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Autore: Liberty89    09/08/2015    3 recensioni
La regina Garnet si fece attenta al sentire la voce dell'attore che interpretava il protagonista maschile di quella vicenda. Le piaceva quella voce. Era calda, ferma e trasmetteva perfettamente i sentimenti di Marcus pur non mostrando il suo volto; per un attimo si chiese come mai quell'uomo portasse un mantello con cappuccio.
Le sembrava di averla già udita da qualche parte quella voce, ma dove non riusciva a ricordarlo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Garnet Til Alexandros XVII, Gidan Tribal
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: “Sarò il tuo passerotto”
Autore: Liberty89
Genere: Romantico, Sentimentale
Rating: Verde
Personaggi: Garnet, Gidan
Avvertimenti: One-Shot
Note dell'autrice: Buondì! Ho tantissime fan fiction su cui lavorare, ma quando ho visto la conclusione di FFIX non ho resistito e ho dovuto scriverci. Ho voluto romanzare la scena di chiusura e dare voce ai pensieri di Garnet mentre guarda lo spettacolo “Sarò il tuo passerotto”, di cui ho ripreso il titolo.
Ringrazio Paolino per l’aiuto in fase di stesura :3 Buona lettura!


Disclaimer: i personaggi della storia non mi appartengono. La fic non è stata scritta a scopo di lucro.


Sarò il tuo passerotto


In my dearest memories,
I see you reaching out to me.
Though you're gone,
I still believe that you can call out my name.
A voice from the past, joining yours and mine.
Adding up the layers of harmony.
And so it goes, on and on.
Melodies of life,
To the sky beyond the flying birds
forever and beyond.

Final Fantasy IX - Melodies of Life



La regina Garnet si fece attenta al sentire la voce dell'attore che interpretava il protagonista maschile di quella vicenda. Le piaceva quella voce. Era calda, ferma e trasmetteva perfettamente i sentimenti di Marcus pur non mostrando il suo volto; per un attimo si chiese come mai quell'uomo portasse un mantello con cappuccio.
Le sembrava di averla già udita da qualche parte quella voce, ma dove non riusciva a ricordarlo. Le dava uno strano senso di nostalgia e le venne quasi da mormorare a labbra chiuse il motivetto della sua canzone, ma si trattenne per non disturbare lo spettacolo. Una storia tanto bella quanto triste che la rapì, esattamente come voleva fare Marcus con la sua amata Cornelia.

-Il sole è sorto, ma se non ci dà la sua benedizione non potremo volare alti nel cielo come quelle rondini.- disse Marcus con voce grave, afflitta dal pensiero di dover partire senza la sua Cornelia.
-Marcus, non c'è tempo. La nave salpa!- lo richiamò l'altro uomo prima di uscire di scena.
-Mi ha tradito?!- urlò Marcus alle rondini in volo. -Oh no, Cornelia non lo farebbe mai! Credo in lei.- affermò compiendo qualche passo, senza vacillare neanche per un secondo. -E se credi in qualcuno, i sogni diventano realtà!-

A quelle parole, Garnet strinse un lembo della gonna. Di nuovo, quella voce le aveva fatto scattare qualcosa nella testa e quella frase la faceva apparire ancora più familiare. Trattenne il respiro quando un volto sorridente fece capolino nella sua mente.

-E se il sole non vorrà benedirmi…- riprese Marcus, per poi voltarsi di scatto in direzione della luna che ancora brillava nel cielo buio. -…almeno tu, luce lunare esaudisci questo mio desiderio!- urlò per poi girare su se stesso e levarsi il mantello per mostrare finalmente il suo volto al pubblico. -Fammi rivedere la mia amata Daga!-

Garnet scattò in piedi, sorpresa, e si sporse dalla balconata per guardare meglio il giovane uomo che si era rivelato sul palco. Riconobbe immediatamente quel sorriso e scosse la testa sempre più incredula.
-Impossibile!- pensò, girandosi e correndo verso le porte presidiate da Steiner e Beatrix.
I due cavalieri la fissarono per un istante e le impedirono il passaggio incrociando le braccia davanti alle pesanti ante. La regina ricambiò i loro sguardi con un’espressione smarrita, ma essa svanì quando il duo le sorrise e aprì le porte per lei e le fece cenno di proseguire.
Sollevati i lembi dell’ampia gonna, Garnet riprese la sua corsa giù per le scale senza pensare al fatto che sarebbe potuta cadere e per poco non inciampò nel mettere piede sull’ultimo gradino. Vedendola arrivare i cavalieri Plutò spalancarono le porte e la regina continuò per la sua strada, cercando di farsi largo tra la folla venuta ad assistere allo spettacolo. Ora il pubblico mormorava come uno sciame d’api chiedendosi chi fosse quel giovane dalla lunga coda e chi fosse mai questa sua “amata Daga”, poiché a tutti era evidente che quella frase nulla aveva a che fare con la vicenda di Marcus e Cornelia.
Attoniti, gli spettatori le facevano spazio non appena si rendevano conto di chi fosse la mano che spingeva sulla loro spalla o sul loro braccio, e la guardavano incuriositi, sussurrando la loro perplessità per quella faccenda. Qualcuno sgranò gli occhi quando si accorse che la regina aveva perso il prezioso ciondolo che portava al collo e che passato l’istante di tentennamento, lo aveva lasciato lì, sul freddo pavimento di pietra quasi fosse un pezzo di vetro senza valore. La medesima fine toccò al sottile diadema che Garnet teneva sui capelli prima degli ultimi due passi che la portarono tra le braccia di Gidan.
Nascose il volto sulla sua spalla e respirò il suo profumo, ma dopo una mezza giravolta, lui l’allontanò per poterla guardare in viso e sorriderle sfacciatamente. Lo fissò un solo istante prima di ributtarsi sulla sua spalla destra e usare la mano dal lato opposto per colpirlo sul petto. Lo sentì gemere a denti stretti sotto i suoi pugni, ma non si oppose al suo sfogo e lo placò con una carezza sui suoi capelli tornati lunghi come quando si erano conosciuti.
La abbracciò stretta, mormorandole una scusa all’orecchio, che si sentì appena tra il rumore della folla in festa e il soffio del vento che danzò nella loro gioia. Garnet sperò che quel momento durasse per sempre, ma Gidan lo interruppe scostandola ancora una volta.
E per Daga non ci fu più nulla tranne il bacio gentile che Gidan da buon ladro le rubò.
  
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