Inglese

Era una fresca giornata autunnale e, a casa Midorikawa, l’ennesimo sospiro di rassegnazione fu emesso. Erano più di due ore che una ragazza dai lunghi capelli castani, raccolti in una treccia laterale, stava dando ripetizioni al suo ragazzo in una materia che lei considerava banale. I suoi occhi smeraldini lo stavano guardando speranzosa: sperava con tutto il cuore che il suo Mido riuscisse a farsi entrare in testa quelle tre stupide regolette.
Dal canto suo, Midorikawa continuava a leggere quelle tre paginette che spiegavano un argomento diverso: una pagina più complicata dell’altra!

‘Come fai ad essere tanto negato, Mido? ‘ gli chiese Alessia guardando per l’ennesima volta il pistacchio, non riuscendo a trattenere un altro sospiro.

In fondo non era colpa sua: quella materia era troppo complicata per lui e neanche ci teneva ad impararla. Era tremendamente testardo, ma neanche cercava di impegnarsi! Molto probabilmente, era un difetto dei Midorikawa… Anche la sorella di Ryuuji era negata in quella materia, con la sola differenza che almeno lei provava a comprenderla –inutilmente, ma almeno si impegnava-.

‘Ale, basta! Questa orribile materia dovrebbe essere considerata il male dell’umanità! E’ imbarazzante, non la capisco! ‘

Midorikawa continuava a piagnucolare e a scervellarsi, ma non la capiva. Proprio non ci riusciva. Quelle dannatissime regole erano troppo pignole e lui stava iniziando ad innervosirsi. Avrebbe assassinato quel libro nei peggiori dei modi!
Alessia, vedendo che il suo ragazzo era in difficoltà –o meglio- era nero, cercò di stimolarlo… di certo, non con dei baci! Prima doveva imparare quelle regole che persino un bambino sarebbe riuscito ad applicare, poi lo avrebbe premiato.

‘Mido…! ‘

L’interpellato alzò lo sguardo verso la fidanzata e il sorriso che era dipinto sul volto di quest’ultima era sì dolce, ma lo faceva, al contempo, preoccupare. Era normale che la propria ragazza sorridesse perché quell’odiata materia non la capiva? Se sotto sotto stava architettando qualcosa, allora sì. E c’era molto da preoccuparsi! Alessia, di punto in bianco, gli si avvicinò all’orecchio e con fare sensuale, gli sussurrò solo una frase che gli suonava buona, forse… anche un po’ allusiva e non ne sapeva il perché.

‘I’m in heaven when you kiss me’

‘Che-? ‘ si lasciò sfuggire il ragazzo.

‘Se impari l’inglese, vedrai che poi, quello che ti ho detto, ti farà ancora più felice’ rise lei.

Ora era più che motivato: doveva assolutamente sapere che cosa gli aveva sussurrato. Non ne sapeva il motivo, ma il suo cuore andava a mille ed era diventato tutto paonazzo –anche se non lo dava a vedere-. Quando Alessia diventava maliziosa, da una parte era una cosa preoccupante, dall’altra gli piaceva. In quel momento, la sua preoccupazione era sapere la traduzione di quelle poche parole che gli aveva sussurrato sensualmente.
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“Sono in Paradiso quando mi baci”

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***Angoletto di una sconsiderata***
Che roba!
Non so perché, ma mi è uscita sta bella storiella! xD
Heylà, gente! Come andiamo?
Io in inglese –ve lo dico sinceramente-, sono mooolto negata; ma se si tratta di cantare brani in questa lingua allora è diverso! Ahahah xD
Vabbè, vi saluto! Ringrazio già chi la leggerà/recensirà *^*

Ale, non è un granché… sorry. U.U
Spero comunque che ti piaccia ;* Ci sentiamo su whatsapp!

#Hakuna Matata
Baci, Bebe <3