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Autore: Anown    04/08/2015    2 recensioni
Reon non avendo niente da fare disegna una ragazza e gli viene veramente bene... forse un po' troppo.
I personaggi della storia sono Leia e Reon, dalle omonime canzoni di Luka. La canzone Leia sembrerebbe parlare di un ragazzo che si innamora di un suo dipinto mentre nella seconda sembra che la ragazza del dipinto sia senziente. Io l'ho interpretata come la storia di un disegnatore che si innamora della sua opera ( a quanto pare senziente ) però potrei aver capito male. Forse in realtà la ragazza del dipinto poteva essere veramente esistita e morta e il ragazzo potrebbe non essersi dato pace per la sua morte. Comunque io l'ho interpretata così, non credo sia granché...
Genere: Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Un sasso colpì la finestra così il ragazzo posò la matita e andò a controllare.
"Brr, che freddo..."
-Ehi Reon, vuoi uscire con me e la mia fidanzata? Magari potrebbe portare un'amica!- urlò il ragazzo che aveva tirato il sasso.
-Non mi va, fa troppo freddo.- rispose Reon sospirando.
-Ma come! In estate non vuoi uscire perché fa troppo caldo, ora in inverno no perché fa troppo freddo e in primavera non se ne parla perché c'è il polline. In autunno cosa mi verrai a dire? Che non vuoi uscire perché non sopporti l'odore delle castagne?- si lamentò il ragazzo corpulento.
-Esatto, non sopporto le castagne.- a quel punto il ragazzo corpulento sbiancò.
-Cosa? Come puoi non amare le castagne! Io le adoro a tal punto che potrei erigere un altarino in loro onore.- rispose.
-Quattro parole: sono piene di vermi.- disse il ragazzo mentre l'altro ragazzo cominciò a farsi i conti con le dita.
-Ma se conti il "quattro parole" le parole diventano sei.- rispose ridacchiando pensando di aver detto qualcosa di divertente.
"Brr, che freddo. Oh no! Sto volando viaa."
Il ragazzo si girò di scatto e afferro il foglio prima che cadesse, poi cercando di non fare caso all'amico che continuava a chiamarlo chiuse la finestra e ritornò a disegnare. Teneva in mano un foglio del mezzo, in una pagina c'era il disegno di un alieno, il classico omino verde, nell'altra pagina c'era un disegno incompleto, era lo schizzo di un corpo femminile, il ragazzo terminò di disegnarle i capelli, lisci e molto lunghi poi cominciò a disegnarle gli occhi.
"No, il bastoncino nell'occhio no! Uhm... occhio... Oh, ora ho un occhio!"
L'occhio della ragazza sembrava guardare con curiosità la matita, era la prima cosa che avesse mai visto. Poi terminato l'altro occhio la matita si posò più in basso, un po' sopra il mento, stava per disegnare una bocca. Lo sguardo della ragazza scarabocchio si spostò dalla matita al disegnatore, un ragazzo magrolino dai capelli scuri con un ciuffo un po' troppo lungo che gli copriva un occhio.
-Cos'hai? Sembri perplessa.- disse il ragazzo assumendo anche lui un espressione perplessa -È  per la mia pettinatura? Ti chiedi se vedo bene con un occhio coperto?-
"Come ha fatto a capirlo? Legge nel pensiero?" si chiese il giovane scarabocchio.
-Il tuo faccino è molto grazioso anche con quell'espressione confusa ma credo che un sorriso ti starebbe meglio, posso?- disse il ragazzo sorridendo gentilmente. Prese la gomma e con molta delicatezza la passò sulla bocca della ragazza.
"Che tizio strano mi è capitato... parla con un disegno." Pensò la ragazza ma il sorriso leggero del disegnatore le fece venire voglia di imitarlo così sorrise anche lei.
Finito tutto il disegno il ragazzo contemplò la sua opera per qualche minuto, era venuta veramente bene, aveva un aspetto così rilassato però sembrava anche così debole. Era assurdo ma Reon si chiedeva se fosse il caso di lasciare una così dolce e indifesa ragazzina con un omino verde nella pagina accanto così il ragazzo divise i due fogli e mise il foglio con disegnata la ragazza dentro un raccoglitore. Reon si stava comportando in maniera stranamente protettiva con quel disegno, non gli era mai capitato e poi per quanto gli fosse venuto bene si trattava sempre di un disegno, non di una ragazza vera... forse la ragazza aveva quell'aspetto così fragile proprio perché solo ad una ragazza così Reon si sarebbe potuto avvicinare, lui era davvero molto timido con le ragazze, era anche per questo che non accettava di uscire con il suo amico grassoccio e le amiche della sua fidanzata ma ad una ragazza fragile sarebbe stato molto più facile avvicinarsi. Vedendo lo sguardo triste del ragazzo il disegno cercò di sorridergli per tirarlo su, le era sembrato felice quando lei gli aveva sorriso per la prima volta, il ragazzo ricambiò il suo sorriso forse accorgendosi del  tentativo.
Arrivata l'ora di cena Reon uscì dalla stanza per andare in cucina ma prima che la ragazza scarabocchio potesse sentirsi sola lui rientrò in camera, la prese e la portò con sé.
"Perché mi sta portando in cucina? Vorrà darmi da mangiare? Uhm... ma io posso mangiare?"
Il ragazzo andò dalla madre e fece qualcosa che non aveva più fatto da quando aveva sette anni.
-Ehm... mamma, volevo farti vedere questo disegno...- disse imbarazzato il ragazzo mostrando il foglio, la madre lo guardò un po' sorpresa.
-È  bellissima.- disse e la ragazza sul foglio cominciò a sentirsi in imbarazzo.
"Praticamente mi sta presentando a sua madre… Ehm. P-piacere di conoscerla signora..."
-È  un ritratto della tua ragazza?- chiese ridendo.
-Ehm, veramente no.- spiegò il ragazzo -È  semplicemente un disegno fatto a caso.-
-Beh peccato, sarebbe davvero una ragazza graziosa.- disse la donna.
"G-grazie!" pensò la ragazza, avrebbe voluto dirglielo a voce alta ma nonostante avesse una bocca non poteva utilizzarla, questo la rendeva un po' triste...
-Già, penso che sia il disegno migliore che abbia mai fatto.- dichiarò Reon orgoglioso. Il cuore della ragazza cominciò a battere.
"Ma il mio cuore può battere davvero?" si chiese.
Il ragazzo la posò sul divano e andò a mangiare. Lei era nata solo da un giorno eppure si era già innamorata del suo creatore, del resto per un disegno era normale innamorarsi di chi l’aveva creato.
-Leia… credo sia il nome perfetto per te… Conosci l’inglese?- disse Reon tornato in camera rivolgendosi a lei -Bugia si dice “lie” suona un po’ come Leia, no? - disse con un tono inespressivo, in teoria Leia sarebbe dovuta essere contenta di ricevere un nome però il nome che Reon aveva scelto per lei era così triste… Perché era andata a finire così? Fino ad un attimo prima sembrava andare tutto così bene e lui sembrava così tranquillo.
“Se sei triste non dovresti vendicarti dandomi un brutto nome. Se solo potessi sentirmi capiresti che i sentimenti che provo nei tuoi confronti non sono una bugia…” in realtà quel nome un senso l’aveva, il ragazzo si era innamorato di lei, un disegna fatto da lui stesso, qualcosa di inesistente, falso, effettivamente una bugia.
  
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