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Autore: Dragon gio    03/08/2015    0 recensioni
La mia personale visione della storia dopo il cap 699, non tiene conto degli eventi canonici del manga.
Sono trascorsi due anni dalla guerra, Sakura sta iniziando a cambiare, quello che un tempo era amore per Sasuke ora è divenuto semplice affetto. Naruto continua ad amarla in silenzio, senza mai osare mettersi in gioco. E mentre la giovane si interroga sui suoi sentimenti, Sai si fa avanti con coraggio e decide di dichiararsi alla "racchia".
{Naruto/Sakura ♥ Sai/Sakura} Accenni Hinata/Naruto
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sai, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sakura
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Part 6
Part 6

Se Sakura e Sai pensavano che i problemi affrontati prima della nascita di Shion fossero stati molto complessi, non erano minimamente paragonabili all’uragano che scatenarono a Konoha quando fecero circolare la voce sulle ultime novità.
Per ovvi motivi, tutti furono sconvolti nell’apprendere non solo della rottura fra Sai e Sakura, ma che quest’ultima avesse deciso di mettersi con Naruto. E dulcis in fundo, volevano andare ad abitare tutti e tre assieme. I primi ad essere contrari furono i genitori di Sakura, non tanto per il cambio di partner quanto per la discutibile scelta di convivere con il figlio e il suo ex fidanzato sotto le stesso tetto.
Ci vollero settimane, moltissime litigate e parecchi piatti frantumati, prima che Sakura riuscisse a convincere i suoi genitori ad accettare la sua scelta.
Nel frattempo, Sai e Naruto, avevano dovuto affrontare uno ad uno i loro amici più cari, anche essi contrari in un primo momento. Fu una sorta di incubo dover ripetere ad ognuno le stesse cose, per loro fortuna Shikamaru fu il primo fra tutti ad essere comprensivo, o come avrebbe detto Temari, di “larghe vedute”.
 
“La vita è la loro, e spetta a loro decidere come viverla! Nessuno di noi ha il diritto di mettersi in mezzo, questo riguarda la loro famiglia e basta!”
 
Con questa frase, Shikamaru Nara pose fine al calvario dei tre amici, aiutando il resto del gruppo a comprendere e accettare. Perfino Hinata venne qualche tempo dopo a congratularsi con Naruto e Sakura.
L’agognata casa che tanto desideravano, fu la questione più semplice da risolvere, una volta accomodate le cose. Era situata non molto lontano dal palazzo degli Hokage, secondo Sakura era stato un caso molto fortuito trovarla a quel prezzo stracciato. Ma Naruto credeva fosse, niente di meno, un segno premonitore. Sai la prese in maniera molto più pratica, semplicemente affermò che era l’ideale per quando Naruto sarebbe divenuto Hokage, non avrebbe dovuto preoccuparsi di fare tardi al lavoro.
 
I primi mesi di coesistenza invece, quelli sì che furono un enorme problema da gestire. Più di una volta Sakura aveva pizzicato Sai e Naruto a squadrarsi malamente, o fare strani discorsi su cosa le piacesse a letto. Inutile dire che in ogni caso, lei li aveva debitamente menati per zittirli o impedirgli di mettersi nuovamente le mani al collo.
Oltre a questo, il piccolo Shion stava attraversando le prime piccole sfide per un bimbo della sua età, come imparare ad usare il vasino. Naruto, che si era sempre preso molto a cuore Shion, aveva iniziato a passare parecchio tempo con lui. Shion lo adorava, per lui era una specie di compagno di giochi, che lo coccolava e lo riempiva di regalini ogni volta che poteva. Era anche quello da cui andava sempre quando bagnava il letto per un incubo, perché sapeva che lo avrebbe aiutato a nascondere “il crimine”. Quasi senza rendersene conto, aveva iniziato a chiamare anche Naruto papà. Sul momento, Naruto si era emozionato come un ragazzino a sentirsi chiamare così, però temeva che Shion avrebbe fatto confusione su chi era il suo vero padre. Così, in accordo con Sai e Sakura, gli aveva insegnato a chiamarlo papà Naruto, che secondo lui suonava meglio di zio Naruto, che lo faceva sentire troppo vecchio. D’altro onde,  si consideravano una grande famiglia nonostante tutto, quindi quando Shion aveva preso a chiamare Naruto papà, ebbero tutti la sensazione che la cosa stesse funzionando bene.
 
La gioia di questa stramba famigliola venne incrementata ulteriormente quando, una mattina Sakura al tavolo della colazione diede un importante annuncio.
“Naruto, ricordi quando l’altro giorno parlavamo di che completino regalare a Shion per Natale?”
“Mh, sì Sakura-chan! Hai deciso finalmente il colore? Per me, quello arancione con sfumature blu era il massimo!” Naruto inghiottì un boccone famelico del suo ramen, mentre Sai seduto accanto a lui continuava ad ascoltare Sakura.
“Bé… penso dovremmo comperarne un altro di completino…”
“Eh? Dici? Ma non eri tu quella che mi diceva che è inutile comperarne tanti perché non li metterà a lungo dato che questo è il periodo in cui cresce più in fretta?!”
“Sì, ma quello che dico io sarebbe un completo da neonato…” Sakura pur rimanendo sul vago, fece intendere benissimo il messaggio subliminale. Quanto meno, Sai lo recepì forte e chiaro.
“Aha… ma allora i tuoi problemi di stomaco non erano… un virus!”
“Già…” replicò Sakura arrossendo appena, sperava che a quel punto pure Naruto avesse compreso. Come si illudeva. Il Baka continuava a trangugiare cibo non curante.
“Emh, Naruto… non hai capito quel che sta dicendo Sakura?”
“Mh? Sì! Vuole che per Natale regali a Shion due vestiti nuovi, ho capito!”
Sospirò mestamente poggiando con grazia la ciotola di riso che stava consumando, poi si leccò con calma le labbra e con decisione afferrò la scodella di ramen e gliela levò da sotto il naso.
“Oh, ehi! Che fai Sai, non ho mica finito!”
“Naruto, forse dovresti ascoltare con più attenzione!”
“Ma che?!” continuava a non capire ed inoltre era innervosito perché gli avevano tolto gli ultimi preziosi bocconi della sua colazione.
“Sakura, ti ha appena detto un completo da neonato! Devi comperare un completo da neonato, Shion ti pare un neonato?!”
“Uh? Già in effetti… ma allora…”
Quando si voltò verso Sakura notò che stava iniziando a fumare come teiera, non è che ci volesse chissà che genio per capirlo.
“S…Sakura-chan… è vero?”
“Certo, razza di cretino! Sono incinta! Volevo dirtelo in modo da non spaventarti, ma tu come al solito non hai capito un cavolo, Baka!”
Ci fu un attimo di esitazione da parte di Naruto, secondi in cui la sua espressione mutò drasticamente da sorpresa, a sconvolta ad eccitatissima.
“Evvivaaa! Diventerò padre! Diventerò padre!” Naruto si alzò in piedi e corse da Sakura che sollevò di peso, abbracciandola e facendola roteare in aria per qualche secondo. Non la finiva più di ridere e piangere nello stesso momento, sembrava un bambino felice.
“Che scemo che sei…” esclamò Sakura dopo essere tornata con “i piedi per terra”, poi posò fugace una mano sulla guancia di Naruto, con dolcezza. Poco dopo, venne raggiunta anche da Sai che l’abbracciò forte.
“Sono felice per te, Sakura!”
“Grazie, Sai…”
Quando si staccarono, rimasero ad osservare Naruto che, ancora su di giri, faceva avanti a e indietro dalla sala alla cucina, parlando da solo praticamente.
“Sai, senti… so che tu ha già fatto tantissimo per me ma... potresti aiutare Naruto?”
“Intendi, con il futuro nascituro?”
“Tu sei molto più esperto di lui!”
“Va bene, ci penserò io, Sakura…”
“Grazie, sapevo di poter contare su di te!”
“Sì, in effetti avrà bisogno del mio aiuto…” affermò Sai vedendo Naruto che si era impossessato di uno dei pelush di Shion e lo stava cullando come fosse un bebè, tenendolo sotto sopra però. Sakura si schiaffò una mano in faccia, ringraziando tutti i Kami per aver ancora accanto Sai.
 
 
I nove mesi volarono via in fretta, forse fin troppo, quanto meno per Naruto. Mancavano pochi giorni al parto e lui ancora non riusciva a realizzare sul serio che sarebbe diventato padre. Anche se quando aveva visto la prima ecografia il suo cuore aveva avuto un mezzo infarto per l’emozione, ancora non si capacitava.
 
“Papà Naruto, sei triste?”
“Nh? Aha, no Shion! Solo pensavo…”
“Mh… però sembri triste…”
Naruto si sorprendeva sempre di come quello scricciolo, di due anni e mezzo, riuscisse a capire sempre come si sentiva. In effetti gli ricordava molto Sai in questo bé, non che fosse strano, dato che era suo figlio. Visto che quel pomeriggio aveva del tempo libero aveva portato Shion a giocare nel parco dietro l’accademia. Faceva molto caldo, era forse una delle estati più torride che rammentasse. La povera Sakura doveva patire molto con il suo pancione, le gambe sempre gonfie e l’ansia per il parto imminente. A quest’ora doveva essere a casa, a fare un sonnellino al riparo dall’afa soffocante.
“Neh Shion, inizia a fare troppo caldo qui! Andiamo a prenderci un gelato?”  
Il piccolino fece un cenno di sì con la testolina, così lasciò perdere la sabbia con cui stava giocherellando e saltò in spalla a Naruto.
Si aggrappò come suo solito ai capelli dorati, ora più lunghi perché li stava lasciando crescere nuovamente.
“Shion, senti… sei felice di diventare fratello maggiore?”
“Mh…”
“Bé? Non rispondi?”
“Non so…”
“Hai paura?”
“Sì…”
“Perché?”
“La mamma… non mi vorrà più bene…”
“Ma che dici, Shion?! La mamma ti vorrà sempre bene!”
“Ma… i grandi dicono che… non mi vorrete più bene…”
Naruto arrestò la sua camminata, le parole sofferte di Shion lo fecero allarmare.
“Chi è stato a dirti una sciocchezza simile?”
Il bimbo era titubante nel rispondere, tentennò parecchio prima di trovare il coraggio di rievocare ciò che aveva udito all’asilo. Erano pochi mesi che aveva iniziato a frequentare quel posto, Sakura voleva che Shion imparasse a socializzare con altri coetanei, passava sempre troppo tempo solo con loro tre, così avevano deciso di iscriverlo all’asilo di Konoha. Rammentava fin troppo bene le voci che gli erano arrivate alle orecchie dagli adulti, quando essi credevano che lui stesse facendo il suo riposino assieme agli altri bambini.
“La maestra… dice che la mamma non mi voleva… neanche il papà…”
Qualcosa nel cuore di Naruto si fermò, da sempre non sopportava proprio la gente che sparlava così alle spalle degli altri. Specialmente se poi andavano a ledere la sensibilità di un bambino così piccolo. Lui purtroppo ci era passato quando aveva l’età di Shion, non avrebbe mai dimenticato l’odio con cui la gente lo scherniva. Prese il piccino e lo mise a terra, poi si abbassò fino ad arrivare alla sua altezza, alzando un poco il suo visino crucciato che teneva chino.
“Shion guardami, e ascoltami bene. Tu non devi stare a sentire quel che ti dicono quelle persone grandi, chiaro? Tu non sei un bambino nato per sbaglio, non pensarlo mai!”
“Però… la maestra…”
“Non ti devi preoccupare! Non dovrai più vedere quella persona, te lo prometto!”
Aveva capito, senza bisogno che glielo spiegassero Sakura o Sai, che i bambini necessitavano sempre di costante amore, di rassicurazioni e sorrisi. Gli bastava pensare cosa era mancato a lui durante la sua infanzia, per far in modo di non commettere errori con Shion. Quel pensiero lo rincuorò tutto un tratto, si rese conto che se riusciva a far stare meglio Shion, a prendersi cura di lui, ad amarlo addirittura come fosse suo padre, ci sarebbe riuscito anche con il bambino che stava per nascere.
Sorrise dolcemente a Shion accarezzandogli piano la testolina, lo vide sgranare i suoi occhi verde smeraldo e poi ricambiare il sorriso timidamente. Più cresceva e più somigliava ai suoi genitori, fisicamente ricordava tantissimo Sai, aveva ereditato pure la sua pelle bianca o il taglio sottile degli occhi. Ma il colore di quest’ultimi, erano identici a quelli della sua Sakura, così come anche i sorrisi dolci, le ricordavano molto la sua compagna.
“Su forza, andiamo a comperarci il gelato! Che gusto lo vuoi?!”
“Umh… cioccolato!”
“Ci avrei giurato! Vediamo, io invece lo prendo… umh… al gusto di ramen!”
“Non esiste, papà Naruto!”
“Aha sì, lo vedremo!”
Lo prese per mano e si incamminarono verso il centro di Konoha, finalmente poteva udire di nuovo Shion ridere. Era un suono che proprio gli piaceva e non vedeva l’ora di poterne udire un secondo, quello del suo bambino in arrivo.
 
La sera stessa parlò con Sakura e Sai, in separata sede da Shion, di quanto il piccolo gli aveva raccontato. Le reazioni a freddo di entrambi furono piuttosto sorprese, si erano informati a lungo sull’asilo e le maestre gli erano parse tutte molto cordiali.
“A quanto pare, la regola che un sorriso serve a toglierti dalle situazioni più impensabili, sia molto veritiera… anche se pensavo di essere l’unico che usava questa tattica in passato!”
“No, è colpa mia Sai! E dalla mia stupida idea di volerlo far interagire a tempo pieno con altri bambini! Shion non ha bisogno di quel posto! Possiamo portarlo al parco, lì ci sono tanti bambini, no?”
“Sì… però la tua era una buona idea, ho letto su un libro che ai bambini fa bene passare del tempo con dei coetanei… specialmente a questa età!”
“Non importa, passerà del tempo con altri bambini al parco! Non voglio che il mio bambino sia preso di mira da certa gentaglia!”
Nessuno dei due “uomini forti e virili di casa” ebbe il coraggio di contraddire Sakura quella sera, la madre che era in lei, piena di ormoni fra l’altro, era attiva a livelli spaventosamente alti. Bestemmiava come una vaporiera, lanciando insulti assai coloriti verso la maestra che aveva osato dire una simile cattiveria. Era così fuori di sé, che non comprese affatto perché tutto un tratto, Naruto e Sai avevano preso a squadrarla con facce stralunate e spaventate.
“S…Sakura-chan… calmati!”
“Non ci riesco, maledizione! E non dirmi di stare calma! Io quella l’ammazzo con le mie mani, non deve capitarmi a tiro!”
“Sakura… forse dovresti sederti…”
“Non ci provare anche tu Sai, ti ho già detto che non ho intenzione di calmarmi!”
“Forse dovresti Sakura-chan!”
“E perché, di grazia?!”
“Bé… ne io ne Sai siamo dottori ma… crediamo… che ti si siano rotte le acque!”
Non appena Sakura riuscì a calmarsi un secondo, si rese conto che avevano ragione. In effetti ora si spiegavano anche i dolori che avevano iniziato a tormentarla nell’ultima mezz’ora.
“Oh… avete ragione… ok…” iniziò a respirare più forte, massaggiandosi il ventre, mentre il panico si stava impossessando dei due maschietti di casa.
“Accidenti, è il momento! E’ già il momento, dattebayo! Ok, stiamo calmi!”
“Naruto, così metti ansia a tutti!”
“S…senti Sai, per me è la prima volta! Tu ci sei già passato, io no! Che facciamo?! Dobbiamo portarla in ospedale, no?! E soprattutto stiamo calmi!”
“Lo hai già detto…”
“Non dirmi che devo stare calmo, Sai!”
“Ragazziii!” l’urlo gutturale di Sakura richiamò subito l’attenzione. Naruto stava sudando freddo da ogni poro del suo corpo, mentre Sai manteneva un apparente calma, ma lui si sapeva che era bravo a fingere.
“Che ne dite se andassimo in ospedale, intanto?”
“Sì, hai ragione Sakura-chan! Prendo la tua borsa!”
“Io prendo Shion!”
Entrambi si dileguarono dalla vista di Sakura, che rimase sola e dolorante. Iniziò fin da subito a maledire Naruto e tutta la stirpe maschile del genere umano, come si conviene ad una donna in preda alle doglie.
 
 
Questa volta il parto però, così come la corsa in ospedale, furono decisamente meno movimentati rispetto a quando nacque Shion.
Era accaduto tutto così in fretta che avevano fatto in tempo giusto ad avvisare i genitori di Sakura che li avevano raggiunti. Quella sera c’era di turno Shizune, che rassicurò Naruto affermando che essendo il secondo figlio, ci sarebbe voluto probabilmente meno tempo.
In un primo momento Naruto era voluto entrare in sala parto, assieme alla madre di Sakura, a testa alta e baldanzoso. Sai e Kizashi preferirono attendere fuori. Pochi minuti si videro uscire una barella, sopra vi era disteso Naruto, svenuto. L’infermiera, ridacchiando, disse che aveva perso i sensi nell’istante in cui aveva avuto la brutta idea di dare uno sguardo alla testa del bambino che stava uscendo da Sakura.
“Fortuna che non c’è nessuno a vederlo… che figuraccia!” aveva commentato Kizashi assistendo alla scena di Naruto che veniva fatto rinvenire. Le labbra di Sai si piegarono appena in un sorrisetto mefistofelico.
“Possiamo sempre raccontarglielo noi, Kizashi-kun…”
“Te l’ho mai detto che mi piaci un sacco, Sai?”
“Eh?! Che cavolo succede?! Perché sono qui?”
“Perché sei svenuto come una pera cotta, futuro Hokage!” lo canzonò immediatamente Sai, non mancando di ricevere un occhiataccia in tralice da Naruto.
Era ben intenzionato a saltare giù dal lettino e suonargliele, quando da dentro la stanza si udirono distintamente dei vagiti. Naruto si bloccò e attese con il cuore in gola. Shizune si affacciò fuori con un gran sorriso.
“E’ nato! Congratulazioni Naruto, è un bel maschietto!”
“Aha… è nato…”
“Non starai per svenire di nuovo, vero?”
“N…no, scemo! Sono solo… emozionato, tutto qui!”
“Dai vieni a vederlo Naruto! Sakura ti aspetta…”
Naruto inspirò a fondo prima di entrare, sentiva le gambe che gli tremavano, era pazzesco. Quando fu dentro la stanza il primo suono che sentì era proprio il pianto del suo bambino, un infermiera lo stava lavando con cura. Fece qualche passo esitante verso Sakura, sudata ed esausta, ma ovviamente felice. La madre Mebuki le stava asciugando la fronte, non finendola di congratularsi con lei.
“Sakura-chan!” Le prese una mano, euforico quanto lei.
“Ora anche tu sei diventato padre…”
Naruto non riuscì a replicare, sentiva le lacrime salirgli agli occhi e difficilmente le avrebbe scacciate. Quando poi gli porsero il fagottino urlante fra le braccia, non poté proprio trattenersi.
“E’… bellissimo Sakura-chan…”
“Stai piangendo…”
“Sono felice! E… queste lacrime sono perché mi da fastidio l’odore del disinfettante, ‘tebayo!” Si affrettò a precisare lui tirando su con il naso in maniera assolutamente infantile. Era proprio da Naruto, il suo adorato Baka.
Cercò di cullare un po’ il piccolo per farlo calmare, aveva il visino tutto rosso, quasi stropicciato. Ma per Naruto era il bambino più bello al mondo.
“Ehi ciao… lo sai chi sono io? Sono il tuo papà!”
“Che nome avete scelto?” domandò curiosa Shizune che si era avvicinata nel frattempo ai due giovani. Naruto e Sakura si guardarono un istante, prima che lui dichiarasse a gran voce che avevano deciso di chiamarlo Shinachiku.
“Ben arrivato, Shinachiku Uzumaki!”
Come se volesse rispondergli, il piccino smise di agitarsi per la gioia del suo neo papà.
“Hai visto Sakura-chan? Gli piace il nome che abbiamo scelto!”
Sorrise, era stupenda anche con il volto provato e i capelli in disordine, per Naruto era sempre bellissima la sua Sakura.
“Aha già! Shizune, per favore fai entrare Sai e Shion!”
“Ma certo!”
Sai accompagnato da Shion entrò raggiungendo i due compagni, Naruto non appena lo vide gli si avvicinò. Aveva un espressione talmente gioiosa che sembrava irradiare energia positiva in ogni dove.
“Sai… ti presento Shinachiku!”
“E’ proprio carino… come la sua mamma del resto!”
“E come il suo papà! Non dimenticare che ha un papà estremamente figo!”
“Ed estremamente scemo…”
“Sai!”
Rise di gusto nel vedere alterare così tanto Naruto, nonostante ormai fossero praticamente degli adulti, certi lati del loro carattere proprio non ne volevano sapere di crescere.
“Papà…” Shion, aggrappato ai pantaloni di Sai attirò l’attenzione timidamente su di sé. Naruto capendo, si inginocchiò davanti a lui per mostrargli il bimbo.
“Shion guarda, questo è il tuo fratellino! Si chiama Shinachiku…”
Shion era rimasto a bocca aperta, sbatteva piano le palpebre come se fosse ipnotizzato da quel piccolo fagottino. Allungò una mano esitante, un dito andò a sfiorare la guancia di Shinachiku, scoprendo che la pelle era tiepida. Senza preavviso, Shinachiku aprì la sua manina e afferrò il dito di Shion, stringendolo forte.
Sia Naruto che Sai sorrisero inteneriti a quella vista, Shion continuava a guardare entrambi i papà confuso, ma felice.
“Hai visto? Ti vuole già bene, Shion!” Naruto era così felice che gli stava venendo di nuovo da piangere, ma cercò di trattenersi. Quanto meno per non farsi prendere di nuovo in giro da Sai o, peggio ancora, dalla sua Sakura.
“Mamma, hai visto?”
“Sì… ho visto tesoro…”
“Scusa Sakura, faccio entrare anche tuo padre, va bene?”
“Sì, certo… grazie Shizune-san…”
 
Anche se Sakura era molto stanca, non rifiutò le visite di tutti gli amici che vennero per congratularsi con lei durante la giornata. Era un continuo via e vai dalla sua camera, fra le ultime persone che vennero a trovarla verso sera vi era Hinata.
“E’ un bambino bellissimo, Sakura-san! Congratulazioni per il tuo secondo figlio!”
Sakura stava cullando Shinachiku, l’infermiera di turno le aveva detto che era un pochino agitato e stava svegliando gli altri bimbi della nursery, così glielo aveva portato.
“Non sei al mondo da nemmeno ventiquattro ore e già ti comporti da peste, proprio come il tuo papà!” canzonò divertita Sakura al suo piccino, si era scordata di quanto fosse bella quella sensazione di coccolare un neonato.
“A proposito Sai, ma dove è finito Naruto?”
“Non lo so, ha detto che usciva un momento ma non ho idea di dove sia andato…”
Come a voler rispondere alla sua domanda, un concitato rumore di passi giunse alle orecchie dei presenti. La porta si spalancò di botto, Hinata e Sai sobbalzarono, per poco la giovane non attivava il Byakugan per capire che diavolo fosse quell’ammasso informe colorato che si stava addentrando nella camera.
“Sakura-chaaan! Un regalino per te!”
Nessuno riuscì a dire nulla, accanto a Naruto c’era un pupazzo gigante, doveva essere una specie di coniglio a giudicare dalle orecchie lunghe che picchiavano contro il soffitto. E come se non bastasse, Naruto stringeva anche un enorme mazzo di rose rosse dietro la schiena.
“Per te!”
“M…ma…” Sakura stava assumendo tutte le gradazioni del rosso, Sai era certo di averne contate almeno quattro sfumature diverse in quella manciata di secondi.
“Shannarooo!”
Con una mano riuscì a sfoderare uno dei suoi micidiali pugni, anche se non era molto potente perché non era nel pieno delle sue forze. Dinanzi lo sguardo perplesso di Hinata, Sai cercò di accomodare le cose ma soprattutto di spiegare.
“Sakura non riesce ad esprimersi bene quando è troppo emozionata! La sua forza bruta è l’unica cosa con cui riesce a comunicare con la sua metà!”
“Aha… capisco…”
“Ahi ahi, che male!” Naruto si grattava il viso che era appena stato deturpato, solo in quell’istante si accorse della presenza di Hinata.
“Oh, ciao Hinata non ti avevo vista!”
“Sei il solito buzzurro, Naruto!”
“Nah, Sakura-chan non l’ho fatto apposta a non vederla!”
“E’ difficile non vedere una come Hinata…”
La povera ragazza era diventata bordò, sentirsi dire certe cose non poteva che metterla in estremo imbarazzo, poi se nella stanza c’era anche Naruto era pure peggio.
“Sai!”
“Aha, scusalo Hinata, ma Sai è un po’ scemo a volte!”
“N… non fa niente, Naruto-kun…”
“Non capisco, le ho fatto un complimento… ahi!” La mano di Sakura, sempre pronta e all’erta, era arrivata all’orecchio di Sai. Quale errore avvicinarsi così tanto al suo letto.
“Zitto.” ringhiò Sakura con la sua solita aria autoritaria, ovviamente Sai ben conscio che la donna avrebbe potuto spaccargli qualche osso pur tenendo in precario equilibro il suo figliolo, non fiatò più.
“Umh… io ero venuta anche per chiedervi una cosa…”
“Che cosa, Hinata?”
“Ecco, fra due settimane ci sarà la cerimonia di successione del clan Hyuuga… prenderò ufficialmente il posto di mio padre…”
“Ma è fantastico, Hinata! Congratulazioni!” Naruto, mandando al diavolo i luoghi comuni secondo cui non dovresti mai avere la tua ex e l’attuale fidanzata nella stessa camera, si avventò letteralmente su di lei, abbracciandola con foga.
“G…grazie, Naruto-kun…”
Sai rimase impassibile a osservare la scenetta, poi roteò solo le pupille verso Sakura, fece un passo per allontanarsi dal letto.
“Sei gelosa?”
“Assolutamente no.”
“Ahi ahi, Sakura, il mio braccio!”
Non si era allontanato a sufficienza per sfuggire alla sua presa ferrea, dato che non aveva la forza di saltare giù dal letto e prendere a cazzotti Naruto, si rifaceva con Sai.
Dopo svariate mila congratulazioni da parte di Naruto, la giovane Hyuuga riprese il suo discorso che era stato interrotto.
“Ecco… dato che la cerimonia sarà aperta al pubblico… mi chiedevo se volevate venire ad assistere…”
“Ma sì certo! Ci andiamo, neh Sakura-chan? Sai? Aha, ma possiamo portare anche i bambini?”
“Non ci sono problemi, Naruto-kun!”
“Ok, allora è perfetto!” sentenziò tutto soddisfatto Naruto, anche se aveva deciso tutto lui senza consultarsi con il resto della famiglia.
Però ciò che avrebbe detto Hinata da lì a poc’anzi, avrebbe convinto sia Sakura che Sai ad andare realmente alla famosa cerimonia. Teneva le mani conserte, lunghe e distese davanti a lei. Tutto un tratto alzò lo sguardo verso Naruto, negli occhi color lavanda scintillava una luce di determinazione.
“Naruto-kun io… ho deciso che mi impegnerò al massimo per diventare un buon capo clan! Voglio diventare forte e rispettata come lo era Neji-kun!”
“Hinata…”
“Aha… ecco, insomma… mi piacerebbe riuscirci…”
“Ce la farai…”
“Lo spero…”
“Ce la farai.” La risposta priva di esitazione alcuna da parte di Naruto, fece sorridere di cuore non solo Hinata, ma anche Sakura e Sai.
“Grazie Naruto-kun…”
Nel vederla rispondere senza balbettare o arrossire come faceva sempre, fece intuire a Sakura che Hinata era riuscita a lasciarsi davvero alle spalle Naruto.
“Mi raccomando Hinata, tieni alto il nome degli Hyuuga! E anche di noi Kunoichi!”
“Sì, lo farò Sakura-san!”
 
Fece un profondo inchino salutando tutti e poi uscì, con sua sorpresa si accorse che Kiba la stava aspettando. Lui finse di essere lì per fare visita a Sakura, ma Hinata sapeva bene che era già andato a trovarla in mattinata assieme a Shino e Rock Lee.
“Tutto bene, Hinata?”
“Certo… ora sto bene! Grazie, Kiba-kun!”
Kiba si rasserenò, era stato molto in ansia da quando Naruto aveva lasciato Hinata. Era stato accanto all’amica aiutandola a superare il dolore per la perdita del suo primo grande amore. L’aveva vista triste per lungo tempo, ma ora qualcosa era cambiato in lei. E non era solo il suo portamento più femminile, i capelli fattosi più lunghi e i vestiti che mettevano finalmente in risalto le sue curve. C’era qualcosa di differente nei suoi occhi, sembravano più luminosi, più sicuri. Tutto sommato pensò che l’essere stata lasciata da Naruto non fosse stato proprio totalmente un male, dato che in qualche modo questa sofferenza l’aveva resa più forte. Portandola finalmente a sbocciare come donna e come shinobi al cento per cento, lui meglio di chiunque altro sapeva che ora Hinata era pronta per comandare il clan Hyuuga.
  
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