessa, e ti cerco, dove solo le mie emozioni possono arrivare.

Lacrime inumidiscono le mie guance, presto asciugate dal mio alito caldo.

E ti trovo, sorridente. Sei come ti ricordavo, così bella. Ti prendo per mano e spicco un salto verso l'alto, trascinandoti con me.

 

Finalmente ti vedo riaffiorare, e mentre mi siedo in piazza, affascinata dalla moltitudine di persone che mi circondano, lancio un'occhiata al cielo stellato.

 

Ben tornata me stessa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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