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Autore: Otacon_96    04/08/2015    0 recensioni
-"Cosa ti fà credere che io non abbia colpe?" Rispose al suo interlocutore. "Oh tutti ne abbiamo, chi più chi meno intendiamoci, ma nessuna per cui valga la pena morire qui ed ora"-
Una prigione fisica, prima di un esecuzione, renderà libero un giovane in una notte.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Freddo.. Gelava le sue ossa stanche, doloranti e precarie, passo dopo passo, perdeva sensazione del contatto con la roccia dura ed impietosa, cadeva e si rialzava, nessun dolore poteva valere il suo orgoglio. 
"Ecco la tua cuccia bestiaccia, riposa, domani ci si alza presto, non capita tutti i giorni di morire, oh.. non guardarmi cosi', fosse per me moriresti stanotte" disse con voce melliflua.
Con una risata chiuse le sbarre, le assicurò alla cella e con un ultimo cenno lo salutò "Copriti bene, non sia mai ti dovessi ammalare"
I suoi passi rieccheggiarano per tutta la grotta, gravi e lenti, torturando la mente dell'uomo in cella, stanca, ma malsanamente lucida per un condannato a morte.
L'uomo finalmente si stese su un giaciglio di paglia, accogliendo quel riposo come un balsamo per il corpo e per lo spirito, mentre si massaggiava i polsi gonfi e graffiati dalle catene, evitando di non muoversi troppo per non risvegliare il dolore della ferita alla spalla.
Finalmente i suoi occhi si abituarono al buio e iniziò a capire dove si trovasse. Una singola e stretta apertura sulla parete rocciosa illuminava la cella, disegnando il contorno di una parete vuota e grezza, scavata nella roccia da mani rozze di altri carcerati. Si accorse di una brocca d'acqua accanto a lui, da cui bevve avidamente, ignorando quanto la gola ad ogni sorso gli bruciasse. Infine, quando abbe placato la sete, osservò l'immagine riflessa nell'acqua rimasta. 
Un volto giovane ma duro al contempo stesso, di chi aveva dovuto abbandonare la fanciullezza fin troppo presto, presentava tratti esili e e morbidi, sporcati da cicatrici e ferite. Il viso di chi era nato sul campo di battaglia.
Era sicuro di essere solo in quel luogo squallido, finchè una voce non parlò, facendolo sussultare: "Marcire in una cella l'ultima notte della nostra vita, certo che il fato sà essere crudele a volte.. Già. E per di più, una bellissima notte, non si vedeva una luna rossa dall'ultima Cerimonia del Fuoco, ma si sà, la Figlia della Dea usa tingersi del sangue degli innocenti"
"Cosa ti fà credere che io non abbia colpe?" Rispose al suo interlocutore. "Oh tutti ne abbiamo, chi più chi meno intendiamoci, ma nessuna per cui valga la pena morire qui ed ora" ma prima che potesse controbattere ricominciò a parlare: "Vorrai scusarmi, l'età mi ha reso assai distratto, il mio nome è Hjolhm, sono un uomo delle sabbie.. che decisamente non ha trovato fortuna nelle 3 terre. Ora mi piacerebbe conoscere il tuo, sempre se vuoi dare retta ad un vecchio"
"Mi chiamo Tohk, delle terre del Wolfstahg, dove si usa vedere il volto di chi si conosce il nome" rimbeccò il carcerato, cercando di nascondere il dolore lancinante alla spalla.
"Decisamente impetuoso mio giovane del Wolfstahg, ma hai innegabilmente ragione" Disse l'uomo delle sabbie, protendendosi verso la luce.
La Luna rivelò la testa canuta di un vecchio uomo, dai tratti un tempo forti e decisi, ora addolciti dal tempo. Un sorriso di disegnò sotto la lunga barba bianca, raccolta in treccie secondo la tradizione delle Sabbie. Infine la luce rivelò gli occhi, facendo brillare il buio di verde intenso, degli occhi che tradivano la solennità di quell'uomo, mostrandosi curiosi quanto quelli di un bambino.
"Perchè sei qui? Non credevo le guardie dell'impero cosi' crudeli da condannare a morte un anziano delle Sabbie" Disse Tohk, rompendo il silenzio di quel momento.
"Temo non lo sappiano neanche loro, vedi, dal momento che l'impero ha negato ogni legame con la magia, non può ammettere di avere condannato l'ultimo dell'ordine bianco, ma può comun.."
"Credevo fosse una leggenda l'ordine bianco" lo interrompette il giovane. "Mio impetuoso Tohk, nelle Sabbie si usa lasciare finire il discorso al proprio interlocutore. Comunque, niente vieta all'impero di mandarmi a morte e nessun alto ufficiale si interesserà di chi sono realmente, temo che nella loro ignoranza mi abbiano anch'essi dimenticato, ignoranza che però, mio caro amico, stanotte potrà esserci utile...  [in aggiornamento]              
   
 
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