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Autore: Klowl    04/08/2015    1 recensioni
[Lena/Cem] [Spoiler terza stagione]
Dalla storia:
"Non le era mai successo di trovarsi così empaticamente vicina a lui. Aveva continuato a fissarla, triste, come se volesse comunicargli qualcosa.
Quella volta era riuscita a fargli solo uno dei suoi sorrisetti imbarazzati a mo’ di incoraggiamento, e si era alzata in piedi per andarsene.
Non riuscire a dire qualcosa ad un fratellastro sofferente, proprio lei, figlia della brillante psicologa Doris…una sconfitta.
'Tu…' aveva cominciato a dire lui, facendola fermare sulla porta.
'Tu sei veramente ok' aveva concluso, e per Lena la frase non aveva avuto nessun senso."
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Nel buio della sua camera, distesa nel suo letto, Lena Schneider non poteva fare a meno di ripensare alla sua vita e ai suoi copiosi e recenti fallimenti.

Ne avrebbe fatto volentieri a meno, ma non pensarci, quella notte, era impossibile. Solo poche ore prima si era dovuta  intrufolare di nascosto in casa sua. Tutto questo era successo perché da diversi mesi vagava senza meta (e senza cibo) dopo aver deciso di lasciare il corso di Ingegneria Meccanica all’Università, perdendo così il suo diritto all’affitto e alla mensa.

Decisione di cui ovviamente si era ben guardata di informare Doris.

Ammettere di aver fallito nella sua vita lavorativa era stata una cocente sconfitta, di cui non si sentiva ancora pronta di rendere partecipe sua madre.

Doris era così orgogliosa di quella scelta…Questo rendeva molto difficile dirle tutto, nonostante  lei stessa non facesse altro che dire di essere “una genitrice moderna”, senza giudizi o risentimenti di sorta verso i figli.

Lena si arrovellava il cervello, le sembrava davvero di impazzire per quell’assurda situazione!

Non   aveva spesso dovuto lottare, anche da bambina, contro le sue stramberie? Perché ora sua madre non avrebbe dovuto accettare un suo piccolo e minuscolo errore? Era lei la più giovane tra le due, no?! I ragazzi non hanno diritto di sbagliare?!

Subito la sua mente corse alle mille e una trovate strambe di Doris.

Impossibile dimenticare la più grande…vivere con i turchi.

Da quel momento erano passati tre anni e la sua vita era stata stravolta completamente.

Ancora ricordava il momento in cui le era stata presentata quella bizzarra famiglia.

Quella sera sua madre aveva promesso a lei e a suo fratello di portarli a mangiar cinese, ma arrivati lì, zac…la sorpresa. Tre posti in più.

Ed eccoli, davanti a lei: l’uomo peloso, la suorina islamica e lui…il beduino. E subito dopo si parlava di vivere insieme, sotto lo stesso tetto. Ancor prima che arrivassero i primi piatti.

Lei però era Lena Schneider e non avrebbe mai accettato la sconfitta senza batter ciglio.

Era stata guerra, da subito. Colpi bassi per tutti: questo territorio è mio, qui non dovete starci. Come un grosso gatto rosso Lena marcava il suo territorio.

Il ragazzo le dava le soddisfazioni maggiori. Con quella sua prepotenza e arroganza da maschilista ritardato rimasto all’età della pietra era un bersaglio facile.

Aveva scoperto che  le porzioni di pelle scoperta delle ragazze della sua famiglia acquisita lo infastidivano, in qualità di capobranco beduino che deve preservare la dignità delle sue donne; ovviamente Lena aveva usato questa sua avversione come arma e non si era risparmiata di girare in casa in mutande.

Per irritarlo ancora di più aveva deciso di prendere il sole in costume in giardino, proprio mentre lui lavava il suo scooter.

Quando lui aveva cominciato ad urlare di tornare in casa a coprirsi lei gli aveva attaccato una filippica sulla libertà individuale. Lui l’aveva guardata stranito: “Ma tu parli sempre così tanto?” le aveva chiesto con quel suo tedesco incerto.

“Effetto collaterale dell’intelligenza” aveva risposto lei, saccente, spiazzandolo completamente.

Vittoria.

Il ragazzo però gliel’avrebbe fatta pagare, oh sì…in un modo che lei non si sarebbe mai aspettata.

Tutto era cominciato mentre lei era fidanzata con Axel.

Il beduino aveva cominciato a mostrare dei segni di insofferenza decisamente imperdonabili verso il biondino.

Lena si chiedeva spesso cosa prendesse al turco, ma la risposta era arrivata dallo stesso Axel, un pomeriggio dopo che Cem lo aveva insultato ed aggredito.

Quest’ultimo non aveva avuto la meglio ed era tornato a casa con il naso sanguinante e sebbene Lena odiasse lui e i suoi modi da uomo delle caverne, non aveva potuto fare a meno di entrare in camera sua e assicurarsi che stesse un po’ meglio.

Si era seduta vicino a lui, sul suo letto, con la cautela che userebbe un naturalista vicino ad un animale rabbioso. “Ehi…stai bene?” gli aveva chiesto, poco prima avvicinare un fazzoletto sul suo naso sanguinante.

Quello che aveva visto dopo l’aveva stupita  e molto.

Il ragazzo non gli aveva risposto in nessun modo. Si era limitato a girarsi verso di lei, con uno sguardo terribilmente triste.

Lena era riuscita a vedere i suoi occhi rossi…Le era sembrato assurdo che Cem potesse piangere. Non era contro il regolamento degli uomini primitivi d’onore, mostrare di avere dei sentimenti?

Non le era mai successo di trovarsi così empaticamente vicina a lui. Aveva continuato a fissarla, triste, come se volesse comunicargli qualcosa.

Quella volta era riuscita a fargli solo uno dei suoi sorrisetti imbarazzati a mo’ di incoraggiamento, e si era alzata in piedi per andarsene.

Non riuscire a dire qualcosa ad un fratellastro sofferente, proprio lei, figlia della brillante psicologa Doris…una sconfitta.

“Tu…” aveva cominciato a dire lui, facendola fermare sulla porta.

“Tu sei veramente ok” aveva concluso, e per Lena la frase non aveva avuto nessun senso.

 

Axel però la pensava diversamente.

“Ha detto che sei ok?” le aveva chiesto, dopo che Lena era uscita da quella camera.

“Ehi, gli piaci!” aveva continuato il suo ex, seccato.

Sulle prime Lena aveva pensato che fosse assurdo, ma un minuto dopo aveva cominciato a mettere insieme i pezzi e…Axel aveva ragione. Il beduino si era innamorato di lei.

La situazione era delicata: come fare a farlo desistere? Vivevano insieme, erano costretti a vedersi ogni giorno… come rifiutarlo senza ferirlo?

Contro ogni previsione, il problema non si pose nemmeno: la shampista (così l’aveva soprannominata lui) si innamorò del beduino.

Nel suo letto alle 4 di notte, la Lena più adulta ripercorreva i passi del suo amore: com’era successo? Come si era innamorata di Cem?

Sicuramente aveva, per prima cosa, posto la giusta attenzione sul fisico del ragazzo. Un giorno era entrata furiosa in camera sua con l’urgenza di urlargli contro chissà cosa (non lo ricordava, e poi: era importante?Non facevano che urlarsi addosso da quando si erano conosciuti…) e lo aveva trovato ad allenarsi con i suoi manubri davanti allo specchio, solito hobby altamente intellettuale di Cem, del resto.

Ma neanche quello che lei aveva pensato guardando quel corpo scolpito era poi così intellettuale, ma anzi molto fisico, e si era ritrovata a dover ricordare per mezzo secondo cosa avesse da dirgli.

Rimanere senza parole davanti a Cem? Sconfitta.

Poi aveva cominciato a pensare, non sapeva come né quando né perché, che il fratellastro fosse un tipo veramente ok.

Geniale nella sua semplicità, era riuscito a far sorridere dei bambini con il cancro narrando una sua originalissima versione di Cappuccetto Rosso, durante un progetto della loro scuola. Una storia dove il lupo era innamorato della ragazzina.

Senza neanche pensarci si era ritrovata ad interpretare la protagonista della storia, proprio nel momento in cui il Lupo (Cem) dichiarava il suo amore.

“Che bocca grande hai”

“E per dirti a gran voce che sono innamorato di te” aveva recitato lui, con quella sua parlata da buffo macho straniero, senza rompere il contatto visivo con lei.

Un tuffo al cuore che la fece sentire sconfitta dalla chiarezza dei sentimenti di entrambi: Lena non amava Axel, non voleva allontanare Cem…lei lo ricambiava.

Da quel preciso momento era stato tutto un nascondersi e un rincorrersi costante. Annusare le sue magliette di nascosto in un patetico tentativo di negare l’evidenza, dover poi restare zitta quando i fatti parlavano chiaramente per lei e per il suo sentimento, sconfitta, inerme, cos’altro c’era da fare? Non poteva scappare, era impossibile, le sembrava che l’Universo stesso la spingesse con tutte le sue forze verso le braccia del fratellastro.

Il primo bacio tra lei e Cem era stata un’esplosione di colori, se avesse dovuto dare un’immagine alla parola “passione" avrebbe allegato una foto di quel momento.

La Lena più adulta che aveva cercato di intrufolarsi di soppiatto in casa sua ora pensava a quanto fosse stato difficile il suo amore, calpestato dai vari assurdi malintesi, sconfitto dai suoi stessi gesti avventati: prima l’assurda storia della prima volta, poi la relazione tra Cem e l’altra...quanto Lena avesse sofferto dietro a quel beduino, quel turco, non sapeva neanche dirlo.

Tutte le mattine incontrarlo nel bagno, i primi tempi rabbioso e deluso, poi seccato e indifferente, la faceva morire, lei che era sempre così innamorata, che non poteva far altro che pensare a quanto fosse bello, anche quando la insultava e cercava di evitarla… Era diventata un fantasma, il fantasma di sé stessa, si era ridotta ad indossare le sue mutande, in un patetico e ridicolo tentativo di avere ancora qualcosa di lui addosso.

Avrebbe dovuto odiarlo, odiare lui invece che sé stessa, riconquistare un po’ di amor proprio e dire finalmente “non me ne frega niente, Cem è solo il mio fratellastro, l’ho dimenticato, è storia vecchia, una storia adolescenziale, sai, sembrano tutte così importanti quando sei giovane…”.

Purtroppo per lei non era successo. Non si erano veramente parlati per mesi durante il suo ultimo anno di liceo, i loro dialoghi contemplavano solo il “passami il sale” “esci dal bagno, ho fretta!” e qualche insulto, ma nonostante questo lei non riusciva a smettere di fissarlo imbambolata quando lo incontrava per caso nel corridoio al piano di sopra, non riusciva proprio a cessare di chiedersi cosa stesse facendo, dove andava quando usciva, se a Costa parlasse mai di lei, se dicesse qualcosa, anche di brutto, che fosse almeno sintomo di un’attenzione verso Lena, anche minima…

Il suo orgoglio valeva molto meno dell’amore per Cem e così, prima di partire per l’Università, gli aveva detto, nel corridoio della scuola, durante la festa per i diplomati: “Cem domani parto, questa è la tua ultima occasione per lasciarmi qualcosa di tuo”.

Lui si era alzato in piedi, un po’ brillo, e le aveva donato il suo ultimo bacio, dicendole uno stanco “addio” prima di sparire dalla sua vista.

La mattina dopo era partita, verso un nuovo mondo, con l’illusione che forse, perché no, avrebbe potuto dimenticarlo. Cambiare aria aveva aiutato parecchie persone ferite, perché non lei?

Non era successo. Dopo il suo inatteso e stravagante ritorno a casa, le era bastato rivederlo poche ore prima, mentre entrava ubriaco marcio dalla finestra, per capire che anche se erano passati mesi, e anche se Cem ora si mostrava così, fallito e indisciplinato, non erano mutati i suoi sentimenti verso di lui.

Ubriaco o no, con la barba post adolescenza o no, Cem Öztürk era il suo amore, la sua ossessione, il suo sogno,la sua spina nel fianco e soprattutto una parte di lei che non poteva reprimere.

Poco prima di addormentarsi , stanca degli avvenimenti di quella serata, Lena Schneider dovette fare i conti con sé stessa: vivere con Cem, sotto lo stesso tetto, l’aveva resa pazza; ma vivere senza di lui l’aveva resa anche fallita, privata di quell’ormai innaturale bisogno di sottomettersi, sconfitta, a quell’amore impossibile.

   
 
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