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Autore: GioTanner    10/08/2015    4 recensioni
«Cosa hai desiderato?»
“Davvero non lo immagini, fratello?” Pareva dire il volto di Kanon avvolto nel buio. Ma Saga risplendeva troppo di luce propria per comprendere, così si limitò a rispondere(...)

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La notte di San Lorenzo è per tutti coloro che guardano in alto. Per coloro che cercano una stella o semplicemente la trovano stando naso all'insù. Non importa chi sia chi la guardi, che sia un uomo libero o un fatale errore del destino.
E questa stessa notte, di un periodo lontano nel tempo, Kanon e Saga si trovano ad osservare il cielo e ad accettare l'ennesima credenza: esprimere un desiderio.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gemini Kanon, Gemini Saga
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il desiderio di un condannato






Si dice che quando una persona guarda le stelle è come se volesse ritrovare la propria dimensione dispersa nell’universo.
(Salvador Dalí)


Non vi era maledizione più forte di quella che aveva permesso a lui di esistere, di continuare a vivere e di dover soccombere per far trionfare la luce di suo fratello.
Non vi era maledizione più fatale dell'essere l'altra parte. L'altra parte di ogni cosa terrena e celeste che fosse buona, integra e giusta. Essere la parte che, semplicemente, non avrebbe dovuto esistere, ma siccome vi era avrebbe dovuto almeno perire per rimediare al suo essere un terribile sbaglio.
Ma Kanon non era uomo che desiderava la morte: Il suo odio partiva da sé, verso di sé e dentro di sé, ma ne covava l'orrore e il sapore maligno dello strazio verso tutti coloro che credevano lui fosse, banalmente, un errore del Destino. Verso tutto ciò che gli impediva di vivere alla luce del sole per una credenza...

Ma c'era stato un tempo, un periodo così breve da sembrare una rimembranza d'un sogno, in cui di vivere alla luce di suo fratello, l'essere il suo doppio, l'essere l'altra parte, non era il peso, il carico che ora lo tormentava. Non era il fardello che l'aveva straziato.
Perché Saga, la parte lodevole e luminosa, gli aveva insegnato a riconoscere i pianeti nei giorni estivi, a riconoscere le costellazioni e le stelle per non perdere la via nella notte, da solo, quando tornava nel suo luogo appartato e lontano dal sacro Santuario.
Perché Saga gli sorrideva, quando vedeva che Kanon apprendeva alla stessa velocità e con la stessa foga di sapere che ne aveva lui quando imparava al Santuario la storia e la scienza degli astri.
Perché Saga, quella notte di mezza luna gli stava raccontando cosa aveva fatto in allenamento quando, nell'oscurità della notte, alcune stelle caddero giù.
«Esprimi un desiderio.»
«Perché?»
«Non lo so. -Fece spallucce Saga sdraiato sulle rocce ai confini del Santuario. -È anche questa una credenza. Accettala.»
Kanon bisbigliò qualcosa di non udibile e poi si alzò dalle rocce in cui s'era sdraiato anch'egli: «Fatto.»
«Cosa hai desiderato?»

Davvero non lo immagini, fratello?” Pareva dire il volto di Kanon avvolto nel buio. Ma Saga risplendeva troppo di luce propria per comprendere, così si limitò a rispondere:
«Che le stelle continuino a cadere. Perché è la prima cosa bella di cui non sono privato.»


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Buona sera a voi tutti ♥ A-emn... credo sia la prima flash-fic che faccio su i due gemelli. In realtà ne avevo fatta un'altra su Milo e Kanon, ma era di parecchio tempo fa e dunque non credo conti(!) Devo dir la verità, volevo far qualcosa di angst-dolceamaro sulle stelle cadenti e... l'ispirazione mi ha fatto ricordare i personaggi di una fanfiction che sto leggendo in questi giorni, ovvero “The Monster in Chains” di Oktavia. Quindi diciamo che devo ringraziarla poiché, seppur involontariamente, mi ha fatto ricordare questi due mascalzoni qua. *coff *


Passando alla storia in sé... diciamo che il punto di vista mi sembra prettamente di Kanon, anche se in realtà l'ho scritto in terza persona (boh, i dilemmi della vita) e che, secondo il mio modesto parere, Saga non s'accorgeva troppo della situazione “disagiante” in cui versava Kanon. Accettava, come ogni buon cavaliere, le credenze e le leggi del Santuario e dunque anche la sorte di suo fratello... non che non soffrisse per la posizione di Kanon, sia chiaro, ma pensava fosse giusta così. Pensava (o almeno pensa così in questa storia) gli bastasse lo stare un po' assieme per affievolire le sofferenze del gemello.
Kanon infatti nelle ultime righe sa che Saga non riesce a comprendere e non è ancora stanco né arrabbiato con lui per non rispondergli. Il male, il dolore, si formerà con gli anni...
...Per quella notte,
per questa notte, vi è solo uno spettacolo di cui neanche Kanon è stato privato.


Ovviamente sono aperta a tutti i pareri e se vi è piaciuta questa piccola flashfic e vi va, lasciatemi una recensione... ne sarei davvero entusiasta!
Grazie ancora a chiunque leggerà,
Giò.

   
 
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