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Autore: Eowyn Stark    06/08/2015    0 recensioni
"Castigo fece tre lunghi balzi e spiccò il volo, lasciando solchi nel terreno soffice. Tracciò tre ampi cerchi sopra di loro prima di virare verso nord battendo le ali a un ritmo lento e costante. Eragon si unì a Saphira in cima al poggio, e fianco a fianco guardarono Murtagh e Castigo diventare sempre più piccoli, fino a quando il puntino rosso, brillante come una stella, svanì all'orizzonte". Tratto da Inheritance.
L'addio di Murtagh a Nasuada (e al resto del mondo) è uno dei paragrafi più tristi che mi vengano in mente, così ho raccontato quel momento dal punto di vista di quest'ultimo, nonostante non credo abbia pianto quanto me mentre lo leggevo.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Murtagh
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Partenza

Murtagh montò sul dorso rosso sanguigno di Castigo e si alzò in volo verso nord, allontanandosi da suo fratello e i draghi, e anche da quella che era stata la sua vita fino a quel momento. Naturalmente era felice per la dipartita di Galbatorix, ma sentiva di essere ancora prigioniero come quando il re conosceva il suo vero nome ed era in grado di controllare tutti i suoi pensieri. La sua nuova gabbia era formata da tutto quello che aveva fatto e da cui non riusciva a liberarsi, azioni compiute agli ordini di Galbatorix, ma per le quali spesso aveva provato un certo piacere, godendo nell’affermare la sua supremazia su coloro che lo avevano sempre giudicato malvagio solo per l’ombra che suo padre proiettava su di lui, e probabilmente anche cercando un po’ di libertà, tentando di autoconvincersi che non agiva solamente perché costretto.  E poi si sentiva prigioniero del giudizio che gli altri avevano su di lui, dell’odio che si era attirato e che mostrava al mondo che non si era sbagliato, il figlio di Morzan era davvero malvagio come tutti credevano dal momento della sua nascita. Probabilmente Eragon, Saphira e Nasuada erano le uniche persone che lo conoscevano davvero e lo accettavano.  Insomma… i nani lo odiavano –e a ragione- da quando aveva ucciso Rothgar, i Varden e i Surdani (oltre a buona parte dei cittadini dell’Impero) vedevano in lui il riflesso di Galbatorix, il suo braccio destro, e così si attirava il loro odio, coloro ancora fedeli al vecchio re erano a conoscenza del suo tradimento… dubitava che elfi o Urgali sarebbero stati più clementi. In questa situazione l’unica scelta possibile era andarsene, nonostante il dolore che questo provocava.  Riusciva a percepire che Castigo era immerso in pensieri cupi quanto i suoi, ma il drago aveva chiuso la sua mente e lui non cercò di riaprire un contatto: anche lui desiderava rimanere da solo. Immaginava che andandosene avrebbe dovuto pensare a ciò che lo aspettava, ma non poteva fare a meno di rimuginare su coloro che si era lasciato alle spalle, su Nasuada, su cui aveva sognato così tanto… quella ragazza lo aveva colpito già durante la sua breve permanenza (leggasi prigionia… perché nella sua vita non esisteva altro?) presso i Varden, e quando aveva ricevuto l’ordine di rapirla si era sentito morire dentro, aveva tentato di rifiutarsi… e aveva ricevuto solo dolore, forte e bruciante, come ogni volta che contraddiceva il suo padrone. Aveva provato a resistere, ma quando quel mostro aveva cominciato a torturare Castigo si era arreso. Aveva eseguito gli ordini, detestandosi in ogni momento, e aveva continuato ad eseguirli quando Galbatorix gli aveva ordinato di torturare la ragazza. Naturalmente il re sapeva della sua infatuazione per la sua rivale, e aveva deciso di approfittarsene. Murtagh aveva provato a resistere, ma poi era crollato, si era introdotto nella cella di Nasuada e avevano cominciato a parlare. Non immaginava certo che la ragazza lo avrebbe cambiato al punto da modificare il suo vero nome. Ora quei ricordi erano velati di amarezza, dalla consapevolezza che non avrebbe mai potuto avere la vita che aveva sognato: lui e Nasuada sposati, con dei bambini, guerre e comando ormai lasciati alle spalle. Lui e suo fratello avrebbero avuto finalmente un rapporto normale, magari avrebbe conosciuto la famiglia di sua madre e il villaggio dove era cresciuta… sogni destinati a rimanere tali. Nasuada era una regina e l’ombra che Galbatorix aveva gettato sulla sua vita continuava a seguirlo. Il mondo però era grande, non esisteva solo Alagaësia, e lui aveva secoli davanti… con un guizzo di pensiero fece voltare Castigo verso est. Il deserto non sarebbe stato facile da attraversare, ma di là di quello si stendeva la libertà, e nuove terre da esplorare che non avevano mai sentito parlare di lui.
   
 
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