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Autore: dispatia    10/08/2015    4 recensioni
[Oneshot dedicata a Lady Serperior 04 per il suo compleanno :3]
Una mattina come tante, Thomas si sveglia. E svegliandosi, scopre di essere fidanzato con una fantomatica "Elena", ragazza che lui non conosce assolutamente o meglio... Non ricorda!
Certo, scoprirlo proprio il giorno del compleanno di quest'ultima non è la cosa migliore, soprattuto se il Karma ce la mette tutta per fargli passare un ventisei luglio da incubo.
Perlomeno riuscirà a innamorarsi davvero di Elena a fine giornata?
Leggere per sapere.
[STORIA A SE, COMPLETAMENTE DIVISA DALLA MIA FIC]
[Elena è una OC di Lady Serperior 04 per la Fic "Another World"]
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alit / Arito, Bekuta/Vector, Nuovo personaggio, Ryoga/Shark, Thomas Arclight/ Four
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Una strana amnesia, un compleanno in piscina e granite ghiacciate dritte in testa-
 

Quella mattina la villa degli Arclight era avvolta dalla confusione più totale. Tutti quanti si agitavano come forsennati, neanche fosse scoppiato un incendio.
Michael correva da una parte all’altra con il servizio da the, senza capire gran che della situazione, Cristopher camminava nervosamente avanti e indietro e Byron parlava tra se e se, sobbalzando di tanto in tanto come se gli fosse venuto un attacco di genialità assoluta che scompariva subito dopo quando faceva un passo per annunciare la notizia.
Ma a cosa fosse dovuta tutta quella confusione non era chiaro, e al secondogenito Thomas nemmeno importava. Buttato sul letto tutto vestito dormiva il “Sonno del giusto” dopo una serata d’inferno che preferiva dimenticare.
Peccato che una certa robot di sua conoscenza non fosse d’accordo con la sua idea di dormire fino a pomeriggio inoltrato, e lo svegliò con urlo degno di Godzilla.
«Alzati scansafatiche inutile!» Luna, il robot con sembianze umane che viveva con loro da sempre, lo buttò letteralmente giù dal letto senza troppa delicatezza. «C… Come?» Chiese il malcapitato Arclight massaggiandosi la testa, ancora intontito dal sonno e dall’incontro ravvicinato con il pavimento. «Ti ho detto di alzarti! Sai che giorno è oggi?» La ragazza non sembrava in grado di stare ferma, e saltellava sul letto con il serio rischio di sfondarlo. «Il ventisei luglio.» «Appunto, è il ventisei, quindi è il compleanno della tua fidanzata!» Thomas la fissò come se fosse impazzita. «Quale fidanzata?» «Non mentire Arclight! Elena, la tua ragazza! State insieme da quasi due anni ormai no?» Luna lo guardò con sguardo omicida. «Elena è una ragazza fantastica, si è sempre ricordata del tuo compleanno quindi adesso tocca a te!» Thomas scosse la testa e fece finta di misurarle la febbre. «Sei impazzita o per via del caldo ti si sono fusi i circuiti?» La ragazza gli afferrò il polso. «Smettila di fare il cretino.» I due si squadrarono per qualche secondo, poi Luna lo lasciò con malagrazia e prese una foto dalla tasca della felpa. «Questi siete voi due. Vuoi continuare a negare?» Thomas fissò la foto. Erano lui e una ragazza a un Luna Park. L’espressione della ragazza era di pura felicità, così pure la sua.
Però, è carina. Pensò il campione d’Asia con un sorriso.
«E va bene, cosa dovrei fare a questa fantomatica fidanzata?» Luna sbuffò. «Ma quanto sei tardo da mille a mille e cento? Un regalo no?» «La mia esistenza non è un regalo sufficiente?» A quell’affermazione Luna si mise in posizione per saltargli al collo e porre fine alla sua esistenza.
A salvare Thomas fu suo fratello minore Michael, che entrò nella stanza sbattendo la porta e spiazzando entrambi i ragazzi.
Infatti in tutti i suoi diciasette anni di vita Thomas Arclight non aveva mai visto suo fratello sbattere una porta, e rimase paralizzato, con un’espressione talmente idiota che avrebbe potuto battere l’abituale faccia di Yuma.
«Sei sveglio! Ascolta, è importante, dobbiamo fare il regalo a Elena!» Ma cos’era quella fissazione per il regalo a Elena? Li avrebbe fulminati tutti se non lo avessero fatto?
Prima che Thomas potesse chiedere spiegazioni si aprì un portale, e i sette imperatori bariani al completo(Più Yuma) piombarono nella sua stanza con un selvaggio urlo di guerra.
Arito gli volò letteralmente addosso, Vector era schiacciato da Misael e Nash che lo tenevano fermo, Durbe leggeva tranquillamente e Gilag aveva battuto una facciata ed urlava dal dolore.
«Che confusione! Ma avete una minima idea di cosa voglia dire ‘ordine’?» Il maggiore degli Arclight, Critopher, entrò con fare altezzoso, incuriosito dalla confusione proveniente dalla camera del fratello.
Vector scoppiò a ridere, smettendo subito per via del peso eccessivo dei due colleghi. «Definizione di ordine prego.» Sghignazzò Stesky entrando con delicatezza angelica nella stanza dalla finestra.
A quel punto Thomas aveva completamente perso la sua limitatissima pazienza. «SILENZIO!»

Qualche ora dopo Thomas, Stesky, Yuma, Ryoga e Vector camminavano per le strade di Heartland verso casa di Elena.
Nel frattempo, i ragazzi dicevano al diciasettene più cose possibili su di lei, sperando che recuperasse la memoria, ma non ci fu nulla da fare. Per Thomas quella ragazza non esisteva neppure fino a qualche ora prima.
«Accidenti!» Sbuffò Yuma deluso mentre suonavano il campanello. «Per me sta mentendo perché se ne vuole liberar…» Le parole di Vector furono interrotte da un pugno ben assestato della sorella alla bocca dello stomaco. «Taci.» Lo rimbeccò la ragazza, per poi voltarsi verso Thomas. «Non essere antipatico come al solito, mi raccomando.» Poi si scostò i capelli castani dal viso e sorrise, aspettando che Elena aprisse la porta.
Dopo una manciata di secondi la porta si aprì su un visino delicato e due grandi occhi di cui Thomas s’innamorò a prima vista.
Appena vide il suo ‘Fidanzato’ la giovane gli saltò al collo, felice che non si fosse scordato di lei.
«Thomas…» Il ragazzo sentì il suo cuore fare una lunga capriola a mezz’aria, finendo la sua corsa alla bocca dello stomaco. Le accarezzò i capelli d’istinto, come se fosse un gesto abituale.
«Lo sapevo, lo sapevo che non ti eri scordato il mio compleanno!» Esultò la ragazza staccandosi da lui. Irradiava felicità da tutti i pori. «Certo che no, ehm, Elena.» Quel giorno Don Thousand doveva essere dalla sua perché Elena non si rese minimamente conto dell’esitazione prima di pronunciare il suo nome.
«Per regalo Thomas a deciso di…» Annunziò con fare solenne Vector, che si era magicamente ripreso dalla botta allo stomaco. «PORTARTI IN PISCINA!» Urlò Stesky, contentissima.
Certo, perché sarebbero venuti tutti quanti, non solo i due fidanzatini.
Thomas sospirò, passandosi una mano fra i capelli. Si prospettava una giornata d’inferno.
 
Qualche minuto dopo, quando ormai tutti erano arrivati in piscina, Thomas osservava la sua ragazza che leggeva con un’espressione dolcemente tranquilla. Il ragazzo non avrebbe saputo dire se Elena fosse ‘Bella’, ma di sicuro era molto, molto carina.
«Vieni a fare il bagno?» Le chiese, porgendole la mano.
Elena sembrò stupita, poi sorrise e annuì.
Intanto, poco lontano da lì, Arito sembrava essere diventato il nuovo ‘Sex simbol’ delle ragazze, perché lo attorniavano come moscerini intorno alla luce. E a lui sembrava piacere molto la sua nuova condizione, visto che elargiva sorrisi e ammiccamenti un po’ a tutte.
Stesky, che era caduta in acqua per via delle malvagie congetture del fratello, riemerse e si appoggiò al bordo piscina accanto a lui.
«Che muscoli.» Commentò, uscendo dall’acqua e scrollando la testa come un cane bagnato. «Vuoi toccare?» Chiese lui con un sorrisetto. «Solo per capire quante ore passi a pomparti.» Ci tenne a precisare la bariana prima di allungare una mano. Ma prima che potesse anche solo sfiorarlo un bolide colpì Arito, facendolo volare in acqua. «Geloso Nash? Vai ad allenarti in palestra allora.» Rise Sky mentre i due riemergevano dall’acqua.
«Geloso? Io? Volevo solamente fare uno scherzo ad un mio amico, è vietato?» «Sì… Scherzo.» La ragazza si tuffò in acqua, poi gli andò davanti e lo guardò con quei grandi, irresistibili occhi color ametista. «Era uno scherzo?» Ripeté, con il sorrisetto della vincitrice. Nash sorrise, malizioso. «Forse, ripensandoci…» La buttò sotto l’acqua, e quello che successe dopo dovete chiederlo esclusivamente a loro.
Arito scosse il capo, prendendo in pieno Vector con gli schizzi. «Che passione quei due!» «Accidenti ma oggi ce l’avete con me?» Chiese il malcapitato arancione incrociando le braccia e rischiando seriamente di affogare. «Non solo oggi cara carota.» Commentò Nash uscendo dall’acqua con il fiatone. «E tu vacci piano con la mia sorellina o rischi di affogare… Non che la cosa mi dispiaccia, in fondo.»

Thomas quel giorno si era detto di non essere cattivo, di essere gentile e di non esagerare. Già, ma la sua indole immensamente bastarda ogni tanto spuntava fuori senza preavviso, e così quel giorno si beccò ben due granite ghiacciate in testa. Karma, evidentemente.
La prima granita la prese proprio perché la sua bastardaggine era uscita senza preavviso alcuno, senza che lui potesse minimamente prevederla o arginarla, seguita subito dopo da un attacco di stupidità innata che risiedeva da qualche parte dentro di lui.
Quando le aveva proposto di andare a fare il bagno, gli era uscito istintivo buttarla in acqua, non pensando minimamente al fatto che l’acqua avrebbe potuto essere troppo alta per lei. E quando la aveva vista annaspare come un cagnolino un’altra parte del suo cervello, quella meno sviluppata della ‘Gentilezza verso gli altri’, gli aveva imposto di andare ad aiutarla.
Il vero problema era che la ragazza se la era presa a morte per lo scherzo, e così non aveva più voluto rivolgergli la parola. Se il giovane, e inesperto, Thomas avesse conosciuto un po’ meglio Elena(O le ragazze in generale.) avrebbe capito che stava solamente scherzando, ma il suo cervello aveva capito solamente che lei era offesa. Punto. Ed era stato nella sua idea di come farla tornare sua ‘Amica’ che il Karma si era messo in azione.
«Ti va una granita? Per farmi perdonare del brutto scherzo.» Le propose, in imbarazzo. Elena annuì, felice della proposta, e insieme andarono a prenderla.
Mentre osservava Elena bere aveva la testa assolutamente altrove, visto che il sonno lo intontiva ancora.
Stanco per aver dormito poco, il ragazzo si concesse una stiratina.
E visto che non stava prestando attenzione a dove si stirava di preciso, prese con il gomito la sua ragazza, che per contro gli rovesciò la granita ghiacciata in testa. Non apposta, ma la granita non diventava magicamente calda solo per quel motivo.
Karma, sei tu? Si chiese il gelido ragazzo trattendo a malapena un brivido. «Oddio, scusami!» E dire che la ragazza sembrava persino più preoccupata della granita che per lui. Forse l’esclamazione è rivolta al bicchiere…?
«Non importa.»
Povero Thomas, non aveva ancora idea di quante altre volte avrebbe dovuto ripetere quella frase in quella giornata che per lui era maledetta.
«Vado a darmi una pulita.» Già, perché non si sa come quella granita oltre che ghiacciata era pure appiccicosa. Mi ci mancava solo la granita alla gomma da masticare Imprecò mentalmente il ragazzo La prossima volta le offro un gelato, sperando che non sia appiccicoso anche quello.
E lì il Karma aveva colpito per la seconda volta.
Ma per quale motivo succedeva sempre che quando il povero biondo si faceva una doccia in santa pace entrava qualcuno?
E una volta entrava Michael per dirgli che era pronto il pranzo, un’altra era Cristopher che gli imponeva d’impegnarsi di più, una volta era entrato perfino Vector perché aveva sbagliato la posizione di un portale.
E i suoi commenti di quella volta, Thomas li voleva dimenticare in fretta.
Quella volta invece ad entrare non fu un bariano rompiscatole(Quasi si aspettava Arito) ma la sua neo-fidanzata, con l’asciugamano.
Ma perché? Perché? PERCHÉ? Thomas iniziò ad imprecare in aramaico, infilandosi nel bagno mentre Elena urlava come una matta.
Fatemi morire! Supplicò mentalmente l’Arclight.
«Scusami! Pensavo avessi finito!» «Non importa.» La giornata per lui non era neppure cominciata e già si era assordato per bene.
«Maledizione!» Diede un pugno alla porta del bagno.
«Ti ho sempre detto che hai un bel fisico… Più o meno.» Vector comparve, gocciolante e ghignante. «Taci, non sono in vera di scherzare.» «Vector dove… Ah, ehm.» Sky era apparsa appena dietro il fratello, e la sua espressione lasciava ben intendere cosa stesse pensando. Chiamiamo anche Don Thousand giù che ci siamo! «Me ne vado subito… Senza commenti per non sembrare volgare.» Stesky scomparve così come era arrivata. «Uccidetemi…» Mormorò tra i denti Thomas.

La seconda granita fu invece merito della troppa carineria di Sky, e ancora una volta Thomas non potè farci nulla.
Lui ed Elena erano sdraiati sulle sdraio, ancora scossi dall’esperienza di poco prima, quando videro Sky avvicinarsi con Ryoga che la guardava seriamente preoccupato.
«Che è successo?» Chiese Vector mettendosi a sedere sulla sdraio.
«Ascolta lascia perdere.» Stesky si sedette accanto a lui, con un espressione talmente funesta che persino Nash si tenne a distanza.
«Diciamo solo che qualcuno ci ha provato con Sky.» Intervenne Arito, che era saltato letteralmente fuori dalla piscina come un divo di Abercombie. «E Nash lo ha menato.» Completò Vector. «No, Sky lo ha menato prima che potessi toccarlo.»
«Mi ha guastato l’umore!» Gemette la ragazza passandosi una mano fra i capelli. «Uff, anche tu vuoi una granita?» Chiese Thomas, senza essere ovviamente serio. La ragazza incrociò le braccia e accavallò le gambe. «Mi sembra il minimo.» Thomas si immobilizzò. «Stavo scherzando.» Sky sbuffò. «Cattivooo.» Piagnucolò con la voce da cucciolo.
Nash lanciò uno sguardo a Thomas che stava letteralmente a significare: ‘Prova anche solo ad avvicinarti a Sky e ti faccio a pezzettini minuscoli.’ Il che fece passare a Thomas qualsiasi seria voglia di aiutare la quindicenne. «Perché non la chiedi a Nash?» Chiese con tono innocente Thomas. «No, la offri tu.» Il tono di voce di Sky stava a dire, fra le righe, che se non gliela avesse presa lo avrebbe ucciso seduta stante. «Va bene, andiamo.» Sospirò il diciasettene preparandosi al peggio. Sky sorrise, felice. «Grazie mille, sei molto gentile.» Nash lo fissava in un modo che avrebbe fatto scappare a gambe levate qualsiasi persona normale.
Ma non Thomas, che a dire il vero non lo aveva nemmeno notato perso com’era a pensare al suo letto e alla meravigliosa dormita che avrebbe fatto una volta tornato a casa. «Mmm… A che pensi?»
In quel momento Thomas fece il madornale errore di guardarla negli occhi. Probabilmente Sky non era la ragazza più bella di Heartland, era anche abbastanza piatta a dirla tutta, non aveva nulla di particolare diverso alle altre se non gli occhi.
Viola chiarissimo, quasi azzurri, magnetici, oscuri e provocatori, praticamente qualsiasi ragazzo non poteva fare a meno di rimanere a fissarli con l’espressione più ebete che i tre mondi avessero mai visto.
Certo, Thomas la conosceva da anni ormai e ci si era abituato, ma in parte l’effetto era comunque quello. Così rimase in silenzio a fissarla.
Cosa disse, Thomas non lo seppe mai. Ma evidentemente qualcosa di immensamente offensivo e stupido, visto che Sky gli rovesciò tutta la granita in testa, per la seconda volta, per poi allontanarsi offesa.
Solo quando se ne fu andata Thomas si riprese dallo stato di trance. Che diavolo è successo?
Povero Thomas, nemmeno stavolta era stata colpa sua. Ma, alla fine, la sua bastardaggine passata doveva avere un riscatto nel futuro, ed evidentemente il Karma aveva scelto quel giorno.
Don Thousand, o fai qualcosa o qui ci lascio le penne.

A fine giornata tutti i bariani cominciarono ad andarsene.
Prima Arito, poi Vector, Yuma e infine Sky e Ryoga che tornarono assieme mano nella mano come una qualche coppia dei film strappalacrime e noiosi che Thomas odiava.
«Andiamo?» Elena aveva  un sorriso soddisfatto e un’espressione talmente dolce che Thomas sentì il cuore fare il secondo salto mortale.
Mentre camminavano per tornare a casa rimasero nel silenzio più totale, ognuno perso nei suoi pensieri. «Thomas, grazie. Avevo quasi paura che te ne saresti scordato.» «No, sarebbe stato impossibile anche volendo. Dovresti vedere che casino c’era a casa mia.» La ragazza scoppiò a ridere. «Immagino. Anche i tuoi fratelli tengono molto a me, giusto?» «Ovvio. Ma mai quanto me.» Fece in tono saccente Thomas. Altra risata. «Oggi sei in vena di scherzare eh?» «Mmm… No, non è uno scherzo.» All’improvviso il ragazzo si fece serio e si fermò. Elena si girò verso di lui, stupita e imbarazzata e Thomas si ripromise mentalmente di tagliarsi la lingua una volta tornato a casa.
«Elena, ascolta… Quando mi sono svegliato, stamattina, non avevo nessun ricordo di te. Pensavo che sarebbe stata una scocciatura uscire con una perfetta estranea, però… Alla fine… Io sto bene quando mi trovo con te. Quindi, anche se non so se te l’ho già detto in passato… Ti amo.» Ognuna di quelle parole gli era costata una fatica immensa.
Elena lo fissò, poi sorrise dolcemente.  «Quindi anche se te ne eri scordato… Hai fatto di tutto per rendermi felice.» «Veramente ti ho fatto rovesciare la granita, ti ho fatta quasi affogare e ti ho fatta urlare per lo spavento.» Ci tenne a precisare il secondogenito degli Arclight. A quel punto i due si fissarono qualche istante per poi scoppiare a ridere. In effetti quella giornata era stata catastrofica, però si erano divertiti. Forse.
«Non importa dai. E comunque non stavo affogando, volevo solo vedere se eri attento.» «Mh. Sì. Certo. Come no.» Annuì ironico Thomas. «Parli troppo.» Commentò fintamente offesa Elena. Thomas si limitò ad abbracciarla. «Comunque ti amo anch’io.» Elena si strinse a lui, e Thomas decise che da allora non la avrebbe lasciata più. Mai più.


-Angolino degli scleri dell'autrice-


Buonsalve lady and gentleman!
Sono viva, forse vi stavate preoccupando ma SONO VIVA.
E mi scuso se non è uscito il capitolo la settimana scorsa(Intendo il secondo della settimana) ma ho avuto dei problemini tecnici(Al mio computer non va la connessione TwT)
Beh, passiamo alla storia...
Lo so, è orribile. Probabilemte lo è.
Però la ho riletto millecinquecento volte, senza essere mai completamente soddisfatta, e se fosse per me non vedrebbe mai la luce. Ma... Credo che sia ora di lasciarla alle recensioni(Negative, urla una parte del mio cervellino insulso) dei lettori.
Una parte di me è fermamente convinta che potevo fare di meglio. Io no. Credo che questo obrobrio sia il massimo che il mio cervello possa concepire con questo caldo estivo e soffocante.


A LADY SERPERIOR:
Ciao, Elena :D proprio oggi mi scusavo per il ritardo, neh?
Ho deciso di darmi una mossa a pubblicare e quindi... Eccoti il tuo regalo. Sinceramente, mi ci sono impegnata al massimo ma non è venuto un granchè. Scusami.
Ora, apparte gli auguri, so che può sembrare strano che ti faccia un regalo visto che praticamente non ci conosciamo ma... Giuro che mi sono affezionata a te ç^ç
E mi scuso ancora per il ritardo.
E anche per aver praticamente ucciso Four, visto che gliene ho fatte passare troppe oggi.
Ah, giusto, scusa anche per aver usato la tua OC ma giuro che altrimenti non avrei saputo come fare. Ero disperatamente alla ricerca di un'idea ç_ç;




In ogni caso, ci tengo a precisare che questa Oneshot non ha nulla a che vedere con "Un anno da incubo, ovvero: Quando un fratello pestifero non è aabbastanza", e lo dico riguardo alla coppia Sky/Ryoga. Sono storie differenti, e potevo metterla anche con Misael, tanto per chiarirci u.u
Quindi, che dire ancora, grazie per aver letto questo COSO.
Se notate degli errori, ditemelo, anche con una negativa o con una neutra. Non sono una che si abbatte su certe cose.
A presto(spero)


[Stella]
   
 
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