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Autore: hyperchondriacsoul    27/01/2009    3 recensioni
Distolsi improvvisamente lo sguardo da quel palazzo color avorio - l'avorio d'Africa, quello vero - e mi guardai intorno : qualche centinaia di ragazzi si reggevano in piedi in quello spiazzo e riempivano una piccola parte del giardino immenso che circondava il palazzo : l'accademia Murav’ev. « Tutti gli aspiranti studenti sono pregati di raggiungermi. », pronunciò una signora di mezza età con una lunga tunica scura e con i capelli biondi e polverosi, ma perfettamente trafitti da un fermaglio sottile e affilato.
Genere: Sovrannaturale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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uno

Era tutto marmo, marmo incredibilmente bianco e freddo. La facciata di quell'edificio aveva un chè di barocco; doveva essere una vecchia villa di campagna, una volta. Aveva un corpo possente, tutto chiuso e raggomitolato su di sè attorno ad una corte interna : il cuore del palazzo; era decorato con colonne gigantesche, con statue imponenti e il tutto sembrava sporcato da una strana mancanza di ordine, ma ben disposta. Erano tutti archi, curve e linee curve sinuose e poi spirali e curve e ancora linee curve intervallate da ellissi indecifrabili e dalla perfezione disarmante e rimasta meravigliosamente intatta nel tempo.

 Distolsi improvvisamente lo sguardo da quel palazzo color avorio - l'avorio d'Africa, quello vero - e mi guardai intorno : qualche centinaia di ragazzi si reggevano in piedi in quello spiazzo e riempivano una piccola parte del giardino immenso che circondava il palazzo : l'accademia Murav’ev.
« Tutti gli aspiranti studenti sono pregati di raggiungermi. », pronunciò una signora di mezza età con una lunga tunica scura e con i capelli biondi e polverosi, ma perfettamente trafitti da un fermaglio sottile e affilato.
« Chiamerò soltanto quaranta di voi e non intendo sorbirmi alcuna lamentela; se non siete qui - e intanto agitava una scartoffia per aria - significa che non siete adatti per quest'Accademia e che, di conseguenza, non ne farete parte né ora né negli anni a venire. Quindi, cominciamo : Oscar Beckett, Amanda Chisholm, Julian Hastings, Brian Mc Neil, Chloe Abshire, David Hoffmann, Valentine Amphett [...] »
Sussultai, senza dare più ascolto ai nomi che chiamava perchè - ormai - aveva pronunciato il mio: era tempo che non sentivo il mio nome dichiarato in quel modo, con un'assurdo e impeccabile tono sfarzosamente studiato in ogni minimo dettaglio.

Ci volle qualche spinta di qualche ragazzo a fianco per farmi realizzare che era arrivata a metà lista e che i ragazzi chiamati, piano piano, superavano gli altri fino a raggiungerla sulla scalinata. Feci lo stesso, con grosso stupore della ragazza che avevo di fianco, che mi squartò con lo sguardo, districandomi dalla folla e spiccando nel gruppo; eravamo quasi quaranta, ad occhio e croce, ed eravamo molto - davvero molto - diversi l'uno dall'altro: le ragazze erano quasi tutte alte, afroditesche e pallide tanto quanto la totalità dei neo-studenti maschili che spostavano i loro occhi veloci su ogni nuovo acquisto dell'accademia, con una velocità - e una grazia - impressionante.
Un ragazzo, l'ultimo chiamato, si avvicinò al gruppo, affiancandomi e sorridendomi affabile: « Non ci speravo quasi più. » Sorrisi di rimando, anche se non ero stata propriamente attenta alle sue parole; non sembrò accorgersene, porgendomi la mano - che afferrai con poca decisione - e presentandosi per primo.
« Jason Avery, piacere di conoscerti. »
Stavo quasi per rispondere quando mi accorsi - con uno strattone della ragazza bionda e serpentina che avevo vicino - che il gruppo si era diviso in due sottogruppi ( maschi e femmine ) e stava proseguendo verso l'interno dell'Accademia, guidato dalla headmistress Emma Bakolia. « Valentine. », pronunciai senza enfasi repentinamente, staccandomi dal gruppo maschile dopo aver sorpassato qualche nuovo compagno.
E, per un attimo, mi sembrò che uno di loro avesse sfiorato i miei capelli debolmente.
« Avanti ! »
La voce della Bakolia si sparse nell'aria come un soffione che disperde i suoi petali minuscoli con un brusco e violento soffio da niente.




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note:
un ringraziamento veloce a bina scrittina che mi ha dato l'occhei per il titolo (L)
e poi ovviamente, recensiteeeeh

  
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