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Autore: Storiedituttiigiorni    10/08/2015    0 recensioni
Questione di sguardi, spazi, dita che si intrecciano, labbra che si sfiorano. è l'esplosione dei sentimenti la causa di questo tormento..Gli amori fugaci, quelli nascosti, quelli che si devono proteggere, sono gli amori più sinceri e forse impossibili... ma si sa le cose impossibili, quelle più lontane, difficili da raggiungere sono quelle che affascinano di più.. ma che poi alla fine non sono così lontane
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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“Azzurra basta pensarci! Sono mesi ormai che non esci per colpa sua! Preparati che ti passo a prendere!”
“Gioia, mi ha tradita, come faccio a non pensarci? Ha avuto anche il coraggio di negare l’evidenza! Non sono dell’umore giusto per uscire, voglio solo rimanere sola a letto!”
“Non voglio sentire ragioni, adesso tu esci da quel fottutissimo letto ed esci con me! Chissene frega di quel cretino, sono mesi che stai in quel letto, domani riinizia la scuola, non perdere l’ultimo giorni di divertimento!”
Quando Gioia si metteva in testa delle cose non c’erano se e ma che reggessero, così quella sera uscii con lei, nonostante il mio stato d’animo, che inevitabilmente durante la serata peggiorò.
Luca, mi aveva tradita. Davanti ai miei occhi. Tentò di negare ma ormai il danno era fatto. Da quel giorno decisi che non avrei avuto più neanche una relazione. Mi veniva il vomito solo a pensarci.
Gioia mi riportò a casa, durante il tragitto mi chiese “cosa pensi di fare domani? Vieni o stai rintanata in camera tua?”
“Ma certo che vengo, devo ammirare le new entry di quest’anno!” le risposi con tutta l’ironia che avevo in corpo. Non sarei davvero voluta andare, ma non potevo saltare il mio ultimo primo giorno di scuola.
“Ci vediamo domani Gioia, ti passo a prendere alle 7.00 così facciamo colazione e prendiamo i posti in fondo!” le dissi “Tu sei pazza, ma le sette sono prestissimo! Vabbè, farò comunque il possibile per esserci!”
Andai a dormire, pensando a quello che mi aspettava il giorno dopo, avrei dovuto rivedere Luca dopo mesi, e non sapevo come l’avrei affrontata; preparai i vestiti vicino al letto, mi misi a letto e cercai di addormentarmi spegnendo la luce e i pensieri.
“Azzurra, svegliati! C’è una sorpresa in cucina!” mi svegliò mia madre, così mi lavai e mi vestì e scesi in cucina dove mi aspettava una brioche con una candelina e un foglio vicino con scritto “Buon ultimo primo giorno, ricordati che tu sei più forte di lui, non ti far abbattere, è il tuo ultimo anno, quindi goditelo, quest’età non torna più tesoro! Ps. Impegnati che ci sono gli esami! Buona giornata, papà.”
Mio padre era solito lasciarmi questo tipo di sorprese, lo faceva sempre, non gli piaceva scrivermi un sms, gli sembrava banale, così ad ogni data importante mi lasciava uno di questi messaggi che mi rendevano sempre felice.
Incoraggiata dal messaggio di papà, partii per passare a prendere Gioia, facemmo colazione e alle 7.30 puntuali eravamo davanti alla porta della scuola. Dato l’orario impensabile del mattino eravamo inevitabilmente le uniche quindi Gioia prese l’occasione per chiedermi “so che non vuoi parlarne, ma se lo vedi cosa pensi di fare?” “L’omicidio è reato, quindi penso che mi limiterò ad evitarlo” risposi poco convinta “ma non pensiamoci, quando accadrà mi farò guidare dalle sensazioni del momento” continuai ironicamente.
Aprirono la porta e come sempre io e Gioia ci catapultammo verso la nostra classe e gli ultimi posti. Era li che io e Gioia ci eravamo conosciuto 5 anni prima, io ero seduta li, agli ultimi posti e lei arrivò con la sua cartella gialla senza manico (la scomparsa è ancora a me misteriosa) si sedette e si presentò “Piacere Gioia, ultimi posti eh? Ottimo direi per iniziare” e da li capii che eravamo fatte per essere compagne di stronzate. Era il mio perfetto opposto lei alta bionda con gli occhi azzurri, io bassa con occhi marroni e capelli castani, lei riservata e timida (poi scoprì solo all’apparenza) e io più estroversa (che poi alla fine tanto estroversa non ero, anzi avevo anche io il mio lato timido). Eravamo due poli diversi, ma si sa che gli opposti si attraggono. Eravamo come benzina e ossigeno, serviva solo una scintilla e noi eravamo pronte a scoppiare.
Iniziarono le prime ore, con i professori che cominciarono a dirci che quell’anno avremmo avuto gli esami e quindi ci saremmo dovute impegnare e tutte le solite storie che ripetevano dalla prima superiore. Dopo l’ennesimo discorso della terza ora suonò la campanella che dichiarava l’inizio dell’intervallo. Decisi di andare a prendere cibo per le ore seguenti e chiesi a Gioia se mi accompagnava; io presi il solito bueno e lei il solito twix, e ci dirigemmo al solito calorifero dove ci aspettavano le altre compagne. Risuonò la fine dell’ora d’aria, ma decisi di non rientrare subito e di andare a salutare un mio amico che stava due piani sotto i miei. Arrivai da lui e lo salutai, parlammo per 5 minuti poi decisi di riprendere i miei doveri scolastici e quindi lo salutai e corsi sulle scale, correvo per arrivare il prima possibile, ma troppo concentrata sui gradini per non cadere non mi accorsi che un ragazzo aveva avuto la mia stessa idea e quindi l’urto fu inevitabile. Era un ragazzo che non avevo mai visto, alto, moro, mi colpi subito… Eravamo per terra uno vicino all’altro lui si alzò subito e mi disse “scusami, è che mi sono perso e non so dove andare e sono nuovo e scusa e cavoli che casino che ho fatto…” “ Stai tranquillo, non è stata solo colpa tua, se vuoi ti do una mano io, dove devi andare” gli chiesi e lui iniziò a farfugliare qualcosa e da quei farfugli capì che doveva andare in segreteria quindi lo accompagnai, durante il tragitto continuò a scusarsi, si scusò almeno 10 volte e dopo il 10 “non ti preoccupare” eravamo davanti alla segreteria “eccoci questa è la segreteria” gli dissi “ piacere Marco, comunque” “Azzurra” “è stato un piacere Azzurra, e grazie” “di niente” mi allontanai sentendo i suoi occhi puntati su di me, era stato un incontro lampo ma mi aveva lasciato qualche tipo i segno che non mi potevo spiegare. Ritornai in classe, dove Gioia mi stava aspettando impaziente “ ma dove eri finita? Ho dovuto dire che non stavi bene! Mi dici che hai fine hai fatto” “Ma niente, ho incontrato un ragazzo... ma niente di importante” le risposi “un ragazzo? Ma chi è? Luca?”
 “Nono è uno nuovo”
“E come si chiama”
“Marco…”
   
 
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