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Autore: Classicboy    04/08/2015    4 recensioni
Pottertalia!AU
DenNor con acenni SuFin
Slytherin!Norvegia, Gryffindor!Danimarca, Hufflepuff!Finlandia, Ravenclaw!Svezia
Lukas Bondevik è un gelido Serpeverde, Mathias Kohler è un solare Grifondoro. Per uno scherzo del destino noto come Tino questi due mondi finiranno per collidere e scoprire la vera magia di questo mondo.
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Danimarca, Finlandia/ Tino Väinämöinen, Norvegia, Svezia/Berwald Oxenstierna
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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DI CARAMELLE A FORMA DI CONIGLIO E GRIFONDORO IRRITANTI

 

 

Le porte delle classi si aprirono riversando un'esausta studentesca per i corridoi di quella che era la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts e segnando così la fine di un'ora di lezione e l'inizio di un'altra.

I ragazzi delle varie case si mescolarono tra loro in gruppetti o a coppie. E, tra chi era felice perché stava per incominciare una lezione a cui teneva particolarmente e chi invece si lamentava per la mole di compiti appena assegnata, si intravedeva la figura solitaria di un ragazzo del quarto anno, lo zaino in spalla e il volto privo di qualunque espressione, al punto da poter essere paragonato a quello di una bambola di porcellana, associazione dovuta anche all'incredibile pallore della pelle. Il sole autunnale entrò da una feritoia e illuminò il fermaglio a forma di croce tra i capelli e la cravatta che lo identificava come un Serpeverde.

La sua mente già vagava all'ora seguente, quando venne riportato bruscamente alla realtà da una voce particolarmente stridula e ad alto volume che cercava di attirare la sua attenzione: “Lukas! Ehi Lukas! Lukas! Lukas!”

Si voltò irritato assieme a metà degli studenti del corridoio, solo per vedere un ragazzo che gli correva incontro. Notò subito i capelli biondi sparati in aria, così come il sorriso luminoso e neanche tanto intelligente. Lo zaino a tracolla con i vari libri sbatacchiava alle sue spalle sventolando assieme alla cravatta rosso-oro.

All'istante una voce irata lo fermò: “Signor Kohler! Non le avevo detto che non si corre per i corridoi della scuola?!”

Il biondo si voltò leggermente spaventato vedendo un ragazzo, un prefetto del sesto anno, che lo guardava colmo di sdegno e disappunto.

“Ehm, ecco... Io...” provò a salvarsi il ragazzo “Mi dispiace di aver corso, solo volevo restituire al mio amico il libro che aveva dimenticato prima che ricominciassero le lezioni”

Il volto del ragazzo si fece un po' più sereno e comprensivo: “E va bene. Visto che era per una nobile causa, per stavolta passi. Ma mi raccomando!”

Il Grifondoro annuì prima di raggiungerlo. Gli fece un sorriso a trentadue denti per poi frugare nello zaino e porgergli il libro di Pozioni, lezione che Grifondoro e Serpeverde avevano sempre assieme: “Te lo sei dimenticato. È tutto il giorno che provo a trovarti per restituirtelo”

Lukas gli lanciò uno sguardo di ghiaccio prima di rispondere con un gelido: “Grazie, Mathias” e prendere il libro. A qualcuno dei ragazzi lì intorno, curiosi di vedere come si evolveva la scena, quella parve un'azione da maleducati, ma il Serpeverde norvegese si era anche comportato in maniera più gentile del solito, non specificando con un commento acido il fatto di averlo dimenticato proprio perché era uscito in tutta fretta per non stare altro tempo accanto a quell'irritante danese Griffondoro.

Girò i tacchi e se ne andò in classe sotto lo sguardo amareggiato dell'altro.

E così, pensò ancora fermo in mezzo al percorso, non era riuscito di nuovo a chiedergli di andare ad Hogsmade insieme, ma non per questo si sarebbe arreso. Del resto: era o non era il re del nord?

 

Lukas se ne stava seduto nella classe di Difesa contro le arti oscure e aspettava annoiato l'arrivo del professore, anche se chiunque lo avesse guardato avrebbe notato solo il solito norvegese con la solita faccia apatica.

Qualcuno gli si avvicinò. Il giovane alzò leggermente lo sguardo e vide un ragazzino dai capelli biondi e l'espressione gentile che gli sorrideva mentre prendeva posto accanto a lui. La cravatta Tassorosso svettava sul magro petto.

“Moi moi, Lukas” lo salutò allegro il ragazzo.

Lui rispose con un “Tino”

Non era insolito che i due si sedessero vicini durante le ore in comune tra i verde-argento e i nero-gialli, del resto il finlandese Tino Vanamoinein era uno dei pochi membri al di fuori della casa che avessero mai legato col gelido norvegese.

Il giovane, sempre sorridendo, si agitò leggermente sulla sedia: “Senti, Lukas...”

“Sì?” domandò il ragazzo. Non c'erano problemi a incominciare una discussione prima dell'inizio di Difesa contro le arti oscure, visto che il professor Vargas ci metteva sempre secoli ad arrivare.

“Ecco, so che sembra strano, e forse quello che ti sto per chiedere è un po' da egoisti, ma... non è che mi faresti un favore?”

Il biondo alzò in maniera impercettibile il sopracciglio: “Ti servono dei compiti o roba del genere?”

Anche se non sembrava, era stupito: l'amico non era tipo da copiare; preferiva sempre affidarsi solo alle proprie forze, come era nello spirito della sua casa.

Questi infatti sgranò gli occhi: “Ma no, che vai a pensare! Sai come sono fatto... No, il favore che ti voglio chiedere è di tutt'altra natura, ed è più sul... personale”

Il norvegese tornò ad osservare un punto imprecisato dell'orizzonte: “Prego, parla pure”

Il ragazzo si agitò ancora di più: “Ecco... Tu conosci Berwald Oxenstierna?”

“Corvonero, alto, biondo, fisico d'armadio, espressione da killer seriale che farebbe scappare un intero gruppo di terroristi, parlata in monosillabi e in maniera incomprensibile e passione maniacale per tutto ciò che riguarda l'Ikea?”

“Sì!”

Alzò le spalle: “Ci siamo incrociati un paio di volte”

“Bene. Allora vado al punto: devi sapere che da quest'anno noi e Corvonero frequentiamo assieme Astronomia ed io e lui siamo finiti spesso a lavorare assieme. Inizialmente non ne ero molto entusiasta, soprattutto per quella sua espressione sempre così corrucciata e paurosa, però presto ho scoperto che ha dentro di sé un lato dolce e simpatico. Ma sto divagando, fatto sta che durante la pausa pranzo mi si è avvicinato e mi ha chiesto se alla prossima uscita mi andasse di andare a Hogsmade con lui!”

“Complimenti, ora hai un appuntamento. Mi raccomando: voglio esserci quando annuncerete al mondo di esservi fidanzati” disse sarcastico Lukas, stanco della parlantina a macchinetta che aveva assunto il finnico.

Questo arrossì fino alla punta delle orecchie: “Ma che vai dicendo?! Ti sei preparato uno stupefacente a pozioni o che?!”

Il norvegese lo fissò dando segno di non capire: alcune espressioni di una persona nata da famiglia completamente babbana come il Tassorosso suonavano come gli enigmi della sfinge alle orecchie di uno che discendeva da una lunga stirpe di purosangue come lui.

“Lascia stare” liquido Tino con un cenno della mano “Comunque, preso alla sprovvista e convinto del fatto di non voler passare un intera giornata con lui...”

“Mi pareva che avessi detto che ti stava simpatico”

“Guarda: ti dico solo che da un paio di giorni a questa parte ha preso a chiamarmi 'moglie', va bene? Fatto sta, che, preso alla sprovvista, gli ho chiesto se per caso potevo portare con me anche un amico. Lui inizialmente pareva piuttosto contrariato all'idea, ma del resto le sue espressioni chi le capisce?, però alla fine ha accettato”

“Sento di conoscere già la risposta ma te lo chiedo comunque perché oggi ho voglia di farmi male: che centro in tutto questo io?”

Lo prese per il braccio e lo guardò supplicante: “Ti prego, Lukas Bondevik, alla prossima uscita a Hogsmade vieni con me!”

“No” rispose lapidario lui con voce atona e staccando il braccio.

“Andiamo!” continuò a supplicarlo l'altro.

“Ti ho detto di no, e poi non potresti chiedere a qualche altro tuo amico Tassorosso di venire con te?”

“Ci ho già provato, ma: Feliks è terrorizzato dagli sconosciuti, Romano mi ha riso in faccia quando gli ho raccontato il tutto per poi dirmi di no, Katyusha mi ha detto che non può e Feliciano ha detto che gli dispiaceva ma che aveva già un appuntamento con quei suoi due amici Serpeverde e Corvonero, Ludwig e Kiku. Sei la mia ultima possibilità Lukas, ti prego!”

Il norvegese desiderò ardentemente che il professore entrasse al più presto per far smettere il petulante amico.

Questi nel frattempo continuava: “Oh, ma non sono certo venuto a mani vuote! Se vuoi ti offro del Salmiakki cucinato da me o...”

“No!” urlò perdendo per un attimo il suo contegno. Il solo pensiero della sua pessima cucina che rivaleggiava solo con quella del suo compagno di stanza Arthur lo mandava nel panico più assoluto “No grazie, non ce n'è bisogno” concluse ritrovando la sua solita calma.

“Allora se vuoi posso darti ripetizioni in qualche materia. Sono bravo in Cura delle Creature Magiche!”

“Nell'ultimo test ho preso il massimo dei voti”

“Difesa contro le arti oscure?”

“Migliore dell'anno”

“Pozioni! Tutti hanno bisogno di aiuto per Pozioni!”

“L'ultima lezione il professor Beilschmidt si è congratulato con me, e sottolineo professor Beilschmidt”

Il ragazzo prese a masticare nervosamente la punta della penna d'aquila. Quali altre materie c'erano in cui potesse effettivamente dare ripetizioni? Incantesimi la sola idea lo faceva ridere, Divinazione chi ci capiva qualcosa era bravo, Trasfigurazione Lukas lo batteva abbondantemente, allora che restava?

Si illuminò: “Erbologia! Ti aiuterò con Erbologia!”

L'espressione dell'altro mutò impercettibilmente. Effettivamente aveva un po' di problemi a seguire Erbologia, ma prima di accettare si assicurò che il gioco valesse la candela: “Come ti è andata l'ultima verifica?”

Tino sorrise raggiante, sapendo di avere ormai la vittoria in pugno: “Terzo migliore della classe!”

Lukas sospirò: “E va bene: io ti accompagno e faccio da terzo incomodo tra te e lo svedese, e tu in cambio mi dai ripetizioni di Erbologia. Affare fatto?” e porse la mano.

“Affare fatto!” esclamò il finnico stringendola tutto contento.

In quel momento arrivò finalmente il professor Vargas scusandosi dicendo qualcosa riguardo un incontro tra sé e il professore di Pozioni e la lezione potè incominciare.

 

Lukas uscì con calma dalla sala comune e salì su per le scale per andare nell'atrio.

Alla fine il giorno della gita ad Hogsmade era arrivato e il ragazzo aveva già avuto modo di pentirsi circa quindici volte da quando aveva accettato di fare da terzo incomodo all'appuntamento (perché per quanto il finnico cercasse di negarlo, quello con Berwald era palesemente un appuntamento!) di Tino.

Arrivò all'ingresso e trovò subito la fonte dei suoi guai, il quale gli sorrise dolcemente.

“Eccomi qui” disse con tono piatto il norvegese “E il tuo fidanzato?”

“Non è il mio fidanzato” borbottò Tino imbarazzato e rosso come un peperone, reazione dovuta in parte al fatto che aveva già subito frecciatine del genere da più o meno tutto il resto della scuola “Comunque lui ci aspetta già giù al villaggio, ah e un altra cosa...”

“Sì?” lo fisso mentre dentro di lui suonava una campanella d'allarme. Il modo in cui si stava agitando, gli occhi sfuggenti e il sorriso che sembrava chiedere un imbarazzato scusa non erano affatto un buon segno.

“Ecco, un paio di giorni dopo Berwald mi è venuto di nuovo a cercare e mi ha chiesto se per caso poteva unirsi a noi anche un suo amico un po' depresso per problemi personali e che non si sentiva di lasciare da solo e io gli ho detto che andava bene”

Lo fissò con sguardo glaciale al punto che il finnico si stupì di non essere già morto assiderato: “E quando avevi intenzione di dirmelo?” per quanto calma la voce celava una nota pericolosa, come la superficie di un lago ghiacciato che si sta per spezzare. Del resto era come se avesse accettato di prendere parte ad un doppio appuntamento.

Tino si chinò nello sconforto: “Scusascusascusascusa, il fatto è che temevo che se te lo avessi detto prima tu mi avresti lasciato in balia di quel... coso, e io non volevo!”

“E cosa ti fa pensare che non lo farò ora?” chiese irritato il norvegese.

Tino sorrise in maniera diabolica: “Il fatto che ormai siamo ai margini della città e tornare indietro, secondo la tua mentalità, sarebbe solo uno spreco di tempo”

Con aria leggermente sorpresa il biondo constatò che l'altro aveva ragione: ormai erano ai confini di Hogsmade. Lo guardò con astio: quel nano diabolico lo aveva fatto parlare così da farlo distrarre e in tal modo poterlo portare fino a lì senza che lui se ne rendesse conto.

“Ti odio” gli sussurrò mentre Tino gongolava al suo fianco.

“Oh, andiamo. Vedrai che non sarà così male. Magari anche l'amico che si porta dietro è simpatico”

Lui alzò le spalle recuperando in un attimo tutta la sua calma.

“Oh, ecco Berwald!” e i due si avvicinarono all'omone.

“Ciao Ber!” esclamò allegro Tino “Lui è Lukas, l'amico di cui ti avevo parlato. Va al quarto anno come noi”

“Pi'c're” disse lo svedese con aria truce porgendo la mano.

Lukas la strinse riluttante: “Già, piacere... A proposito, il tuo amico dov'è?” domando un po' curioso il norvegese. Chissà chi era tanto coraggioso da riuscire a fare amicizia con un tipo con un'espressione paurosa come quella?

L'occhialuto indicò la taverna dietro di lui con un cenno della testa: “B'gno”

“Ah, allora lo aspetteremo!” nello stesso momento in cui il finnico finiva la frase si sentì un rumore di vetri rotti seguiti da degli “scusa” e delle risate a volume innaturalmente alto.

“N'n c'è pr'bl'ma. È qui”

Lukas incominciò a tremare impercettibilmente << No, non è possibile che io sia così sfortunato. Stai calmo. Non può essere la sua voce. Ci saranno sicuramente moltissime altre persone con una risata che riesce a sfondare il muro del suono, vero? Vero? >>

In quel momento la porta si aprì.

“Ehi, Sve! Scusa il ritardo! Oh, ma siete già...!” la voce si interruppe non appena lo vide e il norvegese si gelò sul posto mentre quell'irritante Grifondoro si apriva in un sorriso luminoso e lo stritolava in un abbraccio urlando “Lukas!”

Mentalmente maledì Tino per aver fatto invaghire di sé un amico di Mathias Kohler.

 

Lukas sospirò per la terza volta nel giro di dieci minuti e mandò giù un altro sorso di Burrobirra. Dopo aver posato il boccale guardò ancora una volta il suo tavolo. Ai lati uno davanti all'altro erano posizionati Berwald e Mathias, col primo che continuava a spostare la sua sedia sempre più vicino a Tino e il secondo che continuava a ridere e a parlare bevendo contemporaneamente dal bicchiere. Di fronte a lui se ne stava il finnico che di tanto in tanto rideva alle battute del danese o si allontanava quando la distanza tra sé ed il suo stalker diventava, a suo dire, preoccupante.

Mathias si voltò verso di lui sorridente: “Sono proprio felice di averti incontrato Lukas. Finora non siamo mai riusciti a parlare tra di noi al di fuori delle lezioni e la cosa mi rendeva triste. Sve, continuerò a ringraziarti per tutto il resto della vita per avermi invitato. Certo che è stata proprio una bella coincidenza che i due amici fossimo noi, eh Lukas?!”

Ma sapeva prendere fiato tra una frase e l'altra? Probabilmente sopperiva al problema non mandando ossigeno al cervello, e da qui il norvegese si spiegava finalmente il perché della sua stupidità.

Ora parliamoci chiaro: non è che a Lukas Bondevik il Grifondoro che rispondeva al nome di Mathias Kohler stesse antipatico, lui semplicemente lo odiava! Non sapeva il perché, non sapeva se era per quella sua aria perennemente allegra, per gli occhi che scintillavano come pietre preziose, per il fisico muscoloso che gli aveva assicurato un posto come battitore nella squadra di Quidditch, per il sorriso che pareva luminoso come le stelle in cielo o per la dolcezza con la quale chiamava il suo nome, fatto sta che da un giorno all'altro si era ritrovato a provare per quell'irritante danese uno strano sentimento che aveva subito dato per scontato essere odio.

“Ad ogni modo” disse il nordico con la croce tra i capelli che voleva far tacere per almeno una decina di secondi la bocca del biondo e che in parte voleva rendere quella giornata almeno un po' produttiva “Come siete diventati amici voi due? Sempre se posso chiedere”

Il sorriso di Mathias divenne nostalgico, mentre anche Berwald spostava la sua attenzione da Tino, che da quando aveva incontrato continuava a chiamare in maniera inquietante “moglie”, per concentrarsi su di lui.

Fu il danese a parlare: “Io e Sverige ci conosciamo da prima di andare a Hogwarts. Da piccoli abitavamo nello stesso quartiere. Inizialmente le cose tra di noi non erano rosa e fiori”

“C' p'stav'mo ogn' v'lta che ne avev'mo la poss'blità” borbottò lo svedese con un leggero sorriso.

Mathias rise: “Già, mi ricordo ancora quella volta che, presi dalla foga del combattimento, rotolammo giù dal pendio. Quattro punti sulla coscia. A dire il vero non so a cosa fosse dovuto questo nostro odio reciproco, ma alla fine, tra un cazzotto e una risata, finimmo per diventare grandi amici e quando sapemmo che a entrambi era arrivata la lettera di ammissione ad Hogwarts facemmo i salti di gioia”

I due si sorrisero. Lukas dopo aver sentito il racconto sentì una strana sensazione di calore alla bocca dello stomaco e rituffò il viso nel liquido ambrato della Burrobirra per far sì che gli altri non notassero l'insolito rossore che colorava le sue guance solitamente candide come la neve. Perché si era sentito così? Nel sapere dell'intimità che c'era tra Berwald e Mathias per un attimo si era sentito quasi... geloso, possibile? Ma no! Lui era il principe di ghiaccio, lui era il Serpeverde senza emozioni, lui era Lukas Bondevik! Non poteva essersi preso una cotta per quel Grifondoro!

 

Dopo aver finito le bibite e aver pagato, il quartetto si diresse verso il negozio di dolci. Non appena entrarono il dolce profumo di prelibatezze magiche investì le loro narici e li fece venire l'acquolina in bocca.

Non seppe quanto rimasero lì, indecisi su cosa comprare o provando le offerte, fatto sta che ad un certo punto Lukas si trovò solo a vagare per il negozio.

Ed era cercando i suoi amici che le vide, e fu amore a prima vista: in un contenitore erano piazzate delle caramelle rosa a forma di piccoli coniglietti! Senza rendersene conto ci fu davanti e provò il desiderio ardente di comprarle.

“Ohi, Lukas!” lo chiamò la voce di Mathias “Finalmente ti ho trovato!”

L'altro non diede segno di averlo visto, nemmeno quando questi gli fu accanto, preso com'era dal contemplare quelle delizie gommose.

“Oh, ti piacciono?” gli chiese in quel momento una commessa avvicinandosi, vedendo com'era assorto “Sono arrivate da poco: il loro nome è 'Orecchie di coniglio'. Solitamente sono alla fragola, ma di tanto in tanto tra di esse ne è piazzata una al gusto di carota. Non appena questo ti entra in bocca, ti ritrovi con due lunghe orecchie grigie, da cui il nome! Ovviamente l'incantesimo è temporaneo e dura per cinque minuti soltanto prima di svanire”

Mathias fissò prima le caramelle, poi il Serpeverde. Dopodiché prese fuori dalla tasca una manciata di monete e le porse alla ragazza: “Ce ne dia un sacchetto per favore!” disse con un sorriso luminoso.

A sentire quelle parole, finalmente Lukas riprese conoscenza e lo guardò con un'espressione che doveva essere quella sbalordita, anche se non si capiva granché: “Come hai detto scusa?”

L'altro scrollò le spalle: “Le ho chiesto di darci un sacchetto”

“Nel senso che hai intenzione di mangiarle? Noi due assieme?” il suo io interiore era in subbuglio.

“Certo. Mangiare da soli è brutto, è sempre meglio farlo in compagnia soprattutto se si è tra amici. E poi è la volta buona che lasciamo da soli i due piccioncini” gli sorrise “Allora, ci stai?”

Lukas ci pensò su per un po' e alla fine acconsentì, ripetendosi in continuazione che lo faceva solo per vendicarsi di Tino.

Uscirono dal negozio per poi dirigersi verso la foresta ai margini della città. Si sedettero su di un masso e presero a masticare le caramelle. Non appena ne ebbe messa una in bocca il Serpeverde si sentì sciogliere. Aveva visto giusto: quel dolciume era il cibo degli dei.

Continuarono a sgranocchiare in silenzio, fino a che non fu Mathias a parlare: “Senti, è da un po' che te lo volevo chiedere, ma perché hai uno strano accento?”

Lukas guardò il suo viso. Ma stava scherzando? Nessuno poteva essere così stupido! Vedendo che però l'altro aspettava con trepidazione la risposta sospirò esasperato: “La mia famiglia ha origini norvegesi. Sono nato e cresciuto lì”

Il danese si esibì in un irritante fischio di stupore: “Non lo sapevo. Allora da oggi ti chiamerò Norge!”

Lui lo fissò con sguardo glaciale: “No”

Mathias non sembrò accorgersi del tono perentorio che stava usando l'altro perché continuò sempre sorridendo: “Oh, andiamo: perché no? È perfetto!”

“Ti ho detto di no” e prese un'altra caramella. Ma nel momento stesso in cui la mise in bocca sentì qualcosa di strano. Quella non era fragola! No, quello era più sapore di...

“Ahahahahah, ne hai beccata una alle carote!” rise a più non posso Mathias tenendosi la pancia e indicando la testa dell'altro. Il norvegese si portò le mani alle orecchie e sentì che il peggio era accaduto: dalla sua testa ora spuntavano due soffici e lunghe protuberanze grigie da coniglio.

L'altro nordico riprese fiato: “Beh, se non altro ti stanno bene”

Lukas era ancora sotto shock.

“Sono proprio carine sai” continuò il danese “Le voglio anch'io!” e prese a frugare nel sacchetto alla ricerca di una caramella che si distinguesse in qualche modo dalle altre.

Lukas si riscosse e ne approfittò per lanciare una delle sue frecciatine: “La commessa ha detto che ce ne è solo una ogni tanto. Non è neanche detto che ce ne siano altre nel sacchetto da noi comprato”

“Uffa!” si lamentò il Grifondoro mettendo su il broncio. Poi si illuminò “Facciamo una scommessa!” urlò in direzione del compagno di scuola.

Questi alzò un sopracciglio.

L'altro continuò con un sorriso: “Se io riesco ad avere le orecchie da coniglio entro cinque minuti con una caramella, tu mi permetti di chiamarti Norge!”

Il Serpeverde sorrise trionfante: era una scommessa vinta in partenza!

“Ok, ci sto! Ma tu non puoi strafogarti di caramelle!”

L'altro annuì: “Non ti preoccupare, ho già una strategia”

“E quale sarebbe?”

Prima che se ne rendesse conto, il volto di Mathias si ritrovò a pochi centimetri dal suo mentre la sua mano gli afferrava con delicatezza il mento. Neanche a dirlo, Lukas perse completamente la capacità di ragionare a quel contatto così ravvicinato.

“Questa, è la mia strategia” mormorò malizioso il rosso-oro dando un lieve bacio alle labbra dell'altro. Senza neanche rendersene conto, dopo un paio di secondi i due stavano limonando di brutto.

Quando si staccarono Mathias gli sorrise mentre tra i denti faceva capolino una figurina rosa tutta smangiucchiata.

“Ho vinto, Norge” gongolò, mentre sulla sua testa spuntavano due orecchie da coniglio e l'altro lo guardava con un'espressione di stupore e ammirazione. Quindi tutto il bacio era finalizzato per sottrargli la caramella? Il norvegese dovette ammettere che era più scaltro di quanto desse a vedere. Si ripromise di non sottovalutarlo più in futuro.

Però in parte si sentiva deluso e amareggiato e diede voce ai suoi pensieri: “Quindi il bacio era solo un pretesto per aver la caramella e vincere la sfida?”

Il Griffondoro guardò altrove imbarazzato prima di rispondere con un sussurro: “A dire il vero... è il contrario”

Il verde-argento impallidì nel sentire la frase: “Mi stai dicendo che tu...”

Lui annuì.

Lukas deglutì: “E da quanto hai una cotta per me?”

“Da due anni. Per essere precisi da quando ci hanno messi in coppia per quella ricerca di Pozioni al secondo anno. Da allora non riesco più a toglierti dalla mia mente. E credo anche che questa non sia una semplice cotta. Lukas, io... io credo di amarti davvero!”

A sentire quelle parole il norvegese arrossì. Cosa rispondere? Si trattava pur sempre di una persona che apparteneva a Grifondoro, la casa di cui era acerrimo rivale, però era anche vero che quel singolo bacio gli aveva donato un piacere inaspettato e una strana sensazione di... felicità?

“Allora, Norge? Tu invece cosa provi per me?”

Per tutta risposta il Serpeverde si sporse e lo baciò di nuovo.

E stavolta era un bacio dolce, più di quanto lo erano quelle caramelle che avevano portato alla nascita di un piccolo fiore rosso in una silenziosa distesa di ghiaccio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autore:

Sssssalve gente!

Che vi pare la storia? Specifico che è il mio primo esperimento Hogwarts!AU con Hetalia, quindi non prendetevela se le case vi sembrano strane. Alcune le ho dovute mettere per necessità.

Alcune specificazioni: il prefetto di inizio capitolo non ha un'identità specifica perché non volevo mettere nessuna nazione visto che mi piaceva l'idea che fossero coetanei, i professori Vargas e Beilschmidt sono Impero Romano e Germania Magna, i dolciumi sono inventati dal sottoscritto, scusate se il metodo per ottenere la caramella di Dan risulta rude e un po' schifoso ma vi ricordo che stiamo parlando del nostro vichingo preferito, ho provato a imitare la parlantina di Svezia, scusate se ho fallito miseramente.

Spero lascerete un commento, vi saluto.

Byeeeeee!!!!!!!

   
 
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