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Autore: Wordsintheveins    08/08/2015    1 recensioni
Samantha McGuire era il tipo di ragazza che non si fa scrupoli a dire ciò che pensa.
Se odiate quel tipo di persona, lei l'avreste odia e ne avreste avuto tutto il diritto.
Era cresciuta nella periferia di Chicago, in un quartiere modesto eppure era una vera calamita per i guai. Lei diceva che erano loro a trovare lei. Diceva anche che il fuoco andava combattuto con il fuoco e forse era questo uno dei motivi per il quale si trovava sempre nei casini.
Sam però non era sola...
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Capitolo uno -


 


I passi risuonavano per l'intero corridoio che ormai era semivuoto. 
La borsa penzolava ad ogni movimento che faceva, ogni tanto la sistemava su una spalla. I suoi anfibi neri la assistevano ad ogni passo mentre le ginocchia erano scoperte per via dei grossi fori dei jeans altrettanto neri.
Il lungo cappotto color petrolio che le arrivava fino a metà coscia,  la scaldava come il capello dello stesso colore che cadeva all'indietro. I lunghi capelli color miele uscivano da esso cadendo sulle spalle. Imboccò le scale e dopo aver raggiunto il secondo piano arrivò all'aula 120B dove, un grosso cartello affisso alla porta di un color mogano, portava una scritta a caratteri cubitali : "Detenzione"
Posò la mano sulla porta e tirò con forza. Appena mise piede in quell'aula si sentì gli sguardi addosso.
C'era una ragazza in prima fila che la osservava dietro ai suoi grossi occhiali neri da nerd.
Più in là, vicino alle grosse finestre da dove si poteva vedere il campo di lacrose, un ragazzo cicciottello stava seduto al suo banco. Tra le mani reggeva una baratta ipercalorica e la guardava con un'aria triste. Spostò lo sguardo verso il fondo dell'aula e vide altre tre persone ma una in particolare attirò la sua attenzione: i capelli biondi con venature castane gli cadevano sul viso chino. Mentre si avvicinava al banco davanti al suo notò che aveva gli occhi incollati al quaderno. Disegnava, disegnava veloce strani segni aztechi e li colorava all'interno,  tutto con la sola penna a stilo nera.
 Si sistemò sulla sedia e diede un ultimo sguardo attorno a sè. Che gabbia di matti era mai questa?
Dai nerd, alle troiette, ai montati degli sportivi.
La musica risuonava nelle sue orecchie a tutto volume. I 'The 1975' suonavano la loro canzone "Rabber".
Improvvisamente la porta si aprì e una donna, comparve nell'aula.
Portava i capelli raccolti in un alto chignon e il suo stile anni '60 non permetteva di dedurne l'età.
Si fermò davanti alla cattedra e iniziò a parlare. Vedeva solo le sue labbra muoversi e onestamente le andava anche bene. Poi, la vide indicarla e farle segno di togliere le bianche cuffiette così, alzando gli occhi al cielo, le posò sul banco. Le sorrise acida e lei ricambiò con uno pieno di apprensione.
<< Io sono la signorina Jones. Sarò il vostro tutor per tutte le tre settimane >> esclamò.
Perplessa si guardai attorno. Tre settimane?
<< Come scusi?! >> tuonò la bionda platino qualche banco dietro al sue. Si volò appena e la vidi agitarsi in quel suo abitino succinto da cheerleader. Metà ottobre e queste ancora giravano come fossimo ai primi di luglio.
<< Nessuno di voi ha letto il foglio che avete firmato per venire qui? >> domandò la professoressa.
<< Avremmo dovuto? >> intervenne il palestrato.
<< Si. Avete dato il consenso a partecipare a questo gruppo di "dialogo" >> 
Alle parole della signorini rise scuotendo il capo incredula. Le persone presenti nella stanza iniziarono a lamentarsi e la Jones fu costretta a battere il libro sulla cattedra.
<< Scusatemi. Io di solito non sono così >> si scusò quando calò di nuovo il silenzio.' Quella aveva più problemi di noi e doveva farci da "tutor"' pensò.
<< Allora che ne dite di presentarvi? Coraggio. Iniziamo da te >> sorrise indicando il ragazzo cicciottello. 
Lui spostò lo sguardo dalla barretta alla signorina Jones e, timidamente, sorrise.
<< Si..ehm...sono Frederick Dowson. Ho sedici anni e...che devo dire? >> chiese. Chiuse gli occhi sospirando. Sapeva che sarebbe stata una giornata lunga.
<< Dicci perchè sei qui dentro >> lo incoraggiò la professoressa sedendosi sul bordo della cattedra.
<< Mangio. Ho mangiato in classe. Mangio ad ogni ora perchè sono agitato >> spiegò Frederick.
Venne poi il turno di Caroline Green, la cheerleader che era una ossessionata dai trucchi e dalle spazzole: ne estraesse ben quattro tipi differenti tra pettini spazzole.
Toccò poi a Aaron Cooper, il coocapitano della squadra di lacrose. Disse di avere aver fatto a botte e di aver provocato una rissa almeno tre volte in tutte la giornata. L'occhio nero lo confermava.
Ben presto il gruppo iniziava a formarsi: Dafne Garcia, la nerd al primo banco, studiava troppo. 
David Martinez aveva il brutto vizio di chiudere le matricole nell'armadietto.
Crystal McCall odiava i ragazzi, così tanto da picchiare il suo compagno di laboratorio.
Parlarono altri due ragazzi e poi venne il turno del ragazzo biondo seduto dietro di lei.
<< Tu..tu che stai disegnado, tocca a te >> esclamò la signorina.
Si voltò e per una frazione di secondi i loro occhi si incrociarono.
<< Sono Ashton Fletcher Irwin ma Ashton va più che bene. Mi hanno squalificato dalla squadra di hockey >> disse lanciando un'occhiata alla classe.
<< Che hai combinato amico? >> chiese divertito Cooper.
<< Ha rotto il naso ad un avversario. Sono cose che capitano >> spiegò sorridendo beffardo.
<< Peccato che quel ragazzo non era in campo >> intervenne acida Caroline scuotendo la chioma.
<< Prima di tutto non si gioca hockey su un campo ma su una pista. Seconda cosa: quel bastardo ha insultato la mia ragazza >> precisò Ashton.
<< La tua ex ragazza >> interferì una volta ancora Green.
<< Ma chi cazzo sei? Lavori per la CIA? >> chiese allibito lui. Rise e improvvisamente tutti si concentrarono su di lei.
<< Tocca a te >> sorrise la signorina Jones. Il suo sorriso si spense e sospirò.
Portò le braccia al petto.
<< Samantha McGuire. Mi hanno messo in punizione perchè dicono che non partecipo abbastanza e quando lo faccio uso espressioni che, citando le parole del preside, " non sono adeguate e pertinenti al contesto sociale". In poche parole non vogliono che dica come stanno le cose >> disse acida, fece una pausa e poi finì.
<< E potrei aver causato una rissa con una ragazza >>
<< Oh, quindi sei una di quelle persone che dice di non aver problemi a dire come stanno le cose >> rise Martinez.
<< Si, secondo me è tutta scena >> intervenne Cooper ridendo seguito dalla cheerleader.
Samantha sorrse acida scuotendo il capo.
<< Tu sei patetico, pensi di essere forte solo perchè chiudi le povere matricole sfigate nei loro armadietti quando non hai nemmeno il coraggio di contestare la signora della mensa >> esclamò rivolgendosi a Martinez.
<< La signora della mensa è più grossa di Cooper >> piagnucolò lui.
Gurdò poi Caroline che le sorrise spavalda.
<< Il biondo platino ti rende più scema di quello che sei e  poi è passato di moda, da parecchio >> le disse sorridendole.
<< Cooper, ti hanno mai detto che ti chiamano 'gorilla'? >>
Aaron la guardò perplesso.
<< Si e lo sai il perchè? Perchè sei forte ma hai anche un cervello da primate >> 
La signorina Jonesla fermò e tutti scioccati la guardarono in silenzio.
Poi, nel silenzio della classe, Ashton battette le mani un paio di volte.
Sam lo guardò curiosa. 





*Spazio autrice*
Salve gente!
È la mia prima ff sui 5SOS e spero vi piaccia.
Fatemi sapere che ne pensate.
Bacioni.
 
   
 
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