Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Ghrian    04/08/2015    5 recensioni
Severus Piton al supermercato?
Cosa succederà?
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Severus Piton aprii un occhio, constatò di essere ancora nella sua camera a Spinner's End e lo richiuse immediatamente, girandosi su un fianco.
Subito dopo si sentì un tonfo e borbottii incomprensibili che annunciavano che il proprietario del letto matrimoniale con le lenzuola nere, era caduto malamente sul pavimento fresco e si era finalmente svegliato.
Si alzò di slancio, massaggiandosi la schiena e guardando in cagnesco il povero mobile che non aveva fatto nulla se non essere troppo stretto, secondo il professore di pozioni.
Ingobbito, si diresse verso l'armadio, nero anch'esso e dopo un accurata ispezione degli interni che contenevano solo vesti da mago nere, qualche pantalone nero e camicie nere, optò per il completo babbano che lanciò senza curarsi di sgualcirlo sul letto.
Aveva un pò di commissioni da fare nella giornata che era cominciata malissimo,  a parer suo e sarebbe diventata ancor peggio visto il posto che doveva visitare.
Dopo una doccia veloce per togliere i residui della nottata di sonno appiccicaticcio, sì perchè sbavava incontrollabilmente mentre dormiva, aprii sconsolato il frigorifero già sapendo che il deserto dei Tartari vigeva incontrastato all'interno.
Infatti, lo attendeva con ansia una misera confezione di latte scaduto l'estate scorsa e un pezzo di formaggio che aveva una strana muffa verde scuro che lo ricopriva completamente, reclamandolo come suo possesso.
Con un sospiro affranto si diresse verso le credenze della cucina, dove solitamente teneva qualche snack di riserva, facendo svolazzare inconsapevolmente l'accappatoio stranamente colorato che indossava.
Ricordava ancora con disgusto quando era stato costretto a comprarlo. Dannatissimi babbani.
Aveva litigato con il commesso per un ora cercando di inculcagli in quella testa vuota che lui voleva un accappatoio nero, al massimo avrebbe accettato un blu scuro, e che mai avrebbe indossato quel colore indegno. Era un orgoglioso serpeverde insomma!
Ma il rosso fuoco che indossava diceva chiaramente chi avesse vinto quella conversazione, daltronde non era ancora riuscito a far capire a Paciok come non fondere un calderone, ed era al terzo anno. Questo la diceva lunga sul suo potere conversativo; beh non per nulla veniva chiamato il pipistrello solitario, no?
Aprendo la credenza, una mosca  trovò finalmente la libertà che probabilmente anelava dalla scorsa estate, ovvero l'ultima volta che quella casa aveva visto del cibo vero. O del caffè. Per Merlino quanto gli mancava il caffè, nero e bollente.
Con l'umore a terra perchè già sapeva cosa avrebbe dovuto fare, tornò in camera da letto  togliendosi quell' obrobrio che indossava e infilandosi il completo che aveva preparato.
Una volta pronto, prese dei soldi babbani che aveva per le emergenze e uscì nel caldo già afoso che annunciava l'arrivo ormai imminente dell'estate.
Con un leggero crac si smaterializzò e con aria funerea si ritrovò a fissare un dannato supermercato. Chissà cosa avrebbero detto i suoi studenti se l'avessero visto in quel momento, il temibile professore di pozioni che fa la spesa.
Con un sospiro più lungo rispetto a quelli precedenti, decisamente sempre più afflitto, si incamminò verso i strani aggeggi babbani che doveva spingere e riempire con qualunque cosa fosse minimamente commestibile.
Si mise davanti a quella specie di carro e afferrato il manico tirò sentendo solo un rumore metallico. Si guardò intorno furtivamente e tentò un altra volta... niente.
Esasperato iniziò a tirare forsennatamente, tanto che i suoi capelli a tendina continuavano a dondolare, finchè una vecchietta attonita non lo fermò - Signore, deve inserire una moneta.-
-Una cosa?- chiese lui guardandola con uno sguardo di fuoco.
-Una moneta. Ecco, tenga almeno lascerà in pace quei poveri carrelli.-
L'uomo la guardò in cagnesco e dopo averle strappato poco gentilemente la moneta dalla mano la inserì nell'apposita entrata e finalmente riuscì a prendere quel dannato aggeggio babbano, che era sicuro l'avessero inventato solo per torturarlo.
Mentre entrava dalle porte scorrevoli la vecchietta mormorava - Ah, questi giovani d'oggi... sempre a rompere qualcosa.-
Per fortuna lui non la sentì altrimenti l'avrebbe sicuramente cruciata, se non peggio.
Luogo funesto e infernale, ma perchè si era cacciato in una situazione simile? Esistevano gli Elfi Domestici diamine, potevano fare loro la spesa e invece no, Bart il suo Elfo era a Hogwarts in quel momento e lui non voleva morire attanagliato dai morsi della fame.
Spingendo quel maledetto carro quasi sentendosi male, iniziò dai primi scaffali: le cose in offerta.
Per Merlino, c'era veramente di tutto ma a lui non interessava, voleva solo del cibo. E il caffè, non dimentichiamoci il caffè.
Infilò nel carrello praticamente di tutto: pasta, sughi, pane, affettati, focacce di ogni tipo, un trancio di pizza, pesce e tanta carne. Mai fare la spesa da affamati.
Poi si spostò al bancone della frutta e mentre prendeva qualche mela si accorse che la montagna di cibo che c'era nel carrello ora si era dimezzata. Come poteva essere possibile? Qualcuno doveva sicuramente averlo tolto e si disse che l'avrebbe preso con le mani nel sacco quel furfante. Chi osava rubargli del cibo?
Sospettava che Potter e i suoi amichetti fossero nascosti da qualche parte, dopotutto gli avevano rubato gli ingredienti per la pozione Polisucco ed era certo che non si sarebbero fermati lì.
Si girò per pesare le mele e dopo aver notato con la coda dell'occhio un movimento furtivo vicino al suo carrello si rigirò in fretta, trattenendosi dal fare AH-AH!
Ma quello che vide lo scioccò: era un bambino, un bambino di all'incirca cinque anni con i capelli tutti spettinati, sparati da tutte le parti e un sorriso furbetto. -Lontano dalla mia roba, mostriciattolo appiccicoso!- gli sbraitò Severus, pronto a schiacciarlo con le rotelle del suo carro che aveva raggiunto e ora stringeva possessivo.
-Shampoo. Dovrebbe comprare dello shampoo.- gli disse il bambino, allargando il sorrisetto mentre gli indicava i suoi capelli corvini.
Ringhiando e sbuffando prese il suo carrello mentre la mamma del mostro si scusava, mortificata -Ecco la sua spesa, signore. La prego di scusarlo, si diverte a giocare.-
-Tenga a bada quel mostro tiralatte. E venti punti in meno a Grifond...- no, non poteva togliere punti alla stramaledetta casa... ma l'avrebbe fatto appena arrivato a scuola.
Con un ghigno si posizionò alla cassa, mettendo tutto il cibo sul nastro trasportatore mentre pregustava l'idea malvagia di togliere punti alla casa nemica e una volta finito, si passò una mano sulla fronte, esausto.
Guardò alla sua destra e il bambino di prima lo stava salutando con un sorriso soddisfatto. Ma cosa... quando si girò verso il nastro vide cosa aveva combinato quella sottospecie di mocho ambulante. Aveva portato alla cassiera venti boccette di shampoo mentre lui era perso nei meandri della sua mente diabolica  e che ora lei stava inserendo in borsine di plastica.
Peste maledetta.
Irritatissimo pagò e una volta prese le sue borsine si diresse all'uscita, pronto a smaterializzarsi ma un pensiero poco felice gli balenò in mente.
Si picchiò una mano in fronte e fece dietrofront, rientrando nell'edificio infestato da sadici piccoli diavoli: aveva dimenticato il caffè.



 
   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Ghrian