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Autore: Sandra Prensky    07/08/2015    3 recensioni
Ahia.
L'unica cosa che sembrava avere un senso compiuto nel marasma che regnava nella sua testa. Non c'era un solo millimetro del suo corpo che non le dolesse, che non sembrasse andare a fuoco.
Qualcuno faccia smettere quel fischio, pensava. O era solo nella sua testa? Le lacerava i timpani. Voleva solo tornare nell'oblio, dove non avrebbe sentito tutto quel dolore. La sua mente era vuota, non riusciva a formulare dei pensieri di senso compiuto, ma non le importava. Non le importava sapere chi fosse, dove si trovasse, cosa ci facesse lì o cosa fosse successo. Voleva solo che tutto finisse.
Genere: Azione, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Si è addormentata, alla fine. Ci ha messo un po', come sempre da quel giorno alla stazione a questa parte, ma si è addormentata. Probabilmente, due anni passati a vedermi sposato con un'altra donna, due anni in cui è successa qualsiasi cosa, l'hanno segnata abbastanza da moltiplicare i suoi incubi ogni notte, come se non ne avesse già abbastanza prima, rendendola piuttosto reclutante a cercare di dormire. O almeno, questa è la mia opinione. Non ho di certo la presunzione di conoscere Natasha Romanoff, il giorno in cui qualcuno la conoscerà davvero sarà il giorno in cui a Nick Fury ricrescerà l'occhio mancante. Posso però vantare il privilegio di essere colui che la capisce meglio e che sa più di lei, e devo dire che è un risultato non da poco, parlando della Vedova Nera. La sento rannicchiarsi contro il mio petto, e istintivamente la circondo con le braccia, come a proteggerla. Ovvio, come se ne avesse bisogno. Stiamo parlando di una ragazza capace di stendermi ancora prima che io mi accorga di essere attaccato, forse persino prima che mi accorga della sua presenza. E volendo essere onesti, i miei riflessi sono abbastanza pronti. Mi sorprendo spesso, come ora, a guardarla dormire e a cercare di capire come una persona all'apparenza così piccola e delicata possa essere tanto letale. So che è esattamente quella la sua arma principale, ma devo ammettere che è un'arma costruita dannatamente bene. Affondo il viso nella massa di riccioli rossi che io stesso ho reso così disordinata qualche minuto fa. Non posso farne a meno, amo i suoi capelli. A dirla tutta, amo ogni singola cosa di lei. I suoi splendidi occhi color smeraldo, le sue labbra morbide. Più la guardo, più mi chiedo come diavolo si faccia ad essere così incredibilmente perfetti. Senza contare che è la donna più intelligente che abbia mai conosciuto. Lo nasconde sotto uno strato di sarcasmo e di sorrisetti di scherno, ma non ha niente da invidiare a un qualsiasi Stark, che invece adora ostentarlo anche più del necessario. Un giorno le dovrò chiedere se è umana. Mi chiedo come sia possibile non amarla... Mi chiedo come sia possibile che per ben due anni io abbia pensato di amare qualcun altro. Laura è una donna brillante, simpatica, carina, ma... Lei non è Natasha. All'inizio non sapevo come fare a dirle la verità, a dirle che mi ero ricordato del progetto TAHITI, a dirle che il nostro matrimonio non era nemmeno vero, non lo era mai stato. Però Nat ha insistito che non sarebbe stato giusto nei confronti di Laura lasciarla all'oscuro mentre lei e io ricominciavamo a vederci, e come sempre aveva ragione. Sono andato a parlare alla mia per così dire moglie appena il treno da Philadelphia è arrivato a destinazione. Nel frattempo, Nat mi ha raccontato ciò che le aveva detto Fury un paio di anni prima, e io ho scoperto di essere stato sposato con una certa ricercatrice livello 5 di nome Maya Wright. La cosa che più mi ha sconvolto, però, è stata sapere che il progetto TAHITI era stato applicato anche su Cooper e Lila. Non saranno stati davvero i miei figli, ma mi sono davvero affezionato a loro, nel tempo che abbiamo passato insieme. Mentre me lo raccontava, ho letto negli occhi di Nat qualcosa di più persino del mio disgusto, quasi rabbia. Lei e i lavaggi del cervello sui bambini hanno qualche conto in sospeso, in effetti, lei per prima ha il diritto di criticare Fury per aver permesso una simile atrocità. Ancora adesso non so cosa mi aspettassi dal discorso con Laura, ma sicuro come il cielo non mi aspettavo la reazione che ha avuto, quasi di sollievo. All'inizio non l'avevo capita, ma poi lei mi ha raccontato che anche su di lei il progetto TAHITI stava iniziando a perdere parte del proprio effetto: come me, di notte era tormentata dai ricordi del marito, e non riusciva a darsi una spiegazione. Le ho ripetuto la sua storia, basandomi su ciò che mi aveva riferito Nat, e lei ha ricordato tutto, pian piano. Eppure, tutto quel tempo di progetto TAHITI sembrava le fosse servito, inconsciamente, a elaborare la morte del marito, e ha reagito come una persona matura. Sono pienamente convinto che non farà sciocchezze. A distanza di qualche mese, non so ancora come se la sia sbrigata con i bambini: Nathaniel ha solo un anno, non si ricorderà di tutto questo. Ma Lila e Cooper, non li ho più visti. Laura e io abbiamo deciso di comune accordo che era meglio che sparissi per un po', che non mi facessi vedere da loro mentre lei cercava un metodo delicato per raccontar loro la verità, o per farli tornare com'erano prima del progetto TAHITI. Un giorno la chiamerò e glielo chiederò, magari andrò anche a trovarli. Immagino che un po' mi manchino. Ho detto addio a Laura, e me ne sono andato per sempre dalla fattoria dove avevo vissuto con lei. Diamine, davvero erano riusciti a convincermi a vivere in una fattoria? A pensarlo mi viene da ridere ancora adesso, e anche Natasha mi tormenta sovente con le sue battute sempre più elaborate in proposito. Mi sono fatto raccontare per filo e per segno cosa è successo nella sua vita mentre io non c'ero, e lei mi ha raccontato tutto, da quando le hanno comunicato che sarei stato sottoposto al progetto TAHITI alla battaglia finale della guerra tra Rogers e Stark. Me l'ha raccontato come se niente fosse, ma ho passato abbastanza tempo con lei da capire che deve aver sofferto molto. Sapendo com'è fatta, sono certa che si sarà data la colpa di tutto. So per certo che avrà passato mesi a dirsi che avrebbe dovuto accorgersi degli effetti del maleficio di Loki, che avrebbe dovuto fare di più per me. Mi ci vorranno anni per convincerla che non è vero, e non sono nemmeno sicuro di riuscirci. Se c'è qualcuno che non ha colpe in quella vicenda è Nat, ma è troppo testarda per crederci. Mi ha raccontato anche di Rogers, di che fine ha fatto Captain America. L'ho accompagnata una volta al cimitero, sulla sua tomba. Non l'avevo mai vista piangere. Credo che sia stata una delle esperienze più brutte della mia vita... Non riuscivo a sopportare di vederla così, avrei voluto fare qualsiasi cosa pur di fermare quelle lacrime silenziose che le solcavano il viso. Tutto ciò che sono stato capace di fare è stato abbracciarla forte, e dopo qualche minuto passato a sentire i suoi taciti singhiozzi sul mio petto, lei si è asciugata le lacrime alla meglio e ce ne siamo andati. Qualche giorno dopo, per scherzare le ho detto che ero geloso di Cap, che se fossi morto io non avrebbe versato nemmeno una lacrima. Lei si è rabbuiata e ha detto qualcosa che resterà per sempre impresso nella mia memoria: "Hai ragione. Se fossi morto tu, sarei stata lì sotto di fianco a te.". Quella risposta mi ha scosso, quasi terrorizzato, a tal punto che non sono mai più tornato sull'argomento, e non credo che lo farò nei prossimi mille anni. Guardo la sveglia. Tra poco dovremo alzarci e andare al lavoro. Ho pregato Coulson in ginocchio perchè riammettesse Nat nello SHIELD. Per fortuna non è come Fury, e alla fine ha accettato, anche se credo che la sua decisione finale non sia dovuta più di tanto alle mie richieste o al fatto che lui e Nat fossero sempre andati d'accordo, quanto al fatto che May fosse dalla mia parte. Non avevo idea che la loro relazione arrivasse a tal punto... Credevo che il picco massimo della loro amicizia fosse quello di non uccidersi a vicenda quando si incontravano. Ma May è impossibile da capire, e come ho detto non ho di certo la presunzione di conoscere Natasha. Quando gliel'ho raccontato, mi ha riferito, non senza un sorrisetto divertito davanti al mio stupore, ciò che Melinda aveva fatto per entrambi. In fondo, sono anche contento che Nat abbia qualcun altro oltre a me, ora che non c'è più nemmeno Steve. La scomparsa di quest'ultimo e il fallimento del progetto TAHITI hanno fatto sì che io andassi ad affiancare Nat nell'addestramento dei nuovi Avengers, programma che era stato interrotto allo scoppiare delle dispute tra Cap e Iron Man. Ho così avuto modo di reincontrare Wanda, o Scarlet Witch come le piace farsi chiamare adesso. Non ho di certo dimenticato il sacrificio di suo fratello, e mai potrò ringraziare a dovere quella piccola scheggia... Pensare che solo qualche minuto prima della sua morte avevo pensato di ucciderlo. Poi, una nuova agente si è unita all'addestramento: l'ha scovata Nat, girava per le strade facendosi chiamare Occhio di Falco, le dovrò chiedere il copyright prima o poi, e cercando di dare una mano. Kate Bishop, quella ragazza ha decisamente del talento. La mira non è come la mia ma è molto buona. Mi fa esasperare, ma in fondo è una brava ragazza. Nat mi prende sempre in giro, dice che con tutti i litigi e gli scherzi che faccio con Kate e Wanda sembro loro padre. Beh... Lei scherza, ma so che in fondo sa, come me, che ventiquattro mesi a fare il genitore hanno lasciato il loro segno. Anche gli altri non se la cavano male, Natasha e Steve hanno fatto proprio un bel lavoro. Penso a che esercizi sottoporre oggi a quella indisciplinata di Kate, quando una voce roca, la voce più bella del mondo a mio parere, mi riscuote dai miei pensieri.

"Dimmi che non fissavi così anche Laura quando dormiva, o quella povera ragazza avrà bisogno di un'altra sessione di progetto TAHITI per riprendersi dallo shock." Gli angoli della sua bocca si increspano a formare un piccolo sorriso mentre parla, e dopo apre lentamente gli occhi, puntando quelle iridi di smeraldo direttamente su di me. A me viene da ridere. Mi ha preso un'altra volta alla sprovvista. Da quanto tempo si è accorta che la stavo guardando? Forse non si è mai nemmeno addormentata, non mi stupirebbe per niente.

"Che hai da ridacchiare? Sono seria, Barton, sei inquietante." Una mano bianca come la neve si fa lentamente strada sul mio petto, per salire poi sul mio collo e arrivare ai capelli, provocando dei leggeri tremiti ovunque passa. Mi tira lievemente verso di sè, e io la lascio fare, assecondandola e andando a baciare le sue labbra carnose. La mia bocca scende a lasciare baci leggeri sul suo collo e la sento fremere, mentre le sue mani continuano ad accarezzare dolcemente i miei capelli. Tocca a lei, come sempre, cercare di avere un po' di buonsenso.

"Clint, non abbiamo tempo... Non vorrai di certo fare aspettare Kate." Mormora. Non che dalla sua voce si avverta una gran voglia di alzarsi e andare al lavoro.

"Con tutte le volte che è arrivata in ritardo, credo che Kate possa concederci dieci minuti per noi." Sussurro di rimando. Lei sospira e sento le sue labbra adagiarsi sulla mia fronte, prima che si liberi dalla mia stretta e si metta seduta sul bordo del letto. Ancora sdraiato e con un'espressione di disappunto dipinta in volto, la vedo aggiustarsi alla meglio i capelli e raccogliere distrattamente da terra i vestiti che indossava ieri sera, rimasti ai piedi del letto. Mi alzo a sedere anche io, ma solo per andare dietro di lei a cingerle i fianchi con le braccia e far scivolare le mani fino a chiudersi all'altezza del suo ombelico, intrappolandola in un abbraccio. Le dò un bacio sulla spalla e la sento sospirare.

"Dieci minuti, Barton. Non di più." Mormora e si gira sorridendo, tornando a baciarmi e spingendomi fino a quando non sono di nuovo sdraiato.

Dio, quanto la amo. 

   
 
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