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Autore: Ayano01    10/08/2015    2 recensioni
Se un ragazzo e una ragazza si incontrassero come tali, e non come purosangue e sanguesporco, come sarebbe andata? Un destino che unisce più persone, un sentimento che ne unisce due e alcuni ricordi, che possono dire tanto, così come possono far male. Tra pregiudizi troppo radicati e tradizioni troppo antiche, come si svolgerà la vita di due umani che, come tali, affrontano la vita a modo loro, in un mondo dove la magia può aiutare più del dovuto.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Più contesti
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1991: the beginning

Le rotaie fremevano sotto il peso del treno in movimento. Dai finestrini si intravedevano leggere nuvole solcare il cielo, mentre un timido sole si aggrappava ad esse, pur di non farsi scorgere.
Draco Malfoy, il rampollo della famiglia purosangue dei Malfoy, si era avviato nel corridoio del treno, allontanandosi dal suo scompartimento dove i suoi amici, se così si potevano chiamare, Tiger e Goyle, si erano appisolati.  Non aveva voglia di rimanere lì a sentire il russare dei due compagni, così pensò di sgranchire le gambe, uscendo dallo scompartimento. Al contrario delle aspettative, il corridoio era pieno di ragazzini della sua età o più grandi di lui, tutti accalcati verso un punto imprecisato e Draco non mise molto a capire cosa fosse: il carrello dei dolciumi. Era “tradizione” che durante i viaggi per la scuola di Hogwarts, ambita scuola di magia e stregoneria dove lui iniziava gli studi quell’anno, ci fosse quel carrello, trainato da una simpatica signora in età avanzata, scoppiante di dolci, con tutti gli spazi riempiti di qualsiasi leccornia, dalle cioccorane, le più amate dai ragazzi, alle gelatine tuttigusti +1, le quali erano comprate solo dai più intrepidi, che non avevano paura a graffiare le proprie papille gustative con qualche strano o disgustoso gusto. Per capirci, non tutte le gelatine erano rivoltanti, ma i più sfortunati non toglievano il retrogusto neanche dopo mesi e mesi di pulizia orale. A Draco scappò un sorriso malizioso, pressoché un ghigno divertito, vedendo tutte quelle persone ammassate come topi verso quel carrello, ma scosse la testa, costatando che, nonostante la sua superiorità a tutti quei individui, non era poi tanto diverso, anzi, fino a qualche annetto fa anche lui avrebbe fatto dei capricci per ottenere le dolcezze che ora dominavano avide, in cerca di spazio, quel carrello.
Si accorse che, per guardare quella massa di studenti, era rimasto appoggiato allo stipite della porta dello scompartimento, così, con un piccolo slancio, mise il suo corpo fuori dalla stanzetta, non togliendo mai lo sguardo dalle figure che diventavano man mano più lontane, mentre il carrello si stava avvicinando a quello che doveva essere un nuovo vagone.
Stava per cambiare l’interesse del suo sguardo, ma sentì qualcosa di morbido, crespo e anche pesante colpirlo e, nonostante la sua mancata prova di aggrapparsi a qualcosa, finì rovinosamente a terra, aggrovigliandosi a quella “cosa” che lo aveva capito. Un leggero aroma di cacao andò a propagarsi nel corridoio vuoto e silenzioso, mentre Draco cercava di capire cosa o chi l’avesse buttato a terra. Aveva gli occhi leggermente socchiusi mentre, in un moto di rabbia, reprimeva insulti di poco gusto verso quella figura che l’aveva fatto abbassare così tanto, e che apparentemente non aveva l’intenzione di spostarsi. Cercò di scollarsi la figura di dosso, costatando al tocco, che si doveva trattare di una persona, più precisamente di un alunno: conosceva bene il materiale ruvido delle toghe, che si attaccava alla pelle con qualunque movimento.
-Ti vuoi togliere?- Chiese acido, pensando da solo a spostare quella figura con un brusco movimento, che di nobile aveva poco. Se ne pentì subito dopo,  accortosi di aver spinto una ragazza. Non la conosceva, ma veniva pur sempre da una famiglia nobile lui, quindi questo oscurava tutto quello che gli hanno insegnato, i falsi sorrisi e le premure da gentiluomo che dovevano contraddistinguere le persone del suo rango. Si premurò di aiutare quella ragazza all’istante, accortosi che da sola non aveva la premura di alzarsi così velocemente. Solo dopo vide un pezzetto di legno steso a terra, di cui lei non si era accorta, dato che ne era, a quanto pare, alla ricerca. Lo prese e si accorse che fosse una bacchetta magica, leggera ed elegante, intarsiata da piccoli ghirigori che partivano dal manico fino ai ¾ della punta, di legno chiaro, ma dato che non ne era esperto, non sapeva di che tipo di legno si trattasse.
-Cerchi questa?- Chiese simpatico, porgendole una mano, mentre la ragazza si girava. Era strana, carina, ma pur sempre strana. Aveva un viso delicato, ma marcato, degli strani ricci increspati, come se avessero litigato con l’ambiente, e quest’ultimo li stesse martoriando con l’umidità, di un castano spento, per niente speciale, ma che sfumava in colori più scuri nelle parti dove, i capelli più spessi e aggrovigliati, mandavano giocherellone ombre creando l’illusione di capelli più imbizzarriti di quello che fossero veramente. E poi c’erano gli occhi, di un marrone comune, come del resto lo era lei, eppure avevano qualcosa di speciale. Splendevano di luce propria, come se fossero animati dal coraggio e dalla determinazione.
Draco venne svegliato dai suoi pensieri da un tocco cado sulla mano tesa, e una voce un po’ alta, dall’alone sapientino disse:
-Grazie mille e scusa per prima.- Un sorriso si formò sul viso della ragazza, che si alzò aiutata da Draco. Cercò di lisciare la gonna dalle pieghe inesistenti, in un moto di abitudini.
-Ecco, hai per caso visto un rospo?- Chiese precipitosa la ragazza, riprendendosi la bacchetta che le era sfuggita durante la caduta.
-Un rospo?- Domandò confuso Draco, squadrando la ragazza per capire se fosse seria o meno, e da come stava dritta, sicura, era veramente seria.
-Si, un rospo. Un esserino verde, viscido e rugoso.- Disse lei, formando con le mani una palla e muovendole a mo’ di zampe, cosa che la fece sembrare buffa, diversa.
Draco si lasciò sfuggire uno sbuffo divertito, che fece aprire la bocca della ragazza in una smorfia sorpresa, per poi scoppiare a ridere, resasi conto di quanto dovesse sembrare stupida in quel momento.
-Comunque non l’ho visto- Comunicò Draco alla ragazza, facendo spallucce arreso, come per il fatto di non aver visto quell’animaletto.
-Ah, capisco. Fa niente. Ciao.- Disse la ragazza, iniziando ad avviarsi, per poi affrettare il passo. Come colta da un’improvvisa illuminazione. Draco la vide entrare in uno scompartimento, per poi scorgerla uscire affranta, segno che neanche lì avevano visto il rospo. Sorrise stranito, per poi accorgersi di una cosa: nella mischia del momento, non aveva detto niente di se stesso, e ancor peggio non aveva chiesto nulla su di lei, nemmeno il nome.

“Stupido Paciock, perdere il proprio animale, su un treno per di più. Un treno pieno di persone.” Pensava la ragazza dai capelli crespi, mentre cercava di farsi spazio tra la folla accalcata al carrello. Non aveva mai amato i posti rumorosi, che dire allora dei posti rumorosi con una sfilza di gente che andava nella stessa direzione, questo era l’unico modo per farla arrabbiare, anche dopo un buon libro. Aveva attraversato quasi tutti i vagoni alla ricerca di quel rospo e aveva anche fatto una brutta figura davanti a un suo coetaneo, o almeno davanti a quello che credeva fosse suo coetaneo, infondo indossava la divisa della scuola, ma non aveva ancora nessun stemma cucito sopra, quindi doveva essere del suo anno. Era carino, quasi diverso da chiunque altro. Capelli biondi, quasi bianchi, tirati all’indietro da non si sa quanto gel, un viso dai contorni determinati e degli occhi grigi, scrutatori, ma stranamente soli. Arrossì leggermente, ripensando al fatto di averlo spinto a terra poco delicatamente, per poi essersi allontanata senza nemmeno presentarsi, questo la faceva sembrare poco educata, se non senza educazione. La ragazza scosse la testa, avviandosi verso un altro scompartimento, questa volta aperto. Si fermò davanti trovando due ragazzi circondati dai dolciumi, e si chiese come hanno fatto ad averli, se lei stessa era appena passata accanto al carrello. Un ragazzo era moro, con dei vistosi occhiali sul naso, mentre l’altro aveva dei capelli molto rossi, un po’ scompigliati e teneva una bacchetta in mano. Squadrò la cabina e chiese se avessero visto un rospo, poi ricordatasi della bacchetta aggiunse:
-State facendo magie, vediamo.-
Sotto gli occhi curiosi dei due presenti, il ragazzo dai capelli rossi disse qualche parola che sembrava più una filastrocca che un incantesimo, e infatti non successe nulla.
-Sei sicuro che sia un vero incantesimo?- Chiese la ragazza, non fermando la sua indole da saputella, guardando i due ragazzi che si stavano scambiando sguardi straniti. –Anche io ho provato alcuni incantesimi semplici.- Continuò la ragazza, avvicinandosi al moro che esibiva gli occhiali fasciati da quello che doveva essere nastro adesivo.  Mormorò due parole e il nastro scomparve, lasciando sorpresi entrambi i ragazzi, poi il silenzio di stupore creatosi venne interrotto dalla ragazza, che si accorse che quello che aveva davanti fosse Harry Potter, il bambino sopravvissuto a Tu-Sai-Chi, il più malvagio quanto potente mago mai conosciuto.
-Per tutte le cavallette, tu sei Harry Potter.- Esclamò sorpresa. –Io sono Hermione Granger. E tu sei?- Aggiunse rivolgendosi al rosso, che stava mangiando qualcosa al cioccolato a quanto detto dalle macchie sulle mani.
-Ron Weasly- Rispose il ragazzo.
-Piacere.- Affermò sbrigativa Hermione – Vi conviene indossare le vostre divise. Credo che manchi poco all’arrivo.- Comunicò la ragazza, avviandosi verso l’uscita.
-Hai dello sporco sul naso, lo sapevi? Proprio qui.- Disse Hermione rivolta a Ron, dopo essersi fermata allo stipite dello scompartimento. Si allontanò poi, verso la direzione del suo scompartimento, mentre dai finestrini si potevano intravedere le punte aguzze delle torri di quella che, da lì a qualche mese, sarebbe stata la loro nuova casa.

Tutto il gruppo dei nuovi alunni si era radunato sulle scale. Erano da poco arrivati, dopo aver attraversato su delle barche il lago nero, screziato dalle sfumature argentee che la luna si divertiva a dipingere col proprio riflesso sulla superficie. Hermione aveva letto tutto su quella scuola, ma vista dal vivo aveva qualcosa di speciale, che neanche i suoi amati libri potevano descrivere. Tutti gli studenti erano stati accolti da un’anziana signora in una toga verde, che aveva spiegato alcune cose e li aveva invitati ad aspettare davanti ad un grande portone, con delle precise istruzioni.
Draco si era accorto della presenza del bambino sopravvissuto e non poteva perdere l’occasione di avvicinarsi a qualcuno di importante, non che fosse dettato da lui stesso, ma il padre gli inculcava la “buon educazione” e le gesta che un nobile doveva compiere. Era più un tira e molla, lui si atteggiava da bravo bambino e il padre non faceva storie, del resto non ne aveva mai avuto il modo, Draco era sempre riuscito a stare all’altezza delle sue aspettative.
Si avvicinò leggermente al bambino sopravvissuto e comunicò ad alta voce:
-Quindi è vero quello che dicono i pettegolezzi. Harry Potter ci ha degnato della sua presenza.-
Un misto di sussurri e pettegolezzi si levò sulle scale, tartassando le orecchie del ragazzo che portava quel nome tanto conosciuto. Il suo amico Hagrid gli aveva spiegato il perché lui fosse così conosciuto, eppure lui non se ne capacitava.
-Questi sono Tiger e Gotyle e io sono Malfoy. Draco Malfoy.- Disse porgendo la mano a Harry, mentre Ron tratteneva una risata divertita. Draco mandò un’occhiataccia al rosso rivolgendogli poi uno sguardo superiore.
-Ti diverte il mio nome? Non devo chiedere il tuo. Capelli rossi, lentiggini, vecchia toga di seconda mano del fratello maggiore. Tu devi essere un Weasley.- Sputò acido, non tanto per la provenienza di Ron, ma per lo più era il suo orgoglio a giocare brutti scherzi, anche quando non doveva. Si accorse che la ragazza che aveva incontrato prima lo stava guardando stupita, e si morse la lingua per la figuraccia appena fatta. Sperò di non sbagliare più, ma l’orgoglio che la sua famiglia gli aveva tramandato era più grande del suo autocontrollo:
- Perché non fai amicizia con le persone giuste?- Chiese convinto della risposta di Harry, mentre Hermione guardava ancora più sorpresa quella figura così sicura di se, così presuntuosa, eppure non riusciva a togliergli gli occhi di dosso. C’era qualcosa nella sua sicurezza che le faceva timore, eppure i tratti infantili di quel ragazzo le davano una sensazione di gentilezza.
-Penso che sceglierò da solo le persone giuste.- Affermò Harry allontanando la mano di Draco, mentre tutti i presenti sgranavano gli occhi sconvolti per quello che stava succedendo.
-Possiamo entrare.- Annunciò la stessa signora di prima. Il portone davanti a loro si spalancò aprendo la vista su una grande sala, dove quattro lunghi tavoli erano circondati da tanti studenti, attenti ai nuovi alunni che stavano facendo la propria entrata. Su un piccolo soppalco in fondo alla sala era addobbata la tavola di quelli che sarebbero stati i professori per quell’anno di studi. C’erano diverse facce, tra qui quella di un uomo dall’età avanzata, con un lunga barba bianca, vestito di un abito argentato, che risaltava la sua aura saggia. Il suddetto professore si alzò dalla sedia posta al centro della tavola, annuendo con un sorriso, dopo che la signora, rivelatasi essere la professoressa McGrannit, lo presentò ai nuovi alunni, come preside Silente.
-Prima di tutto vorrei farvi alcuni annunci.- Iniziò il preside, avviando un piccolo discorso di informazioni, che Draco non stette ad ascoltare, troppo preso dal controllare la massa di coetanei dietro di lui, alla ricerca di qualcuno di preciso. Riuscì ad intravedere la chioma di capelli crespi che tanto lo interessava, ma proprio a quel punto la professoressa McGrannit si rivolse di nuovo ai nuovi arrivati, spiegando il procedimento che sarebbe avvenuto per smistarli nelle quattro casa di Hogwarts, che erano: Grifondoro, Serpeverde, Tassorosso e Corvonero. Ogni casa si contraddistingueva in precise caratteristiche della natura umana. I Grifondoro cercano audacia e coraggio, i Serpeverde accolgono persone di innata furbizia ed ambizione, i Corvonero sono i rappresentanti della creatività e dell’intelligenza mentre i Tassorosso si segnano di correttezza e tolleranza. Quattro case ben distingue che creano l’unione che fa di Hogwarts la migliore scuola delle arti magiche.
Preso il cappello magico, strumento che smista le persone nelle diverse case, nelle mani, la professore McGrannit annunciò le persone
Che avrebbe conseguito alla cerimonia.
-Hermione Granger.- Chiamò a voce alta la professoressa, mentre la diretta interessata farfugliava qualche parola per calmarsi, cosa che fece volare qualche parere sgradevole dalla bocca di Ron, che si convinse dell’apparente “pazzia” di Hermione. Il commento di Ron, “quella è tutta matta”, non andò ignorato da Draco, che soppresse un’occhiataccia al rosso, la quale sarebbe partita senza un apparente motivo. “Hermione Granger”, pensò mentalmente Draco, sorridendo al fatto che ora conosceva il nome di quella ragazza. Hermione si era appena messa sulla testa il cappello, che aveva iniziato a bofonchiare sotto il naso dei pensieri su dove collocare la ragazza. Aveva ritenuto opportuno smistarla in corvonero, dato la sua brillantezz ed intelligenza, eppure c’era qualcosa che la rendeva diversa dalle persone appartenenti a quella casa, così la soluzione fu unica: Grifondoro. E così fu veramente, in quanto il cappello urlò con voce “Grifondoro”, facendo partire una scia di applausi provenienti dal tavolo delle persone appartenenti a quella casa.
Il secondo a stare sotto il cappello era Draco. Con postura fiera si avvicinò alla sedia e, prima ancora che il cappello si adagiasse sui suoi capelli biondi, era stato assegnato alla casa dei Serpeverde. Un altro applauso partì per la sala, stavolta avviato dai membri di questa nuova casa. Il ragazzo, prima di scendere dal soppalco, inviò uno sguardo di sfuggita al tavolo dei Grifondoro, accorgendosi di un velo di amarezza passante per gli occhi dell’unica persona che lo interessava quella sera. Il ragazzo si sistemò al proprio tavolo, ascoltando atri due smistaggi, cioè quelli di Ron e Harry, entrambi mandati dai Grifondoro, poi però non seguì pi lo smistamento, convinto che nessun altro di interessante avrebbe portato il cappello sulla testa. Mandò un’occhiata curiosa a Hermione, che stava già chiacchierando coi suoi nuovi compagni, poi si morse leggermente l’interno della bocca, ad un tratto consapevole che la ragazza non era nella sua stessa casa, e ciò significava una naturale rivalità. Mandò i suoi pensieri a cercare l’immagine della ragazza che tanto lo perseguitava quella sera, mentre prendeva qualcosa dal banchetto appena comparso sul tavolo. Era amareggiato, non lo dava a vedere, ma lo era molto. Nemmeno lui era certo del perché; sapeva che essere di due case diverse creava una piccola rivalità, ma a parte questo c’era qualcos’altro che gli dava fastidio, come se un muro invisibile si fosse creato tra loro dopo lo smistaggio, e non era l’unico a percepire questo tipo di sentimento. Troppo preoccupato dalla stretta al cuore che sentiva, si dimenticò di una cosa molto rilevante per lui, o meglio per la sua famiglia. Hermione era stata smistata a Grifondoro, e non a Serpeverde: non c’era più la certezza che lei fosse una purosangue…

 


Angolino dello smarrimento mentale
Questa è la mia prima Dramione, coppia che amo molto *^*
So di essere in ritardo con la mia long principale… ma avevo questo bisogno di scrivere questa ff, dopo aver guardato un video dedicato alla coppia. Quando scrivo di loro due, mi piace ascoltare “Under” di Alex Hepburn, che non so come mi ricollega a loro XD Spero che commentiate un po’, vorrei sapere cosa ne pensate, e per favore non uccidetemi per il comportamento di Draco XD Premetto che stravolgerò molto, troppo….TUTTO, quindi se SIETE DEI TRADIZIONALISTI vi consiglio di NON leggere la mia ff, che sarà moooolto diversa dai libri XD ma con tratti simili UwU
La dedico a tutte le Dramione shippers, ma soprattutto ad una shippers speciale che, in questo momento, starà leggendo il commento.
La mia Sara, probabilmente mi odierà per i pochi capitoli, ma gliela voglio dedicare perchè è la mia compagna di ship preferita /(°^°)/

 

Che i colori della vostra anima siano sempre luminosi
Ayano01

   
 
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