Autore:
Sasori_Danna
Titolo:
La Vampa
personaggi:
Gaara, Temari, Kankuro
avvertimenti:
One-shot
Genere:
Malinconico, poesia
Rating: Giallo
Note
dell'autore: Fict scritta basandomi sulla riflessione della
diversità che i tre fratelli della sabbia credono un
ostacolo intento a
dividerli. Chiedo scusa se il mio linguaggio poetico risulta
particolarmente
antico.
Introduzione: A Kankuro non piaceva Gaara. Ogni suo sguardo lo
terrorizzava. A
Temari non piaceva Kankuro, giudicava male Gaara. A Gaara non piaceva
né
Kankuro né Temari. Lo ostacolavano nella sua perversa
dottrina: Ignorare,
Uccidere, Esistere
La Vampa
Cercava di evitare i loro sguardi
Infuocati come l’inferno
Si sfiorano, troppo tardi
Balza la vampa … tutto tace.
A
Kankuro non
piaceva Gaara. Quegli occhi … quei maledetti occhi
inespressivi nei quali una
sola parola si specchiava sull’iride vitrea:
“sangue”.
Suo
fratello
era assetato … un mostro senza sentimenti. Poteva uccidere
con una sillaba,
annegare per un suo capriccio. Suo fratello era un mostro. E allora
perché,
infondo, non poteva fare a meno di volergli bene? Perché
avrebbe dato la vita
per proteggerlo? Una sola spiegazione gli riecheggiava nella mente, gli
dilaniava l’anima. Era un mostro anche lui.
Gioco, maledetto
gioco di
sguardi
Li vedi pieni,
annoiati,
spensierati
li vedi vivere, poi
abbandonarti,
forse morti, forse
perduti per sempre
solo allora ti
accorgi di
quanto ti fossero
maledettamente
indispensabili.
A
Temari non
piaceva Kankuro. Sparlava sempre alle spalle di Gaara, dicendo quanto
fosse
spaventoso, quanto fosse imprevedibile, terrificante. Lei, che non
aveva potuto
fargli da mamma, come avrebbe tanto voluto fare alla morte di Karura.
Lei, che
di motivi per piangere ne aveva, restava nascosta dietro la sua
maschera di
determinazione. A Temari non piaceva Kankuro, perché non era
giusto. Perché
Gaara aveva bisogno di loro, e loro di lui. Temari difendeva sempre
Gaara
quando questo era assente. Ma poi, bastava che la sua presenza
oscurasse la
stanza, che cominciava a tremare. Lei, Temari, avrebbe voluto fargli da
mamma.
Lei aveva fallito. Non poteva fare a meno di difenderlo dagli altri,
dicendo
che solo lei riusciva a capirlo. Infondo, lo temeva anche lei. Infondo,
non era
poi così diversa dagli altri.
Ah, futuro, scatola
buia
Buia e
maledettamente
familiare
Ti aggiri
traballando per
essa
Ti difendi da muri
che
credevi
Un tempo
così familiari e
amici.
A
Gaara non
piaceva né Kankuro né Temari. Perché
aveva il sospetto che in qualche modo
tenessero a lui. E non poteva permetterlo. Lui uccideva
perché era convinto di
essere solo al mondo, senza nessuno che gli avesse mai regalato un
sorriso.
Scoprire che in realtà non si è soli, complica le
cose.
Gaara
ignorava, uccideva, esisteva. E questo i suoi fratelli non avrebbero
potuto
impedirglielo. Non li amava, non ci aveva mai pensato. Aveva paura che
ciò
potesse compromettere la sua dottrina. Infondo, lui non voleva saperlo.
Gli
bastava andare avanti così. Ignorare, uccidere, esistere.
Felice di essere
Gaara, consapevole di essere un mostro. Diverso dagli altri, diverso da
tutti.
Scacciava via i fratelli, strumenti affettivi, poi timorosi come
conigli.
Proseguiva nel suo vangelo, nella sua sanguinolenta dottrina.
Ignorare, uccidere, esistere
Se mai vi foste
fermati
A rimirare la luna
Errante in cieli e
annuvolate dune
Avreste infondo
scoperto
Tacito segreto
D’esser
figli tutti della
vita
Come culla impetuosa
Splendente nel
deserto
L’alma
vostra
allettatrice
Di giustizia ormai
negata
Vaga, vedova, vecchia
In sanguinolente vie
Vedeste, fanciulli
Vostro triste passato
Perseguir ancor
In cor vostro
spaventato
Ogni timor scacciate
Pur distanti
rimanendo
Come lucciole da
corvi
Fratelli, dispersi,
odiati
Che mal vi fu fatto,
tempo fa
Tendete a voi stessi
la
man del perdono
Per sangue comune
Per mondo comune
Fratelli, dispersi,
odiati
Se lo stesso vespro
Pur distanti,
rimirate
Mai foste in
verità
Così
diversi.
1°
Classificata:
"La Vampa" di Sasori_Danna
Grammatica e stile: 9
Caratterizzazione dei personaggi: 9
Originalità: 8,5
Giudizio: 9
Attinenza al tema: 9
Totale: 44,5
Una fiction breve ma intensa, in cui è molto curata
l'introspezione dei personaggi,
tanto che ritengo che sia proprio questo il suo punto di forza:
l'analisi
psicologica è ridotta a qualche riga, ma sottolinea
benissimo il carattere dei
personaggi e il loro rapporto: mi hanno colpito, in particolar modo, le
parti
dedicate a Kankuro e Temari: il primo perché l'ho trovato
molto vivo, si
comprendeva appieno la confusione che gli creavano i sentimenti
contrastanti
verso il fratello; la seconda perché trovo che sia ben
espresso il suo
identificarsi nel ruolo di madre, e il suo sentirsi in colpa per non
essere
riuscita ad aiutare Gaara mi ha commossa, perché trovo che
tu abbia colto
l'essenza di Temari. La poesia che accompagna il tutto, poi,
è semplicemente
bellissima, e credo che il linguaggio antico, come tu stessa l'hai
definito,
crei una stupenda atmosfera che valorizza tutta la fanfiction.
Ottima l'attinenza al tema ed estremamente buona e curata la forma
italiana.