~Erano le medesime giornate d'agosto qua a casa Hamilton, ed eccolo, mio padre vicino al barbecue, come sempre, che cercava di non incenerire gli hamburger, poi c'era mia madre che si stendeva sul suo sdraio a sprofondarsi nella lettura dei suoi giornali e ogni tanto si accertava che non andasse a fuoco qualche cosa.
poi c'era quell'impiastro del mio fratellino che si lanciava in piscina, caso strano, vicino a nel luogo in cui ero io.
Ed eccomi qui, seduta sulla mia seggiola con gli auricolari alle orecchie, la musica ad alto volume e il mio libro più caro tra le mani, "Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo", collezionavo tutti i libri, ed erano tutti in ordine sullo scaffale nella mia stanza da letto.
Il calore del Sole che sentivo percorrere sui miei capelli, l'arietta fresca che mi circolava affianco e che mi faceva ondeggiare la mia lunga chioma castana sul volto.
mentre ero appartata e assolutamente immersa nel mio libro, vidi un'ombra presentarsi davanti a me coprendomi dalla luce, e quando sollevai gli occhi percepii mio fratello che teneva un viso spento e angosciato quasi come se stesse per piangere, e devo dirvelo, non l'ho mai visto in queste condizioni.
- Che succede John? - mi alzai di scatto.
mi guardò con gli occhi lucidi. - dobbiamo trasferirci di nuovo.. li ho sentiti poco fa..
strinsi i pugni e mi indirizzai verso i miei genitori - ci trasferiamo di nuovo? - i miei mi guardarono - si tesoro, ci dispiace ma vostro padre deve andare.. - feci un respiro profondo - e quando dovremmo partire?
- domani mattina. - rimasi scioccata.. e presi la mia roba e corsi su in camera mia.
come potevano farci questo? non siamo mai stati in una casa per più di un anno. così mi sfogai alzando la musica al massimo della radio e chiusi la porta a chiave.
Ripensandoci ora, non potevo farne una colpa a mio padre, era comunque il suo incarico, così mi tranquillizzai e corsi giù in soggiorno nel luogo in cui lui era accomodato dalla sua scrivania, che ,come al solito, era li a scrivere al computer.
-papà.. - alzò gli occhi e mi disse con la sua voce roca e dolce-  dimmi tesoro -
mi dispiace.. non dovevo prendermela così con te - mi scese una lacrima lungo il mio viso fino a cadere sul mio piede.
- non preoccuparti .. ti capisco - si alzò e si diresse nella mia direzione - vuoi sapere dove ci recheremo? - sollevai la testa e gli rivolsi lo sguardo con gli occhi lucidi - Sì. - affermai con una voce rasserenata.
- Andremo a Beverly Hills, e staremo li .. per sempre! -
ad un certo punto mi spuntò un sorriso enorme e lo abbracciai  - è sempre stato il mio sogno andare a vivere la -
mi guardò con aria contenta - magari ti farò conoscere qualche attore. - rise.
- tu sai benissimo chi vorrei incontrare .. ma è impossibile.- inclinò la testa e con le sue mani calde e lisce mi sfiorò una ciocca di capelli che mi era andata a finire sul naso e li portò fino dietro l'orecchio. - nulla è impossibile se davvero lo desideri.
mi promisi che mi sarei tenuta questa citazione per tutta la vita, che era reale, non dobbiamo mai smettere di combattere e so che alla fine arriveremo a realizzare e raggiungere gli obbiettivi se realmente lo desideriamo.