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Autore: strongvato    09/08/2015    1 recensioni
Harry lo sapeva.
Sapeva che gli occhi di Louis per lui sarebbero stati mortali.
“Eri il mio carnefice Louis”.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Angolo autrice:
Di solito non commento mai le mie storie ma qui avevo bisogno di farlo. Nella storia non ci saranno descrizioni di scene di sesso, semplicemente perchè al centro di questa storia c'è l'amore tra Harry e Louis. Spero che sia di vostro gradimento e mi farebbe molto piacere leggere delle vostre recensioni, positive o negative che siano:) Buona lettura!


Harry lo sapeva. Sapeva che gli occhi di Louis per lui sarebbero stati mortali.
“Eri il mio carnefice Louis”.


Harry stava camminando nei corridoi nella sua scuola superiore, la Westminter.
Cercava di non farsi notare dagli altri ragazzi, era stanco di essere considerato il gay. Lo accusavano di spiare i propri compagni dopo l'allenamento dentro alle docce, anche se non era vero. Lo deridevano, lo spingevano appena avevano la possibilità e mimavano gesti che facevano arrossire violentemente Harry. Gesti che lui non aveva mai pensato di fare con i suoi aguzzini. Come prevedibile le premure di Harry di non farsi notare erano tutte inutili, ovunque andasse loro erano là.
L'unico suo punto debole era Louis, anche lui un suo aguzzino.
Non sapeva come e perchè, ma notava negli occhi di Louis qualcosa di diverso. Qualcosa che non lo faceva sentire vittima, ma complice. A ogni presa in giro, Louis rideva ma spostava lo sguardo da un'altra parte.
Harry aveva capito ancora prima che lo stesso Louis capisse che era omossesuale proprio come lui.



“Sapevi che però avevo solo occhi per te” gli disse Louis.
Harry lo zittì con un bacio, non aveva ancora il coraggio di tirare fuori le storie del proprio passato, storie che ancora gli facevano male, storie che avevano ancora il potere di demolirlo.
Sentiva che non avrebbe mai superato tutte le frasi che ancora gli rimbombavano nella testa.
Non aveva mai perdonato Louis, ma era innamorato.
Nonostante Louis continuasse a spiegargli i suoi motivi, Harry non li voleva sentire.
Così Louis smise di chiedergli scusa, cercando di fargli vivere il miglior presente di sempre.

Gli anni si susseguivano ed Harry era sempre più stanco di essere il capro espiatorio dei ragazzi più grandi, aveva solo sedici anni. Ma quel giorno qualcosa cambiò.
Tutti gli anni alcune classi, di differente anno, si univano per creare un progetto che avrebbero mostrato a una fiera che si teneva nella piccola cittadina in cui abitavano.
Quell’anno toccò alla classe di Harry e di Louis.
Lo scopo del progetto, era creare qualcosa di nuovo, di scientifico, di vero. Venivano formate delle coppie in base al proprio rendimento scolastico.
Il professore scelse di mettere in coppia Harry e Louis. Ma nessuno dei due era contento, erano così diversi. Non avrebbero potuto collaborare per creare qualcosa


“Dai Harry muoviti, dobbiamo andare a trovare i miei genitori” urlò Louis contro il ricciolo che come tutti i giorni tardava ad alzarsi dal letto, avrebbe potuto dormire per giorni senza svegliarsi mai.
“ Sono quasi pronto, ora scendo” gli rispose Harry
Dopo quindici minuti i due salirono in macchina e guidarono fino a casa dei genitori di Louis, per un pranzo in famiglia.

Ad Harry non piaceva andare a trovare Johannah e Mark, non perché loro fossero scortesi con lui ma semplicemente perché non lo consideravano il ragazzo del loro figlio.
Lo trattavano come il migliore amico, l’inquilino. Non era mai il ragazzo di Louis, ed alcune volte dovette sopportare le domande della madre sulla vita privata del suo fidanzato facendo finta di non esserne informato.

“ Ma Louis con le ragazze va bene?” domandò il patrigno di Louis.
“Va più che bene, una vera bomba” rispondeva Harry, sorridendo verso Louis.
Ma quello non era un sorriso vero, era un sorriso tirato, stanco.
Ancora oggi solo Harry era considerato l’omossesuale dei due, nonostante con Louis ci andasse a letto senza obbligarlo.


“So che non ti va di fare il progetto, per cui lo farò da solo e faremo finta di averlo fatto insieme” insistette Harry verso Louis.
“Ti ho detto che lo faremo insieme” ribattè Louis.
“Va bene, dobbiamo finirlo entro un mese e mezzo” dichiarò Harry.
“Lo so, speriamo di avere anche il tempo di fare altro” gli rispose Louis e ammiccò verso Harry facendogli un occhiolino e lasciando il riccio di stucco.
Non che Harry non avesse mai pensato in quel senso a Louis, ma era così sbagliato. Louis non avrebbe dovuto provarci con lui, a scuola lo torturava facendogli passare una vita d’inferno e adesso lontano da tutti si comportava come se Harry gli interessasse davvero.
Cominciarono a lavorare insieme in un progetto che prevedeva di spiegare come si poteva creare l’energia nucleare.


“Non capisco che cos’hai Harry” gli disse Louis
“Niente Lou, sono solo stanco” gli rispose Harry.
Il più grande allora si spogliò e si distese a letto con il più piccolo, cercando di tirargli su il morale.
“Sai che ti amo Harry” 
“Lo so”
A loro non servivano tante parole, sapevano che quello che c’era tra loro due era qualcosa di unico. Nato in una circostanza assurda, ma pur sempre unico.
Erano anime gemelle e nessuno dei due avrebbe potuto trovare la felicità con un’altra persona, in un altro luogo.
I loro cuori si appartenevano, come i loro corpi.
Facevano l’amore con passione, con sentimento, con violenza alcune volte. Avevano voglia dei loro corpi e questa voglia non poteva arrestarsi. Poteva solo che aumentare, diventare sempre più forte, sempre più disarmante. Poteva solo distruggerli e non è forse questo che fa l’amore?.
Distrugge tutto quello che può essere distrutto, certo l’amore è capace di creare ma ti lascia vulnerabile, non ti protegge, sei esposto e puoi solo lasciarti trascinare in quel circolo vizioso.

Louis era felice con Harry, ma si sentiva come se mancasse qualcosa.
Forse il non superamento degli anni delle superiori del più piccolo, rendevo quasi dolorosa la situazione.
Louis non poteva rinnegare il futuro, si era comportato di merda e se ne pentiva, ma tornare indietro a nessuno era permesso.
Lui non faceva eccezione.
Però era convinto che insieme poteva superare anche i momenti più dolori insieme, potevano unire le proprie debolezze per trasformarle in punti di forza.

Terminarono il progetto prima di quanto avessero stabilito e fu una sorpresa per tutti. Nessuno si aspettava che la vittima e il carnefice potessero collaborare così bene.
Era nata un’amicizia, che però nessuno dei due voleva. Non si accorsero, ma in poco più di un mese legarono fino a diventare un unico cuore.
“Harry oggi potresti venire a casa mia? Dobbiamo assicurarci che il progetto funzioni” gli chiese Louis.
“Certo Louis” gli rispose Harry.
Harry si recò a casa di Louis ma l’atmosfera era diversa. Prima Harry cercava di mantenere sempre una distanza tra lui e il suo compagno di studi ma oggi non ne aveva voglia.
Voleva provare, voleva vedere se il lupo e l’agnello potevano davvero farcela insieme.
Anche Louis era cambiato, si era innamorato di Harry. In poco tempo, senza accorgersene aveva dimenticato i suoi amici, aveva dimenticato la scuola, la famiglia. Ora lui aveva solo Harry e si odiava per come si comportava a scuola ma non poteva fare altrimenti.
Quel giorno si diedero per la prima volta un bacio a fior di labbra, cauto, quasi fosse naturale. Louis fu il primo a spingersi oltre la barriera che nessuno dei due aveva mai infranto.
Si sporse verso Harry e lo baciò. Assaporando ogni centrimento della bocca di Harry, volendone sempre più. Come se non fosse mai abbastanza.
Si accarezzarono silenziosamente, la parola per loro era una prerogativa, non ce ne era bisogno. Potevano guardarsi negli occhi e dirsi tutto.
Fecero l’amore, scoprendo sensazioni sempre nuove, mai provate prima. 
Fu la prima volta per entrambi, ma era venuto tutto così naturale che alla fine Harry sorrise perché aveva scoperto di amare il suo mostro personale. Il suo inferno si era trasformato in paradiso.



Harry decise di cucinare, non lo faceva mai. Rischiava di far saltare tutto in aria, cucina e casa compresa.
Non sapendo da dove iniziare chiamò il suo amico di infanzia Niall.
“Niall, aiutami che cosa cucino?” gli chiese Harry.
“Harry portalo a mangiare fuori, se non vuoi passare una cena di merda a mangiare pasta scotta o bistecche troppo crude” gli rispose Niall e si mise a ridere.
“Simpatico, ma economicamente non siamo messi troppo bene preferisco cucinare”
“Fai una pastà al pomodoro, metti la pentola piena d’acqua e lasciala bollire. Quando bolle metti il sale e butta la pasta. Quando è cotta la scoli” gli disse Niall cercando di dargli istruzioni.
“La fai troppo semplice Niall” borbottò Harry.
“Lo è Harreh, lo è”
“Ti devo un favore” gli rispose Harry e prima che Niall potesse rispondere mise giù.

Voleva davvero bene a Niall, lo conosceva dall’asilo.
Anche lui era vittima di bullismo, per il suo forte accento irlandese che Harry adorava.
 Si erano fatti forti insieme e nessuno li avrebbe mai divisi, di questo Harry ne era sicuro.

Quindici minuti dopò entro Louis dalla porta, era tornato dal lavoro.
“Non ci credo, stai cucinando” rise Louis.
“Non ti ci mettere pure tu, sono migliorato comunque” disse Harry bevendo un sorso di birra dalla bottiglia.
“Si, mm ci credo” gli disse Louis e lo baciò.
Lo baciò come si bacia una persona che non si vede da anni. Come se fosse indispensabile farlo e per loro due lo era.
“Vedi perché non riesco mai a cucinare? Mi distrai” gli disse il più piccolo.

La loro cena non fu una delle più belle della loro vita, semplicemente perché a loro non serviva andare in ristoranti di lusso a mangiare. Per loro era sufficiente stare su una tavola a casa loro, con un piatto di pasta e un sorriso sulle labbra.
Per loro quella era la felicità.

“Harry devo dirti una cosa” esordì Louis.
Harry alzò la testa dal piatto e guardò il fidanzato confuso.
Louis estrasse dalla tasca dei pantaloni, una scatolina di velluto blu. La aprì e all’interno, c’era un bellissimo anello con un diamante incastonato al centro.
“Lou” disse Harry con la voce strozzata

Harry e Louis si vedevano tutti i pomeriggi. Tutti i pomeriggi si scoprivano sempre di più, scoprendo anche di avere tantissimo in comune. Come i film horror, le canzoni pop, la birra, il mangiare pop corn il sabato sera e avevano in comune il loro amore. Così grande e forse eterno.
Ma la mattina, a scuola, tutto cambiava. Louis si comportava come se non conoscesse Harry, anzi come se gli facesse schifo solo vederlo. Non poteva fare altrimenti, avrebbe perso tutti i suoi amici.
Harry faceva finta di nulla, come se non sentisse nulla. Ad ogni battuta di disprezzo di Louis perdeva un pezzettino del proprio cuore e quest’ultimo andava a depositarsi nel fondo dello stomaco, creando un cemento che sarebbe durato per sempre.
Non capiva Louis, Harry per lui avrebbe mollato anche la sua famiglia. Avrebbe mollato tutto e tutti, fregandosene perché se aveva Louis aveva qualunque cosa gli servisse.
Forse è proprio per questo che Harry non è mai riuscito a perdonare Louis.


“Per quello che vale,non possiamo sposarci legalmente ma un giorno sarai mio marito” gli sussurrò Louis.
Harry sapeva già che scelta fare, non c’era nessun tipo di dubbio. Non poteva lasciare andare Louis, nonostante tutto il dolore che gli aveva procurato.
“Si Louis, un giorno sarò tuo marito” disse Harry sporgendosi verso il suo futuro marito.
“Io e te contro tutti Harry”.
“Contro tutti Louis”.

Harry camminava per i corridoi della scuola quando il gruppo dei più grandi gli andò addosso facendolo rovesciare tutti i libri e il caffè che aveva in mano.
“Attento a dove vai frocio” gli urlarono.
Louis lo guardava e si lasciò andare fregandosene dei suoi amici e di tutti gli altri. Corse da Harry e lo aiutò.
“Stai bene Harry?” gli chiese Louis sussurrando.
“Vattene, non farti vedere con me” gli disse Harry.
Louis lo baciò davanti a tutta la scuola. Davanti ai suoi omofobi amici. Davanti alle ragazze che gli sbavavano dietro e soprattutto davanti a sé stesso.
Quella era la sfida più grande, aveva capito finalmente. Harry era tutto.
“Io amo Harry Styles” si mise ad urlare Louis.
“Lou shh stai zitto, stai urlando” gli disse Harry e cercò di farlo tacere tirandolo per una mano.
“Non mi importa, devono saperlo tutti” gli rispose Louis.
Louis prese per mano Harry e insieme scapparono fuori dalla scuola ridendo insieme, come due bambini di sei anni, spensierati. Nessun problema poteva toccarli se loro erano insieme.


“If I didn’t have you there would be notino left” gli canticchiò Louis nell’orecchio.
“If i didn’t have you, I’d never seen the sun” gli rispose Harry sorridendo.
"Ti amo Louis"
Questo era il primo ti amo di Harry, se non si contavano quelli dopo l'orgasmo.
Finalmente era riuscito a dirlo, forse questa era la possibilità di Harry di superare tutto. Di amare Louis incondizionatamente. Di non aver paura di mostrarsi agli altri, di farsi amare come si meritava.
Perchè Harry lo meritava e Louis meritava di riuscire ad amare Harry senza limiti.





  
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