Dopo due notti insonni a causa del rumore nella mia testa, finalmente mi davano una tregua. Se solo riuscissi a capire cosa vogliono, che cosa stanno tentando di dirmi...

Per la prima volta mi svegliai serena.

Arrivata a scuola Scott mi venne incontro. 

"Lydia! tutto bene?" mi chiese, con gli occhi pieni di preoccupazione.

Solo a lui avevo detto ciò che mi stava succedendo.

L'unica persona a cui volevo dirlo, l'unico che poteva aiutarmi... beh non si può dire che la nostra fosse amicizia.

Non ci parlavamo più.

"Sisi, oggi va tutto bene" risposi, senza pensarlo veramente.

Anche solo concedermi di ripensare a Stiles, faceva male.

Con la testa persa fra i ricordi, seguii Scott in classe. La prima lezione era Inglese.

Appena entrata in classe, le voci si fecero più intense.

Ma perché, perché adesso?

Mi sedetti, e le voci cominciarono ad urlare, come impazzite e io non sapevo cosa volevano da me, non capivo che cosa dicevano.

Mi stavano facendo uscire di testa.

Strizzai forte gli occhi e le lacrime cominciarono ad uscire da sole.

"Lydia! Lydia tutto okay?" Scott bisbigliava, guardandomi terrorizzato.

Ma io non riuscivo a rispondere. Sentivo solo le voci che urlavano e io non potevo farci niente.

L'unica cosa che riuscì a distinguere furono le braccia di Scott attorno a me, e lui che mi sollevava di peso e mi trascinava fuori dall'aula.

 

SCOTT.

 

"Lydia! Lydia, ascoltami! cosa senti? cosa ti dicono?" Non la avevo mai vista così. Ultimamente aveva dei problemi con i suoi poteri, ma non aveva mai reagito così alle voci che sentiva.

Non mi ascoltava, non rispondeva a ciò che le chiedevo.

Era distante, lontana. 

Continuava a tremare e ad urlare: "NON CAPISCO! NON CAPISCO, BASTA! VI PREGO BASTA!".

Non sapevo che fare, ma non mi sorpresi, quando senti ciò che tentava di dirmi.

"Stiles, chiama Stiles. Ho bisogno di lui, ti prego chiama Stiles".

Senza esitazione, presi il telefono.

 

STILES.

 

Appena presi la chiamata, sapevo che c'era qualcosa che non andava e, in qualche modo, sapevo Lydia c'entrava.

E ogni volta che a Lydia succedeva qualcosa, era come soffrire con lei.

Poteva sentire il suo dolore, la sua gioia, la sua ansia eppure, non facevo niente.

Ora io avevo Malia e lei... l'avevamo lasciata sola. L'avevo lasciata sola.

E di questo mi sentivo terribilmente in colpa.

Correndo verso il corridoio, verso di lei, non potevo non pensare a quanto non l'avessi dimenticata.

Quando arrivai, era seduta per terra, in un pieno attacco di panico, urlando il mio nome.

"Lydia, Lydia ascoltami, sono Stiles.

Ascoltami devi calmarti".

Fu come se Lydia si svegliasse da un brutto sogno, mi guardava dritto negli occhi, ma aveva ancora il respiro corto e continuava a ripetermi: "Non capisco, ti prego Stiles, aiutami".

L'unica cosa che mi venne in mente, l'unica cosa che volevo fare in quel momento era stringerla fra le braccia.

E fu tutto quello che feci.

Continuai a tenerla stretta per un tempo che sembrava lunghissimo, finché Lydia non si fu calmata, finché non smise di stringermi così forte da non farmi quasi respirare.

Sciolse l'abbraccio e l'unica cosa che riuscì a dirmi, piangendo, fu:

 "Le voci urlano il tuo nome, Stiles".

 

 

hei hei hei!

Sono tornata nel mondo di teen wolf!

E per tenere alto il morale delle stydia shipper (?) ho scritto questa one shot!

Spero che vi piaccia e spero di ricevere molte recensioni!

alla prossima :)   -ire🌸