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Autore: _heartbeat_    03/08/2015    1 recensioni
Se vedi arrivare i giocatori di football tutti insieme solo una può essere la scusa migliore: GRANITA...se poi ci aggiungi un incontro inaspettato nel bagno ed un Glee Club ancora da mettere in piedi il gioco è fatto.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Mercedes Jones, Quinn Fabray, Rachel Berry, Will Schuester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Santana Lopez cammina sicura di sè per il corridoio stretto e affollato del McKinley stretta nella sua divisa da cheerleder bianca e rossa che la fa diventare ancora più arrogante e presuntuosa. Passa guardando attentamente ogni singolo individuo lì presente dall'alto.Me compresa.
È così da sempre al McKinley come in ogni liceo: ci sono quelli che contano e quelli che invece sono meno che zero.
Ovviamente i secondi sono le vittime preferite dei primi, i più deboli.
Gli sfigati.
Non specifico neanche in quale categoria io mi trovi perchè sarebbe ridicolo.
Vedo Kurt avvicinarsi accompagnato da Mercedes.
Per farvi capire: giro con un ragazzo gay e una ragazza che oltre ad essere grassa è anche nera, loro non vanno a genio alla società ma io li trovo persone speciali.
Io stessa sono figlia di due papà.
Avete capito bene: due uomini che stanno insieme, felicemente sposati da non so quando, in più uno di loro è anche di colore.
Saluto con un gesto veloce della mano Artie Abrams, un ragazzo sulla sedia a rotelle prima di dedicarmi completamente ai miei due amici.
- Buongiorno Rach- dice Kurt sorridendo con i suoi meravigliosi occhi azzurri.
Kurt è un ragazzo con il suo fascino.Se non fosse gay e non avesse quell'aria da bambolina di porcellana potrebbe anche piacere ma ora non credo.
Avresti qualche chance se fossi alto e grosso come un armadio, giocassi a football, mangiassi tre volte alla settimana ( mi raccomando tre non due non quattro) al ''Bel Grissino'', uno dei locali più frequentati dal top e dal flop del McKinley e uscissi con Quin Fabray, la capo cheerleder.
Esatto, il bambinone con gli occhi azzurri, si è preso una cotta platonica per il quaterback della squadra del liceo?
Sta diventando quasi un'ossessione e sono convinto che dovrebbe cercarsi qualcuno che non sia così.
A me sembra pure scemo quel Finn Hudson.
Ecco che sta passando assieme ad alcuni compagni.
Vedo Noah Puckerman puntare lo sguardo sul culo della Lopez prima di mordicchiare una spalla alla gatta morta che ha di fianco.
Se sono qui in gruppo ci deve essere un motivo e non potrebbe essere più evidente.
Guardo Mercedes e lei capisce.
-Uno...Due...e...- 
Non fa in tempo a terminare il conto alla rovescia che tre enormi bicchieri colmi di granita al lampone mi si riversano addosso lasciando per il momento intatti i miei amici.
Kurt si porta le mani alla bocca stupito.Come se non lo sapesse.
Forse sta solo esultando che non è toccato a lui questa volta.
Noah ride seguito dall'altra e anche alcuni ragazzi.
Mi viene da piangere ma la granita ha coperto tutto e mi ha gelato anche le lacrime.
Sono ferma immobile e sento come se il pavimento si stesse sciogliendo piano piano e mi risucchiasse per essere calpestata ancora di più di quanto non stiano già facendo quei bastardi.
Li odio e mi odio.
Odio quello che sono: la solita Rachel Berry con il naso più lungo delle gambe e ghiaccio colorato di rosso ovunque, anche in posti dove il ghiaccio non dovrebbe essere.
Ci siamo intesi vero?
Santana è immobile, sembra quasi pietrificata.
Mi fa così schifo.Dopotutto non è lei che comanda tutto?Lei che mi ricopre di insulti, che ride di me, di noi.
Vorrei non aver mai messo piede in questa scuola.
Arriva il professore di spagnolo Will Shwester per punire i colpevoli ma ovviamente nessuno ha visto ne sentito niente e la loro scusa è che mi è caduta la granita addosso.
Certo.
Perchè io mi prendo una granita alle otto e un quarto di mattina e me la tiro addosso fin tra i capelli, nei vestiti e nelle scarpe.
Ovvio.Chi non lo farebbe dopotutto?
Mi chiede se sto bene.Annuisco sempre immobile.
Sembra abbastanza sconcertato anche lui ma se fossero state le cheerleder non avrebbe potuto fare nulla contro la Sylvester.
Non parliamo dei giocatori di football.
Gli unici puniti siamo noi poveri sfigati che abbiamo la colpa di essere così noi.
Mi chiede se voglio tornare a casa ma non ne ho voglia.
Avrebbero avuto la certezza di avermi colpito e affondato ma Rachel Berry non si abbatte così facilmente.
Scuoto la testa e vedo Finn Hudson sollevare lo sguardo su una ragazza bionda chesi sta avvicinando.
Vedo tristezza nei suoi occhi ma non capisco se per me o se per quella che capisco essere la sua ragazza che si sta avvicinando.
Sento una leggera stretta sul braccio e vedo un altro corpo vestito da cheerleder.Non sorride.
-Hai da cambiarti?- mi sussurra nell'orecchio facendomi leggermente rabbrividire forse per lo stupore o non so cosa.
Annuisco e dico a Kurt di prendere la roba dall'armadietto.
Lo fa e torna poco dopo con un sacca rosa.
Apro la porta del bagno e scompaio dentro accompagnata stranamente, molto stranamente dalla bionda.
Mi cambio velocemente in uno dei quattro water sostituendo i miei vestiti bagnati con quelli di emergenza.
Esco e penso di togliere la granita dai capelli e penso anche ad una soluzione per presentarmi a lezione.
Credo di stare pensando troppo perchè mi accorgo che Quinn è ancora lì, zitta e immobile.
Mi volto e la vedo abbassare lo sguardo attristata.
Sembra quasi dispiaciuta per quello che è successo, effettivamente ci sono andati pesanti sta volta.
Mi tampono il viso con l'asciugamano e vedo che finalmente la cheerleder da un segno di vita avvicinandosi.
Mi prende l'asciugamano e delicatamente me lo passa sulle guance arrossate cercando di non graffiarmi la pelle.
Mi sfiora le orecchie e devo dire che il suo tocco caldo e morbido mi fa molto piacere.
Faccio per prendere la spazzola ma lei mi blocca.
-Faccio io, è più facile- dice ma non è la stessa voce che ha di solito, sembra quasi docile -Non ti spiace vero?- aggiunge poco dopo.
Nego con la testa e per una volta lo dico perchè è la verità e non perchè ho paura di quello che potrebbe succedere.
Mi tocca i capelli come ha fatto con il viso.
Mi tratta come se fossi un tesore prezioso da proteggere.
-Non succederà più, davvero- 
Stento a crederlo ma puó essere che tra di loro si riescano a convincere e comunque fingerò passando nel corridoio di essere tranquilla di fronte a loro.
-Se lo dice te- rispondo.
Lei sembra sorpresa e abbozza una specie di sorriso.
-Cosí non ti si era ghiacciata la lingua-
Cerca di asciugare i capelli.
Mi guardo allo specchio e mi appare subito chiaro davanti agli occhi la nostra differenza.
Lei è: alta, bionda, circondata di successo e ragazzi, sportiva, bella, con gusto, stronza e se vogliamo la fidanzata di Finn Hudson capitano della squadra di football.
Io invece sono: bassa, bruna, circondata da pochi amici anche loro emarginati dalla società scolastica, secchiona, sfigata, nasona e logorroica.
Tra di noi c'è l'oceano come vivere su due pianeti separati.
Ed è così.La realtà è questa.
-Ti sei incantata a guardarmi?- scherza lei o almeno penso che stia scherzando, voglio sperare che stia scherzando.
-Ehm...no, in realtà pensavo- rispondo risvegliandomi da questa trance.
Ha finito.Sembro piú carina, mi ha pettinato i capelli e sembrano molto più lucenti e voluminosi.
-Sai, Shwester ha ripristinato il vecchio Glee Club, sai dove canti e balli, ci sono le liste fuori-  mi guarda e io non so cosa devo rispondere perchè mi vengono in mente due possibilità: la prima è perchè vuoi che ci vada, proprio io e la seconda è per entrare in un gruppo di canto coreografato, perchè si chiama così cara Fabray, e venire presa di mira ancora di più no grazie.
Temo di aver pensato troppo a lungo perchè lei mi domanda se io ho intenzione di partecipare.
-Perchè?- domando.
Lei sembra cercare buoni motivi.
-Perchè sei brava a cantare, sei nel tuo mondo, hai una bella voce credo- 
Non so come faccia a sapere che canto.
-Come fai a...-
-Devi smetterla di cantare sotto la doccia negli spogliatoi, ti si sente sai- ride divertita.
Ecco il mio problema.Quando canto non mi rendo conto di niente, non mi sento e non sento le altre persone.
Arrossisco leggermente.
-E te stai a sentire me?- 
-Perchè no?- sorride dicendo quelle due parole.
-Non lo so, non mi piace farmi sentire dagli altri, non dirlo a Santanati prego-
-Lo sa giá, c'era anche lei e se ti interessa anche Finn-
-Perchè dovrebbe interessarmi?- dico imbarazzata e preoccupata da come possa reagire se fraintendesse le mie intenzioni.
-Va bene- 
Mi alzo per uscire dal bagno ma lei mi blocca.
-Che vuoi?- chiedo leggermente scocciata.
-Niente, solo mi piace stare qui con te, mi rilassa-
Credo di aver sentito male.Non può essere vero.
Quin Fabray ha appena detto che le piace stare in bagno con me, con una sfigata come me.
Non so di nuovo cosa rispondere, vorrei dirle che anche io qui non ci sto male anzi, è rilassante davvero.
-Anche io ci sto bene peró non mi sembra il massimo questo bagno no?- provo a smuovere la situazione.
-Non sarà il massimo ma va bene.È un po' che volevo parlarti-
Sono sempre più stupita e confusa.
Lei invece sembra la solita Quinn ma al posto dell'espressione seria e arrogante c'è un sorriso che sembra quasi spontaneo.
-Tu ci andrai?- azzardo a chiederle sul Glee.
-Dove?Al Glee?-
Annuisco e mi siedo sul marmo del lavandino.Lei sembra soddisfatta da questo mio gesto.
-Non lo so, potrei ma devo vedere con gli allenamenti e tutto- risponde -E poi io non conosco nessun musical, non ne ho mai visti, mi sentirei una nullità in confronto a gente esperta e appassionata come te-
-Cos'é, sai ogni cosa di me?- 
-Giusto il minimo- sminuisce lei.
La cosa si fa sempre più strana ma stranamente piacevole.
-Per una volta non saresti te a dettare leggi ma io, ti potrei far sentire una merda, come tu fai sentire me ogni giorno-
Quinn abbassa il capo, sembra dispiaciuta ma io ho bisogno di dirle come mi fa stare perchè non ce la faccio più.
-Scusa- sussurra quasi che non la sento.
La rabbia ribollisce dentro di me.
-Per cosa?Per avermi fatto pentire di aver messo piede qui dentro, per le prese in giro, le granite, gli insulti di voi cheerleder?Grazie tante- dico con un filo di sarcasmo nella voce.
-Per tutto, mi dispiace davvero- sembra ancora più triste.
Cerco di farle un cenno come a dire che va tutto bene anche se non va tutto bene per niente.
Capisco il dispiacere e il rimorso e capisco che per una volta le sue scuse sono sincere quindi vorrei anche perdonarla un minimo ma non riesco.
-Va bene- è l'unica cosa che esce dalle mie labbra.
Lei abbozza un sorriso che ricambio con una sorta di ghigno.
Controllo il telefono e vedo che siamo in ritardo o almeno io, vittima punibile dalla legge dell scuola, rischio di arrivare tardi.
Glielo dico e Quinn sembra affranta.Non credo ami molto la lezione a cui deve partecipare.
Avrà altro a cui pensare.Qualcosa di importante.
-Se venissi mai al Glee Club, le prese in giro finirebbero?- chiedo.
Ci pensa su e poi mi sorride, penso sia un segno positivo.
-Se ne potrebbe parlare, io non dirò più a nessuno di darti fastidio, non dopo oggi- risponde.
Mi sembra tutto molto strano.
Mai dire mai.Però.
Annuisco velocemente e vorrei davvero crederle ma mi risulta difficile.
-Canteresti per me?- 
Ma come, mi prendi a granitate da un intero anno e poi te ne esci così.È destabilizzante.
-Adesso?-
Ho come una strana voglia di accontentarla ma non mi spiego il perchè.
-Se ti va, altrimenti quando vorrai-
 
         Do you ever fell like a plastic bag
         drifting through the wind 
         Wanting to start again?
         Do you ever fell like a paper thin
         Like a house of cards,
         one blow from caving in?

Canto questa canzone perchè mi sembra sia l'unica in grado di farmi liberare la mente perchè io mi sento troppo spesso un sacchetto di plastica abbandonato nel vento e non credo di avere abbastanza forza per ricominciare.
Quinn mi ascolta, canticchia le parole e intanto sorride.
Cerco di chiudere gli occhi per non incontrare i suoi e sento che qualche calda lacrima mi scende sulle guance.

          'Cause baby you're a firework
          Come on show'em what you're worth
          Make 'em go "oh, oh, oh"
          As you shoot across the sky-y-y

Sono ancora seduta sul lavandino ma il marmo non mi sembra più così freddo anzi sembra fin troppo caldo.
Mi sudano le mani e sento nuovamente quella strana emozione di cercare di accontentare Quinn.
        
        'Cause baby you're a firework
        Come on show'em what you're worth
        Make 'em go "oh, oh, oh"
        As you shoot across the sky-y-y

Apro gli occhi e sento un peso su di me.
La mia mano è stretta alla sua e questa sensazione è wow.
Mi guarda concentrata a cantare e sembra quasi fiera di quello che sto faendo.
Almeno questa volta non sta origliando.
Ricambio un po' la stretta alla mano e lei si risveglia dal vortice dei suoi pensieri.
Si accorge di quello che sta facendo ma non cambia nulla.
-Perchè piangi?- mi dice e delicatamente con l'indice mi asciuga le lacrime dalle ciglia.
-Perchè io sono così, mi sento così inutile-
-Non sei inutile, hai talento e lo hai dimostrato a me, sai cantare Rachel- 
Mi ha chiamata per nome fino ad adesso ero sempre e solo stata Hobbit, Nasona e Berry.
Cerco di sorridere.
Quinn si avvicina e mi stringe in un abbraccio caldo e intenso che stranamente ha un effetto tranquillizzante.
Potrei vivere tra quelle braccia.
Mi sento quasi protetta.
È Quinn.Quinn Fabrey.
Mica chiunque altro.
Si avvicina ulteriormente e mi lascia un tenero bacio sulla guancia che mi fa increspare la pelle di tanti brividi.
Lo stesso effetto ce lo ha anche lei che più che stupita sembra contenta di quello strano effetto perchè mi abbraccia nuovamente.
Mi sento un po' a disagio perchè insomma, io non la odiavo dieci minuti fa.
Ci passo sopra e vedo lei che fa.
Ha la pelle morbida e liscia.Sembra una bambina nel corpo di una sedicenne.
Ad un tratto non mi sembra più tanto stupida.
Non sembra più neanche Quinn Fabray.
Quella che conoscevo io.
Quella che stava con Finn Hudson.
-Mi è piaciuto stare con te, aiutarti, prendermi cura di te, ascoltarti cantare nel tuo mondo e piangere davanti a me, sembri coraggiosa-
-A non essere molto popolari ci si fanno molti meno problemi di voi cheerleder- rispondo.
Sta ancora tenendo la mia mano.
-Ti piace la mia mano eh?- dico io scherzando.
Lei si affretta a separarle.
-Uhm scusa...io...io non volevo, se ti da fastid...- Non le lascio finire la frase che gliela porgo e lei torna a stringerla felice -È calda e morbida e sta perfettamente nella mia.Coincidenza?- chiede e io non capisco cosa ci sia sotto, mi limito ad osservare quell'abbraccio di mani.
Ammetto che mi piace sentire il contatto con lei.
-Non credi che sia l'ora di tornare, ci daranno per disperse!- dico.
Quinn annuisce e scendiamo dal marmo.
Appoggia la mano alla maniglia ma si blocca.
-Vacci al Glee, hanno bisogno di una come te- mi dice.
-Tu verrai?- richiedo nonostante abbia già una risposta a quella domanda.
-Ci verrò ma aspetto te.Vieni?-
Penso un paio di secondi.
-Verrò- rispondo pronta.
Quinn sembra felice e sorride.Mi viene incontro e mi abbraccia e poco dopo di allontanarsi mi lascia un nuovo bacio sulla guancia sinistra.
-Ti aspetto e ci sarò Rachel.Canterai ancora per me?-
-Non voglio smettere di cantare per te, voglio cominciare a cantare con te.Ci riuscirò?-
-Canteremo presto insieme-
Detto questo apre la porta del bagno che è diventato inaspettatamente caldo.
Sospiro.Prendo la mia roba, la appallottolo dentro alla sacca ed esco sorridendo.
Kurt e Mercedes non ci sono più.
Li ho trovati a fine giornata.
Anche Quinn non l'ho più vista per un paio di giorni.

Mi sono iscritta al Glee Club come promesso anche se sono passati almeno dieci giorni dalla chiacchierata con Quinn e dopo tre giorni di lezioni il gruppo ha iniziato a prendere forma: siamo io, Mercedes, Kurt, Artie Abrams, quello sulla carrozzella, una ragazza gotica di nome Tina Cohen Chang e pochi altri ragazzi.
Comincio a dubitare di Quinn ma dovevo aspettarmelo, perchè lei avrebbe dovuto promettere a me e soprattutto perchè io ci avevo sperato così tanto.
La volevo vedere arrivare e mettersi a cantare e volevo di nuovo i suoi abbracci, il suo tenermi la mano di quel giorno.
Ma non si presenterà mai.
Mr. Shwe, lo chiamiamo così, è un ottimo professore.Lo adoriamo anche se è un po' fissato con alcuni artisti.
Si interrompe un attimo perchè viene disturbato dalla voce di una ragazza, alzo gli occhi da Tina e mi accorgo della misteriosa persona.
Quinn è immobile, veste abiti normali, non la sua divisa bianca e rossa.È lì che aspetta.
Parla con Shwester, lui risponde alle sue domande e ogni tanto ci guarda, mi guarda.
Dopo qualche minuto fa un piccolo applauso e accoglie la nuova arrivata calorosamente.
Tutti sono un attimo scossi come me quel giorno.
Lei è una cheerleder.
Eppure Quinn Fabray è qui, seduta di fianco a me su una di queste sedie rosse malridotte dell'aula canto che sorride ad una battuta di Kurt.
Mi prende la mano salda tra le sue e mi guarda.
-Eccomi- mi sussurra all'orecchio.
-Sei venuta!- constato io.
-Sarà il nostro piccolo segreto-
Passo tutta la lezione così con la testa sulle nuvole e i piedini paradiso a cantare e sorridere perchè Quinn è tornata.
  
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