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Autore: Niley story    04/08/2015    12 recensioni
-Sono complicata- dice lei lei guardandolo negli occhi-Avremo un amore complicato- risponde lui sorridendo mentre scrolla le spalle. Lei nega col capo -Non è così facile- lui come al solito ha la risposta pronta e il sorriso indelebile -Non mi sono mai piaciute le cose facili. Le cose facili sono noiose-
Ta daaa eccomi qui con una nuova storia di...JORTINI (ma no dai chi se lo aspettava? lol)
Allora il pezzo è tratto da un capitolo ma non chiedetemi quale perché ancora non lo so lol
In questa storia Tini ha 20 anni e ha avuto una vita tutt'altro che facile. Dopo un lungo periodo di assenza deve tornare a Buenos Aires e lì si ritroverà ad affrontare i fantasmi del passato che tanto l'hanno torturata. Poi c'è lui Jorge, il ragazzo solare, simpatico e al 100% playboy...ma quale storia nasconde dietro al suo sorriso? Potrà lui aiutarla a fare i conti con il suo passato e riuscire ad aprire il suo cuore?
...A Jortini story...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Violetta
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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~Sollevo il mento guardandola, non spetta a me parlarle di questa storia. << Non ho niente da dirti. Se vuoi delle spiegazioni credo che tu debba chiederle a Jorge >> dico scrollando le spalle per poi guardare altrove. Sarah è sconvolta. La vedo deglutire e annuire lentamente con il capo << Okay. Come vuoi… >> serra le labbra per poi uscire dalla mia stanza. Affondo nuovamente con la testa sul cuscino, oggi sicuramente non mi sarei mossa di lì. Neanche per andare all’università. A pranzo notai l’assenza di Sarah. Non so dove fosse ma a quanto pare non aveva fame, così aveva detto Jorge. Io e lui siamo gli unici a non proferire parola e di tanto in tanto i nostri sguardi si incrociavano. << Martina, mi aiuteresti a sparecchiare e pulire i piatti per favore? >> le parole di Anahi mi riportarono per qualche secondo sul pianeta terra. << Sì…certo >> mi alzo in piedi, e prendo il mio piatto, quello di mio fratello e poi quello di Jorge. Strofino con forza la pezza sui piatti concentrandomi sullo sporco da togliere. No, non è vero. Sto solo tentando di concentrarmi su qualcosa che non sia Jorge o Sarah ma la verità è che non ci riesco. << Martina! >> sussulto al sentire il tono allarmato con cui Anahi mi sta richiamando. Noto che lei è accanto a me ed ha una mano poggiata sulla mia spalla. << S-sì? >> balbetto guardandola << Tesoro sembri così…frastornata, confusa e…ultimamente sei sempre così pallida. Non vuoi dirmi cosa ti sta succedendo? >> gli occhi lucidi di Anahi dimostrano tutta la sua preoccupazione nei miei confronti. Non so cosa dire me tranquillizzarla. << Anahi tranquilla, sul serio va tutto bene >> << No Martina, conosco quel “va tutto bene” …l’ho visto troppe volte negli occhi di Jorge. Anche recentemente… >>. I brividi lungo la mia schiena fanno sì che mi paralizzi seduta stante. Lascio la spugnetta e il piatto nel lavello e prendo lo straccio per asciugarmi le mani << Scusa Anahi, ho dei compiti da fare e…se non li finisco non riuscirò a prepararmi per l’esame >>. Non le lascio il tempo di rispondere, mi dirigo nella mia stanza e mi metto davvero a studiare…o almeno ci provo. Ho davvero un esame che si avvicina ma come faccio a concentrarmi quando il dolore non mi lascia neanche respirare? Ogni mio sforzo sembra vano, stupido, inutile. Ma la cosa peggiore è che nonostante tutto non vorrei mai cancellare le emozioni che mi ha provare lui, solo lui. Non vorrei e non potrei cancellare ognuno dei suoi baci, ognuna delle sue carezze, delle sue parole…lui c’era sempre, lui c’è sempre stato anche quando cercavo di allontanarlo. Lui era lì, era la mia roccia, il mio pilastro, quello che mi spronava ad andare sempre avanti, ad aprirmi, quello che lottava per me, con me. Come potrei pentirmi di aver amato qualcuno di così importante nella mia vita? Lo odio? Sì, perché lo amo troppo, tanto da far male. Ma ho bisogno di trovare una via d’uscita. Devo farlo per me. Perché me lo merito. D’un tratto sento una musica al pianoforte, una musica dolce e familiare. È per Elisa di Beethoven. Mi alzo in piedi e mi dirigo verso il salone, dove c’è il pianoforte a coda. Noto che sull’uscio della porta ci sono Fran, Diego e Anahi. Mi avvicino anch’io e resto colpita dalla scena che ho davanti. Sarah è seduta al piano a piedi scalzi, con un leggero vestito bianco addosso che le arriva al ginocchio, gli occhi chiusi. Non mi sorprende che Jorge le abbia dato il soprannome di “angel” è quello che sembra, soprattutto in questo momento. Non mi viene un’altra parola per descriverla. Mi volto per andarmene e vedo Jorge dietro di me con le braccia consorte che fissa Sarah al piano. I suoi occhi si posano su di me, scuote il capo guardandomi. Ogni suo sguardo è come una pugnalata al cuore. Odio il fatto che riesca a farmi ancora questo effetto. Chino il capo e vado dritto << Quando troverai il coraggio di parlarmi? Quando impazziremo tutti quanti? >> sussurra quando arrivo al suo fianco. Lo guardo con la coda dell’occhio << Non provarci. Non è colpa mia. Ma tua >> << Sei tu quella che non parla, non vede e non sente >> lui tiene sempre gli occhi puntati su Sarah mentre mi parala sottovoce << Se vuoi parlare con qualcuno, fallo con lei >> dico indicando col capo Sarah seduta al piano. << Lo farò. Almeno lei mi ascolta >>. La voglia di dargli un pugno in faccia in questo momento è molta. << Bene. >> cammino per la mia strada quando sento gli applausi di tutti. Mi volto a guardarli, tutti le fanno i complimenti, lei china il capo e forza un sorriso ringraziandoli. Jorge anche sta applaudendo, quando lei arriva dinnanzi a lui è chiaro che gli dice qualcosa, lei fa un cenno di assenso con il capo e si dirigono verso la stanza di lui. Fran e Diego mi passano di fianco mentre si dirigono verse l’uscita di casa. Anahi mi posa una mano sulla spalla e accenna un sorriso prima di andare in cucina. Mi sforzo di ricambiare il sorriso e poi torno a fissare la porta della stanza di Jorge, è socchiusa. In casa ci siamo solo noi tre e Anahi. Mi avvicino lentamente alla porta. So che non dovrei, ma è più forte di me. Sarah è seduta sul letto in ginocchio col capo chino mentre Jorge è in piedi di fronte a lei. << Jorge, la verità. Parla solo se vuoi dirmi la verità. Altrimenti non farlo >> dice lei sollevando lo sguardo. << Sarah…è difficile >> << Allora fammi provare ad aiutarti. Sei innamorato di qualcun’altra? >> Jorge resta in silenzio per qualche secondo mentre la guarda. Apre la bocca come se volesse dire qualcosa ma poi la richiude e china la sguardo. << Jorge! Rispondimi! Dannazione! >> Sarah si copre il volto con le mani per poi sollevarsi sulle ginocchia e costringere Jorge a guardarla negli occhi << Stammi bene a sentire Jorge. Se durante questo tempo tu ti fossi innamorata di qualcun’altra io lo capirei. Avrebbe perfettamente senso okay? I-io…sono piombata nella tua vita come un…come un fulmine e solo ora mi rendo conto di aver sbagliato. >> << Cosa…no Sarah! Tu hai fatto bene a venire qui, a venire a cercarmi e… >> << No Jorge! No! Io sono stata in coma per tanto tempo, ho lottato contro la morte per la vita. Poi ho perso la memoria e quando l’ho recuperata mi sono lasciata prendere dall’euforia. Io sono rimasta bloccata nel passato per anni ma tu no. Solo che non lo avevo messo in conto perché credevo…credevo che il nostro amore fosse indistruttibile. Fosse qualcosa che va contro il tempo ma…è evidente che mi sbagliavo. Ho creduto ad una favola che non esiste >> << No Sarah! Io ti voglio bene! Davvero! >> dopo aver detto quelle parole Jorge sgrana gli occhi e chiude la bocca. Sarah sorride ma anche da qui riesco a vedere come una lacrima riga il suo viso << Lo so, ti credo >> << Sarah io… >> << No Jorge, non devi dire nulla! Io non capisco perché tu non me lo abbia detto prima. Più e più volte ti ho chiesto spiegazioni, ti ho chiesto di parlarmi, di guardarmi, di dirmi che cosa provi >> << Sono confuso… >> << Sei confuso?! Tu?! Jorge, io sono giorni che cerco di avvicinarmi a te e tu sei freddo e distaccato. Io…io soffro da anni. Prima per i miei genitori che non volevano farci stare insieme, poi l’incidente! Poi il coma, la perdita della memoria, pensi che siano cosa facili da superare?! Pensi che non facciano soffrire?! Vedere facce di persone che dicono di conoscerti da una vita quando tu non hai la più pallida idea di chi siano o di cosa vogliano da te. Pensi che tutto questo sia facile?! Perché non lo è, te lo assicuro. Io avevo perso me stessa Jorge, ed è una cosa orrenda che non augurerei mai a nessuno nemmeno al mio peggior nemico >> il tono dell’angelo dai capelli rossi è tremante, arrabbiato, sofferente. Jorge la guarda quasi spaventato, come se avesse paura di…di ferirla? << Io mi sono rialzata da sola. Ho affrontato una tormenta, no, un uragano da sola. Sai quando ho recuperato la memoria che cos’ho pensato? >> Jorge nega lentamente con il capo per risponderle << Ho pensato, la vita è breve, troppo breve. Voglio vivere sentendo al massimo, senza pensare, voglio seguire il mio cuore e fare tutto quello che mi dice perché domani potrei non avere la possibilità di farlo. E il mio cuore mi ha portato da te ma…forse il tuo non è più mio e io ho bisogno di saperlo capisci?! Devi dirmi se devo andare avanti oppure no! Devo sapere se c’è ancora qualcosa tra noi, qualcosa oltre i ricordi. C’è qualcosa Jorge? Ho bisogno di saperlo, per te, per me, e per…lei…se c’è un’altra lei. C’è Jorge? Dimmelo o impazzirò. >> Sarah scoppia a piangere tornando a sedersi sulle ginocchia, ha il capo chino e copre il volto con le mani. Jorge si avvicina titubante a lei e la stringe tra le sue braccia mentre lei continua a piangere. Questa scena è troppo per me. Mi dirigo nella mia stanza e chiudo la porta gettandomi sul letto. Le parole di Sarah fanno eco nella mia testa. Sicuramente non deve essere stato facile affrontare tutte quelle cose, da sola…mi pento di ciò che le ho detto stamattina. Non posso accusarla perché ha creduto nel suo amore…ma Jorge. Cosa prova lui adesso?! Non riesco più a capire neanche se è sincero o meno. Ha detto che le vuole bene ma bene come?! È quel tipo di bene che voleva anche a me? Quello che poi si è trasformato in amore? Non mi sorprenderebbe se si dovesse innamorare nuovamente di Sarah. Guardandola con lucidità posso dire di ammirare molto il suo coraggio e la sua forza. Non so se io sarei riuscita a superare una situazione come questa con il sorriso sulle labbra. Porto le mani alle tempie. Cosa dovrei fare? Potrei parlarne con le ragazza ma…adesso loro sono sicuramente con Diego e Fran, non mi va di disturbarle. Osservo il telefono…in realtà una via di fuga ci sarebbe. Qualcosa che mi aiuterà davvero ad andare avanti.
Il giorno seguente a colazione sembrava ci fosse più freddezza del solito, oltre me e Jorge anche Sarah fa silenzio fino a quando Fran non decide di coinvolgerla. << Hey Sarah, una domanda. Come hai fatto a trovare Jorge? La forza dell’amore? >>. All’ultima domanda il latte mi fa di traverso ma riesco ad inghiottirlo. << La forza di internet in realtà! Alvaro è molto famoso…così è stato abbastanza facile da rintracciare >> risponde Sarah scrollando le spalle. Finito di fare colazione mi alzo, vorrei che ci fosse un altro modo per arrivare all’università. Andare in macchina con loro sta diventando sempre più snervante. Lodo e Cande cercando di tirarmi su il morale parlando a macchinetta di tutto in pratica. Questo fine settimana avremmo fatto il pigiama party a casa di mia cognata. Il pomeriggio io e le ragazze facciamo un giro al parco e poi andiamo a prenderci un gelato. Al nostro ritorno i ragazzi stavano giocando alla play e Sarah era seduta sul divano a guardarli. Entrate in camera raccontai alle ragazze di quello che era successo il giorno precedente dal momento del pianoforte. << Davvero ti ha detto così?! >> Lodo mi guarda a bocca aperta << Sì! Puoi crederci?! Come se tutto questo fosse colpa mia! >> << Ma in realtà è anche un po’ colpa tua… >> dice Cande e io volto di scatto la testa verso di lei. La mia espressione, un misto tra lo scioccato e il nervoso, dice tutto. << Beh scusa eh ma tu non lo lasci parlare! E cavolo se lui ha provato ad avvicinarsi a te! Tini perché non vuoi sentire quello che ha da dirti?! Qual è il problema?! >> << Cande sei seria?! >> << Sì! Sono estremamente seria. Ti piace soffrire o cosa?! Metti l’orgoglio da parte e affronta questa situazione! Ascoltalo e poi potrai dirgli tutto quello pensi. Capisco che sei ferita ma obbiettivamente, adesso ti stai comportando come una bambina. Anche Jorge sta soffrendo. Te lo assicuro. Non l’ho mai visto in quello stato >>. Sospiro. Okay magari Candelaria ha un po’ di ragione…ma dopo la conversazione con Sarah mi pare si sia sollevato un po’ no?...quell’abbraccio. Forse non me ne sarei dovuta andare, forse avrei dovuto vedere cosa si dicevano…ma non riuscivo a…vederli così vicino. Era come una fitta al cuore. << Vado a prendere da bere >> mi dirigo in cucina, passando per il salone vedo i ragazzi e Sarah seduti sul divano mentre giocano, lei è poggiata col capo sulla spalla di Jorge. Qualsiasi cosa si sono detti ieri deve averli riavvicinati, << Ah! Non ci credo! Ti ho battuto Jorge! Ti rendi conto?! >> esulta Fran, << Jorge non dici niente? >> riconosco la voce di Diego ma non aspetto la risposta. Deglutisco ed entro in cucina, prendo da bere e mi precipito in camera mia, cercando di non guardare ancora la scena in solone, cercando…
Sono le 23:00. Fisso il soffitto dal mio letto. Jorge e Sarah staranno dormendo nella stanza di lui. Stringo le braccia intorno al mio stomaco e mi rannicchio su me stessa. Domani è sabato. Andrò a dormire a casa di Cande. Così almeno domani non sarò costretta a pensare a cosa stia succedendo…in quella stanza. Mi volto nuovamente verso il telefono fisso ma questa volta decido di afferrarlo. Digito il numero e aspetto che mi rispondano. Uno squillo, due squilli…<< Pronto? >> sorrido nel sentire il suono di quella voce << Pronto? Chi parla? >> << Ciao…zia >> sussurro poggiando la schiena alla spalliera del letto. Era mia zia Lucinda. << Martina! Tesoro, come stai? >> << Mm…bene >> << Mmm…questo tono mi dice che stai mentendo. È forse successo qualcosa con quel ragazzo? ...Jorge? >> mia zia era come una seconda madre per me, lei mi chiamava sempre ogni mese o a volte anche ogni due settimane. Lei mi conosce come forse nessuno in questo mondo mi conosce. Deglutisco al suono di quel nome << Hai tempo? >> sussurro chiudendo gli occhi << Per te tutto il tempo del mondo. Aspetta che mi siedo. Raccontami tutto >>.
Le raccontai tutto quello che era successo e anche…della mia idea. Come al solito mia zia mi aveva ascoltato, consigliato e sostenuto. << Rifletti sempre e solo su una cosa tesoro >> << Cosa? >> << Cos’è che vuoi veramente. Pensaci >> << Non sempre possiamo avere quello che vogliamo zia. Alcune cose non possono essere cancellate >> << No, ma possono essere affrontate, possono cambiare. Nulla tornerà come prima ma…se andranno come andranno una ragione ci sarà. E dipenderà dalle tue scelte >> << Lo so. Ora ti lascio, domani ho l’università >> << Okay tesoro, buona notte >> << Notte zia >>. Dopo aver attaccato mi addormentai.
Il giorno seguente dopo le lezioni io e Lodo pranzammo a casa di Cande. Per tutto il giorno restammo appiccicate alla tv a sbavare per Quattro di Divergent e per Jace di Shadowhunters.  La scena in cui Quattro poggia le mani sulla vita di Tris e gli mostra come colpire il sacco mi ricorda quando Jorge mi dava lezioni di kick boxing. Ero indecisa se parlare o meno alle ragazze della conversazione con mia zia. Alla fine decido di lasciar perdere. << Mmm…okay ci sono! Diremo una volta a testa la cosa più imbarazzante che abbiamo fatto nella nostra vita >> suggerisce Cande mentre siamo sedute a cerchio con il pigiama, sul pavimento, a mangiare pop corn e patatine. << Okay! Comincio io! >> dice Lodo << Quando avevo 16 anni andai a fare la spesa, mio padre mi stava aspettando fuori con la macchina. All’uscita c’era un’auto identica alla sua e…per sbaglio entrai in quell’auto >> Lodovica guardò altrove mentre io e Cande ci lanciammo uno sguardo << Beh non mi sembra così tanto imbarazzante >> dico guardandola. Lodovica serra le labbra << I due in macchina si trovavano…in un momento…intimo >> a quelle parole io e Cande sgranammo gli occhi e restammo a bocca aperta per poi scoppiare a ridere come due pazze gettandoci a terra sul pavimento con le lacrime agli occhi. << Beh è stata colpa loro! Insomma! Chiudete a chiave la macchina! >> protesta la mora mentre noi continuiamo a battere. << NESSUNO potrà mai battere questo momento imbarazzante >> dice Candelaria e io annuisco. << Okay! Tini tocca a te >>. Mi fermai a pensarci su…poi decisi << Avevo 8 anni okay? Eravamo a pranzo, tutta la famiglia al completo con i parenti, in Spagna. C’era un uomo che suonava la chitarra lontano da noi. Mio padre disse “vallo a chiamare” io dissi che non sapevo come si chiamasse e lui rispose “Juancito con la guitarrita” e io cominciai ad andargli dietro urlando “Juancito, Juancito con la guitarritaaa vieni qui!” e tutti nel ristorante scoppiarono a ridere >> Lodo e Cande scoppiarono a ridere, la mora mi guardo inarcando un sopracciglio << Credevi davvero che si chiamasse “Juancito con la guitarrita”?! >> << Heyyy avevo 8 anni! Non mi giudicare! E poi il tuo resta il più imbarazzante! >> << Ma è stata colpa loro! Dovevano chiudere la macchina a chiave! >> << Okay! Okay! Calmatevi. Tocca a me >> disse Cande richiamando la nostra attenzione. << Quando ero piccola ero…fissata con la sirenetta okay? >> << Quando eri piccola? Davvero? >> chiede Lodo ironicamente << Okay! Sì, sono sempre stata fissata con la sirenetta. Avevo 6 anni e vidi un granchio rosso. Lo presi in mano e cominciai a cantare la canzone “in fondo al mar” mentre correvo verso l’acqua >> << Cantavi a squarciagola? >> domandò la mora << Sì….richiamai l’attenzione di molte persone okay? E come se non bastasse mi gettai a mai chiamando il granchio Sebastian e ordinandogli di portarmi ad Atlantide…così mi tuffai senza braccioli nonostante non sapessi nuotare. Mai bevuta così tanta acqua salata in tutta la mia vita >> anche alla confessione di Candelaria io e Lodovica scoppiamo a ridere. Continuammo a raccontare degli aneddoti di quando eravamo piccole ridendo e scherzando. Poi Cande tirò fuori il Twister e così iniziammo a giocare. Inutile dire che ci facemmo molto male! Erano più o meno le 2 quando andammo a dormire. All’improvviso il display del mio cellulare si illumina. Lo prendo e noto un messaggio su whatsapp da…Jorge. “Sweety…” immediatamente ne arriva un altro “Ho pensato una cosa”. Rido ironica e gli rispondo “Non mi dire.” “Tu pensi?!” “Da quando?!” scrivo i messaggi uno dietro l’altro. “Ah ah molto spiritosa” “Mi stai facendo diventare isterico come te” “IO NON SONO ISTERICA.” Risponde immediatamente “Aha.” “Comunque ho pensato che magari così potrei parlarti” arricciai il naso. È vero. Mi sta parlando come se niente fosse e io gli sto anche rispondendo. Sono una stupida. Definitivamente. Decido di bloccare il contatto e di spegnere il telefono per poi dormire. Il giorno seguente cercai di evitare Jorge, cosa che i ragazzi mi rendevano molto facile, soprattutto Fran che se lo portava da per tutto. Quando torniamo a casa sentiamo un melodia provenire dal salone. Una melodia molto dolce e nuova. Facile immaginare chi sia. I ragazzi vanno al piano da Sarah mentre io mi dirigo nella mia stanza. Se Sarah è ancora qui…significa che Jorge gli ha detto che pensa ci sia ancora qualcosa tra loro. Dannazione! Devo smetterla di scervellarmi così tanto!
Prendo uno dei miei quaderni dalla borsa, quello dove mi piace scrivere testi delle canzone. Da stamattina mi suona in testa una canzone, o meglio le parole. Il titolo sarà “Lejos de mis dias”. Provo a cantare il ritornello che ho in testa << Lejos estas de mis dias. Ahora que necesito tenerete. Solo un momento. Para respirar, para respirar >> Lontano sei dai miei giorni. Adesso che ho bisogno di averti. Basta un momento. Per respirare, per respirare. Sì, suona bene. Chiudo il quaderno e lo ripongo nel mio comodino. Qualcuno bussa alla mia porta, sono quasi sicura che sia Anahi << Sì? >> chiedo aspettando che si apra, come pensavo la donna dagli occhi verdi apre la porta << Tesoro vieni, è pronto >> << Arrivo >> dico forzando un sorriso. A tavola mentre mangiamo Fran prende la parola…con la bocca piena. Ma si può?! Lo fa sempre. << Hey Jorge indovina chi mi ha chiamato >> << Ehm…non lo so…Cande? >> << Cande mi chiama tutti i giorni…cioè la chiamo io, no insomma. No. >> mio fratello che si impalla da solo. Ha la mia attenzione qualsiasi cosa voglia dire. << Ti ricordi quel locale dove i Dreamers si sono esibiti? >> << Sì e allora? >> << Mi hanno chiamato! Ci vogliono di nuovo! >> << Stai scherzando?! Pensavo che dopo quello che è successo l’ultima volta non volessero vederci neanche in foto >> << E invece ci vogliono lì! >> mio fratello è davvero entusiasta, sono contenta per lui. Questa storia della band lo entusiasma molto. << Inoltre sembra che questa volta ci sarà anche un produttore Jorge! Sai che significa?! >> dice Diego alzando un po’ troppo la voce per l’euforia << Assolutamente! Potremmo incidere un disco! >> << Si!!! Esatto bro! >>. Tutti e tre si alzano da tavola per darsi il cinque. << Potreste…ricordarvi le buone maniere mentre mangiamo? …vorrei evitare disastri, non so se mi spiego >> Anahi indica i vassoi col cibo che hanno traballato quando questi tre trogloditi hanno scosso il tavolo. I tre moschettieri tornano a sedersi, Fran mi guarda << Sorellina ci aiuterai a comporre delle canzoni nuove per lo spettacolo vero? >> il sorriso a trentadue denti di mio fratello mi fa tentennare per la risposta, scrollo le spalle << Credo che Sarah sia migliore di me…o no Jorge? >> dico voltandomi verso quest’ultimo. Jorge ricambia immediatamente il mio sguardo ma lentamente lo abbassa << Io credo che con te sia diverso…cioè. Ognuna di voi è brava a modo suo >> << Sì, lo credo anche io. Infatti contavo sull’aiuto di entrambe >> riprende Francisco. Io continuo a fissare Jorge ancora per qualche secondo prima di riprendere a mangiare, lui fissa il vuoto nel suo piatto. << Io non ho problemi, anzi, mi piacerebbe >> << Fantastico! Sorellina? >> Okay. Come faccio a dire NO a mio fratello in modo carino, gentile e coccoloso? << Okay… >> non posso. << Grande! >>. Sì grande…grande stupida, ecco come mi sento in questo momento.
Ancora un’altra sera passata nel mio letto, a fissare il soffitto prima di dormire, immaginando cosa possa…sussulto quando sento il rumore della porta della mia stanza aprirsi e poi richiudersi << Ma cosa… >> << Shhh…calmati. Sono io >> riconosco la voce di Jorge e mi alzo in piedi << Ma sei impazzito?! Mi hai spaventato! >> << Scusa, non volevo ma era l’unico modo che avevo per parlarti! >> << Esci fuori! >> dico indicando la porta. << No, Sweety, Sweety ti prego. Ascoltami, ti prego. >> posa le mani sulle mie braccia stringendole e ora mi rendo conto che è a dorso nudo. Deglutisco, perché quando fa così mi sento così debole…e stupida. Sentire il nome “Sweety” uscire dalle sue labbra mi manda in confusione. La luce fioca della luna illumina il suo volto e riesco a scorgere una lacrima rigare il suo viso. << Ti prego >>  che sia davvero distrutto quanto me?




*Angolo autrice*
Yeee eccomi qui...è sempre più triste no?...o forse no...tuttavia abbiamo più scene Jortini rispetto ai capitoli precedenti no? Allora...altri giudizi si Sarah/Angel?
Il vostro odio per lei è sempre alle stelle? E Tini? sta reagendo bene oppure no? Mi piacerebbe saper le vostre opinioni...siamo ancora in fase depressiva? Odiate ancora a morte Jorge? E quale sarà l'idea di Martina? Ma soprattutto cosa si saranno detti Jorge e Sarah?
Beh poche persone hanno le risposte a queste domande....................................ma voi le scoprirete presto nei prossimi capitoli. -3.
Alla prossima chicas, un baicio grande a tutte voi e scusatemi se non ho ancora risposto a tutte le  vostre recensioni, ma lo sapete lol lo farò quanto prima ^-^
Noche ❤

 
   
 
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