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Autore: NiathWantsCookies    07/08/2015    3 recensioni
Me e i miei scleri delle sette dle pomeriggio.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una bambina troppo cresciuta.
O un adulto ancora infantile, dipende dai punti di vista.
Aveva dei lunghi capelli neri, e dei vivaci occhi verdi.
E si piaceva così.
Qualche volta si accorgeva di non essere ‘normale’.
Le altre bambine giocavano con le bambole, mentre lei leggeva pesanti tomi di storia.
A soli nove anni, conosceva alla perfezione l’alfabeto greco e riusciva addirittura a comporre qualche frase.
Ma, in fondo, che cos’è la normalità?
Chi può sovrastare il genere umano, essere così importante da dare una definizione alla normalità?
‘Tutti sono pazzi, a questo mondo.’ diceva.
‘E io sono la più pazza di tutti. Ma, in fondo, a chi importa? Sono solo un inutile individuo del genere umano, troppo piccolo per essere preso in considerazione e troppo grande per vivere nell’ignoranza.’
Non esprimeva spesso, a parole, questi concetti.
In breve tempo aveva capito che alla gente non piacevano, che pensava che fosse impossibile che una bambina facesse di questi pensieri.
 
Non aveva molti amici, ma stava bene così.
Anzi, a dir la verità, di amici ne aveva solo uno.
E per essere ancora più precisi, lei non vedeva quel bambino come un amico, ma come un qualcuno di cui prendersi cura.
Era piccolo e mingherlino, ed era reso ancora più innocente dai suoi grandi occhi azzurri e dalle lentiggini.
Inoltre, aveva dei ciuffi biondi tendenti al rosso, che la bambina amava sistemargli dietro le orecchie.
Era piccolo, piccolo e ingenuo.
Ma estremamente curioso.
Gli piaceva quando lei gli raccontava delle storie, dove c’era sempre un eroe estremamente simile a lui, che sconfiggeva eroicamente il Male e salvava tante persone.
A volte la bambina gli faceva discorsi che lui non capiva, ma la ascoltava perché gli piaceva la sua voce, e perché lei era felice così, quindi era felice anche lui.
Il tempo con lei non passava mai, ma allo stesso tempo passava troppo in fretta.
Sì, le voleva bene.
 
Alla bambina piaceva disegnare.
Non era molto brava, ma si diceva che un giorno sarebbe diventata una grande disegnatrice.
‘Che stupidaggini’ pensava poi ‘sperare in qualcosa. Il Destino è già segnato, le speranze sono futili pretesti dell’uomo per credersi superiore al Destino e poterlo cambiare con un semplice desiderio.’
Lei credeva al Destino.
Ma al contempo pensava fosse frutto della mente umana.
‘Il futuro lo si costruisce basandosi sulle proprie forze e il proprio impegno. Il Destino è fatto di questo. Ma se non gli si mostra la propria costanza, lui può cambiare a suo piacimento. È un qualcosa di mutevole, il Destino. Ma non lo si può corrompere con un semplice desiderio.’
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Salveeee
Due testi in un giorno, amatemi u.u
Okay, so che i miei testi sono un insulto alla scrittura, ma gradirei se mi diceste cosa pensate :3
Grazie!^^
-Niath
P.S. non so davvero come faccio a tirare fuori queste frasi che mi sanno di filosofico (?) però come cosa mi sono sempre piaciute, quindi penso mi migliorerò per renderle un po’ più decenti ^^
Di nuovo ciao dalla vostra fantastica, amatissima *coff coff* Niath :3
   
 
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