Phil,
se stai leggendo queste parole significa che la settimana è già terminata, io sarò sul sedile scomodo di un treno che non avrei più voluto prendere per tornare in un luogo che non mi appartiene e tu sdraiato sul tuo letto, lontano da me.
Da dove iniziare?
Non troverò mai le parole giuste per esprimere tutto ciò che mi passa per la testa in questo momento.
Sono seduto accanto alla finestra della tua stanza e mi godo lo spettacolo che offre il sole quando albeggia.
Sai, ho sempre creduto che questo momento della giornata fosse uno dei più preziosi e rari, mi ha sempre trasmesso tranquillità.
Il cielo appare come una tela vuota, pronta a riempirsi di colori da togliere il fiato.
Ma questa mattina no, questa mattina ho un soggetto migliore su cui posare gli occhi.
Non avrei mai pensato si potesse provare tanta gioia e sicurezza nell’osservare una persona dormire. Specialmente se questa è accanto a te e non smette di rigirarsi alla ricerca del sottoscritto.
Ho ormai perso il conto di quante volte hai stretto la mia mano, questa notte. O quella precedente. O quella prima ancora.
E credimi, non ho idea di cosa stia succedendo dentro di me, non so perché mi sento come una dodicenne alle prese con la sua prima cotta, ma durante questa settimana assieme ho provato più emozioni di quanto avessi mai fatto in 18 anni di vita.
Sei arrivato così velocemente, senza preavviso, senza che io potessi prepararmi a nulla, ed è stata la cosa più bella che potesse capitarmi.
Ho trovato il mio migliore amico, ho trovato la persona a cui voglio raccontare tutto, anche ciò che ho di più banale in mente.
Ho avvertito le gambe tremare e la paura logorarmi dentro al pensiero di perderti.
Ho trattenuto le lacrime a fatica durante i nostri abbracci prima di dividerci.
Ho perso la cognizione del tempo, perché quando parliamo e siamo assieme niente ha importanza.
Ho sentito lo stomaco chiudersi e gli angoli delle labbra incurvarsi nella semplicità di incrociare le tue iridi chiare.
Ho scoperto cosa significa sentirsi a casa, con te.
Perché il mondo appare così insignificante, così vuoto senza la tua presenza.
Perché casa sei tu.
E voglio che queste sensazioni non svaniscano.
Voglio che sia sempre come una prima volta, i brividi lungo la spina dorsale prima di darci un bacio, il cuore che batte all’impazzata e il nodo alla gola nell’attesa di rincontrarci.
Voglio prendermi cura di te, Phil.
Come tu lo hai fatto fino ad ora con me.
So di essere una persona difficile, non sono gestibile, sono lunatico e mi innervosisco facilmente. Son fin troppo sarcastico. Eppure tu non ti sei mai lamentato, non mi hai chiesto di essere diverso da ciò che sono. Hai accettato e apprezzato la mia personalità, mi hai rassicurato e mi hai pregato di non cambiare mai, perché non potrei mai essere meglio di ciò che sono davvero, compresi pregi e difetti.
Devo chiederti di promettermi una cosa.
Promettimi che non ti stancherai mai di giocare ai videogiochi e guardare film assieme fino alle 3 di notte, di passare le giornate a parlare e scherzare, di sistemarmi i capelli quando ti sembrano in disordine, di rimproverarmi perché la cintura non mi tiene i pantaloni e sei troppo geloso e testardo per ammetterlo, di obbligarmi a cucinare con te, di guardarmi come se nella stanza ci fossi solamente io.
Non smettere di amarmi, Phil, perché io non lo farò.
Penso tu ti stia svegliando, forse è meglio se torno a letto.
Potremmo guardare l’alba assieme, che ne pensi?
Vengo a svegliarti.
Tuo, per sempre.
                                                                                                 Dan