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Autore: Hiroyuki    04/08/2015    1 recensioni
L'avatar Korra si è battuta per anni per portare l'equilibrio nel mondo, compiendo grandi imprese di mirabile importanza. Ma anch'ella, alla fine, ha raggiunto il termine del suo cammino, riunendosi con gli spiriti.
Il ciclo dell'avatar, però, non si interrompe ed una nuova incarnazione fa la sua comparsa, per raccogliere la pesante eredità dei suoi predecessori: nato nella nuova Federazione Unita della Terra, creata dopo la guerra con Kuvira, l'avatar Kin si appresta a terminare l'addestramento e cominciare il proprio cammino.
Ma anche l'avatar può cadere, anche l'avatar può essere preda del proprio egoismo... e allora, cosa succede quando colui che dovrebbe portare equilibrio nel mondo, diffonde, invece, il caos?
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jin, Jinora, Korra, Meelo, Nuovo personaggio, Raava
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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Libro 1: Entropia
Capitolo quattro

I giorni seguenti trascorsero in modo molto più sereno, tra esercizi di meditazione ed allenamenti. Molto fu merito di Aliza che, fra l’altro, si rivelò essere anche una buona dominatrice del fuoco. Kin ancora non riusciva ad entrare in contatto con gli spiriti, ma ora si sentiva decisamente più leggero, ed anche la compagnia di Yoshi e di Aliza era molto più sopportabile, anzi, riuscivano a divertirsi tutti e tre insieme.

Di certo non aveva potuto rivelare loro che gran parte del merito derivava dallo spirito di una nomade del vento la cui saggezza andava ben oltre gli anni che mostrava in apparenza, probabilmente sarebbe stato preso per matto, ma era innegabile che Jinora avesse fatto qualcosa in lui, anche solo smuovendogli la coscienza ricordandogli quale fosse il compito dell’avatar.

Yoshi si era allontanato un po’ dal grande albero-spirito per allenarsi nel dominio della terra e lasciare tranqulli gli altri due compagni che svolgevano esercizi di meditazione, quando si accorse che gli spiriti che si aggiravano per quei luoghi e che, normalmente, erano piuttosto placidi, ora sembravano irrequieti; si stavano tutti allontanando da una certa zona, come se stessero fuggendo da qualcosa.

Il ragazzo decise che era meglio andare a controllare e, dirigendosi proprio verso il punto da cui gli spiriti stavano scappando, vide quattro uomini che si aggiravano con fare circospetto. Erano vestiti con abiti poveri e logori, ma sembravano provenire dalla Repubblica della Terra.

«Eccolo, là ce n’è uno!», esclamò uno dei quattro, puntando il proprio dito indice verso Yoshi.

Il ragazzo non attese di scoprire cosa, quegli strani tipi, volessero da lui, anche a causa dei blocchi di pietra che, da perfetti dominatori della terra, gli scagliavano contro. Corse affannosamente e senza voltarsi indietro verso l’albero, ritrovando gli amici che avevano interrotto la meditazione, essendosi accorti dell’arrivo piuttosto agitato di Yoshi.

«Cosa sta succedendo? Perché tanta fretta?», domandò subito Kin, mentre ancora l’amico cercava di recuperare il fiato, tenendo le mani appoggiate alle ginocchia.

«Loro… quelli… stanno arrivando… non so chi…», cercava di spiegare, senza riuscire a formulare frasi di senso compiuto, indicando con l’indice la direzione da dove era giunto.

Subito dopo, entrambi videro un masso dirigersi direttamente verso la nuca di Yoshi.

Aliza si lanciò in avanti, frapponendosi tra la pietra ed il ragazzo, sollevando le braccia con i palmi della mani aperte, da cui emise due fiammate che deviarono la traiettoria del proiettile.

«Ma chi diamine siete voi? Che cosa volete?», esclamò Kin, portandosi accanto agli amici

«Eccolo è lui, l’avatar!», disse uno dei quattro, ignorando totalmente la domanda e preparandosi al combattimento, assieme agli altri tre.

«Voi venite… dalla Repubblica della Terra… perché?», cercò ancora di domandare Yoshi che, nel frattempo, aveva recuperato un po’ di fiato.

Ma, nuovamente, la domanda cadde nel vuoto, sostituita dal rumore di roccia che si staccava dalla terra sotto il dominio dei quattro uomini, per poi essere scagliata contro  gli avversari.

Kin e Yoshi si strinsero accanto ad Aliza, allungano le braccia verso i massi e muovendole poi verso l’esterno, in modo da cambiarne la direzione. La ragazza si lanciò in avanti, emettendo fiammate e costringendo gli attaccanti ad allargarsi per evitare il fuoco.

Kin si allargò verso sinistra compiendo rotazioni delle braccia e del busto e, ad ogni movimento, potenti raffiche d’aria investivano i due uomini che aveva di fronte, costringendoli a proteggersi il volto e ad arretrare. Dal lato destro Yoshi ed Aliza era impegnati in uno sconto uno contro uno: la ragazza tentava di evitare le pietre che l’opponente le scagliava contro e, contemporaneamente, rispondeva con fiammate, mentre Yoshi rispondeva al dominio della terra con il dominio della terra, fermando o deviando i massi che gli venivano lanciati per ritorcerli contro l’attaccante.

Kin era più in difficoltà, dovendo affrontare da solo due avversari, ma poteva contare sul dominio di tutti e quattro gli elementi: i due scagliavano colpi alternativamente, in modo da dargli minor tempo per reagire. L’avatar arretrò fino ad arrivare sul bordo del fiume, quindi compì un movimento ondulatorio con le braccia, sollevando una grande mole d’acqua che investì lateralmente i due avversari, rallentandone i movimenti. Quindi approfittò dell’attimo di smarrimento per saltare in mezzo a loro, roteando il busto per generare un turbine d’aria che li scagliò lontani, separandoli. Non appena toccarono terra, picchiò sul suolo con le mani, in modo da sollevare la pietra attorno ai polsi ed alle caviglie per bloccarli definitivamente.

Yoshi sollevava grossi blocchi di pietra, da usare come scudo per i colpi portati dal nemico, arretrando ogni volta che i massi lanciati impattavano contro la sua protezione. Improvvisamente l’aggressore corse in avanti, sollevando un blocco di pietra sotto il proprio piede per darsi lo slancio e superare la protezione di Yoshi, in modo da attaccarlo alle spalle. Non appena toccò terra sollevò un macigno ma, prima di poterlo scagliare contro il bersaglio, fu investito da una fiammata all’altezza della spalla sinistra che causò un dolore così lancinante da impedirgli di portare a termine l’attacco.

Immediatamente Yoshi ne approfittò per rispondere, colpendo il terreno con il piede destro e sollevando un lungo obelisco di pietra che andò ad impattare contro il mento dell’aggressore, mandandolo lungo disteso a terra. Subito dopo il ragazzo si voltò verso Aliza, da cui era provenuta la fiammata che gli aveva consentito di vincere lo scontro. La ragazza si era distratta per aiutarlo ed ora era in difficoltà: l’avversario le aveva bloccato le caviglie nel terreno, impedendole di muoversi e la stava tempestando di pietre che, faticosamente, riusciva a deviare con il dominio del fuoco.

Yoshi digrignò i denti a quella visione, colpi il terreno con il piede facendo schizzare in aria diversi blocchi di pietra grossi come un pugno, che poi colpì con le mani, lanciandoli verso l’ultimo degli avversari che ancora stava lottando. Le pietre lo colpirono all’addome, facendolo piegare in avanti per il dolore. Subito dopo fu raggiunto da una lingua di fuoco, lanciata da Aliza, che appiccò le fiamme ai suoi  abiti, costringendolo a gettarsi a terra e rotolare per spegnerle.

Yoshi colpì dolcemente il terreno, vicino ai piedi della ragazza, per liberarla dalla morsa di pietra, quindi ai due si affiancò anche Kin e, tutti insieme, avanzarono verso l’uomo che si trovava ancora a terra dopo aver spento le fiamme dagli abiti.

«Ora voi ci direte chi siete e perché ci avete attaccati!», esclamò perentorio l’avatar, che voleva delle risposte.

«Tu... tu sei l’avatar, noi avevamo il compito di catturarti...», esclamò l’uomo, mentre strisciava sulla schiena nel tentativo di arretrare.

«Chi? Chi vi ha ordinato di catturarlo?», lo incalzò Yoshi, ancora ansimante per lo scontro.

«Il nostro capo… lui… noi eravamo in missione… non so quale fossero gli obiettivi...», ma prima che potesse terminare la frase, un blocco di pietra colpì duramente Aliza alla spalla destra facendola cadere  al suolo con  un grido acuto.

L’avversario di Yoshi si era ripreso ed aveva scagliato il colpo per distrarre i due ragazzi che, infatti, si lanciarono a soccorrere l’amica. Approfittando del momento, quello liberò gli altri due compagni, intrappolati da Kin e, assieme all’ultimo di loro che stava venendo interrogato, fuggirono verso il portale.

Kin e Yoshi, non poterono inseguirli, perchè troppo impegnati a soccorrere e medicare Aliza, a cui si era lussata la spalla per la violenza dell’impatto. Le legarono una striscia di stoffa attorno al collo e poggiarono il braccio su di essa, in modo da tenerlo fermo.

«Dobbiamo tornare subito indietro, deve essere accaduto qualcosa», esclamò Kin quando la situazione si fu calmata e le ferite di tutti furono medicate.

«Questi tizi erano della Repubblica della Terra, senza alcun dubbio, e cercavano te», aggiunse Yoshi.  «Sapevano esattamente dove trovarti, quindi devono avere degli informatori, non possono essere di certo dei semplici criminali».

«Quindi non dobbiamo perdere tempo, abbiamo un mistero da risolvere», dichiarò Aliza, rimettendosi in piedi, ancora tutta dolorante.

Kin e Yoshi si guardarono un attimo perplessi. «Non sarebbe meglio aspettare di riprenderci?», domandò l’avatar.

«Stai scherzando?», rispose Aliza, che già si era incamminata verso il portale. «Aspettare che quelli tornino con i rinforzi? Avanti, non fate i pigri».

Yoshi e Kin riempirono rapidamente gli zaini e si incamminarono assieme ad Aliza verso il portale, che raggiunsero in qualche ora, mentre degli aggressori non vi era traccia.

Senza indugiare, lo attraversarono, ritrovandosi nella piazza centrale di Republic City, dove furono immediatamente circondati dalle guardie del Loto Bianco, in evidente apprensione per le loro condizioni, dopo che ebbero raccontato  dell’aggressione subita.

Il Loto Bianco scortò i tre al tempio dell’aria di Republic City e furono condotti in una delle sale più interne, una stanza che lo stesso Kin aveva visto di rado, adibita, solitamente, per le riunioni politiche. All’interno della sala c’era un grande  tavolo rotondo, con una cartina del mondo e, attorno ad esso, oltre ai maestri dell’aria Meelo e Rohan ed al sindaco di Republic City, anche rappresentanti della Nazione del Fuoco, della  Repubblica della Terra e delle Tribù dell’Acqua del nord e del sud.

«Che cosa sta succedendo? Perché tutta questa delegazione?», domandò immediatamente Kin, rivolto ai suoi maestri.

«Per fortuna state bene», esclamò immediatamente Rohan. «Temevamo che avessero cattive intenzioni nei confronti dell’avatar, ma non avremmo mai immaginato che vi avrebbero inseguiti fin nel Regno degli Spiriti».

«Sì, ma… chi sarebbero esattamente?», chiese Yoshi, nel tentativo di avere finalmente una spiegazione chiara.

«Credo che spetti a me, spiegarlo...», l’ambasciatore della Repubblica della Terra, finemente adornato di abiti verdi, si fece avanti, per spiegare finalmente la situazione. «Quando Kuvira unificò l’allora Regno della Terra, divise le nazioni che venivano, via via, annesse secondo logiche politiche. I confini furono ritracciati a seconda delle esigenze del regno. Non si pensò che questo potesse generare problemi, in quanto comunque tutti sottomessi allo stesso potere centrale. In seguito alla sua sconfitta, poi, l’imperatore Wu decise di trasformare il suo dominio in una repubblica di stati federali, ma i singoli stati restarono divisi secondo i confini tracciati da Kuvira». L’ambasciatore restò un attimo in silenzio, per riordinare le idee ed attendere che tutti i presenti metabolizzassero le informazioni fin qui rivelate. «Questa divisione ha sempre creato attriti e dispute fra gli stati confinanti, che rivendicavano diritti sulle parti di territorio sottratte. Il governo ha sempre cercato di mediare e trovare soluzioni pacifiche, ma la situazione è andata degenerando negli anni ed ora siamo sull’orlo di una guerra civile. Si sono formate due grandi fazioni tra gli stati dell’est e dell’ovest che, temiamo, possano scontrarsi a breve».

«Quindi coloro che ci hanno attaccati appartengono ad una di queste due fazioni? Ma perché?», domandò Kin, che aveva ascoltato attentamente tutta la spiegazione.

«Purtroppo c’è dell’altro», rispose il maestro Meelo. «In questa situazione di incertezza si è formata una banda di criminali che si fa chiamare “l’esercito della Terra”, comandata da un certo Daichi, che approfitta della situazione per le proprie scorribande e per derubare i cittadini, facendo ricadere la colpa sulla fazione avversaria. Sono stati loro ad attaccarvi, probabilmente perché temono che l’avatar possa contribuire a risolvere la situazione e, pertanto, rovinare i loro traffici».

«Ma se la Repubblica della Terra si trova in questa situazione non c’è un secondo da perdere», esclamò Yoshi, visibilmente preoccupato per la sua nazione di origine. «Kin, dobbiamo subito andare a parlare con gli esponenti di queste due fazioni e spingerli alla pace. Sono certo che non avrai problemi a gestire questa situazione», aggiunse fiducioso verso l’avatar.

«Io non credo che sia il caso di far esporre Kin così presto. Forse riusciremo a trovare una via diplomatica anche noi...», rispose il maestro Rohan. Ma a Kin brillavano già gli occhi, finalmente si prospettava una missione degna di un avatar, e quale modo migliore di riportare l’equilibrio se non quello di condurre alla pace due fazioni pronte a farsi la guerra?

«Ci penserò io», esclamò l’avatar con una sicurezza che non ammetteva replica. «Questa è un’impresa fatta apposta per me, è il compito per cui sono nato e, fidatevi, riuscirò a sistemare le cose».
   
 
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