Storie originali > Generale
Segui la storia  |      
Autore: Reese    28/02/2005    0 recensioni
Una stanza buia, spoglia, ospita un tavolo di freddo acciaio. A una sedia dello stesso materiale sta seduto un ragazzo. Lunghi capelli castano-dorati gli coprono gli occhi, splendide pozze d’oro e miele che brillano quasi di luce propria nell’oscurità della sala.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Your hope

Your hope

 

-What would you do if you had

Just one little pill in your hand

That changed around all you could be

That helped you forget what you’ve seen..?

If all you’ve ever wanted was to let go..?-  The Calling, Two, Your Hope.

 

Una stanza buia, spoglia, ospita un tavolo di freddo acciaio.

A una sedia dello stesso materiale sta seduto un ragazzo.

Lunghi capelli castano-dorati gli coprono gli occhi, splendide pozze d’oro e miele che brillano quasi di luce propria nell’oscurità della sala.

Le sue belle labbra carnose sono piegate in una smorfia amara che gli scopre i denti affilati digrignati come in un ringhio, la pelle vellutata e morbida si tende sugli zigomi e intorno alle mascelle, come stringesse una morsa.

Il petto statuario si alza e si abbassa febbrilmente sotto la camicia verde che indossa e le mani forti gli corrono altrettanto frenetiche fra i capelli, mentre muove aritmicamente la gamba destra in un disperato tentativo di accelerare il tempo…

 

…quel vecchio infame che pare invece trattenere i cavalli sfrenati delle ore per fargli patire le pene dell’inferno.

 

Che cazzo ha fatto..?

Che diavolo gli è venuto in mente di andare al raduno maledetto?

Come ha avuto l’idea che una corsa clandestina risolvesse qualcosa?

Come ha potuto pensare che bastasse crederci..?

 

E ora è tardi.

Quei soldi non li ha vinti, anzi l’hanno incastrato lasciandolo solo con l’ero.

 

S’ immagina già lo sbirro avanti a lui preparare la cella e l’assistente sociale attaccare quell’interrogatorio che vorrebbe far passare per amichevole.

 

-Spiegati, Vincent. Ti ascolto.-

 

E che gli dirà lui?

Gli racconterà di Sahri, della sua dolce sorellina in pericolo di vita?

Gli parlerà di sua madre, che ha avuto la bella idea di tirare le cuoia prima del tempo; o di suo padre, che se n’è andato anni prima lasciandoli soli e che non sa neanche della morte di sua moglie?

Che cazzo gli dirà?!

 

Il ragazzo sbatte la testa contro il tavolo con lo stesso ritmo che teneva con la gamba, incurante del dolore.

Vuole morire.

Ora come ora, vuole morire.

 

Sahri sta male.

Molto.

Il cuore che l’ha mandata avanti per otto anni non la sosterrà ancora a lungo.

Non senza quella dannata operazione troppo costosa per lui.

 

La mamma è morta un anno fa e con il padre non si sono mai sentiti.

 

Che fa se muore?

Di certo ai suoi amici non importa, visto che non hanno esitato a lasciarlo in balia della polizia con un’accusa di spaccio che aspettava solo lui…

 

Vincent abbassa gli occhi sulla polvere bianca che ha là davanti.

Giacchè l’accuseranno di spacciarla, perché non usarla una volta tanto?

 

Il ragazzo controlla che non ci sia nessuno.

Via libera.

 

Vincent apre con mani tremanti la busta…

Scusa Sahri.

Però c’ho provato.

 

…abbassa le dita a toccare quella neve letale…

Addio papà.

Sempre che te ne freghi qualcosa.

 

…chissà se ingerirla avrà l’effetto sperato..?

Arrivo, mamma.

Arrivo.

 

Con un tonfo cade dalla sedia, le morbide labbra sporche di polvere bianca, gli occhi serrati per non guardare in faccia la morte, o forse per non mostrare la sua paura al mondo.

 

Perché Vincent Nott non ha paura.

… o non può averla?..

Ma ora ha paura, Vincent.

 

In pochi minuti finirà di averne…

 

E non ne avrà mai più.

 

 

Allora, ragazzi… comincio col dire che tutto ciò è un puro esperimento letterario, giacchè ultimamente sembro riuscire a scrivere solo scene brevissime…

Un po’ come un quadro impressionista, avete presente? Pochi dettagli, una fotografia appena accennata che crea un’atmosfera da sogno… o, in questo caso, da incubo…

Bhè, ciò detto…

Spero vi sia piaciuta.

O almeno che non v’abbia fatto proprio schifo.

Comunque non lo sapremo mai se non commentate…no?

A bien tout!

 

Ryuko

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Reese