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Autore: Rain to breathe    04/08/2015    1 recensioni
"“Ovviamente, è un momento davvero emozionante.”
Harry ripete nella propria mente quelle parole da minuti, ore ormai.
Spera che prima o poi arrivino a perdere il loro significato, spera di dimenticarsi la voce di Louis mentre le pronuncia, spera, spera, spera.
Ma a cosa serve sperare, ormai?
Qualcosa tra di loro si è spezzato da settimane, non parlano più da giorni. Harry è triste. Harry è vuoto."
Genere: Angst, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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As he goes left, and you stay right.



“Ovviamente, è un momento davvero emozionante.”
Harry ripete nella propria mente quelle parole da minuti, ore ormai.
Spera che prima o poi arrivino a perdere il loro significato, spera di dimenticarsi la voce di Louis mentre le pronuncia, spera, spera, spera.
Ma a cosa serve sperare, ormai?
Qualcosa tra di loro si è spezzato da settimane, non parlano più da giorni.
Harry è triste. Harry è vuoto.
Riesce a distrarsi solo sul palco, a far finta di ridere, ma non riesce a guardare Louis. Lo sente il suo sguardo addosso, uno sguardo che lo opprime e gli toglie il respiro, eppure non riesce a rivolgergli neanche un piccolo sorriso.
Ogni sera, dopo un concerto, è stanco.
Ogni mattina, dopo una notte insonne, è stanco.
Ogni giorno, dopo aver pensato a Louis, è stanco di piangere.
Lo sapeva che non avrebbe dovuto fidarsi, che gli amori così non durano, che erano troppo giovani per reggere tutto. Malgrado ciò lui si è sempre sentito grande, forte, capace di amare quegli occhi color dell’oceano come se fossero la cosa più preziosa al mondo.
E lo erano, oh, se lo erano.
Lì dentro c’era tutto il mondo di Louis, e tutto il mondo di Harry.
Onde, scogli, mare, tempeste, navi, bussole.
Tutto dentro gli occhi di Louis.
Così trasparenti, così bugiardi.
Harry non riesce a crederci. Gli risuona nella mente la risata allegra di Louis, mentre rivela con leggerezza di essere padre.
Lui non sarà padre.
Che padre è un uomo che non sa prendersi le proprie responsabilità? Che non ha il coraggio di guardare in faccia Harry e dirgli che non lo ama più?
Louis è un codardo.

E’ questo che Harry è convinto di pensare, nella camera 274 del loro lussuoso hotel alle 3.42 del mattino.
Gli manca sentir bussare piano Louis alla sua porta, in silenzio aprire e accoglierlo nelle sue braccia per non lasciarlo fino alla mattina dopo.
Sorride a quel pensiero innocente, l’indifeso Harry.
Il sorriso svanisce, però, nel momento in cui si rende conto che Louis quella notte, come quelle precedenti, non sarà protetto dalle sue braccia.
I singhiozzi e le lacrime riempiono ben presto il silenzio soffocante tra quelle quattro mura.
Il riccio, lasciandosi guidare quasi inconsapevolmente dall’istinto –dall’amore- e ancora con le lacrime agli occhi, sbatte la porta della sua camera.
Un suono secco che rompe la quiete del corridoio.
Non gli importa di svegliare nessuno, non gli importa di nessuno se non di Louis.
Ha un bisogno asfissiante di immergere i suoi occhi verdi nello sguardo blu –infinito- del più grande.
345, 346, 347… 348.
Non esita un attimo e, stupitosi egli stesso della propria risolutezza, bussa insistentemente.
Pochi attimi dopo un ragazzo un po’ più basso di Harry, con gli occhi blu –infiniti- apre la porta, sorprendendosi di trovarsi di fronte un ammasso di capelli ricci.
Non sa bene cosa dire, lui e Harry non parlano più da giorni, qualcosa tra di loro si è spezzato da settimane.
“Ehi” parla, ancora incerto e sorpreso.
“Ciao, Louis. Sei sveglio?”
“Già, non riuscivo a prendere sonno. Entra, forse un po’ ti aspettavo” dice, sussurrando le ultime parole.
Harry fa finta di non sentirle –capriole nello stomaco, farfalle, uccellini, piccole speranze-.
Durante i primi minuti un imbarazzo ben giustificato aleggia nell’aria.
Il riccio è nervoso, continua ad attorcigliarsi i capelli intorno all’indice della mano destra.
Louis è ancor più nervoso, se possibile. Sa di essere in torto, sa di non avere avuto le palle di affrontare il ragazzo. E ora, ora è arrivato il momento.
“Harry, in onore di quello che c’è stato, credo di doverti una spiegazione. Mi dispiace averti evitato, ma… La situazione è difficile e-

“E cosa, Louis? Sto aspettando una tua frase, un tuo biglietto, anche solo un tuo sms da giorni. So che adesso hai altre responsabilità –gli trema la voce-, ma io… Noi… E’ stato un colpo improvviso, Lou. In mezzo al petto, nel cuore. Mi è mancato il suolo sotto i piedi, l’aria nei polmoni… Dio, devo smetterla di piangere come una checca ogni fottutissima volta.”
Harry è costretto a bloccarsi, soffocato dalle lacrime e dalle mille –milioni, miliardi- di parole che vorrebbe urlare a Louis, al suo Louis.
Il ragazzo cerca di spiegarsi, usa scuse più o meno credibili, piange, anche, ad un certo punto. Dice parole sconnesse, perdonami, ti prego, è successo, io e te avevamo litigato pesantemente, ero ubriaco, ora sono obbligato ad occuparmene, il bambino non c’entra nulla, tu non c’entri nulla…
L’ammasso di capelli ricci, gli occhi verdi –ancor più infiniti-, la bocca tremante e rossa, le orecchie del ragazzo di fronte a Louis non lo ascoltano più. Non veramente.
Harry ha solo una frase in testa.
Solo un dubbio.
Poi se ne andrà.
Per sempre, lo giuro.
“Dio, smettila Louis. Smettila, è tutto inutile. Ma, ti prego, guardami negli occhi e dimmi che non mi ami più. Urlamelo in faccia, e io ti prometto che non sarò più un disturbo. Te lo giuro, Louis, te lo giuro… Dimmelo, dimmelo, dimmelo…”
Gli occhi blu –sempre più infiniti- si chiudono.
Non esiste il blu, non esiste il verde, non esiste il rumore.
Silenzio.
Louis Tomlinson resta in silenzio.
Harry Styles attende, e spera in un’attesa eterna. Forse non vuole sapere, forse non è pronto a lasciar andare via –per sempre- il suo Louis.
Tuttavia deve farlo.
Deve permettergli di riprendere in mano la sua vita, di imparare ad essere un padre –e non un codardo-.
Deve mettersi da parte, una volta per tutte.
Emozioni, ricordi, promesse, litigi, baci, intrecci di corpi e di anime.
Harry ripensa a tutto.
Louis non pensa a niente, vuoto.
Addio, amore mio.
Addio, per sempre.
Ti amo, ti ho sempre amato, e ti amerò fino alla fine.
E questa non è la fine, te lo prometto, Harry Styles.

“Io… Io non ti amo più, Harry.”
Trema, piange, ha ancora gli occhi bassi.
Ma Harry sa di non avere più nulla per cui sperare.
Il mondo si sgretola sotto di loro, e cadono, sprofondano, un abisso immenso, come gli occhi di Louis quando sono pieni di lacrime, un buio nero come l’inchiostro della loro storia impressa sulla loro pelle, in eterno.


***
Ciao, sono Eliana e vi chiedo scusa. Sul serio.
Ho scritto questa cosa per sfogarmi, perché oggi sono triste e arrabbiata. Perché i Larry esistono, sono esistiti, ed esisteranno sempre.
Non so se la storia del bambino è vera, non so se si sono lasciati, non so niente.
Ho solo provato, con molta fantasia, ad immaginare.
Ovviamente voglio dire che non penso che Louis sia uno stronzo, che le offese rivolte a lui in questa one shot erano semplicemente "pensieri" di un Harry deluso, immaginato, creato esclusivamente dalla mia mente. Con quello che ho scritto non voglio offendere nessuno, tantomeno Louis o Harry, nè pretendo di conoscere la realtà.
Accetto critiche, offese, parole carine e anche sfoghi su tutto questo casino.
Un bacio. :) 

 
   
 
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