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Autore: Moka95    05/08/2015    1 recensioni
In un epoca molto diversa dalla nostra, dove tutto il mondo è in guerra, la povertà è diffusa ovunque, in America, un piccolo paesino ospita la più grande prigione che nasconde un segreto orribile, un reparto nascosto ospita degli orrori impensabili. Ross, per salvare suo fratello deve trasferirsi a lavorare in quel posto, dove incontrerà amici, nemici, e persone di ogni genere
dal testo:
Loro li torturano, ma non torture normali, ancora peggio, li trattano come schiavi, gli dicono che sono insignificanti ma è vero, in quella stanza non sei nessuno, perdi persino la tua identità, la tua famiglia e una ragione per vivere. non vorresti mai trovarti lì dentro, e se ti capiterà.... bhe... buona fortuna
ah un consiglio, -tieni pronto il coltello-
Genere: Drammatico, Guerra, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Laura Marano, Ross Lynch, Sorpresa
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Bondage, Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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TRY TO ESCAPE
CAPITOLO 1: benvenuto all'inferno

"vieni" dice Jonson, il mio nuovo collega di colore, molto robusto, capelli rasati, occhi neri come la pece e sguardo amichevole
"questo è il carcere dei ribelli, basta che consegni il mandato alle guardie e fai strisciare la tessera magnetica per entrare, ma non è così facile riceverli"
"cos'è il carcere dei ribelli?" chiedo curioso
"è uno dei carceri peggiori al mondo, solo due persone ne sono uscite vive"
"perchè è così impossibile?"
"torture" dice abbassando la voce "fisiche e mentali, ogni giorno" continua con voce cupa
"chi ci lavora la dentro?"
"non io ragazzo, e nemmeno tu, li ci lavorano le persone che stanno in questa prigione da almeno due anni, non è così facile, ci sono dei requisiti da passare"
"quali sono?"chiedo sempre più coinvolto nell'argomento
"sei troppo curioso Ross, meno sai, e più dormirai la notte" dice ridendo
"dimmi solo una cosa: tu hai la carta?"
"no, ma purtroppo la otterrò tra due settimane" dice grattandosi la testa "ora devo andare in pausa, continuerà Mike a farti da guida"

detto questo, Jonson scompare dentro uno stanzino, le domande iniziano a nascere nella mia testa -chi sono i ribelli?, cosa succede in quella prigione?, che tipo di torture applicano?-

Mentre affogo nei miei pensieri, un ragazzo alto come me, magro, dai capelli rossi mi si avvicina, è molto giovane, probabilmente avrà la mia età
"Mike Clark" dice allungando la mano
"Ross Worthy" dico stringendogliela
"che ci fa' uno come te qui?" chiede infilando dei guanti grigi
"uno come me?" chiedo confuso, "che ho che non va?" 
"biondo, occhi e capelli perfetti, muscoloso, giovane, denti bianchissimi, potresti fare innamorare mia madre" dice ridendo
"non ho nessuno, mi rimane solo mio fratello di 12 anni da mantenere, e visto che nessuno mi voleva assumere per la cattiva reputazione dei miei genitori, l'unico modo per guadagnare qualcosa da mangiare era qui" prendo il respiro e continuo, "gli ho promesso che ogni giorno gli avrei mandato qualcosa da mangiare, e dei soldi una volta alla settimana per comprare il pane"
"che facevano i tuoi genitori?" chiede curioso
"loro erano ribelli" dico sottovoce, lui sgrana gli occhi e si appoggia al freddo muro del corridoio "anche se non so cosa vuol dire, non li ho mai conosciuti, io e mio fratello vivevamo con mio zio, lui non voleva mai parlare di loro"
"tu sei figlio dei ribelli" dice ridendo
"che c'è da ridere?" chiedo arrabbiato
"sei figlio di due ribelli e hai il coraggio di venire a lavorare in prigione, wow amico, sei proprio folle" dice mantenendo sempre il suo sorrisetto sulle labbra
"chi erano?" chiede curioso "non abbiamo Worthy in prigione"
"il mio cognome in realtà è Lynch" dico abbassando ancora di più la voce
"I LYNCH" urla sgranando gli occhi ancora di più per quanto possibile
"zitto" dico tappandogli la bocca con la mano, mi guardo intorno "voglio sapere come sono morti" continuo io
"non ne ho idea, ho solo sentito nominare quel cognome, ma se vuoi, ti spiego un po' come funziona la dentro, ma non adesso, è severamente vietato parlarne" dice sottovoce 
"e tu? parlami un po' di te" chiedo cambiando completamente argomento
"avevo 6 anni quando sono arrivato qui, sono riuscito a sfuggire alla guerra grazie al capo, che mi ha tenuto come un figlio, così ho dei privilegi, io non ho la corporatura adatta per lavorare qui, ma invece eccomi qua" non sembra tanto riconoscente, anzi, nel suo tono c'è una punta di rabbia
"dev'essere stata dura per un bambino di 6 anni vivere accanto ai carcerati in un posto come questo" dico pensando alla tristezza che ha provato
"si, la cosa peggiore è che spesso, durante la notte si sentivano delle urla, e io sapevo benissimo come facevano tacere le persone, ma l'ho superato" dice sospirando "ma ora devo andare a lavorare Ross, questa è la tua divisa, la tua stanza è la 106" dice consegnandomi chiavi e vestiti, poi mi abbraccia "ci vediamo alla fontana alle 20.00, sii puntuale" mi sussurra all'orecchio per poi andarsene.

Passo davanti all'ingresso della prigione dei ribelli, lì ci sono i due enormi uomini di guardia che mi guardano molto male, così, aumento il passo e continuo a camminare fino alla mia stanza -chissà come fanno a zittire le persone? chi c'è in quel posto?-
"104, 105, ecco la 106" la targa che indica il numero ,è arrugginita, come la maniglia, giro le chiavi nella serratura ed entro.
Un tanfo orribile arriva al mio naso, cerco l'interruttore e accendo la luce che va ad intermittenza, probabilmente la lampadina avrà 20 anni.
La camera è piccola e abbastanza buia, all'interno c'è solo un letto, un armadio, uno scrittoio, un gabinetto sporco e scrostato, e un lavandino nelle stesse condizione della tazza. Quando sono venuto qui non mi hanno fatto portare oggetti, solo i miei indumenti, il mio orologio da polso e la mia collana hawaiana che mi ha regalato mio fratello, chissà come sta, mi manca tanto -gli scriverò una lettera- penso sedendomi allo scrittoio
"Caro Jeremy, in questo posto mi trovo molto bene, ho incontrato tante persone gentili e gli ho parlato di te, di mamma e papà non so ancora nulla, ma non importa, tu resta con lo zio, ti voglio tanto bene, mi manchi ma so che tu mi sei vicino, quando mi sento solo stringo la collana che porto al collo, ti ricordi? quella che mi hai fatto tu, questo mi fa sentire molto vicino a te, provaci anche tu con la tua e vedrai che funzionerà, ci sentiamo presto, salutami lo zio
baci
     -Ross"
La maggior parte delle cose che ho detto non sono vere, ma non voglio peggiorare la situazione raccontandogli cosa succede qui, prendo la lettera e la metto sotto il mio cuscino. Vado davanti all'armadio pieno di ragnatele, mi cambio, e ci ripongo i miei vestiti. La divisa consiste in un pantalone nero, scarpe antinfortunistiche nere e maglietta grigia con una targhetta su cui il mio nome è scritto a penna, nascondo la collana sotto la maglia e cerco uno specchio che non trovo. Il mio orologio segna le 19.00 circa, così esco dalla stanza, chiudo a chiave e la ripongo nella tasca dei pantaloni. Mi guardo intorno e trovo una specie di cartello scritto a mano che indica "mensa, fontana, ufficio, pr"
non capisco l'ultima indicazione: pr, mi dirigo verso la mensa e cammino per una decina di minuti quando arrivo davanti ad un portone spalancato, all'interno ci sono dei piccoli tavoli dove mangiano tutte le persone che lavorano in prigione.
 Vedo Mike in lontananza e mi avvicino  a lui che mi sorride felice, mi sieda sulla scomoda sedia e osservo il piatto pieno di minestra, affianco ci sono anche due fette di formaggio e una pagnotta
"hey amico" dice abbracciandomi
"hey" dico ricambiando l'abbraccio "ci sono dei controlli all'uscita" chiedo sottovoce
"no perchè?" risponde stranito "è inutile portarsi la roba in stanza, il cibo è talmente poco che lo finisci subito" contnua ridendo
"mio fratello" dico mettendo in tasca il pane e il formaggio
"cosa mangiamo?" chiedo guardando la minestra
"qualcosa di verde, con i peli e all'interno qualcosa di molliccio" dice ridendo rumorosamente
"è commestibile?" dico affondando il cucchiaio 
"la mangio fin da quando sono bambino e guardami come sono sano" dice ironicamente mostrando i muscoli inesistenti
"come fai ad essere così allegro in un posto come questo?" chiedo mettendo in bocca la sbobba che ha lo stesso sapore che avrebbe il gabinetto in camera se lo leccassi
"non bisogna deprimersi o non lo affronti" dice divorando il panino" vivi un giorno alla volta, questa è la mia filosofia" continua con la bocca piena
La sala inizia a svuotarsi, le persone hanno già mangiato la loro porzione di cibo mentre io non sono neanche a metà piatto, è ammirevole come Mike sia sopravvissuto senza impazzire, come fà una frase a tirarti su di morale?
"Tieni, dalla a tuo fratello" dice passandomi una fetta di formaggio
"grazie" la prendo e la infilo in tasca
"a proposito, non mi hai detto come si chiama"
"Jeremy" annuisce lentamente, come per percepire a fondo quel nome
"cos'è la fontana?" chiedo curioso cambiando discorso, pensare a Jeremy mi rattrista parecchio
"il posto dove si lavano i panni a quell'ora è sempre vuota" dice facendo l'occhiolino. 
La cena prosegue con dialoghi sul cibo e battute, alla fine torno nella mia camera, frugo nel cassetto dello scrittoio in cerca di forbici e le trovo, taglio un pezzo di lenzuolo, ci infilo il cibo e la lettera e lo ripongo in tasca. Do uno sguardo veloce all'orologio -19.40, decido di andare prima all'appuntamento segreto con Mike, così chiudo la porta a chiave e mi incammino verso la fontana.



Spazio di una PAZZA autrice
hello everybody 
Eccomi qui con una nuova (e alquanto strana) storia. Non ci crederete mai come mi è venuta l'ispirazione XD. Scusate gli eventuali errori, io l'ho riletta 100 volte ma di sicuro qualcosa mi è sfuggito (come sempre) .In questo primo capitolo sono stata molto vaga sulla prigione dei ribelli, ma vi assicuro che nel prossimo capirete tutto, anche la storia di Ross verrà approfondita più avanti. Inoltre ci sono molti dialoghi e nel prossimo saranno il doppio. Lo so che dovevo continuare "you're like a meteor in my life" ma non potevo non scrivere questa storia che mi ronzava in testa e tra poco (non è vero, ci metterò tantissimo) pubblicherò un altra storia che ho scritto mentre ero in vacanza, già, mi sono portata il mio portatile e ho scritto tantissimo. allora ditemi cosa ne pensate, vi piace l'idea? curiosi per il prossimo capitolo? perchè sto facendo tutte queste domande? bho, così tanto per...
ci sentiamo fra un po' 
bye bye




























































 
   
 
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