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Autore: babbiona    03/08/2015    2 recensioni
Ho commesso peccato.
Ho gioito troppo, con te.
Ho goduto troppo, con te.
Ho sperato troppo, in te. In noi.
Ho peccato di eccessiva felicità, con te.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lay Me Down

 

 

 

Brittany’s POV.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Stupida.

 

 

 

Yes, I do, I believe

 

Persa.

 

 

 

That one day I will be

 

Davvero stupida.

 

 

           

Where I was right there

 

 

            Davvero persa.

 

Right next to you

 

 

 

 

Disperatamente stupida.

 

 

 

 

And it's hard

 

 

 

Sono avvolta nella nebbia.

Sono disciolta nell’aria, in goccioline di vapore.

Sudo lacrime di disperazione.

 

 

            Dove sono?

 

 

 

 


The days just seem so dark

 

 

Sono diventata pazza.

 

Pazza di dolore.

Pazza di malinconia.

Pazza e terrorizzata del vuoto, del baratro che ha tranciato in due il mio cuore.

 




The moon and the stars

 

 

Il Faro ha smesso di allietare il buio delle mie notti.

 

Non c’è luce, non c’è movimento.

 

Mi sento un buco nero.

Scruto da ore la volta celeste, col naso all’insù, sforzandomi di vedere oltre l’apparenza della realtà.

 

No, purtroppo non c’è altro che la cruda e dura realtà stessa delle cose.

Mi arrendo: non c’è più traccia di quella meravigliosa, luminosa Via Lattea che dava un senso ai miei sogni.

 

 

 

Are nothing without you

 

 

 

Lo sento, chiaro e forte.

 

Sento il sangue sgorgare da quell’oblio che mi si è formato nel petto.

 

Eppure, sono solo lacrime quelle che scivolano in silenzio fuori dai miei occhi.

Eppure mi sento come se avessi un pugnale conficcato dritto in gola.

E poi quel ronzio nelle orecchie, in continuo aumento.

E i battiti di quel fottuto muscolo a perforarmi il torace, più forti di prima.

 

 

 

 

 

 

Oh, Dio.

 

Ho commesso peccato.

Ho gioito troppo, con te.

Ho goduto troppo, con te.

Ho sperato troppo, in te. In noi.

 

Ho peccato di eccessiva felicità, con te.

 

 



Your touch, your skin

 

 

 

Dolce miele, il profumo dei tuoi capelli.

Delicata e fragrante come il pane appena sfornato, quella tua pelle color cioccolato alle nocciole e caffè.

Il tuo tocco leggero e gentile, ed anche sensuale, irruento, febbrile.

E quel fuoco che ti invadeva l’anima.

E bruciavi di bellezza, sospesa su di me.

Il tuo sguardo così fiero, ma fragile quanto un castello di carte in bilico a mezz’aria.

E la tua voce, la tua anima, forti e decise, sottili ma imponenti, armonie dei miei giorni e di tutti i momenti.

 

 

            Dio.

           

 

            Più forte.

Il pugnale affonda ancor di più nella carne.

 



Where do I begin?

 

 

Ridi, nei miei ricordi.

Il tuo sorriso luminoso.

I tuoi denti, fanculo!

Sono così pazza dei tuoi denti…

Stravedo per loro.

Risaltano la luce che scivola sinuosa tra le pieghe della tua bocca.

Sono sensuali.

 

 

«Cazzo! I denti… Dovrei lavarli…».

            «Britt, Amore, proprio adesso?».

            Ridevo della tua faccia perplessa e parzialmente irritata.

            Effettivamente era da pazzi pensare ai denti proprio in quel momento.

            Quel momento in cui ti ero a cavalcioni sul bacino, intenta ad esplorarti, da perfetta dentista, la bocca con la lingua.

«E’ che non è colpa mia… ci ho pensato e poi…».

            Le tue mani premevano con urgenza sulla mia schiena, sul sedere, e le tue unghie nella carne.

            «Mmmh, okay… vado dopo».

 

 

 

 

No words can explain

 

 

L’eco della tua voce tintinna forte nel silenzio del mio cuore.

 

 

            «Mi fai un sorriso?».

           

            Era davvero impossibile non accontentarti.

            Il tuo sguardo diveniva così dolce, quando si posava su di me, che perdevo la cognizione di tutto il resto.

            Bastava guardarti per sentire il cuore leggero, privo di preoccupazioni e problemi.

            Bastava… bastava.

 

 

 

 

The way I'm missing you


 

 

Vago nel vuoto priva di meta ormai da ore.

 

 

Persa.

 

           

            «Fa’ la voce di Stitch, dai!».

            Avevo stretto il tuo viso tra le mani e pizzicavo le tue guanciotte rosse con le dita.

Avevi sbuffato, fintamente irritata, mascherando una risata.

In fondo, molto in fondo, ti piaceva fare facce stupide e voci sceme per me, per farmi ridere di gusto e gioia.

«Shhtitch….. p-p-persho».

            Le tue labbra si erano arruffate, e pareva ti fosse spuntato un becco da papera, al posto della bocca.

 

Oh, Cristo, quanto ero pazza di te.

 

Avevo riso, baciandoti forte, stese su quel divano, perse nel nostro mondo.

«E’ colpa tua se non riusciamo mai a guardare un film!».

Ti avevo zittita con una mano, mordendoti il mento. «Non è vero! Non sono l’unica maniaca… è anche colpa tua».

 

 

 

 

Deny this emptiness

 

 

Spio di soppiatto quella boccettina color caffè dalla mensola, in cucina.

Qualche goccetta di quell’intruglio ed il dolore sparisce, penso.

 

La sollevo tra le dita, tremando.

 

Sento la tua risata, ancora.

E la tua voce si alza con forza, quasi tu fossi, d’un tratto, alle mie spalle.

«Ma che cazzo fai! Mettila via, porcatroia!».

 

Inorridita di me stessa, caccio rapida il flacone sopra al mobile; devo essere davvero impazzita.

 

«Piantala», mi dico, allontanandomi all’indietro, correndo verso il mio letto.

 

 

 

This hole that I'm inside

 

 

Pulcino, Orsetto e Stitch.

E la tua maglietta bianca.

 

Li stringo forte, e comincio a piangere ancora.

 

 

            «Ohana significa “famiglia”».

            «E famiglia significa che nessuno viene abbandonato, o dimenticato», recitavamo assieme, ridendo.

            E poi quello sguardo, il tuo sguardo perso d’amore per me. «Tu sei la mia Ohana».

            Eccolo lì, il magone in gola. «E tu sei la mia».

 

 

Nascondo quei pupazzi sotto di me, e rotolo con la testa a fondo, nel mio cuscino di piume.

 

Il cuscino.

L’odore dei tuoi capelli sulla federa a fiori.

 

La mia mano carezza dolcemente quel vuoto, quell’anima invisibile che so ancora essere ferma lì, a dormire con me.

 

 

 

            «San… non riesci a dormire? Ti senti male?».

            Nel buio, qualche attimo di silenzio, e poi avevi annuito, mugugnando qualcosa di confuso.

            Ed io ero nel panico.

Ero così fottutamente incapace di rendermi… utile.

            Inesorabilmente, mi stavi già scivolando via dalle mani.

 

 

 

 

These tears

 

 

 

Perché non mi sono accorta in tempo di quel tuo dolore?

Perché ero così fottutamente distratta da quella meravigliosa felicità che mi stavi regalando?

 

Sono stata una stupida.

 

Non ho saputo ascoltarti.

Non sono stata in grado di leggerti dentro.

Avrei dovuto essere vigile per poterti salvare.

Avrei dovuto essere vigile per non lasciarti cadere.

 

 

            «Britt… forse dovremmo prenderci una pausa».

            Io ti ho guardata, sconvolta, completamente senza parole.

            «Che cazzo pensi di risolvere con una cazzo di pausa?».

            Silenzio.

            Ed io avevo già cominciato a piangere, perché inconsciamente avevo già capito che eravamo vicine alla fine.

            Ancora silenzio.

            E poi quel tuo abbraccio, che sapeva così tanto di disperazione, e di abbandono.

            «No, scusami, sto dicendo cazzate. Non ti lascio, non ti lascio. Non ti lascio. Scusami».

            Avevo tirato mezzo sospiro di sollievo, con gli occhi ancora gonfi di pianto.

 

            Era esattamente l’inizio della fine.

 

 

They tell their own story

 

 

Un pianto incontrollabile.

Un lamento.

Non riesco a bloccarlo.

Non riesco a chiudere la bocca.

Non riesco ad arginare quella falla dentro di me, che vomita ricordi su ricordi.

 

Piango, mi sciolgo, piango ancora.

 

Non ce la faccio.

Non ce la posso fare.

 

Cristo Iddio.

 

 

Sto male.

Fatemi male.

Che qualcuno mi picchi, mi spacchi, mi rompa la testa.

 

 

 

            I tuoi capelli legati ed il tuo sguardo appannato dalle lacrime.

            Le mie braccia ti avevano stretta forte.

           

Non dovevo farti partire.

            È stato uno dei più fottuti errori della mia vita.

           

Eri così piccola.

            Eri così indifesa e dolorante.

Eri così dolce.

            Eri così … mia.

 

            Eri.

           

 

 


Told me not to cry when you were gone

 

 

Basta.

 

Esco di casa e comincio a correre.

 

Non so dove cazzo andare.

Non so più chi cazzo sono.

Non so cosa cazzo sia rimasto di me.

 

Ti sei portata via tutto.

Hai tutto il meglio di me.

 

 

            «Tu devi imparare a vivere senza di me. Devi imparare a vivere da sola, con le tue forze. Ed io con le mie».

 

 

 

 

But the feeling's overwhelming, it's much too strong

 

 

Non riesco a muovermi.

Sono a terra, e l’asfalto brucia contro la mia pelle.

 

Passa un’auto.

L’autista suona il clacson con impazienza e mi lancia qualche insulto.

Lo so, non è il massimo sedersi in mezzo alla strada.

È che non riesco veramente a sbloccarmi da quella posizione.

 

Non ho mai desiderato tanto come in quell’istante di farmi del male.

Di prendermi a pugni.

Di ferirmi, più di quanto il mio cuore fosse ferito.

 

 

            «Promettimi che vivrai».

 

 

 

Mi asciugo quelle fottute lacrime per l’ennesima volta ed urlo dalla disperazione.

Mi prendo la testa tra le mani e mi accoccolo sul ciglio della strada.

 

Chiudo gli occhi.

È buio, e tutto il mondo è salato di pianto.

 

 

 


Can I lay by your side?

 

 

 

 

            «E… ce la farai, Britt, okay? Sei forte. Sei… la persona più bella di questo mondo».

 

 

 

Non sono in grado di immaginare dolore più grande.

 

Non ci riesco.

 

 

Quante volte ti avrei dovuta mandare affanculo? Mh?

Le cazzate sagge che dicevi…. Erano davvero clamorosamente cazzate.

E no, niente frasi del tipo “let’s just do the mature thing here, okay?, perché, vaffanculo, non c’era giustizia in quelle tue parole.*

 

In realtà, non c’è giustizia in amore.

L’amore è illogico, è perverso, è assurdo, è ambiguo, è criptico, è complesso, è un’emozione per dannati.

Eppure, eppure non riesco a trovare cosa più viva dell’Amore.

Non riesco a trovare cosa più ingiustamente giusta dell’Amore.

 

 

E no, lo so; quelle non erano cazzate.

Erano fottute verità giuste, nude e crude.

 

            Verità per le quali sto soffrendo come un cane, ancora.

 


Next to you, you

 

            «Io e te, da adesso, non siamo più nulla».

 

 

Mi alzo in piedi, colta da un improvviso spasmo di nausea.

Scatto verso l’alto, respiro a fatica.

 

Mi sento soffocare.

Singhiozzo, ed ho le palpitazioni a mille.

 

 

Mi odio.

 

 

Percepisco che la cosa mi sta sfuggendo di mano.

Il dolore sta sfuggendo al mio controllo.

Sto impazzendo.

 

Mi guardo attorno e non capisco… dove sono.

 

 

Quello strano verso che mi sta uscendo di gola mi ricorda il canto di Fanny, la fede ed adorata fenice di Albus Silente.

È il suo ultimo canto, dedicato al suo amato, prima di andarsene senza meta, col cuore seppellito in quella tomba, assieme a lui.

 

È tutto così straziante.

 

 

 

 

 

And make sure you're alright

 

 

            «Britt, non… non sto bene».

 

 

Lo so.

Lo so.

Lo so.

 

 

 

I'll take care of you

 

 

Non ho forze.

 

Sul serio, come ho fatto a pensare di essere diventata una persona forte, con te?

 

Ero e sono rimasta una cazzo di persona debole e fragile.

 

Sono ancora una bambina.

E forse lo sarò per sempre.

 

 

            «Tu devi essere forte perché sei forte. Non perché lo sono io. O perché io sono con te».

 

 

 

Ero forte perché ti avevo con me.

Ero forte perché il nostro Amore mi proteggeva.

 

Non sono nulla, ora.

 

Mi sento vivere.

Percepisco la mia vita scorrere.

            Eppure io sono rimasta parecchi passi indietro.

            E non trovo un cazzo di motivo per spingermi avanti.

 

È tutto così incolore senza di te.

 

È un cielo opaco, bigio, privo di arcobaleno.

 

 

 

I don't want to be here if I can't be with you tonight

 

 

 

            «Siamo amiche. Fine».

 

 

 

Guardo assorta la casa che ho a fianco.

 

Il mio cuore sa perché sono lì.

 

 

Comincio a piangere ancora, impazzita.

Chino il volto a terra e scruto attentamente con lo sguardo l’asfalto.

 

Le sto cercando.

 

Sto cercando i mozziconi di quelle Benson che ci siamo fumate dopo aver fatto l’amore nella mia macchina.

 

«Cazzo! Diocristo! Avanti, saltate fuori! Dove cazzo siete!».

Grido. E ringrazio il cielo di essere in aperta campagna, in una strada dove non passa mai nessuno.

 

 

«Ehi, Britt? Alice mi ha chiamata e ha detto che la mamma di Richi è passata e ti ha vista amoreggiare con una mora…».

            Una risata isterica mi era uscita di bocca. «Ci ha viste? Merda».

Mi ero voltata dalla tua parte; il tuo sguardo era interrogativo, lievemente spaventato.

            La mia amica, al telefono, non ci aveva dato di certo una bella notizia…

            Nessuno sapeva di noi.

            Chiaramente, essere beccate da una parrucchiera non era certo il massimo…

            Una settimana massimo e tutto il paese l’avrebbe saputo.

            Avevo perso l’uso della parola e non riuscivo a spiccicare una sillaba.

            Più che spavento, ero… stranita dalla casualità degli eventi.

            Crudele il destino quando ci si mette, mh?

            «Sai cosa? Non me ne frega un cazzo. Che dicano quello che vogliono», avevo mormorato, chiudendo la chiamata.

           

            Le tue mani non avevano smesso un istante di carezzarmi le gambe.

            «Amore, per fortuna che non passa mai nessuno di qui, eh?», e ridevi. «Ma… come farai?».

            Avevo fatto spallucce, sorridendoti con calore. «Fregancazzo», ed avevamo ricominciato a baciarci.

            «Spero che non ci abbia beccate mentre ero con la testa tra le tue gambe, comunque…».

            Il tuo viso si era fatto paonazzo, e ti eri coperta gli occhi con le mani. «Britt… la tua testa era sotto il telo, cazzo…».

            Avevo ridacchiato, facendoti l’occhiolino. «La mia testa era sotto il telo, assieme alla tua Gnocca Imperiale…».

 


I'm
reaching out to you

 

 

 

Niente.

Non c’è traccia di loro.

Non c’è nessuna sigaretta.

Nessuna.

 

Stringo i pugni e mi volto verso l’entrata di quella dolce casetta giallo limone.

 

E ti immagino sul marciapiedi, col sorriso dolce e caloroso, e pieno d’amore.

Hai le braccia tese verso di me, pronte ad accogliermi in un abbraccio.

 

 

«Amore…», mormoro straziata. «Dove sei? Perché mi hai lasciata qua da sola? Perché?».

 

 

Tutto questo puttanaio non ha senso.

Quel dolore inutile, quelle parole che ci eravamo dette, quest’oceano di sensazioni negative che sento in corpo.

 

Tutto fa schifo.

 

Senza la tua luce, il mondo fa schifo.

 


Can you hear my call?

 

Sono così fuori di me che spero che il mio dolore ti arrivi.

Spero che tu senta il mio malessere.

Spero che tu oda i miei lamenti.

Spero che tu rinsavisca e scelga di venire a salvarmi.

 

Perché sì, mi hai salvata.

Sei tu la vera salvatrice, tra noi due.

            Salvatrice che ha permesso a me di salvarti.

 

 

 

            «No, Santana, no. Non sono forte. Ho solo… ho solo questa immensa, fottuta speranza in te».

 

 

 

 

 

This hurt that I've been through

 

 

            «Io non ho speranza, Britt. Tu cosa fai? Crolli, mh?»,

 

 


I'm missing you, missing you like crazy

 

 

Crollo, esatto.

 

Sto collassando.

Mi sento allo stremo delle forze.

Mi sento effettivamente priva di forze.

 

 

 

            «Io e te non stiamo più insieme. Fine».

 

 

 

Se fossi una credente, pregherei Dio di mandarmi un Angelo a salvarmi.

Poi ricordo che anche se non credo, Dio me l’ha mandato ugualmente.

L’unica cosa che non sapevo era che persino gli Angeli potevano fare del male.

 

 

 

 

 



You told me not to cry when you were gone

           

 

«Britt. Ti sto lasciando».

 

 

 

 

È che sono stupida, lo so.

 

Credo tutt’ora in lei.

Credo tutt’ora in noi.

 

Ci credo come una stronza disperata.

 

Ecco, visto?

È la fottuta speranza che fa andare avanti il mondo.

 

Fottutissima speranza.

 

 

But the feeling's overwhelming, it's much too strong

 

 

 

E se quella non bastasse?

E se il Destino non lo permettesse?

 

Mi sento morire a pensare a quell’eventualità.

 

 

 

            «Mi dispiace per il dolore, Britt… ma passerà…».

 

 

 


Can I lay by your side?

 

 

Sto lentamente morendo.

Mi sto ingrigendo.

Sono brizzolata come il capello di un cinquantenne.

 

Avrei tanto desiderato salvarti.

Avrei tanto desiderato poter combattere per te.

Avrei tanto desiderato essere in grado di capire che tu stavi male.

 

Ecco perché mi odio.

Ecco perché ti amo.

Ecco perché non passa istante in cui non ti pensi.


Next to you, you


 

 

Muovo i piedi, e cerco di camminare.

Eppure, torno a fermarmi come una cretina nel bel mezzo della strada.

Sono riuscita a bloccare le lacrime per qualche secondo; il tramonto è delizioso.

Peccato che io non possa condividerlo con te, Santana.

 

 

And make sure you're alright

 

 

 

            «Britt, ti chiedo scusa per il male…».

 

 

Ho gli occhi così talmente irritati dal pianto che la pelle ha già cominciato a creparsi.

È come se avessi una cazzo di infezione e non riuscissi a smettere di lacrimare.

 

Sospiro, mesta.

 

Impreco mentalmente, assorta nel dolore del silenzio, e giro le spalle alle casette gialle.

 

Mi volto un’ultima volta e lei è ancora là, nei miei sogni, su quel marciapiede, a salutarmi gioiosa, scoppiettante d’amore per me.

 

 

 


I'll take care of you

 

 

Vorrei veramente che questa visione fosse reale.

Vorrei essere una diavolo di mogliettina contenta e felice, e poterti preparare la cena tutte le sere.

Vorrei poterti riempire la borsa dell’acqua calda quando hai male al pancino.

Vorrei poterti avvolgere nelle coperte e dormire contro il tuo petto ogni notte.

 

 

 

«Sii forte, piccola, mh? Sii forte. Solo questo».

 

 

 

Come avrei mai potuto affrontare tutto questo senza di te?

 

Non sono forte.

Non sono forte.

Non sono forte.

 

 


I don't want to be here if I can't be with you tonight

 

 

 

 

Comincio a camminare, strofinandomi forte gli occhi.

Desidero immediatamente allontanarmi da quelle case.

Potrei scoppiare da un momento all’altro.

 

Per “scoppiare” intendo “scoppiare ed autodecompormi in cinque secondi netti”.

 

           

 

«Apri le ali e vola… Non sei più un pulcino».

 

 

È che sono davvero stanca di donare pezzi di me.

Sono stanca di ricevere segnali positivi dall’esterno, dal mondo circostante.

Sono stanca di arrivare a volare… e poi franare al suolo come se tutto fosse stato campato per aria.

Sono… stanca davvero.

 

E mi manca non poter essere più il tuo pulcino.

 

            «Dimmi checcazzo di animali insulsi sono le galline. Cioè, io non le capisco. Il pulcino lo capisco. Ma la gallina proprio no».

            Più guardavo quelle pollastre nel campo chiocciare, e meno le gradivo. «Sono brutte! Non mi piacciono le galline. No».

            Un sorriso delicato e premuroso era spuntato sul tuo viso. «Servono per darci i pulcini, dolci, piumosi, morbidi… Belli come te».

            Per poco non avevo collassato; quella frase… oddio, stavo davvero arruffando le penne dall’emozione come un pulcino pulcioso.

            «Ma che bella frashe che è queshta», avevo gongolato, arrossendo di botto. «E tu… shei una paperina dalla teshta verde…».

            Oh, Dio, eri così … piacevolmente imbarazzata, e le fossette sul tuo volto ne erano la più totale conferma.

Mi avevi guardata ed avevi riso, moolto istericamente. «Brittany…. Stiamo davvero… ma davvero… esagerando».

            Di slancio, ti avevo presa in braccio, stringendoti a me. «Mmmh, eppure è la cosha più bella che tu mi abbia mai detto».

            Avevi sbarrato gli occhi, quasi inorridita. «La più bella, davvero?». Avevi riso forte. «Mammerda, Britt!».

           

           

Mmh.

È come se riuscissi ancora a sentire le nostre voci, nella mia testa.

È come se dentro al mio cervello ci fossero migliaia di file audio suddivisi per cartelle, per giorno, per mese, per anno.

            Stanno aspettando che io prema play sulla tastiera.

           

            E, da perfetta cogliona quale sono, lo faccio.

 

 

 

 

 

Lay me down tonight

 

 

 

 

 

«Sei stupida, lo sai? Sei davvero stupida, Santana».

«… forse hai ragione, Britt».

 

 

 

 

 



Lay me by your side

 

Godo ancora qualche attimo di quel tramonto, e poi riparto.

 

            Destinazione?

 

                        Speranza.

 

 

Ci aspettano tempi duri, Love.

 

 

Ma troverò davvero quella forza che mi hai suggerito di cercare.

 

 

            E tutte le sere lo farò.

Scruterò gli occhi di ogni passante, e ti troverò.

 

 

 

            Sarò forte anche per te.

 

 

 

 

Lay me down tonight

 

 

 

 

 

Sarò quella con la camicetta a quadri nera e blu, che ti sorriderà brittanescamente dall’angolo più remoto del pub.

 

 

 

 


Lay me by your side

 

 

 

Pregusto già quel momento.

Lo posso percepire sin da ora.

            L’emozione di rivederti.

            Il cuore in fibrillazione.

            Il profumo della tua pelle.

            Il guizzo di vita briosa e gioiosa dei tuoi occhi.

            La delicatezza del tuo sorriso.

            La morbidezza delle tue labbra.

            Le tue battute cretine per rimorchiarmi (dopotutto, sono pur sempre la tua Wikipedia, no?).

            Le mie risate imbarazzate e, un pochetto, civettuole (è che godo nel farmi corteggiare da te).

 

 

Oh, Dio, sarò così felice, quel giorno.

 

E tutto il dolore, lo so, sparirà.

 

 

 

 

Perché, davvero, non è tutto fino, no?

 

 

 

Ho questa dannata sensazione di vederti sbucare dalla porta di casa.

Ho la sensazione che ti rivedrò presto.

 

… solo sensazioni, già.

 

 

 

 

Can I lay by your side?

 

 

 

 

Amore, posso dormire con te, questa notte?

 

 

 

Next to you

 

Con te.

 

 

 

«Io non ho la forza di scriverti cose stupende… Addii fantastici. Non ce l'ho. Sono a pezzi. Perciò posso dirti solamente di essere felice prima con te stessa, e poi con chiunque ti sarà a fianco, dovrai essere felice più che con me. Impegnati a fare questo. Il destino non ci farà mai più incontrare, lo so. Sarei una testa di cazzo cogliona e stupida a crederci e a sperarci. Perciò… Sii felice, Amore».

 

 

You.

 

 

 

«Britt... Non posso dirti di aspettarmi... Non posso prometterti nulla... E se tu non ci credi, forse è perché è così. Davvero se avessi bisogno... Non farti remore nel contattarmi. Sii felice, sii forte... E mi mancherai. Davvero. Un bacio... Amore».

 

 

 

Tienimi le coperte calde, Amore.

 

 

 

            Dopotutto sono una testa di cazzo cogliona e stupida che non ha perso la speranza.

            Non ancora.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*la frase in inglese è pronunciata da Santana nella puntata 4 della quarta stagione (fottuta puntata…. Cogliona Santana).

 

 

** “Lay me down” è un singolo di Sam Smith.

Canzone meravigliosamente struggente (soprattutto la versione dello stesso Smith assieme a John Legend) che non mi appartiene.

Ma, beh, grazie Sam, per questo meraviglioso pezzo.

 

 

 

 

 

 

La suddetta Babbiona non è in vena di scrivere troppe cagate….

 

 

Mmh.

Quando uno scrive, lo fa perché se lo sente, perché si diverte, perché ha il mondo nel cuore, perché è contento, perché è innamorato, perché… tanti perché. In primis, a prescindere da tutte le motivazioni possibili ed inimmaginabili, credo, però, che ognuno lo faccia perché ha il desiderio di comunicare qualcosa al mondo. No?

Qualcosa di brutto, di bello, di diverso, di strano, di personale… qualcosa.

 

 

Perciò, nonostante questa shot abbastanza deprimente, ho voluto ricordare quanto la fottuta speranza, molto spesso, salvi la vita alle persone.

Probabilmente, tra quelle persone, ci sono anche io.

Ci sono tutt’ora.

 

E chissà quanti altri di voi. No?

 

 

La fine di qualcosa non è poi mai la fine del mondo, e dopo ogni “game over” ci sarà sempre un nuovo inizio, una nuova partita, che lo si voglia o meno.

E la speranza serve per ricordarsi di questo.

 

È che il buio non è per sempre; se si ascoltasse attentamente Albus Silente, invece di dormire come citrulli ignoranti durante i suoi discorsi (Hermione lo sa bene), la gente sarebbe un po’ meno persa, e si ricorderebbe di accendere la luce al momento del bisogno.

 

 

…. Okay, sono discorsi assurdi alla Brittany, ve lo concedo.

 

 

Ho finito, davvero.

 

 

Perciò, boh, “fatto il misfatto”.

 

 

 

 

Alla prossima.

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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