Perchè quello? In fondo, come lui stesso aveva detto, ero stato un servo fedele. Almeno alle apparenze. Perchè non graziarmi con un'anatema che uccide. 
Un bagliore verde e tutto sarebbe finito.
Verde come i suoi occhi. Chissà se l'avrei rivista. Chissà se avrei avuto almeno quella consolazione.

Due smeraldi compassionevoli mi fissavano. Era il ragazzo, il suo ragazzo. Inconfondibilmente uguale a suo padre, ma quegli occhi...
Oh che sofferenza averli dovuti guardare per sei lunghi anni con indifferenza e odio. Mi sembrava di odiare lei, l'unica persona che io avessi mai veramente amato. 
E quel ragazzo che per anni avevo bistrattato perchè nonostante gli occhi riportava alla mia mente ricordi oscuri ora eri lì. Era l'unico ad essere lì nel tentativo di allevviare gli ultimi attimi della mia esistenza.
Doveva sapere. Dovevo fargli sapere come stavano le cose, tutte le cose.
Mi sforzai affinchè riuscissi a produrre una lacrima che racchiudesse i ricordi chiave. Che gli chiarisse cosa dovesse fare. Dopo quell'ultimo sforzo il buio.

I suoi occhi mi accompagnano nel trapasso e poco dopo, intorno ad essi, si formò la sua figura. Non più Potter, nè padre nè figlio. Solo lei, in tutto il suo splendore. Circondata da un' aura che la rendeva ancor più bella. Con il volto incorniciato da lingue di fuoco che sembravano smosse dal vento, sebbene non ce ne fosse. Così eterea nella sua tranquillità.
Sporsi le braccia per stringerla, dovevo sentirla lì. E sorprendentemente lei mi strinse. 

- Scusami, Lily. Per tutto. -

Appena un sussurro, che non sapevo neanche se fosse realmente scaturito dalle mie labbra.
Per la prima volta dai miei occhi sgorgarono delle vere lacrime, anche se ormai parlare di occhi, o di corpo fisico in generale, era fuori luogo.
Un sorriso. Poi, sciolto l'abbraccio, le sue dita si intrecciarono alle mie e mi condusse oltre la sofferenza.