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Autore: Anonimadelirante    09/08/2015    3 recensioni
“Fa un gesto stizzito con la mano, come se volesse scacciare un insetto fastidioso – o un pensiero.
D.H. scarabocchia.
Ingoia a vuoto, mordicchiandosi il labbro.
È quasi uno sbaffo, la prima lettera, ma poi si costringe a continuare perché è giusto così e nessuno potrà mai convincerlo del contrario.
U.P. Scrive in un singulto, la mano che gli trema.”
[Spoiler 3x08 e 5x01 | Derek/Paige | piccolissimo accenno alla Derek/Kate | guest star: Peter Hale]
Genere: Angst, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Derek Hale, Paige, Peter Hale
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie '‘U.P.’ – Gloria in exelsis deo'
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AvvertimentiSpoiler! 5X01 e anche 3x08
Word Count: 1400 w.
Disclaimer: nulla di mio, ovviamente. Altrimenti non sarei qua a ficcynare, ma a picchiare Davis.
N/A: Da dove esce 'sta roba paurosamente idiota? Non è ho idea. Ma so che non è un bene, perché ho cominciato a shippare la mia Paige fanon con Derek e non è mai un bene quando entro nel vortice di una nuova ship.
Per il solito lancio di verdura marcia e/o scambio di opinioni, lo spazio recensioni.
(Perché scrivere ‘Recensite plz’ fa troppo mainstream)

 

 

 

 

 

Questa la dedico a me, per una volta.
Un po' perché oggi è stata davvero una giornata no,
un po' perché U.P. necessita di più OS
e tanta, ma davvero tanta, attenzione.
E io voglio più ore in un giorno,
perché altrimenti non riuscirò mai
a scrivere tutto quello che voglio scrivere.

 

 

U.P.’

È già qualcosa

 

 

 

La fila scorre con lentezza sconcertante e Derek soffoca uno sbadiglio, ostentando una noia che non è del tutto certo di provare sul serio. Poco importa, però.
Mark fa una battuta piuttosto idiota e lui non prova neanche a ridacchiarne. Jacob sbuffa, guardandolo storto.
«Su, non essere noioso» borbotta Peter, dandogli una spintarella.
Ingoia un ringhio basso, insieme alla bile e si scansa malamente da Peter: «Lasciami in pace» sibila, voltandosi a guardarlo di scatto, i denti appena scoperti.
Peter lo fissa: «Va' in bagno, Derek», mormora allora, stringendogli la stoffa dalla t-shirt. Derek deglutisce di nuovo, questa volta a vuoto.
Gli altri, la squadra di basket, ridono, probabilmente scambiandola per un'altra battuta di poco gusto; lui si scrolla di dosso il cugino, ma fa come gli ha detto – davvero, come ha potuto anche solo lontanamente pensare che potessero essere suoi amici?
Sa che è la luna piana, a fargli quest'effetto devastante, sa anche che ormai dovrebbe essere più che in grado di controllare la trasformazione e, in via del tutto teorica, lo sarebbe, se non fosse...
Si accorge di essere arrivato quando sbatte la porta con troppa forza e le sue mani cozzano contro il lavandino e corrono a cercare la manopola dell'acqua, annaspando.
Di fronte a lui, guizzano due occhi innaturalmente azzurri, furiosi, disperati.
È colpa di Peter, dice una vocina sinuosa che gli rimbalza in testa. Ma Derek sa che non è così – non è del tutto vero – e non è mai stato bravo a mentire, meno che mai a se stesso.
L'hai uccisa tu. L'ha uccisa tu l'hai uccisa tu l'hai uccisa tu l'hai uccis-

 

Tu, tu tu. Sei stato tu—

—tu tu tu tu tu tu tu.

 

Solo tu.


È colpa tua.


Ed è così, inequivocabile e terribile. È lui che ha affondato gli artigli nel suo ventre, è lui che ha soffocato il suo ultimo respiro con le labbra.
Si sente scivolare nel buio, giù, giù, come quella notte. E l'unica cosa che può fare è serrare le dita intorno al lavandino.
Respira. Respira, Derek, respira.
C'è quest'immagine che gli rimbalza in testa, tamburellandogli dolorosamente sulle tempie.
Paige che sorride appena, arricciando il naso, mentre si mordicchia il labbro pensierosa. «Mhh, siamo in bibliot- Derek.» ridacchia, quando Derek si china su di lei.
Anche lui sbuffa una risata soffocata contro l'incavo del suo collo e Paige inarca un poco la schiena: «Davvero», borbotta, «Non dovremmo.»
«Non dovremmo, no», concorda lui, facendo spallucce.
«La biblioteca è...»
«...un luogo sacro, sì, sì, lo so», alza gli occhi al cielo prima che lo faccia lei, guadagnandosi un colpetto sul fianco.
«C'è il sole, Paige». È insofferente, stanco, ma non vuole andarsene senza di lei.
Hai chiaramente un qualche deficit dell'attenzione o, non so- sei troppo agitato, questo è certo” gli aveva detto una volta, dandogli una sberla leggera, sulla nuca. Derek ne aveva riso, scrollando le spalle.
«Lo vedo anch'io, sai?» dice adesso.
«Andiamo a farci una passeggiata. La ricerca di storia puoi farla dopo.»
Paige si rimbocca un ciuffo di capelli dietro l'orecchio, gonfiando le guance, pronta a rimbeccarlo, ma alla fine non risponde. Scuote la testa, lanciandogli il suo migliore sguardo alla “tu-sei-un-caso-perso”. Poi, però, raccoglie le sue cose, le infila in cartella, senza guardarlo.
Derek la fissa, mentre lascia cadere la matita e chiude l'astuccio con gesti semplici, metodici, teatralmente esagerati.
«Allora? Andiamo!», gli getta un'occhiata da sopra la spalla; probabilmente esilarata dalla sua espressione sbalordita, dal suo essere ancora seduto, a guardarla, confuso. Non pensava di averla vinta così facilmente.
È allora che Derek sente qualcosa smuoversi, qualcosa che non comprende fino infondo, nello stomaco. È strano, buffo – troppo grande.
Perché che gli piaccia, e in maniera esagerata a sentire Peter, non è un mistero. Però... però c'è qualcosa di diverso, come una bolla che gli si scoppia nello stomaco, un do potente e vagamente stonato, che lo paralizza.
È solo un istante e Derek non ne ha idea, ma gli occhi di Paige brillano in un modo che lo tormenterà per la vita.
Poi quel qualcosa nel suo stomaco smette di contorcersi e lui riprende a respirare in maniera normale, mentre raggiunge Paige che continua ridere, in una silenziosa promessa che lui non coglie.

 


(Derek annuisce, il respiro che gli si blocca in gola: «Vado in bagno.»
Non può vedere l'espressione turbata di Peter, mentre si allontana. Le risate dei suoi compagni di squadra gli rimbombano nelle orecchie.)

 


Stringe più forte il lavandino, ansante. È stata quella stupida – ingiustificata – paura di perderla, a portagliela via.
È colpa sua, solo su- Il getto freddo dell'acqua gli restituisce la lucidità necessaria per ricordarsi dov'è, e cosa sta facendo.
Le firme, si dice. È una tradizione che nessun studente di Beacon Hills si perderebbe mai e ha l'impressione che Paige gliene abbia parlato, una volta – forse era distratto dall'ondeggiare ipnotico dei suoi capelli. Annuisce piano, a sé stesso, sbattendo confusamente le palpebre. Sì, avevano dei progetti, per quell'anno – o meglio, lei aveva dei progetti per entrambi.
Non pensarci. Non ora.
Torna alla biblioteca scansando un suo compagno e ignorando deliberatamente la squadra di basket e Peter.
Fa un gesto stizzito con la mano, come se volesse scacciare un insetto fastidioso – o un pensiero.
D.H. scarabocchia.
Ingoia a vuoto, mordicchiandosi il labbro.
È quasi uno sbaffo, la prima lettera, ma poi si costringe a continuare perché è giusto così e nessuno potrà mai convincerlo del contrario.
U.P. Scrive in un singulto, la mano che gli trema.
Urzula Paige – «In realtà il mio primo nome è Urzula. Ma tutti mi conoscono come Paige e- dillo a qualcuno e ti ammazzo. Dico sul serio!» aveva grugnito lei, quando era riuscito ad estorcerglielo. E lui aveva fatto di tutto per non scoppiare a riderle in faccia, non tanto per il nome in sé, quanto per la smorfia che aveva fatto lei, gonfiando le guance e quel suo «Sai, mio nonno è polacco», a mo’ di spiegazione – perché se anche non è lì fisicamente, c'è una parte nel suo cuore in cui rimarrà per sempre la cosa più importante che esista.
Quando si allontana dalla calca degli studenti dell'ultimo anno, finalmente!, tira un sospiro si sollievo.
Esce dalla suola più velocemente di quello che vorrebbe, mentre la sua mente elabora quello che ha fatto
Di certo, si dice, non dimenticherà, ma, forse, prima o poi quel nodo alla gola che tormenta metterà di essere così doloroso – forse si sta già allentando; appena.
«Ehi, Derek, fermati!» e Derek si ferma, anche se non vorrebbe. Scuote appena la testa, mentre ascolta le scarpe da ginnastica di Peter battere ritmiche sull'asfalto.
«Io, con te, non ci parlo», soffia. E Peter lo sente, ma sente anche il tono esausto e sorride felino, alla schiena del cugino. Ingoia a fatica l'entusiasmo, mentre lo raggiunge e ricominciano a camminare.
«Ti odio», rincara la dose il più piccolo. Lui scuote le spalle, per nulla turbato: «Capita.»
«Capita anche di finire sotto un treno in corsa, sai?»
Peter annuisce con un mezzo sorriso, serafico. L'altro sbuffa, ma ricambia, piano, alzando un angolo della bocca con meno incertezza di quella che vorrebbe.
È quest'istante, in cui tutto sembra tornato come prima, che Derek chiude gli occhi – chiude gli occhi, mentre sente ancora addosso l'odore della carta e della polvere sugli scaffali, come quel pomeriggio. Sorride un po' di più, i pugni stretti in tasca, mentre promette a sé stesso e a Paige che non lascerà mai più nessuno indietro.
Poi, il suo sguardo viene catturato dalla bellezza violenta di Kate e ancora non lo sa, di star guardando il motivo per cui mancherà alla sua promessa, e non una volta soltanto, ma sente un brivido percorrergli la schiena. Rallenta.
Peter lo strattona in avanti per un braccio, ma non dice niente – non commenta, non fa allusioni; non fa il Peter, insomma – e Derek gliene è, in qualche modo, dannatamente grato.
Il mondo di Derek Hale riprende a girare in quell'istante, sul braccio la leggera pressione della mano del cugino e sulla schiena lo sguardo provocante di Kate Argent. Ricomincia a girare e magari è un po' storto, sbilenco, e ancora non sa che si dovrà schiantare almeno altre due volte per poter ripartire definitivamente, senza intoppi – ma, in quel momento, Derek sorride.
Ed è già qualcosa, direbbe Paige, se lo vedesse.

 

 

 

 

 

 

 

Altre noticine (per una volta brevi e necessarie):

 

  • Ricomincia a girare e magari è un po' storto, sbilenco, e ancora non sa che si dovrà schiantare almeno altre due volte per poter ripartire definitivamente, senza intoppi” intendo ovviamente le altre due enormi cantonate che subisce la vita di Derek: l'incendio e Laura. Però, ehi, ammettiamolo: vogliamo tutti un Derek Hale canon e felice – magari anche con Stiles, se non è chiedere troppo.

  • Nella 5x01, durante la scena delle firme (altresì detta “Carta moschicida per i miei feels”) sotto quel terribile ‘D.H.’ che m'ha fatto fangirlare come una disperata (se cercate “Andrà Meglio” sul mio profilo capirete un minimo il mio disagioh) c'è scritto ‘U.P.’

    Non ditemi che non l'avete notato perché non lo accetto. Non ditemi che non a avete notato quella dannata P. P di Paige, è ovvio.

    Perché in quella scena sono racchiusi i Due Grandi Amori di Derek Hale, il Primo e l'Ultimo – Perché dopo Stiles non c'è donna che tenga, stacce – , e io scoppio in lacrime ogni volta che la guardo e no, nessuno mi conviverà mai che ‘U.P.’ non sia Paige; così come nessuno mi conviverà del fatto che il sorriso intenerito di Stiles non fosse per Derek – era per lui e basta, okay?! Okay.

  • Nella prima versione della OS, ‘U.P.’ giocava su un cognome da me attribuitele: Ulrich. Ulrich è un cognome europeo, diffuso sopratutto in Francia, Germania e Italia (Piemonte), stando a google. Probabilmente è ebreo.

    Non avete idea della fatica che ho fatto per trovare un cognome decente che iniziasse con la U., ma Siberia – che ringrazio per la recensione – mi ha informato che Paige aveva già, canonicamente, un cognome, di origini polacche e non germaniche, come nel mio fanon: Krasikeva.

    Così, ho provveduto a cambiare quel pezzo e spero proprio che non sembri una spiegazione random raffazzonata all'ultimo momento – be', sì lo è, ma spero non dia fastidio, ecco – perché quest'OS m'ha dato più da fare di quanto credessi.

    E niente, sicuramente arriverà un qualcosa che sarà un MM nel MM a giocare sul nome Urzula e sul ruolo che ha avuto nel rapporto Derek/Paige :3

 

— Sono stranamente breve con le note, oggi, già però 'sta volta ho davvero bisogno di sapere cosa ne pensate, non solo per soddisfazione personale – la mia Paige scalpita per ricevere attenzioni e io sto pensando seriamente di aprire una serie per accontentarla (e accontentarmi).

Purtroppo per voi, scrivendo questa soffermatissima OS me ne sono venute in mente altre, a valangate.

Aspettatevi un intaso degno di me e_e

  
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