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Autore: Soleil Jones    03/08/2015    2 recensioni
[Non ci sono pairing, siete liberi di interpretare e pensare ciò che più vi aggrada.]
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Dal testo:
[...] Tutto scaturiva dal fatto che lui e Fred erano indistinguibili.
Dunque forse avrebbe semplicemente dovuto dare una mano alla gente a distinguerlo dal fratello, ma a ben pensarci perché? Perché non potevano essere le persone, con la dovuta determinazione e interesse, a fare un passo verso il mondo dei gemelli? [...]
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Buona lettura,
Soleil
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: George Weasley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Ciò che George non disse mai a Fred

Sembra incredibile, ma anche in un rapporto come quello tra due gemelli possono esserci delle asimmetrie.
È difficile tenersele per sé, perché uno è collegato all’altro da un legame comparabile addirittura alla telepatia, ma nonostante ciò i due sono comunque due persone diverse. E a volte è giusto che si comportino come tali, che abbiano qualcosa a differenziarli o che sia più o meno ignota all’altro: come un segreto.
Fred e George non parlavano molto a parole perché s’intendevano con gli sguardi e con semplici gesti, ma la loro armonia era davvero priva di imperfezioni?
Forse sì, forse no — io non sono nessuno per giudicare, posso solo confidarvi cos’è che George non raccontò mai a Fred.
All’epoca aveva quindici anni, il rosso, e qualcuno che gli piaceva.
Naturale, no? Era pur sempre un ragazzo, stava crescendo ed era normale che provasse attrazione fisica per qualcuno.
Perché solo di quello si trattava – si diceva consapevole – Katie Bell non gli piaceva nel vero senso del termine ed era più piccola di un anno, ma era pur sempre una ragazza.
Una ragazza con delle curve accennate, che giocava con lui e suo fratello a Quidditch e che aveva una palese cotta per lui.
Ragion per cui, senza preoccuparsi più di tanto, un giorno la raggiunse in volo durante un allenamento e le chiese di uscire. Prima naturalmente si premurò di specificarle con chi stesse parlando.
Da tutte le storie che aveva fatto Percy con Penelope Light – a quanto aveva sentito dire – aveva immaginato che come impresa fosse ben peggiore.
«È che Perce è un idiota.» aveva concluso.
L’appuntamento era stato fissato per il prossimo fine settimana a Hogsmeade.
Quella stessa mattina si era alzato prima di Fred e si era vestito in tutta fretta, solo per ficcarsi nuovamente sotto il piumone quando quest’ultimo andò a chiamarlo.
«Cos’hai, non stai bene?» domandò il minore dei due, lasciando perdere i suoi tentativi di tirar fuori il gemello da sotto le coperte. George fece sbucare appena il capo e rispose: «Non tanto.»
«Se vuoi rimango con te.» si offrì dunque Fred. Ma George scosse il capo. 
«Va' con Lee. Io mi alzo con calma, passo dall’infermeria e mi faccio dare qualcosa da Madama Chips. Voi andate avanti.»
Fred corrugò la fronte; normalmente quando si ammalava George era molto più ingestibile. Diceva cose senza senso, si ostinava a non rimanere a letto e voleva – anche se affermava il contrario – che qualcuno gli tenesse compagnia. Preferibilmente il gemello.
Sebbene fosse quindi un po’ titubante e perplesso, Fred annuì e lasciò la stanza con il compagno di Dormitorio dopo avergli detto: «Ti aspetto tu–sai–dove per fare tu–sai–cosa
Non appena George fu sicuro che i due fossero lontani saltò fuori dalle coperte e lasciò anche lui il Dormitorio.
Katie era all’ingresso del castello, tutta imbacuccata e con un sorriso timido dipinto in volto.
«Ciao…» Lo salutò, lasciando in sospeso il saluto; il tono confuso e l’espressione incerta. «…George.»
Il rosso sorrise affabile e annuì. «Avevi appuntamento con George, no?»
«Sì, mi ha — mi hai chiesto di andare insieme a Hogsmeade.» rispose Katie, confusa. «Perché parli in terza persona?»
«Perché io non sono George, sono Fred.» rispose scrollando le spalle il ragazzo, affrettandosi a aggiungere: «Lo so che avevi appuntamento con lui, ma oggi non sta bene. Mi è sembrato un peccato, quindi che ne dici? Per te fa lo stesso se prendo il suo posto?»
«Be’…» La quattordicenne aggrottò la fronte, pensosa ed evidentemente confusa, ma dopo qualche attimo annuì. «Va bene, credo.»
Mentre l’espressione di George rimaneva serena, dentro di lui si fece largo un senso di consapevolezza impossibile da ignorare; sorridendo con nonchalance, esordì allegro: «Bene, riferirò!»
Girò i tacchi e fece per andarsene, quando la voce di Katie lo raggiunse. «Cosa? Ehi, aspetta! Tu… chi dei due…?»
«Ma come, Katie, davvero non lo sai?» fece ironico George, ridendo; non c’era scherno nella sua risata. «Se hai bisogno di entrambi… be’, questo significa che in realtà non hai bisogno di nessuno dei due, non credi?»
La salutò con un cenno della mano, George, e uscì dal castello, mischiandosi alla folla di studenti.
Katie Bell poteva non piacergli nel vero senso della parola, ma era una ragazza e aveva una cotta per lui. E George, be’, lui era un ragazzo che voleva capire.
Mentre avvistava il gemello in lontananza rallentò il passo fino a fermarsi. Fissò per qualche secondo il profilo di Fred, il quale, voltandosi, lo notò e gli sorrise con quel suo fare da mascalzone; George sollevò a sua volta gli angoli della bocca in un sorriso un po’ incerto e riprese a camminare, raggiungendo il gemello.
Quando, un’ora dopo, si sarebbe ritrovato per le vie di Hogsmeade con Lee e Fred, loro non avrebbero notato nulla. In realtà, fu Lee a non accorgersi di niente di strano; Fred, invece, a un certo punto si accostò al gemello e gli chiese come si sentisse.
George, la bocca piena di Api Frizzole, lo guardò con serenità, alzando il pollice. Inghiottì e aggiunse: «Sto bene, la vecchia Poppy non perde mai un colpo!»
Ciò che George non disse mai a Fred fu di essersi fatto passare per lui al fine di capire il suo approccio all’amore. Era giovane, stava crescendo, aveva bisogno di risposte e il suo gemello, senza accorgersene, l’aveva aiutato a ottenerle.
Era stato egoista? Probabile.
Aveva ferito Katie? Forse.
Ne era uscito ferito a sua volta? Relativamente.
Tutto scaturiva dal fatto che lui e Fred erano indistinguibili. 
Dunque forse avrebbe semplicemente dovuto dare una mano alla gente a distinguerlo dal fratello, ma a ben pensarci perché? Perché non potevano essere le persone, con la dovuta determinazione e interesse, a fare un passo verso il mondo dei gemelli?
Il fatto che George stesse bene come George e basta, che non avesse provato una stretta allo stomaco dettata dalla delusione o dalla rabbia ogni volta che vide Katie, non significava che non fosse capace di provare amore.
Perché George amava
Amava Fred, la loro famiglia, l’estate, il Quidditch, i suoi amici, la marmellata di fragole, i colori caldi, le battaglie a palle di neve, le risate e la vita.
Lo stesso giorno in cui George capì di non essere adatto all’amore di quello che c’è in una coppia – e tuttavia di star benone comunque – fu lo stesso in cui, guardando suo fratello, gli augurò con tutto se stesso di trovare qualcuno, un giorno, che avrebbe avuto bisogno di lui e di lui soltanto.
E sarebbe accaduto. 
E quel giorno lui sarebbe stato sempre lì, al suo fianco, come aveva e avrebbe sempre fatto. 
Aveva solo quindici anni, all’epoca, un giorno avrebbe anche potuto volere di più e fare un passo avanti, ma ora come ora, a quindici anni, tutto ciò di cui George aveva bisogno era nelle sue mani.
«Devi solo darle un colpetto e dire ‘Fatto il Misfatto’! E sparirà tutto.»


 


Writer's Corner
Sinceramente non so bene che senso abbia questa fanfiction.
Posso solo dirvi da cosa l'ho tirata fuori: da una relazione finita male (niente di tragico, comunque) e, principalmente, da una scena cui mi è capitato di assistere sul fake e attorno alla quale ruota il nocciolo di questa stessa One-Shot.
In pratica c'erano due gemelli, no? Due gemelli monozigoti che cantano benissimo e a cui, in un commento su Facebook, una ragazza ha scritto: "Sposatemi, non importa chi dei due". Non essendo stata l'unica, mi sono sentita toccata e indignata io per loro.
Mi ha fatto tornare alla mente, allora, due gemelli di un Manga/Anime che non so se qualcuno di voi conosce, ma in cui viene trattato questo argomento, cioé l'impatto che ha l'amore su una coppia di gemelli identici che generalmente vivono diciamo isolati dal mondo.
Focalizzandosi sul punto di vista di un adolescente verrebbe da pensare che, con la venuta delle prime relazioni, la prospettiva che il lui o lei in questione facciano confusione tra il/la fidanzat@ e il/la gemell@ non è il massimo.
Non so se mi spiego, qua c'è tanto da interpretare!
E nulla, abbiamo dunque George (le vicende sono ambientate nel corso del terzo libro, nei momenti antecedenti al passaggio della Mappa del Malandrino. L'ultima battuta di George viene appunto dal libro) e le sue domande. A cui risponde da sé, come avete visto voi stessi, facendo un piccolo scherzo & (al tempo stesso) sottoponendo Katie Bell (una ragazza in teoria cotta di lui) a un test.
Io vorrei precisare che, personalmente, ho sempre visto il nostro rosso come una persona molto spiccia e che vive alla giornata, senza farsi problemi; per cui non voglio buttarla sul drammatico, ma focalizzare la vostra attenzione su un attimo di smarrimento che, giustamente, a quindici anni si può avere.
La mia personale visione di ciò che accade dopo i fatti quassù narrati è quella di George che continua a fare l'idiota (chu, Georgie <3) niente di più e niente di meno come prima.
Detto ciò, ripeto: non ho idea di come io abbia potuto scrivere questa fanfiction, avrei messo anche "nosense", tra i generi, ma vabbé. xD
Oh, che nessuno me ne voglia per avere usato il personaggio di Katie Bell, per favore. Non c'è nulla di personale contro il personaggio della Rowling.
Told that, me ne vado.

State attenti, perché la prossima volta potrei uscirmene con una twincest. xD
*Il mondo si ferma.*
YEP, I'M SERIOUS. 
NOT SIRIUS, BUT SERIOUS.
*Che battutona. Ah, ahh, ah.*


A presto,
Soleil
  
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