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Autore: pepero    28/01/2009    6 recensioni
James riceve una lettera dal suo migliore amico, nella quale c'è una piuttosto esplicita dichiarazione d'amore... No, non è una shonen-ai/yaoi/slash/qualunque genere comprenda l'amore tra persone dello stesso sesso. è più una presa per i fondelli :D R&R please!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Badababoom

Badababoom!
(that's what I like about you)

*******


" Che ne pensi tu, Tartufo?"

Visto da fuori, un ragazzino che parlava con un cane poteva già sembrare leggermente strano, figuriamoci se a questo si aggiungeva il fatto che a. il suddetto ragazzino avesse una bacchetta; e b. il grosso cane bianco lo osservasse con un'espressione tra il solidale e il vagamente annoiato, sbadigliando vistosamente.

James Sirius Potter aveva un problema, uno di quelli grossi. E a James Potter non piaceva avere problemi, grandi o piccoli che fossero.

Si grattò la punta del naso, mentre al suo fianco Tartufo, il cane di famiglia, si disinteressava beatamente dei suoi problemi accucciandosi a terra. Non era mai stato così poco contento di compiere diciassette anni, e tutto per colpa di due lettere arrivate meno di ventiquattro ore prima, che adesso teneva strette in mano.

Accidenti al suo compleanno.
Accidenti all'estate.
Accidenti a Cassie Finnigan.
E, soprattutto, accidenti al suo cosiddetto migliore amico Matt Baston, stupido falso e bugiardo testa di Schiopodo Sparacoda dal pessimo tempismo e senza il minimo senso del pudore, o della vergogna, o di tutti e due.

James non poteva definirsi un esperto in certe questioni da "Strega Moderna", ma era quasi certo che rivelare certe cose, soprattutto via gufo, non fosse qualificabile come  mossa saggia; d'altronde, non era nemmeno sicuro di voler chiedere consiglio a chi quel giornale lo leggeva, dal momento che a casa Potter - come a casa Weasley - era impossibile tenere un segreto: che fosse una caramella rubata o la ricetta della bomba atomica, tutti riuscivano sempre a sapere tutto.
E, parlandoci in tutta onestà, non aveva nessuna intenzione di rendere partecipi della faccenda alcuni elementi della sua famiglia, leggi un certo Albus Severus e, per estensione, l'altra metà del malefico duo, Rose Weasley. Sua madre l'avrebbe capito e lo avrebbe aiutato a risolvere il problema, come sua zia Hermione; suo padre e suo zio Ron si sarebbero di certo imbarazzati, ma lo avrebbero supportato; Lily avrebbe fatto un miliardo di domande e Hugo non si sarebbe mai sognato neanche lontanamente di ridere, ma quei due? Già se li immaginava, a rotolarsi per terra dalle risate e a fare battutacce.

Ne era sicuro, l'avrebbero preso in giro fino alla fine dei tempi.

Dopotutto, si disse sospirando mentre gettava una pallina al suo cane, ci era abituato, ormai. Erano più o meno quindici  anni - mese più, mese meno - che questa storia andava avanti: da quando quei due avevano detto la loro prima parola, e, ironia della sorte, avevano deciso di farlo nello stesso giorno, avevano deciso di poter divertirsi alle sue spalle. Volendo essere ottimisti a tutti i costi, almeno quella storia assurda avrebbe soppiantato nell'angolo dei racconti imbarazzanti della cena di Natale la scenetta della sua mirabolante caduta nel bel mezzo della Sala Grande davanti a tutta la scuola durante il banchetto di Halloween del suo terzo anno, che suo fratello e sua cugina amavano sempre replicare tra gli applausi.
Ora finalmente avrebbero vinto contro lo zio Ron e lo zio George, che mimavano la balbettante dichiarazione di suo padre a sua madre, almeno. Avrebbero dovuto ringraziarlo.

Dannato Matt Baston. E dannato Cupido dalle poche diottrie.

Perché, si chiedeva James guardando Tartufo sollazzarsi con la pallina, perché tra tutti i sei miliardi di individui che popolano il pianeta il suo migliore amico doveva proprio andare ad innamorarsi di lui?

Come se la giornata non fosse già cominciata abbastanza male, poi, la ragazza di cui era follemente innamorato fin dal loro primo incontro, nonché sua migliore amica, Cassie Finnigan l'irlandese di fuoco, gli aveva appena comunicato che non ce l'avrebbe fatta a partecipare alla sua festa di compleanno, perché suo padre Seamus aveva avuto un incidente sul lavoro - qualcosa che aveva a che fare con un ascensore, una battuta e uno Schiopodo Sparacoda troppo irascibile - e non poteva accompagnarla, e non sia mai che Seamus Finnigan lasci che la sua preziosa primogenita si avventuri da sola con la Metropolvere verso l'ignoto.

Poteva immaginare un compleanno più schifoso di così?! Certo che sì, visto che al peggio non c'è mai fine, come amava ripetere il suo mentore, Teddy Lupin.

Poteva sempre piovere.

Appena formulò questo pensiero, gli parve di udire un tuono in lontananza. Decisamente non era la sua giornata.

**********


Era una festa stupenda, con degli addobbi magnifici, del cibo squisito e con mirabili fuochi d'artificio. Non per vantarsi, ma Ginny Potter aveva veramente superato sé stessa in occasione del diciassettesimo compleanno del suo primogenito. Logico che allora fosse un tantino irritata dal fatto che il festeggiato non si fosse nemmeno preso la briga di far finta di apprezzare lo sforzo.

"Ehi. Qualcosa non va?" Le chiese la voce di Harry all'orecchio, mentre il proprietario le cingeva i fianchi.

"Tuo figlio è un disgraziato irriconoscente, ecco cosa c'è che non va." gli rispose lei, voltandosi a guardarlo e rifilandogli il famoso e brevettato sguardo da Prova-a-contraddirmi-e-dormi-in-salotto-per-i-prossimi-sei-mesi. "A proposito, buon anniversario, tesoro."

"Buon anniversario anche a te, amore." replicò il moro, scuotendo mentalmente la testa e preparandosi all'ipotesi di preparare la colazione la mattina dopo. "Che ha fatto stavolta mio figlio?" Le domandò, rimarcando la parola mio.

"Uno si da un gran da fare per organizzare la festa che ogni diciassettenne vorrebbe, e che cosa ha in cambio? Niente, nemmeno un misero 'Grazie, mamma'. Io ho anche una vita, sai, oltre che a mandare avanti questa famiglia! Questa festa non gli era affatto dovuta, avremmo potuto benissimo fare una semplice cena ma io ho voluto organizzargli il party dell'anno, e guardalo! Se ne sta lì in un angolo a sospirare, non facendo nemmeno finta che gli piaccia la festa! Tanto valeva non festeggiare per nien... "

"Ehi, respira!" La interruppe il marito. "Lo so, può sembrare alquanto scortese da parte sua, ma non so se hai notato che manca qualcuno, stasera..." continuò con un occhiolino.

"Chi?"

"Capelli rossi, occhioni azzurri, un'innaturale attitudine a dar fuoco a qualunque cosa le capiti sotto tiro..."

"Oh cielo, Cassie non è venuta? Oh, povero pulcino mio! Povera stella della mamma! Adesso capisco perché è così giù."

"Ah, ma non lo sarà per molto." La rassicurò Harry, dandole un bacio. "Stamattina ho incontrato Seamus che mi ha chiesto di dire a James, casomai me l'avesse chiesto, che si era fatto male in ascensore con uno Schiopodo. A quanto pare Cassie gli ha preparato una sorpresa coi fiocchi."

Ginny sospirò appoggiandosi al marito. "Spero tanto che la sorpresa non comprenda il mandare a fuoco la casa. Ho appena cambiato le tende."

**********


"James, possiamo parlare un secondo?"

Ecco. Il fatidico momento era arrivato. E James avrebbe volentieri mandato la sua Firebolt MAX ad un rendez-vous col Platano Picchiatore piuttosto che cominciare quella conversazione.
Improvvisamente provò l'impellente desiderio di vuotare una bottiglia di Whiskey Incendiario Gran Riserva in un solo sorso.

"Senti, ho letto la lettera." sbottò.

"Quale lettera?" chiese l'altro, spiazzato dalla risposta del moro.

"Non fare il finto tonto, sai benissimo di cosa parlo."

"Veramente..."

"Non mi interrompere! Senti, non è che la cosa non mi lusinghi, ma io e te non proviamo le stesse cose. Mi dispiace, ma evidentemente io non tengo a te quanto tu tieni a me; insomma, tu meriti qualcosa di meglio, qualcuno che provi le stesse cose che provi tu e quello non sono io."

"Jamie, sei sicuro di sentirti bene?" gli domandò Matt, guardandolo scioccato. "Stai delirando!"

"So benissimo cosa sto dicendo." replicò James, guardando ovunque fuorché il viso del suo amico. "Naturalmente sarei felicissimo se rimanessimo buoni amici, sai che mi piaci. Cioè, mi piace la tua amicizia, non equivocare!"

"Grazie, anche a me di solito piace essere tuo amico, quando non ti comporti da emerito imbecille come in questo caso."

"Ti assicuro che non ho niente contro di te, o contro quelli come te..." continuò il moro, come se non sentisse le parole dell'altro.

"Contro chi? I portieri di Quidditch?"

"Ma.... è solo che io non sono come voi!"

"Come noi? Ovvio, tu sei un cercatore!"

"E poi, anche se fossi come voi..."

"Aspetta, ti ho perso. Che diavolo stai farfugliando?"

"Io non potrei mai ricambiarti, perchè sono innamorato di un'altra persona."

"Auguri e figli maschi allora. Chi è la fortunata?" replicò Baston, sospirando, e decidendo al momento che la tattica migliore era assecondare il delirio dell'amico.

Le orecchie di James assunsero una tinta tipicamente Weasley. "Io, beh ecco..." farfugliò, guardandosi intorno alla ricerca di eventuali ascoltatori indiscreti. "Mipiac'assie." disse poi tutto d'un fiato.

"Puoi ripetere?"

"Mi piace Cassie." ripeté, in un sussurro poco udibile.

"Bontà divina, Jamie, non riesco a capirti." gli disse l'altro, con uno sguardo interrogativo. "Alza la voce, per Merlino!"

Se James Potter avesse conosciuto un incantesimo tanto forte da aprire un buco- anzi no, una voragine- capace di portarlo fino al centro della terra sotto i suoi piedi e chiudere la strada dietro di lui, non avrebbe esitato ad usarlo, in quel preciso istante.

Sfortunatamente, doveva rispondere per la terza volta al suo amico, che sembrava essere diventato improvvisamente sordo. Tanto valeva urlare.

"Mi piace Cassie, ok?" urlò, facendo voltare metà degli invitati. "Sono dannatamente, follemente, pateticamente innamorato di Cassie Finnigan, contento?" finì, continuando ad urlare, mentre nella sala era sceso il silenzio più totale.

"Amen fratello, ma non c'era bisogno di urlare così." replicò Matt, trattenendo a stento una risatina. "Lei ti avrebbe sentito lo stesso." continuò, puntando il dito oltre la spalla del moro e sghignazzando.

No. Tutto questo non stava accadendo veramente. Era solo uno stupido brutto sogno.

Accadde tutto in tre secondi, che a lui parvero secoli.

James si voltò.
Cassie lo fissò.
Qualcuno tra la folla, improvvisamente, urlò. "Diamine, avevo appena cambiato le tende!"

**********


La cosa positiva dell'essere maghi è che, nel bel mezzo di un incendio, non c'è bisogno di chiamare i pompieri.

Il lato negativo è che, se ti trovi giusto a tre centimetri dal fuoco e venti maghi urlano contemporaneamente "AGUAMENTI!", le probabilità che tu finisca più bagnato di un pesce rosso in una vasca sono decisamente alte.

Se c'era una cosa che Matt Baston odiava, a parte perdere a Quidditch e perdere a Quidditch contro i Serpeverde, era vedere i suoi due migliori amici fare di tutto per ignorarsi a vicenda. D'altra parte, dopo sei anni di frequentazione, aveva accumulato abbastanza esperienza da sapere che era meglio non fiatare, visto che i fuochi d'artificio sarebbero scoppiati di sicuro.

"Ehm... James?" chiamò l'amico, ricordandosi di una cosa che l'aveva incuriosito.

"Si?" gli rispose l'altro, col tono di voce di un condannato a morte a cui si chiede di ballare il tip tap per far divertire il plotone d'esecuzione.

"Mi chiedevo..." cominciò, ma fu interrotto da un molto udibile sussurro di Cassie che diceva "Idiota!"

Come volevasi dimostrare.
Matt sospirò pesantemente, preparando i propri timpani a quello che stava per accadere.

"Scusami? Hai detto qualcosa?"
"Hai sentito benissimo, Potter. Sei un idiota."
"Grazie per questo edificante commento sulla mia persona, ma non capisco a cosa sia dovuto."
"Semplicemente al fatto che SEI UN IDIOTA!"
"Monotematica!"
"Cretino!"
"Dannazione, Cassie! Ma che ti ho fatto?"

Matt Baston avrebbe tanto voluto prendere a calci nel sedere quel tonto del suo migliore amico, così da fargli entrare un po' di sale in zucca; invece si limitò a scuotere la testa sconsolato. "Ehm, se posso interrompervi..." disse, senza la reale convinzione che lo stessero ascoltando.

"Non puoi dire certe cose e non aspettarti niente!"
"Ehi, non è colpa mia se tu sbuchi dal nulla ogni volta che ti si nomina! Non pensavo che ci fossi!"
"Ah si? Perché, non l'avresti detto se avessi saputo che c'ero?"
"Si! Cioè, no! Cioè... Dannazione, Cassie, l'ho detto solo perché Matt mi ha mandato una lettera..."
"Quindi non sei innamorato di me?" gli chiese Cassie, arrossendo furiosamente.
"Non ho detto questo!" si affrettò a risponderle James, arrossendo a sua volta. "E' solo che, insomma... Non l'avrei certo detto così, se avessi saputo... Sarei stato, non so... Ma anche tu...?" Le chiese, guardandola speranzoso.
"Anche io." gli rispose lei, sorridendogli.

"Ehm, ehm." Si schiarì la voce Matt, interrompendo l'idillio. "A proposito della lettera che ti avrei mandato, Jamie... Che diavolo blateravi, prima?"

James, che sorrideva in maniera ebete a Cassie, ritornò improvvisamente sulla terra e di malavoglia si voltò verso l'amico. "Parlavo di questa." Gli disse, mostrandogli la lettera. "Mi è arrivata stamattina."
Matt la prese dalle mani dell'altro e , ignorando Cassie che si sporgeva sulla sua spalla per vedere di cosa si trattasse, cominciò a leggerla, con crescente ilarità. "Dimmi, James, credi veramente che voglia... aspetta, com'era? 'Salire con te sulla Torre Eiffel e dichiararti il mio imperituro amore al chiaro di luna'?"

"Beh," replicò l'altro imbarazzato, "è la tua calligrafia..."

"Si, ma non è il mio stile."

"Ma... Ma... E' la tua calligrafia!" continuò a ripetere James,  sbigottito.

L'altro cominciò a ridere. "Jamie caro, pensi veramente che con la metà della popolazione femminile di Hogwarts ai miei piedi io vada ad innamorarmi proprio di te? Questo sì che è avere un'alta considerazione di sé stessi, mio caro e sempliciotto amico!" disse, dandogli una pacca sulla spalla e asciugandosi una lacrima. "Secondo il mio modesto parere, si tratta di uno scherzo, e anche abbastanza ben congeniato."

"Oh."  fece semplicemente il primo, grattandosi imbarazzato la nuca. "Ma... Chi può essere stato, allora?"

Questa volta fu Cassie a rispondergli. "Ehm, a giudicare da quanto stanno ridendo, mi sa proprio che i colpevoli sono tuo fratello e tua cugina." Gli disse, indicandogli i due, poco distanti da loro, che ridevano a crepapelle.

Fortunatamente per quei due, James Potter non era un Basilisco, altrimenti li avrebbe pietrificati con lo sguardo. Tuttavia, guardando i suoi occhi, si intuiva chiaramente che Albus e Rose non se la sarebbero cavata con un semplice "Mi dispiace!". Non pensando minimamente a ciò che stava per fare, si avvicinò a Cassie e la baciò, dopodichè disse, impugnando la bacchetta: "Voi aspettatemi qui. Vado, li ammazzo e torno."

**********


Tutto sommato, il diciassettesimo compleanno di James Potter non era andato veramente male.

Certo, l’aver attaccato alla schiena Albus e Rose costringendoli a ballare la polka gli era costato due mesi di punizione, e la ramanzina di sua madre non era stata una cosa particolarmente piacevole da ascoltare, persino a due chilometri di distanza.
Matt, poi, non si sarebbe mai perso un’occasione come quella per prenderlo in giro e anzi, gli aveva promesso solennemente che non gli avrebbe fatto dimenticare tanto facilmente la storia della lettera; prezzo ragionevole, secondo lui, per aver visto infangare la sua reputazione di donnaiolo.
Non aiutava nemmeno il fatto di non aver potuto assaggiare la magnifica torta che sua madre aveva preparato, andata persa per colpa di un Aguamenti lanciato a casaccio; per non parlare poi di quell’odore di legna bruciata e cane bagnato che adesso aleggiava per la casa, e che non sarebbe stato tanto facile rimuovere; e sì, le tende nuove non sarebbero mai più state le stesse, ma…

…ma rimirando il soffitto della sua camera, quella sera, scoprì che un unico, gigantesco lato positivo in tutta quella faccenda, in grado di annullare persino l’odio viscerale che al momento provava per i suoi consanguinei, c’era, ed era il viso di Cassie Finnigan tra le sue mani mentre la baciava. Pur di ripetere quell’unico, glorioso istante, avrebbe volentieri accettato di ripetere quella disastrosa giornata all’infinito.

Beh, magari avrebbe fatto a meno dell'amico gay.

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*Rullo di tamburi* Ebbene sì, miei fidi adepti, Pepero è tornata! Piaciuta la storia? Sì? Bene, è quello che dovevate rispondere xD.
Poche cosette: prima di tutto, per quelle poche anime che se lo stessero chiedendo, "Il tesoro dei Malandrini" è in coma vigile; purtroppo mi si è fuso il portatile e ho perso l'ultimo indovinello, e non me lo ricordo. Dovrei trovare qualcuno in grado di recuperarmi il file dall'hard disk heheh
Grazie a tutti per i complimenti via recensioni, mail o commenti sul mio blog ^^ Vi adoro a prescindere! lol
Last, but not least, un ringraziamento di cuore al mio cane Sansone/Tartufo, per avere la faccia più adorabilmente cretina del pianeta; a SegretarSmee per aver partorito la malsana idea alla base di questa fanfic e alla mia cara beta, Stefy (EFP - ufficio beta reader), che mi ha tanto sopportato :D

 
   
 
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