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Autore: AliceC12    11/08/2015    0 recensioni
Penso sia l'occasione giusta per sigillare le mie emozioni.
La Sofferenza mi ha stancata.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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A piece of my heart


Niente, ancora una volta ho sperato piu’ di quanto potessi effettivamente ottenere…
Ho aperto nuovamente il cuore, senza reticenze né inibizioni, nonostante le mie esperienze passate avrebbero dovuto frenarmi, dirmi “aspetta Alice, fermati e rifletti”.
Invece niente.
Perchè seguire la mente quando quella malefica macchina pompa sangue che ho nel petto può farmi prendere sempre la strada sbagliata!?

Tutto era cominciato bene, da Dio direi, lo devo proprio ammettere. Una persona cosi’ era tempo che la desideravo. C’e’ stata immediatamente intesa, nonostante ancora non ci conoscessimo, ci fossimo visti solo una volta, avevo davvero pensato al colpo di fulmine.
Ci siamo piaciuti subito, io lo trovavo bello e simpatico, lui mi considerava bellissima, non aspettavamo altro che uno dei due facesse la prima mossa per poterci avvicinare…
L’ho fatta io, e già qui avrei dovuto farmi un pensierino sul tipo di persona alla quale avevo intenzione di interessarmi.
L’intesa che si e’ creata nel giro di una manciata di messaggi e’ stata assolutamente strabiliante, mi ha travolta in maniera inaspettata… Non pensavo di potermi trovare cosi’ bene e al contempo essere tanto felice di parlare con qualcuno incontrato solo una volta, in piscina e col quale avevo scambiato si e no un paio di parole.
In seguito avrei scoperto che quel ragazzo non mi aveva tolto lo sguardo di dosso per tutto il giorno ma era stato abbastanza furtivo da non farsi notare.
Sara’ che ero toppo impegnata a preoccuparmi degli occhi arrossati dal cloro, dei capelli resi indomabili dal sole e dai bagni non tanto desiderati, di sistemare il costume perché la natura aveva voluto confermarmi  che non ero incinta proprio in ricorrenza di quel giorno.
Semplicemente evitavo di guardarlo, di incrociare il suo sguardo per paura mi ritenesse brutta. Ed invece, nonostante tutto, lui mi aveva notata e quel suo “ciao bella” come saluto prima di andare via me ne aveva dato la conferma.

La conversazione era continuata per ore, senza che nessuno dei due se ne fosse reso conto.
Gia’ parlavamo di sposarci, stupiti da quanto fossimo simili in TUTTO; dalla passione per i film horror, al costante desiderio di cibo, all’amore per la lingua inglese che i suoi quattro anni trascorsi negli Stati Uniti avrebbero potuto aiutarmi ad approfondire.
L’avevo tenuto salvato in rubrica col suo vero nome per appena una decina di minuti… Era stato lui stesso a suggerirmi di modificarlo con un piu’ complice e tenero “Teletubbie”, nato nei primi minuti di conversazione a causa di un errore di comprensione… Ed e’ cosi’ che lo terro’ sempre salvato.
Aveva immediatamente deciso che, non appena tornata dalla Spagna, saremmo usciti insieme e col passare dei giorni quella distanza si sarebbe fatta sentire sempre piu’.
30 euro di credito erano partiti in una sola notte e la mia unica preoccupazione non era il denaro speso per una disattenzione, bensi’ l’impossibilita’ di parlare con lui nuovamente se non in possesso di un’ulteriore ricarica.
E qui era venuta la brillante idea dell’internet point, un piccolo buchetto polveroso dotato di poche sedie e un paio di computer che, pero’, in quei 10 giorni si era rivelato la mia salvezza.
Non dimentichero’ mai il desiderio di abbandonare la spiaggia per tornare a casa e fiondarmi in quell’angolino fresco e mezzo buio, così da connettermi su Facebook e sentirmi accogliere con un dolcissimo “Eccoti, non vedevo l’ora di sentirti”.
Ore trascorrevo li’ dentro, completamente rapita e trasportata dalle conversazioni con quel ragazzo. Nonostante il mio fisico mi spingesse ad abbandonare quel luogo per tornare a casa e curare gli occhi infiammati dal sole mattutino, i capelli inaspriti dai bagni in mare, la pelle tirata dal sale rappreso e l’aspetto ben poco curato che presentavo a chiunque mi incontrasse, non riuscivo a staccarmi dallo schermo.
Altri 60 euro sarebbero partiti nei giorni a seguire, ma davvero poco mi importava; era diventato una droga parlare con lui, e la sensazione era reciproca.

Non siamo mai passati per l’amicizia, già da subito avevamo capito che l’obiettivo era quello di sentirsi per poi approfondire la conoscenza con maggiore intimità una volta tornata in Italia.
Ricordo ancora la bellissima sensazione nello svegliarsi la mattina e avere una ragione per la quale sorridere, sbloccare lo schermo del telefono e, pur sapendo che la mancanza di internet non mi avrebbe permesso di trovare il suo buongiorno, guardare la sua foto e sapere che mentalmente già eravamo connessi.
Le farfalle nello stomaco ad ogni ora del giorno, la disattenzione nel leggere i libri in spiaggia, di cui spesso dovevo riprendere pagine perché, anche se gli occhi scorrevano sul foglio, la mente era altrove.
Aspettavo impaziente l’ora di pranzo quando ero sicura fosse sveglio per connettermi un paio di volte su whatsap e informarlo riguardo quando sarei tornata a casa, in modo da trovarlo pronto.
Una felicità indescrivibile mi percorreva, faceva vibrare ogni singola molecola del mio corpo in qualsiasi istante. Il sorriso impresso nelle foto che mi inviava era diventato la mia dipendenza, le guardavo in continuazione e riuscivo a pensare a lui in ogni momento, addirittura nel bel mezzo delle agguerrite partite a burraco con i miei nonni.
E neanche la sconfitta riusciva a buttarmi giu’ perche mi bastava ripercorrere quelle immagini o pensarlo per ricordarmi che ci sono cose piu’ importanti.

L’infatuazione era venuta di conseguenza…
Lui era geloso di me, io di lui, aveva dato il due di picche a tre ragazze in discoteca perche “mentalmente preso da un’altra” e i messaggi dolci erano divenuti d’obbligo.
Mi aveva raccontato parte della sua storia, considerandomi importante perche’ ero riuscita a fargli dimenticare una relazione durata un anno e mezzo e che gli aveva causato solo dolore.
Lui aveva fatto lo stesso con me, togliendomi dalla mente il grande amore impossibile della mia vita… E la sua promessa era stata “Ti faro’ stare da dio, perchè sono qui per restare. Con me ti sentirai bellissima”.
Era giunta all’improvviso, non me l’aspettavo minimamente eppure mi aveva riempito il cuore di una tale felicità che mi era stato difficile non prendere il primo aereo e raggiungerlo.
Era quello il suo obiettivo, farmi stare bene, rimanere al mio fianco, supportarmi dopo il terribile anno che avevo passato tra persone che mi avevano tradita o se n’erano andate.
Al contrario i suoi presupposti erano meravigliosi, voleva essere forte per me, non lasciarmi sola, starmi accanto ed era cio’ che piu’ desideravo in quel momento.

8 giorni erano volati eppure riuscivo a sentire la sua mancanza, nonostante mai fossimo stati insieme fisicamente.
Non appena l’aereo era atterrato in Italia, la mia prima preoccupazione era stata accendere internet e scrivergli… E non ci eravamo staccati dal telefono fino a quando, quella stessa sera, era giunto il momento del fatidico primo incontro.
Si era tormentato a lungo riguardo come salutarmi appena vista, se baciarmi subito o mantenere un alone di mistero…
Aveva optato per la seconda opzione, scelta da me approvata in quanto il primo bacio era stato sicuramente più magico quando, nel bel mezzo di un film al cinema, ce ne eravamo entrambi fregati di cosa stesse accadendo sullo schermo e, completamente immersi l’una nel profumo dell’altro, ci eravamo abbandonati ad un lungo bacio a fior di labbra. Niente di esagerato, di estremamente sensuale o umido: semplici baci, dolcissimi ma che racchiudevano tutto l’interesse che provavamo l’uno per l’altra.
La serata era continuata nella sua macchina dove aveva cercato di farmi guidare e, fiero per quei pochi metri che avevo percorso, mi aveva baciata di nuovo, questa volta con più passione: eravamo in piedi, da soli, abbracciati, la mia mano sulla sua nuca, la sue tra i miei capelli e sui miei fianchi.
Staccarsi era impossibile, avevamo continuato e continuato guardandoci a scatti negli occhi con complicità, come se entrambi sperassimo che l’altro non avesse mai il desiderio di smettere.
Giunti sotto casa mia, la scena si era ripetuta. E non appena aperto l’uscio di casa, avevo voluto concludere con un sognante “Meglio di così” per sentirmi rispondere “Ti adoro”.
Il giorno dopo si era già passati alle presentazioni; genitori, amici e sorella, tutti simpaticissimi e più che disponibili ad accogliere una nuova persona nel “gruppo”.
Pomeriggi passati a casa sua a guardare film di paura che entrambi amiamo, a baciarci sul suo letto e a sentire la mancanza del contatto fisico non appena separati. Intere notti trascorse a chattare in quanto entrambi troppo felici per allontanarci mentalmente l’uno dall’altra.

Poi qualcosa era cambiato… Il suo vizio di controllare troppo poco spesso il telefono si era rivelato un punto dolente per me che desideravo costantemente sentirlo vicino.
Nel giro di una settimana molte cose erano mutate, avevo paura di disturbare, di non poter essere me stessa e che il suo interesse stesse scemando.
Mi aveva rassicurato spiegandomi il motivo della sua freddezza: un anno e mezzo di prese in giro da parte di un’altra ragazza gli avevano fatto tessere uno scudo protettivo, una corazza che gli permettesse di non aprirsi eccessivamente per non rimanere scottato.
Eppure con me aveva fatto l’opposto…
Mi aveva assicurato che il problema non fossi io e che tutto sarebbe andato bene. In sostanza voleva fare le cose con calma, senza fretta per non rimanerci male.
Ma nel giro di un’altra settimana la situazione era andata solo peggiorando… Non ricevevo risposte, nè tanto meno lo vedevo piu’ interessato come prima, non aveva voglia di continuare le conversazioni o sicuramente di iniziarle. Spesso se non ero io a scrivere, era capace di non farsi sentire per ore intere.
E qui era sorta la prima litigata dove mi aveva però assicurato che avrebbe fatto del suo meglio per migliorare.
Ma il giorno seguente la promessa non l’aveva mantenuta.
Dopo giorni in cui non mi aveva invitata ad uscire nè a raggiungerlo da nessuna parte, aveva deciso di passare a trovarmi a casa di un’amica comune.
Fattogli notare l’ennesimo errore, mi aveva riso in faccia aumentando solo ulteriormente il mio nervosismo che aveva però cercato di calmare con un bacio, poco prima di tornare a casa.
Un bacio che mi aveva illusa andasse tutto bene.
E invece non era stato così.
Come potevo immaginare che sarebbe stato l’ultimo? Che le mie labbra non avrebbero più assaporato la morbidezza delle sue? Che le nostre lingue non avrebbero più danzato unanimi al ritmo di un’armonia silenziosa?

Un’ennesima discussione ci aveva tenuti svegli la notte; mi confessava di avere parecchi dubbi riguardo l’intera situazione, non sapeva se fosse abbastanza preso o mentalmente pronto per intraprendere una relazione vera e propria, ma mi aveva illuso gli servisse solo un po’ di tempo per riflettere.
La mattina seguente mi sarebbe caduto il mondo addosso.
Il viaggio interiore che voleva intraprendere si e’ concluso nel giro di una notte e sono venuta a sapere quali fossero le sue intenzioni attraverso uno schifosissimo screen inviatomi da una mia amica: “Sarebbe meglio se si fermasse solo ad essere amici”.
La motivazione? Non si sente pronto per legarsi cosi’ tanto a qualcuno, non a me in particolare ma a nessuna ragazza. Ha ripetuto più volte che il problema non sono io ma che, a causa di una serie di problemi vissuti in famiglia nelle passate due settimane, non si sentiva felice con se stesso, per niente pronto a concedersi completamente ad un’altra persona e di conseguenza a darmi ciò che mi meriterei e vorrei.
In sostanza… Mi ha lasciata dopo appena un mese di relazione e due di frequentazione, affermando che il suo obiettivo era salvaguardare me e i miei sentimenti.
Ma se davvero lo sta facendo per me, perché fa così male?
Non desideravo aggiungere un’altra persona alla lista di coloro che mi hanno abbandonata, ma ha voluto chiarire che una sicurezza con lui ce l’ho: non si allontanerà da me… ma mi starà vicino da amico. La peggior cosa che potessi desiderare.
E’ stato la mia prima storia e, da come era cominciata, credevo fosse destinata a durare a lungo… Qualche dubbio era sorto ma non pensavo potesse portarci alla rottura.

Adesso sono qui, a scrivere queste pagine di word.
Ho il cuore spezzato, di nuovo… E non so come farò a ricomporlo questa volta.
Ho perso il conto di quante volte mi sia successo quest’anno, quanto spesso mi sia trovata in frantumi e abbia dovuto raccogliere i pezzi. Speravo davvero che lui potesse essere il mio momento felice.
E invece non e’ durato.
Potessi mi strapperei il cuore dal petto, spegnerei le emozioni come un vampiro e non sentirei più nulla. Sarebbe sicuramente tutto più semplice.
Perchè sono una persona forte e può darsi che riuscirò a superarlo, ma questa volta mi aveva fornito la certezza che sarebbe stato lui forte per me. Ritrovarmi di nuovo sola mi fa morire.
Scrivo per non piangere, ma dentro so che il mio cuore sta sanguinando. Posso percepirlo perché ogni respiro e’ una fitta al petto, ogni ricordo una pugnalata.
Non appena comincio a volere bene, mi abbandono completamentre… E’ cosi’ piu facile che le frecce mi colpiscano.
E Riccardo questo e’ stato, la freccia che ha rotto il mio cuore, anziché il collante che avrebbe dovuto aiutarmi a ricomporlo.
Posso percepire l’apatia farsi strada dentro me, sono  immersa in un dolore che spero passi presto… In caso contrario, penso potrebbe essere l’occasione giusta per sigillare le mie emozioni definitivamente ed impedire loro di mostrarsi di nuovo.

La sofferenza mi ha stancata.

 

Più che una storia si tratta di una riflessione... Descrivo ciò che ho provato con il mio, ormai, ex-ragazzo dal primo giorno alla fine della nostra storia che, per quanto breve, mi ha trasmesso tante di quelle emozioni che ancora adesso mi tremano le mani a ripensarci.
Ho scritto di getto, unica maniera che ho trovato per non abbandonarmi all'ennesima crisi di pianto nel cuore della notte... E niente, spero possiate immedesimarvi e dirmi cosa ne pensate
-Alice

 
  
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