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Autore: M4RT1    05/08/2015    0 recensioni
Quando avevo undici anni, Sirius si divertiva molto a spintonarmi in giro e farmi lo sgambetto. Poi cominciò a imparare alcuni incantesimi e decise che dovevamo assolutamente allenarci a combattere. Ecco, nel primissimo scontro con il mio migliore amico io caddi svenuto a causa di un suo movimento brusco - non un incantesimo, un movimento brusco che terminò con il suo pugno sotto la mia mascella.
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Albus Silente, I Malandrini, Lily Evans, Mangiamorte, Ordine della Fenice | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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DAUNTLESS
PART I - HOGWARTS

CHAPTER II
"Sirius è Grifondoro. Sirius è un fiero Grifondoro e in parte questo lo deve all'odio per la sua famiglia. Quando avevamo dodici anni e suo fratello arrivò a Hogwarts, una parte di lui sperava che si unisse a noi (o a qualunque altra Casa che non fossero i Serpeverde) ma non fu così. Il fatto che ora quello stesso fratello, che tra l'altro non gli parla da quando è scappato, gli stia chiedendo di unirsi alla causa che lui ha sempre ripudiato, giustifica il tremore della bacchetta di Felpato e l'odio nei suoi occhi.
"Sai che non posso, Regulus" dice solo. "Vieni tu da noi, invece. Sono disposto a perdonarti."


 


Siamo quasi al secondo piano quando il rumore si ripete e, questa volta, è forte abbastanza da far tintinnare le cornici dei quadri e i portacandele. Non saprei definire precisamente il suono, ma se proprio dovessi direi che assomiglia al casino che fa Sirius quando Remus chiude a chiave la porta del Dormitorio e lui resta fuori e comincia a sbattere contro la porta con tutto il suo peso sperando che ceda.

Ovviamente non lo fa mai e alla fine Sirius dorme in Infermeria con la spalla slogata.

Questo rumore, però, è amplificato cento volte anche se credo che di base sia lo stesso. Il che non mi piace, non mi piace affatto, dato che mi è appena venuta in mente l'immagine di un Sirius gigante che cerca di sfondare la porta con la sua enorme spalla. E ancora peggio, il rumore di decine e decine di passi interrompe la passeggiatina romantica mia e di Evans: gli altri studenti si sono accorti del boato e stanno confluendo tutti al primo piano. 

"Che si fa?" chiedo. Se non fossi preoccupato, la cosa mi divertirebbe non poco, anche perché la Evans sembra in piena crisi di panico e non vedo Prefetti nelle vicinanze.

"Dobbiamo fermarli!" grida la ragazza. Mi stupisco nel notare che è appena udibile al di sopra del caos di voci e passi e del boato che si sta ripetendo un po' troppo, per i miei gusti. Per la prima volta nella mia vita, mi ritrovo a sperare che i professori arrivino e ci colgano tutti in flagrante. Ma ovviamente quando è necessario perfino la McGranitt si eclissa e tocca a me strappare la bacchetta dalle mani di Evans e mormorare "Sonorus" puntandola contro la mia gola.

"Ehm, ragazzi?" provo e mi stupisco gradevolmente del fatto che l'incantesimo mi sia riuscito al primo colpo. Non sono altrettanto contento del fatto di essere stato ignorato, invece. "Ragazzi?" riprovo, questa volta gridando. Tutto il rumore attorno a me cala, cala al punto da lasciare la mia come unica voce. A questo punto mi concedo una breve occhiata: tutti gli studenti di Tassorosso sono fuori dai Dormitori, o almeno così sembra, il che è abbastanza logico dato che la loro Sala Comune si trova esattamente sotto l'ingresso (sempre che il boato provenga davvero da lì). Quello che non mi spiego è perché anche buona parte delle altre Case si sia alzata per curiosare nei corridoi, in pigiama. Ma, soprattutto, non mi spiego perché i Malandrini non siano tra questi. "Ragazzi, non sappiamo cosa stia succedendo" provo. "Ma vi preghiamo di tornare nei Dormitori mentre noi provvediamo a chiamare aiuto."

Anche mentre lo dico mi rendo conto che è la cosa più stupida del mondo, perché io sarei il primo a disobbedire apertamente a questa imposizione. O almeno, lo sarei se avessi una bacchetta e degli amici. Come preso da un'illuminazione, riavvicino la bacchetta alla mia gola e grido: "Se qualcuno avesse visto Sirius Black, Remus Lupin o Peter Minus in giro, allora vi prego di-" ma la Evans mi ha già strappato il microfono improvvisato dalle mani e ha spezzato l'incantesimo. Così mi ritrovo muto di fronte a trecento studenti in pigiama.

E il boato è sempre più forte.

Sto quasi per piangere quando, finalmente, la barba bianca di Silente si fa strada tra gli studenti. Per fortuna insieme alla barba c'è anche il resto, ma non è questo il punto. Il punto è che, se i professori sono arrivati, allora la situazione è più grave del previsto ma noi - io e Lily - siamo finalmente liberi da responsabilità. E infatti il Preside ci sta proprio dicendo di tornare ai Dormitori portandoci dietro tutti quando, finalmente, i miei tre migliori amici spuntano tra la folla. Indossano tutti il pigiama, tranne Remus che ha ancora camicia e pantaloni, e stringono le loro bacchette - Sirius ghigna malefico e per un secondo penso che sia stato lui a fare quel baccano. Poi, però, il rumore si ripete e Felpato impallidisce.

"Ragazzi" li chiamo, spingendo via alcuni primini per raggiungerli. Reprimo gli insulti che mi verrebbero per il fatto che nessuno di loro sembra avermi portato la bacchetta e mi inserisco tra Lunastorta e il piccolo Peter, che sembra nel panico più completo. Sta addirittura tremando e se non fosse così grasso e pesante avrei l'impulso di prenderlo in braccio, ma per evitare di autoschiacciarmi mi limito a passargli una mano sulle spalle mentre l'ennesimo tonfo, questa volta molto più forte, scuote le pareti.

"Gli studenti tornino nei propri Dormitori!" tuona Silente. "I Prefetti e i Caposcuola si assicurino che nessuno sia rimasto indietro!"

Ed è proprio allora che accade l'impensabile.


 
***


Okay, ricapitoliamo la situazione: c'è Silente, al centro di una rampa di scale, che ci urla di andare a dormire; ci sono centinaia di studenti in pigiama, abbarbicati sulle altre rampe, che parlottano tra loro; c'è un rumore sconosciuto e minaccioso; ci siamo noi quattro misti alla folla, vicini. Insomma, a dire il vero non è niente di diverso da quello che succede più o meno una sera alla settimana se non fosse che, questa volta, non siamo stati noi a creare tutto questo.

E la cosa è ben dimostrata da Peter che trema, Sirius che non sghignazza, Remus che prova a convincere gli studenti più vicini a tornare ai loro letti e me che non fisso la Evans. A proposito, dove diavolo si è cacciata? Sto per chiamarla urlando quando, appunto, accade l'impensabile.

E l'impensabile non è che di sua spontanea volontà Lily Evans mi chiede di andare a Hogsmeade insieme o Remus decide di non proseguire gli studi. L'impensabile è che un enorme scricchiolio ci annuncia che il portone d'ingresso ha ceduto e, nel contempo, alcuni tra gli studenti tirano fuori le bacchette e le puntano contro altri studenti. Una breve panoramica mi informa che praticamente gli studenti armati sono quasi tutti Serpeverde e che, tra di loro, ci sono sia Mocciosus che il fratello di Sirius. E siccome nulla che comprenda entrambi gli individui citati potrebbe rivelarsi positivo, la cosa non mi piace affatto.

Nel momento stesso in cui tutto ciò accade, la maggior parte degli studenti capisce che è davvero ora di tornare a dormire e decide di farlo contemporaneamente, urlando e spingendo e rischiando di precipitare di sotto passando dai corrimano. In breve tempo anche noi ci ritroviamo vittime di spintoni e calci e siamo costretti a risalire almeno una rampa per poi trovare riparo in una nicchia vuota e osservare gli studenti scappare di sopra. 

"Che facciamo?" domanda Remus, senza fiato. Stringe spasmodicamente la bacchetta e sobbalza ad ogni rumore.

"Andiamo sopra con gli altri" suggerisce Peter. Anche lui non sembra troppo contento di trovarsi in mezzo a quel caos. Eppure nessuno si muove. Gli studenti in fuga sembrano non finire mai. A un certo punto, però, qualcosa cambia: le grida non sono più quelle isteriche di chi non ha capito una Pluffa di cosa stia succedendo e sta solo provando a non essere calpestato. Ora c'è paura, paura vera, e le corse si fanno
più disperate. 

"Sentite, io vado a vedere che succede" annuncio agli altri, arrischiando qualche passo all'aperto. Ignoro il pigolio di Peter e sento che qualcuno mi sta seguendo, ma non mi volto a vedere chi. 

La scalinata è gremita di persone e lampi. Lampi rossi e verdi e di altri colori che non riesco a collegare agli incantesimi. Ma la cosa impressionante è che gli studenti combattono tra loro: vedo due Tassorosso schivare i fiotti di luce di un Serpeverde grosso che riconosco come Mulciber e alcuni Corvonero stanno inseguendo studenti che non riesco a identificare. Caos e grida affollano la stanza e in breve tempo Sirius, che era accanto a me, viene inglobato in quella che sembra una battaglia in piena regola. Lo osservo affiancare Marlene McKinnon e lanciare uno Stupeficium ad Avery - lo sapevo che non me la contava giusta, quello. Un fiotto di luce viola sfiora il mio migliore amico e sobbalzo, quasi gridandogli di spostarsi; per fortuna, la ragazza che gli sta accanto riesce a farlo abbassare in tempo e la luce si infrange in una statua, che si scioglie letteralmente sotto i miei occhi. Evito di pensare che effetto avrebbe avuto su Sirius.

"Potter! Ma che stai facendo?"

La voce di Evans mi riscuote dalla contemplazione di Sirius e Marlene che combattono. Anzi, direi che più che la voce è la sua mano che mi strattona e poi mi getta malamente dietro un'armatura a farlo. 

"Evans" sbotto. "Il mio migliore amico rischia di morire!" 

Per tutta risposta, la ragazza mi indica con la bacchetta. "Non sei nemmeno armato, deficiente" dice, il tono un tantino isterico. Mi sento lusingato e imbarazzato insieme, ma la mia natura troppo ottimista mi fa elaborare un unico pensiero: Lily Evans mi sta salvando la vita.
Così annuisco e faccio per strapparle la bacchetta di mano, ma ovviamente lei non è molto d'accordo e me la infila praticamente nel naso per evitare le mie dita. Stiamo ancora combattendo tra noi quando una figura ci si avvicina.

Il primo pensiero che ho è che ovviamente non è uno studente, perché non credo che a Hogwarts sia permesso girare con delle maschere argentee in faccia e un cappello a punta; il secondo pensiero è che morirò in un groviglio umano con Evans e i miei amici potrebbero pensare che almeno sono morto felice e magari dimenticarmi più in fretta, quando in realtà non sono affatto felice di ritrovarmi la bacchetta di Lily in un orecchio e le sue dita in bocca; il terzo pensiero è che forse sarebbe il caso di scappare.

"James!" grida a quel punto Lily, poi scoppia il caos. C'è un lampo, un mucchio di scintille sul pavimento, un movimento della bacchetta affianco a me e la figura cade, svenuta. "Deve essere un Mangiamorte" sussurra la ragazza che mi ha appena salvato la vita di nuovo. E in effetti, ora che lo pronuncia, quel nome non mi è nuovo.

"I seguaci di Voldemort" mormoro. Non che sia particolarmente informato perché a Hogwarts certe notizie entrano a stento, ma durante l'estate chiunque ha avuto modo di conoscere quello che sta succedendo. Immagino che per i Nati Babbani sia anche peggio. Mi avvicino cauto alla figura incappucciata e, ignorando i gemiti della Evans, mi chino fino a toccare la maschera con una mano. Nel momento in cui lo faccio, questa si dissolve e mi mostra il volto di chi c'è sotto. "Bellatrix" sussurro. "La cugina di Sirius."

In un momento sto correndo dai miei amici. La battaglia continua a infuriare e i professori sembrano essersi eclissati, anche se dai rumori che provengono da sotto credo che stiano risolvendo problemi ben più grossi di un paio di studenti ribelli. In particolare, suppongo che la simpatica parente del mio migliore amico fosse a stento riuscita a scappare dalle grinfie dei miei insegnanti. Cerco di schiarirmi i pensieri guardandomi attorno: quasi tutti gli studenti sembrano star bene e quelli svenuti (Schiantati, per lo più) sono tutti dalla parte dei cattivi; ci sono un paio di feriti, se non erro, una ragazzina Corvonero che deve essere stata sorpresa durante la fuga e un ragazzo Serpeverde che si regge un braccio con la mano sana. Solo due battaglie continuano ad animare il castello e naturalmente in una è coinvolto il mio migliore amico - perché non sia mai che eviti una rissa, Sirius Black. Vorrei aiutarlo, davvero. Vorrei schiantare quel deficiente di Goyle e fracassargli la testa ma, ovviamente, oggi è l'unico giorno della mia vita in cui sono disarmato e tutto quello che posso fare è urlare a Sirius come una fan isterica a una partita di Quidditch, cosa che - posso testimoniare per quanto riguarda il Quidditch - non lo aiuterà minimamente e danneggerà le mie corde vocali. 

Dopo interminabili minuti di panico, finalmente, Sirius Schianta Goyle. Non è nulla di epico, anche perché il mio amico è praticamente scivolato su Marlene e lo Schiantesimo è partito senza mira e solo per fortuna è finito sul bersaglio giusto - fatto sta che tutti i cattivi sono a terra. Sto tirando un sospiro di sollievo. Lo sto tirando.

"Regulus!"

Ecco, lo sapevo. Non devo mai tirare sospiri, io. Con lo sguardo perso, osservo il mio migliore amico inseguire una macchia nera indistinta con al collo i colori dei Serpeverde. A giudicare dal suo strillo direi che è suo fratello, ma non è questo il problema (almeno non ora): il problema è che suo fratello gli sta puntando la bacchetta contro e lo guarda con gli stessi suoi occhi ma un'aria crudele che Felpato non avrà mai.

"Vieni con me, Sirius" gli dice. "Unisciti a noi."

Sirius è Grifondoro. Sirius è un fiero Grifondoro e in parte questo lo deve all'odio per la sua famiglia. Quando avevamo dodici anni e suo fratello arrivò a Hogwarts, una parte di lui sperava che si unisse a noi (o a qualunque altra Casa che non fossero i Serpeverde) ma non fu così. Il fatto che ora quello stesso fratello, che tra l'altro non gli parla da quando è scappato, gli stia chiedendo di unirsi alla causa che lui ha sempre ripudiato, giustifica il tremore della bacchetta di Felpato e l'odio nei suoi occhi.

"Sai che non posso, Regulus" dice solo. "Vieni tu da noi, invece. Sono disposto a perdonarti."

Regulus Black ride, una risata totalmente diversa da quella del fratello. Muove qualche passo in avanti e dice: "Perdonare? Tu perdoneresti me? Chi è che ha tradito la sua famiglia, eh? Chi è che mi ha lasciato lì ed è fuggito? Chi-" poi si interrompe di botto e i suoi occhi grigi vagano fino a incrociare i miei. Sono in piedi accanto al mio migliore amico e, con sorpresa, mi accorgo che dietro di noi ci sono Remus e Peter. "E' per loro, vero?"

Questa volta la voce di Regulus risuona forte nello spazio deserto. Mi chiedo se l'assenza di rumori voglia dire che la battaglia è finita o, semplicemente, si è spostata in un altro luogo - immagino Gazza chiedere cortesemente ai combattenti di trasferirsi in giardino per non macchiare il pavimento di sangue. Riderei se non avessi una bacchetta puntata alla tempia. Aspetta, cosa?

"Vieni con me, Sirius, oppure lo uccido."


 
***


Quando avevo undici anni, Sirius si divertiva molto a spintonarmi in giro e farmi lo sgambetto. Poi cominciò a imparare alcuni incantesimi e decise che dovevamo assolutamente allenarci a combattere. Ecco, nel primissimo scontro con il mio migliore amico io caddi svenuto a causa di un suo movimento brusco - non un incantesimo, un movimento brusco che terminò con il suo pugno sotto la mia mascella. 
La sensazione che provai quando mi risvegliai in Infermeria è più o meno la stessa che sto provando ora: stordimento misto a un pulsare sordo e a tanti aghi che mi spingono gli occhi. Solo che ora non ho idea di chi mi abbia ridotto così.

"James?"

Apro gli occhi di colpo e subito me ne pento: resto accecato da un infernale luce solare, poi comincio a lacrimare e sono costretto a strofinarmi le palpebre con i palmi delle mani che, per qualche oscura ragione, mi fanno tremendamente male. Alla fine mi arrendo e resto ad occhi chiusi mentre mormoro: "Sì?"

Ho la voce fastidiosamente roca, ma non è che chi mi sta di fronte sia messo meglio.

"Come ti senti?"

E' Lunastorta. Il che vuol dire che è successo qualcosa di grave, perché generalmente si rifiuta di passare in Infermeria ogni volta che ci finisco io - dice che è per principio, perché così prima o poi mi ritroverò solo e imparerò a non cacciarmi nei guai. Il punto è che lo dice da sette anni e non è mai successo. 

"Mi fa male la testa" biascico. Odio lamentarmi ma in realtà lo faccio sempre, sembra quasi darmi sollievo. "E le mani."

Mentre parlo, pian piano mi torna in mente la battaglia. E' come svegliarsi con una sensazione di angoscia e poi ricordarsi l'incubo: un'esperienza orrenda. Ma è anche quello che sono costretto a fare per rendermi conto che se sono finito così, allora Sirius ha rifiutato l'offerta di suo fratello; oppure l'ha accettata ed è per questo che non sono morto. Dovrei domandarlo a qualcuno, in effetti, tipo a-

"Dov'è Sirius, Lunastorta?"

Il silenzio che segue la mia domanda mi spinge a riaprire gli occhi, questa volta con cautela. Non è come se senza occhiali vedessi davvero, ma almeno so più o meno dove si trova il mio amico e posso quasi sentire la sua aria colpevole mentre mi si avvicina un po'.

"Allora?" domando di nuovo e questa volta ho un brivido. Se Sirius non è qui in Infermeria e Remus si rifiuta di dirmi dove si trovi, non è che ci siano molte belle ipotesi - a meno che il mio migliore amico non abbia deciso di confessare il suo amore a Mary McDonald proprio mentre io giaccio morente in un letto di Madama Chips.

"Noi non siamo sicuri di dove sia" risponde alla fine Remus. Non siamo sicuri di dove sia non equivale alla morte, ma nemmeno a una bella notizia. 

"In che senso?" indago. Sento qualcosa bloccarmi la gola. "In che senso non sapete dove sia?" chiedo mentre, con una mano, arraffo gli occhiali dal comodino e li inforco in fretta: gli occhi di Remus sono colpevoli, quasi sia stato lui a nasconderlo. Ovviamente so che non è così e che quella è la sua espressione da cattiva notizia, ma mi sento comunque uno schifo.

"Dopo che Regulus ti ha minacciato" comincia il mio amico, torturandosi un lembo della camicia con le dita, "Sirius ha aperto bocca e suo fratello, beh, ti ha Schiantato. E' stato orribile, credevamo ti avesse ucciso!" esclama, facendo una smorfia. "Poi Sirius si è avventato su di lui e lui è corso via, ovviamente, e Felpato l'ha seguito e... non è più tornato" conclude Remus con un sussurro. "La battaglia era finita e i professori l'hanno cercato ovunque, ma non hanno trovato nulla. Crediamo che siano usciti da Hogwarts e si siano Smaterializzati."

Per un secondo resto immobile. Sento le parole che Remus ha appena pronucniato vorticarmi in testa, aumentando il mio malessere e la nausea che mi sta crescendo alla bocca dello stomaco. Smaterializzati. Potrebbero essere ovunque.

"Perché non li avete seguiti?" domando solo, provando a frenare il panico.

Remus mi guarda. "Stavamo soccorrendo te" dice solo, prima di abbassare gli occhi sul lenzuolo.

Se Sirius è morto, se gli è successo qualcosa, è colpa mia. Mia. Perché sono svenuto, perché ho dimenticato la bacchetta, perché sono suo amico. Se Sirius è stato torturato, costretto a tornare a casa o a unirsi ai Mangiamorte, è a me che darà la colpa. Colpevole. Non lo è Remus, lo sono io.

"Non incolparti" sussurra Lunastorta all'improvviso.

"Cosa?"

"Te lo si legge in faccia, James. Non è colpa tua."

Invece sì. 

"Ovviamente lo è."

"No, eri svenuto."

"Ma se non fossi svenuto..."

"Ma lo eri."



Resto in Infermeria per tre giorni. A quanto pare non era un semplice Schiantesimo, perché non riesco a reggermi in piedi e Peter deve perfino accompagnarmi in bagno. Il pomeriggio mi passa a trovare chiunque: Remus e Peter, di nuovo, la squadra di Quidditch, Marlene, Mary - e da ognuno apprendo novità. Scopro che molti degli studenti che ieri ci hanno combattuto sono fuggiti nella confusione generale: Mulciber, Avery, i Carrow... non ci sono stati feriti gravi e nemmeno morti da entrambe le parti, ma la notizia cattiva è che nessuno è stato arrestato, anche se gli Auror stanno indagando. Molti di coloro che ci hanno attaccato rompendo le difese magiche erano exstudenti recenti, come Bellatrix Lestrange e Lucius Malfoy. Di Sirius nemmeno l'ombra.

Verso sera, quando sto per cenare, la porta dell'Infermeria si riapre e come sempre sobbalzo: mi aspetto sempre di vedere entrare Sirius, magari ghignando e deridendomi per essermi preoccupato. Anche questa volta, però, la mano dalle dita smaltate mi delude.

"Potter?"

"Evans?"

Lily Evans è appena entrata in Infermeria anche se è in perfetta salute e l'unico paziente sono io. Non è una cosa normale, ma d'altronde cosa lo è, oggi?

"Come ti senti?" domanda, titubante.

Probabilmente non avrò un bell'aspetto, con questa fasciatura ridicola in fronte e gli occhi circondati da occhiaie, senza contare il fatto che sono in pigiama e non è un pigiama rosso. Ma immagino che per una che mi detesta questo non sia un vero problema.

"A parte uno Schiantesimo e il fatto che il mio migliore amico si è volatilizzato, direi bene" commento, piatto. E' strano ma non ho voglia di vedere la Evans, stasera. Non ho voglia di vedere nessuno che non sia il mio fastidioso, stupido, imbarazzante e sporco migliore amico.
Lei sembra accorgersene, perché si inchioda a metà del percorso che l'avrebbe portata da me e fa per andarsene all'improvviso.

"Beh, buona-" sta dicendo, quando la fermo.

"Resti un po' qui?" le domando, forzandomi per esibire il tono allegro di sempre. Lei sembra molto titubante e probabilmente si è già pentita di essere entrata, ma alla fine annuisce e si avvicina, prendendo posto su una sedia accanto al letto. Indossa la divisa ed è in ordine come sempre: a guardarla, si direbbe che nulla sia cambiato. 

"Allora" mi dice, sforzandosi di mantenere un tono normale. Il che è assurdo, perché normalmente a questo punto della conversazione avrebbe già inventato almeno altri tre epiteti per me. "Ti fa sempre male la testa?" mi domanda. Il che è doppiamente assurdo, perché Lily Evans non mi pone mai domande: lei sbuffa, grida, insulta, ma non chiede. Tranne oggi, perché sono stato Schiantato e il mio migliore amico è scomparso.

"Sì."

"Oh."

Non sto andando molto bene. Per sette anni ho aspettato questo momento e, ora che è arrivato, parlo a monosillabi - non che mi aspettassi che la nostra prima, vera conversazione si sarebbe tenuta in Infermeria dopo una battaglia allucinante e con Sirius chissà dove, ma è pur sempre un'occasione d'oro e io non dovrei sprecarla a pensare a Sirius che è chissà dove e al fatto che la testa mi esploderà se continuo così e-

"Potter?"

"Dimmi."

"Va tutto bene?"

Sto tremando. Non me ne ero reso conto, ma sto tremando. Sento le dita scuotersi e i denti battere e credo che dovrei coprirmi perché ho terribilmente freddo e non so nemmeno il perché, ma ce l'ho ed è orribile. Faccio per allungarmi fino al lenzuolo quando la mano di Lily Evans me lo tira su fino al petto.

Lily Evans mi ha appena rimboccato le coperte. Devo dirlo a chiunque.

"Va meglio?"

Mi ha anche chiesto se va meglio.

"Potter? Perché mi fissi in quel modo?"

Non so se sia il freddo, il mal di testa, il panico, Sirius scomparso, la febbre, il digiuno, lo stress - fatto sta che anche adesso, con tutto quello che è successo e tutti i punti in sospeso, una sola frase mi esce dalla bocca.

"Verresti a Hogsmeade con me, Evans?"

Sono certo che, se la McGranitt fosse qui, il suo interesse per Evans aumenterebbe in modo esponenziale perchè andiamo, è impossibile per chiunque altro mutare così velocemente: il suo viso, da roseo e sorridente, è diventato prima rosso, poi bianco, poi di nuovo fucsia; la sua espressione è passato dal sereno all'infuriato, allo scandalizzato. E infine c'è la sua bocca che si apre e si chiude ritmicamente. Un perfetto esempio di Trasfigurazione umana. 

"Anche qui, Potter?" dice solo, incapace di articolare altro. Mi sta puntando un dito contro e il suo migliore sguardo accusatore, uno di quelli che se provenissero da Lunastorta mi spingerebbero a fare cose come scappare o inginocchiarmi davanti al mio amico a chiedergli scusa. Ma siccome Evans non è Remus la sua faccia non mi tange più di tanto - a dire il vero mi rincuora, mi sembra davvero di essere tornato a scuola. Ma poi lei continua: "Anche con i Mangiamorte che sono entrati ad Hogwarts e il tuo migliore amico scomparso, forse morto?" si ferma all'improvviso, conscia di avere esagerato.

Morto.

"Scusa, Potter."

Morto.

"Non volevo. Ho esagerato."

Morto.

"Sicuramente non è così."

Morto.

"Potter, ti prego, di' qualcosa."

Morto.

Sirius Black morto.

Lentamente, come se nulla fosse, mi sfilo gli occhiali e li poso sul comodino sotto lo sguardo attento di Lily Evans. Mi sdraio, voltandomi a darle la schiena, e chiudo gli occhi. 

Non deve vedermi piangere.

"Potter?"

Una lacrima bagna la federa, ma non singhiozzo. Non deve sentirmi, non deve saperlo. Prima o poi si stuferà e andrà via, ne sono certo.

"Scusami, Potter, davvero. Sta bene, starà bene, ne sono certa."

Troppo tardi. Fuori sta facendo buio e prima o poi dovrà andare a dormire e allora io sarò solo e potrò piangere. Devo solo aspettare.
Aspettare è il mio forte, no? Ho aspettato lei per anni, aspetto il boccino durante le partite e Sirius tutte le mattine. Posso farcela. E' come trattenere la pipì, se non cominci è più facile.

Ma la Evans non se ne va, il che è abbastanza inquietante considerando che è un Caposcuola e comunque a Hogwarts tutto è ripreso come se nulla fosse, quindi avrebbe un orario da rispettare, una cena, delle lezioni, dei doveri. Chissà se qualcuno mi sostituisce. Resto immobile per un tempo imprecisatamente lungo ad ascoltarla semplicemente respirare mentre Madama Chips passeggia per l'Infermeria, le fa domande e chiude le tende con un colpo di bacchetta: in un momento sono al buio, lo sento trapelare dalle palpebre. Penso a Remus e Peter, soli nel Dormitorio a fare i conti con questo brusco cambio di situazione; penso alla vita che ci è appena stata cambiata inesorabilmente; e poi penso a Sirius, imprigionato chissà dove, forse torturato, forse sotto la Maledizione Imperius. A quel punto prego che la Evans sparisca presto perché, in fondo, non è così facile evitare di sciogliersi in lacrime. 

Quando sono le dieci, la sento alzarsi e trattengo il fiato. E' quasi un'ora che fingo di dormire sperando che se ne vada e forse, finalmente, ho raggiunto il mio scopo. Invece sento i suoi passi che aggirano il letto e avverto, attraverso le palpebre chiuse, la sua presenza proprio di fronte alla mia faccia. La sento accovacciarsi e, per un secondo, il suo fiato mi solletica il collo mentre parla.

"So che non stai dormendo, Potter" dice solo. "Mi dispiace per quello che ho detto, non lo pensavo davvero."

Si allontana, la sento attraversare la stanza fino alla porta e sento il cigolio di quest'ultima. Quando credo se ne sia andata, la sua voce mi raggiunge attraverso il vuoto.

"Buonanotte, James."

Mi ha chiamato James. Devo raccontarlo a tutti.







 
N.d.A.: ed eccomi qui con il secondo capitolo!
Prima di tutto vorrei ringraziare le ragazze (e i ragazzi, perché tendo sempre a parlare al femminile ma qualche maschietto ci sarà pure, no?) che hanno inserito la mia storia tra le Seguite/Ricordate/Preferite. Vi amo tutti, sappiatelo U_U
Ah, e ovviamente la mia per ora unica recensitrice (?)
Poooi vorrei dirvi che ho appena scoperto (sono un asso in informatica, yep) che c'è una sezione del forum in cui creare una discussione sulla propria storia e inserire aggiornamenti, idee, spoiler eccetera e beh, ecco qui il link per restare aggiornati sulla mia: http://freeforumzone.leonardo.it/d/11173362/Dauntless/discussione.aspx
Infine, volevo annunciarvi che eccezionalmente questa settimana pubblicherò anche un altro capitolo perché poi partirò e per dieci giorni non riuscirò ad aggiornare (anche se risponderò a eventuali recensioni e scriverò qualcosina sulla pagina sopracitata).
Che altro dire? Grazie a chiunque legga, ecco *me fantasiosa*

 
  
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