a capo chino, sulla mia montagna;
il vento č forte e mi ristagna dentro
l’odore fresco e amaro del suo viaggio.
Me ne sto ferma, urlo come posso,
gli abeti intorno a coprire il singhiozzare
le dita stanche ad inseguir le vene
proprio a ridosso delle mie caviglie.
E mi fa male
anche ricordare,
fa male come se un arto mi mancasse
poter dire, ma non saper spiegare,
la voglia
che
mi attanaglia
le viscere.