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Autore: jaybird    10/08/2015    1 recensioni
Booster Gold (Michael Carter) e Blue Beetle (Ted Kord)!
Io li adoro, sono la cosa più stupidamente adorabile che possa esserci al mondo. Ho preso il coraggio di buttarci giù qualcosa perché NON mi voglio bene.
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il mondo dei supereroi è senz’altro la cosa più assurda che Michael Jon Carter, il grande Booster Gold, viaggiatore del tempo, avesse mai potuto intraprendere. Non era nemmeno mai stata una cosa seria, per lui, la sua intenzione di salvare vite. Avrebbe solo voluto diventare famoso e ricco, grazie alle tecnologie futuristiche del suo secolo, che gli avrebbero permesso di sembrare un paladino della giustizia, come quelli di cui aveva tanto sentito parlare nel museo in cui lavorava. Si sarebbe accontentato di quel poco per non essere scambiato come Lanterna Verde. Avere una collezione delle sue action figures. Una scatola di cereali con la sua faccia. E, perché no, persino un set di biancheria intima con la sua faccia. Per ragazze, è ovvio. Sarebbe stato strano se il suo bel faccino fosse stato stampato su un paio di boxer, no?
Eppure, per quanto di avesse provato, per quanti criminali, inetti, avesse pagato per dar spettacolo, non aveva ottenuto niente di tutto quello che avesse voluto avere. Niente gloria, nessun riconoscimento.
Solo un’etichetta da pagliaccio.
Quella di un perdente, di un fallimento.
Nulla di quello che non fosse già stato nel suo secolo.

« Ehi, amico. »

Erano stati tanti i momenti in cui, una persona come lui, senza una meta, senza una vera e propria destinazione apparente, avrebbe dovuto chiedersi che cosa stesse realmente facendo. Erano stati tanti i momenti in cui si fosse chiesto se avesse realmente fatto tutto quello per un po’ di gloria, per un po’ riconoscimento. Forse, la vigliaccheria più grande che avesse mai potuto fare, era quella di aver lasciato la madre, morente e la sorella, Michelle, a casa propria. Ma quando uno non aveva niente più da perdere, l’unica opzione, sembrava quella di scappare, in un qualche modo… e, ogni giorno che passava, sembrava aver commesso sempre qualche sbaglio di troppo.


« Oggi, alla Lega, credo di aver avuto la  prima e vera conversazione di cose in comuni con Guy: parlar male di Bats, bwah-ah-ah. »

Si diventava supereroi per un motivo. Per tutti era stato così. Qualcuno ne capiva lo scopo subito dopo un determinato fatto accaduto in modo totalmente accidentale, quanto orribile. Potevano essere cose comuni per tutti: una morte inaspettata, una ribellione, dei fallimenti insopportabili, il fatto di voler far vedere al Mondo di essere qualcosa di più. Erano come dei promemoria, quei fatti, del ricordarsi del perché si stava facendo quello che si aveva deciso di fare, per quanto assurdo. Sì, insomma, Booster non era nemmeno sicuro di venir pagato per fare quello che stava facendo, eh. Skeets dice qualcosa, con quella sua voce fredda e robotica. Qualcosa sul fatto che avrebbe fatto tardi per un qualcosa che, al momento, Michael, aveva totalmente accantonato da qualche parte. Ora non sembrava esserci nessun altro se non lui ed il suo miglior amico. Theodore Ted Kord.
O meglio, quello che c’era scritto solamente sulla sua lapide.
Non accennava nient’altro se al suo nome e alla sua data di nascita.
Non avrebbe avuto una statua commemorativa. Era una cosa avrebbe apprezzato, si vantava spesso della sua faccia da ‘’divo di Hollywood’’.
Non avrebbe avuto un edificio con il suo nome.
Non gli avrebbero dedicato niente di niente.
Ed era in quel momento che Booster si chiedeva spesso del perché continuasse a fare quello che stava facendo, quando poi, alla fine di tutto, non ci sarebbe stato un riconoscimento, per molti di loro.
Nessuno avrebbe mai scoperto quale razza di stupida e fantastica persona fosse stato Ted Kord, Blue Beetle.
Nessuno avrebbe mai scoperto che razza di stupido eroe fosse mai stato.
Certo, lui lo sapeva— lui lo aveva sempre saputo, e anche quel cerchio stretto che era stato presente al funerale ma… cosa? Cosa ne rimaneva alla fine? Michael sembrava essere così stupido da non aver nessun risentimento verso nessuno, se non solo con se stesso.
Ted, prima di qualsiasi altra cosa, era stato un amico. Il migliore, l’unico. L’unico che non lo definiva un pagliaccio. L’unico che sembrava vedere qualcosa di maledettamente buono in lui. L’unico che gli avrebbe affidato la propria vita nelle sue mani. E, invece, ora? Ora era morto.
Non era stato nemmeno in grado di essere lì, in quel momento.
Non era stato nemmeno in grado di poter dire qualcosa per rendergli omaggio, nel giorno del funerale. Una persona pietosa e nient’altro ecco cos’era. E, nemmeno a distanza di anni, aveva cambiato modo di pensarlo.

« Ti ricordi quella volta in cui abbiamo spento la caldaia mentre Black Canary si stava facendo la doccia? Non credo di essere mai stato così felice di venir pestato da una donna. »

Abbaia una risata. Un po’ triste, quella. Incredibilmente, Skeets, non dice nulla. Forse stava elaborando la compassione umana. Patetico, no? Specialmente per uno che non aveva nemmeno il coraggio di andare a trovare la tomba, di quella che era il suo miglior amico, in modo regolare. Succedeva solamente quando si sentiva incredibilmente abbattuto. Ed era lì, proprio in quel momento, proprio quando leggeva il nome del compagno di squadra sulla roccia, sembrava avere il suo promemoria del perché continuasse a fare quello che faceva. Anche se non sempre nel modo giusto. Cala il silenzio, sul volto di Booster sembra esserci il sorriso più triste che qualcuno potesse mai aver visto.

« Manchi a tutti, amico. Persino a J’onn, sai? »

La mano destra viene posata sull’angolo della lapide, come se stesse toccando la spalla del suo amico, come tempo fa. Come quando la situazione non sembrava essere delle migliori, come per avere una rassicurazione, che Ted ci sarebbe sempre stato, per lui, anche in momenti come quelli.  E, ancora oggi, era così.

« Signore, Batman richiede la nostra posizione. »

E, come un fulmine a ciel sereno, la voce di Skeets, gli ricorda del presente. La mano scivola dalla pietra, così da andare a portarla sul proprio fianco, chiusa a pugno, come per l’altra, mentre volse lo sguardo verso l’amico di disavventure che fluttuava nell'aria.

« Va bene, digli che stiamo arrivando, Skeets. »
« Sì, signore. »
« Visto, amico? Ho una vita piena, sono desiderato persino di Bats in persona! »

Commentò, volgendo ancora una volta, lo sguardo celeste verso la lapide del grande Blue Beetle, di Ted Kord. Del più grande amico che avesse mai potuto desiderare, del più grande eroe che nessuno avrebbe mai potuto riconoscere.

« Ci vediamo, Ted. »

« Ancora non mi è chiaro del perché parla con una lapide, Signore. »
« Lo capirai quando sarò morto, amico mio. »
« Perché dovrei prendere in considerazione di parlare con lei anche dopo la sua morte, Signore? »
« Questa tua devozione nei miei confronti mi commuove sempre, lo sai, Skeets? »
« Percepisco del sarcasmo nella sua voce, Booster. »

 
  
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