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Autore: agatha    29/01/2009    3 recensioni
Può un compleanno rivelarsi qualcosa di unico e speciale? Se c'è di mezzo Joe Jonas sicuramente! Piccolo regalo dedicato alla numero 2.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SOMETHING STUPID (BUT IMPORTANT)

 

 

Dato che oggi è una giornata importante, non poteva mica passare così senza dei degni festeggiamenti per la nostra adorata Tempe!!

 

Nel mio piccolo ci tenevo anch’io a farle un regalo e così è nata questa shottina. Non è niente di speciale ma è stata pensata, scritta e postata espressamente per lei e per chiunque avrà voglia di spendere qualche minuto a leggerla. In teoria è slegata da qualsiasi long, ma diciamo che è liberamente ispirata alla Temperance di JoBros.

 

Adesso finalmente sai perché ti ho fatto quelle domande su Macbeth e mi auguro che, dopo aver letto, non vorrai uccidermi per averti accusato di essere paranoica e vedere cospirazioni ovunque (quando in realtà avevi perfettamente ragione xD).

 

 

(Come sempre i Jonas Brothers non mi appartengono e questo scritto è pura fantasia. Il testo è preso dalla canzone è “Something stupid” di Robbie Williams)

 

 

 

Auguri lovvosi numero 2!

 

 

 

"Farabutto"

Mormorò a denti stretti, mentre gli spessi tendaggi di stoffa rosso scuro scorrevano veloci, nascondendo ai suoi occhi il pubblico che stava ancora applaudendo.

"Bugiardo"

Fu il secondo aggettivo che pronunciò un attimo prima di sorridere e inchinarsi di fronte agli spettatori, dopo che il sipario venne riaperto.

Lo spettacolo era stato un successo. Era la prima volta che mettevano in scena Macbeth e, come succedeva sempre quando affrontavano un nuovo lavoro, l’ansia e l’adrenalina si mischiavano amplificando le emozioni finché non entravano in scena. Ricordava chiaramente cosa le aveva detto Joe due giorni prima, quando era piombato nella sua camera molto presto, svegliandola. Ancora addormentata, si era limitata a farlo entrare tornando poi sul letto sbadigliando. Lui l’aveva seguita, sdraiandosi di fianco e le aveva domandato come andavano le prove.

 

 

I can see it in your eyes

That you despise the same old lines

You heard the night before

 

 (Lo posso vedere nei tuoi occhi

che disprezzi le stesse vecchie bugie

sentite la notte prima)

 

 

“Sarà un successo” aveva concluso dopo averla ascoltata, giocando con una ciocca dei suoi capelli.

“Per te è facile parlare, tu vai sul palco, fai quattro sorrisi e il gioco è fatto” aveva ribattuto con una smorfia di disappunto.

Joe non si era scomposto nel sentire quell’affermazione.

“Come no, tanto le canzoni sono registrate e io, oltre a sorridere, faccio pure qualche smorfia giusto per passare il tempo”

Lo picchiò su una spalla con il pugno chiuso.

“Lo sai cosa intendevo dire”

“Sei intrattabile”

“Nessuno ti ha chiesto di venire qui” replicò lei acida, tentando di divincolarsi dal suo abbraccio.

Joe, che si aspettava quella reazione, piegò le braccia in una morsa ferrea, impedendole di allontanarsi.

“Si vede che sono masochista perché non vorrei essere in nessun altro posto dove non ci sei tu” aggiunse in tono dolce.

Quella dichiarazione fu un balsamo per lei che si rilassò, smettendo di contrastarlo e facendosi più morbida tra le sue braccia.

“Mmh, sento che il mio umore sta migliorando, forse qualche bacio aiuterebbe…” terminò rialzando il viso verso di lui, dove c’era stampato un sorriso malandrino.

“Vale la pena tentare”

Indubbiamente Joe si impegnò con tutte le sue forze per farla stare meglio e lei si lasciò coccolare e baciare finché non fu il momento di separarsi.

“Ci sarai alla prima?”

“Non mancherei per niente al mondo e poi sarà anche il tuo compleanno”

“Già” annuì lei.

“Festeggeremo alla fine dello spettacolo”

Lo afferrò per i lembi della giacca avvicinandolo al suo viso con i nasi che si sfioravano appena.

“Promesso?”

Le mani di lui risalirono fino a coprire le sue.

“Sarò in prima fila ad applaudirti, promesso”

 

 

I know I stand in line

Until you think you have the time

To spend an evening with me

 

 (Lo so ti ho tenuta al telefono

fintanto che non ti ho convinta

a passare una serata con me)

 

 

Invece di Joe non c’era stata traccia.

Quando il sipario si era aperto, il suo sguardo era corso subito alle file più vicine, cercando invano la sua chioma perfettamente liscia e quegli occhi scuri ammiccanti. Invece aveva incrociato solo dei volti sconosciuti, in perfetto silenzio, che attendevano.

Con la battuta d’inizio aveva fatto in modo di accantonare tutti i sentimenti personali. Adesso era un’altra persona e, nella prossime ore, nient’altro al mondo sarebbe stato importante.

*

Quando era tornata nel camerino per cambiarsi si era presa tutto il tempo necessario per farlo con calma. Primo, perché sapeva che i suoi amici avevano organizzato una festa a sorpresa per festeggiarla e voleva lasciare il tempo agli altri attori di raggiungere il locale. Secondo, perché il suo ormai ex-ragazzo le aveva mentito e non era fuori ad aspettarla con un bacio e magari una rosa per lei.

Infine, quando fu pronta, si sedette su una sedia sbuffando e mettendosi a tamburellare con le dita sul ripiano di legno scuro mentre osservava l’immagine riflessa nello specchio. Poteva mentire a chiunque e con un’interpretazione degna di un oscar, ma con se stessa era impossibile: si stava attardando nella speranza che lui arrivasse.

“Illusa” mormorò in un soffio alla sua immagine speculare.

Battendo il palmo della mano sul ripiano si alzò di scatto. Era comunque il giorno del suo compleanno e non intendeva farselo rovinare da un bugiardo su cui non era possibile fare affidamento. Fece per aprire la porta, quando un foglietto sul pavimento attirò la sua attenzione.

Aggrottando le sopracciglia lo raccolse, aprendolo.

 

“Ti aspetto sul palco”

 

Quelle semplici parole scritte a mano, con una calligrafia un po’ irregolare, riuscirono a farle battere più velocemente il cuore. Trovò mille giustificazioni. I suoi amici avevano spostato la festa per farle una sorpresa, forse lo aveva lasciato un ammiratore segreto o forse non era per lei. Si odiò per il sorriso che era spuntato sul suo volto. Non aveva bisogno di girarsi verso lo specchio per sapere che i suoi occhi si erano illuminati di una nuova luce.

Ancora immobile, fece un respiro profondo.

Non era obbligata ad andare, come lui non si era preoccupato di farsi trovare a teatro quella sera, ben sapendo quanto fosse importante per lei. Convinta, agguantò il giubbotto ed uscì dal camerino, ben decisa a guadagnare subito l’uscita. Dopo un passo, però, la sua volontà vacillò. Forse poteva fare una piccola deviazione verso il palco, giusto per fargli sapere cosa pensava di lui.

Solo per quello ovviamente.

Il silenzio regnava per i corridoi e il rumore dei suoi passi era l’unico suono. Salì i gradini che portavano dietro le quinte e vide una luce fioca illuminare il palcoscenico. Passando accanto alle tende del sipario non si accorse di un movimento finché un braccio non le circondò la vita. Sorpresa da quel contatto inaspettato, si mise ad urlare cercando di divincolarsi.

Successe tutto in un attimo e si ritrovarono entrambi per terra.

“Sei impazzita?” biascicò lui, dopo aver battuto la spalla nella caduta.

“Joe?”

“Chi pensavi ti avesse lasciato il biglietto, Shakespeare?”

Ancora sdraiata a terra si voltò verso di lui.

“Pensavo mi aspettassi sul palco non imboscato, cercando di farmi prendere un infarto!”

Sorridendo lui soffiò via una ciocca di capelli, perfettamente liscia, che gli era ricaduta sul naso.“

“Volevo farti una sorpresa”

“Già… proprio una bella sorpresa – mormorò – non essere venuto a vedermi” terminò con voce flebile, quasi in un sussurrò e poi mordendosi il labbro per essersi lasciata sfuggire quel pensiero.

Joe, che era vicinissimo, aveva sentito il suo commento e, per nulla sorpreso, non aveva risposto. Con una mossa rapida si era spostato mettendosi sopra di lei, facendo aderire i loro corpi.

 

 

The time is right

Your perfume fills my head

The stars get red

And oh the night's so blue

 

 (L’ora è giusta,

ho il tuo profumo in testa,

le stelle diventano rosse

e oh la notte è cosi blu)

 

 

Si sollevò sui gomiti e, con le dita, spostò i capelli che le coprivano la fronte in un gesto amorevole restando a fissarla: i suoi occhi dal taglio particolare che sembravano volerlo trafiggere, quelle labbra leggermente dischiuse che erano diventate ormai la sua droga. Tutto di lei era così familiare da fargli sentire un tuffo al cuore.

“Ti spiacerebbe spostarti? Ho una festa che mi aspetta”

Persino il suo carattere combattivo era una delle qualità che apprezzava maggiormente, ma non aveva intenzione di dirglielo, almeno non in questo momento.

“Eri bellissima su quel palco”

I suoi occhi persero per un attimo l’espressione combattiva.

“Vorresti farmi credere che c’eri?”

Di nuovo le accarezzò i capelli, scendendo con un dito a seguire il profilo di una guancia.

“Se ti dicessi di sì?”

“Non ci casco”

Fece un altro tentativo per cercare di liberarsi dal suo peso, ma quei movimenti riuscirono solo ad alimentare l’attrazione fra loro. Ne erano consapevoli entrambi dato che lei si bloccò di colpo. Joe trattenne una risata, sapeva bene quello che stava provando: piccoli brividi che attraversavano tutta la pelle, la voglia di baciarsi e di toccare ogni centimetro di pelle, sentendola fremere sotto le dita.

“Ho fatto tardi è vero, ma quando si è aperto il sipario ero qui. Ti ho visto spalancare gli occhi per qualche secondo cercandomi, non dire di no”

Per convincerla accennò a descrivere alcune scene e finalmente lei parve crederci.

“Perché non ti sei fatto vedere prima?”

Abbassò il viso, sfiorandole le labbra per un bacio leggero.

“Volevo farti una sorpresa qui, sul palco che tanto ami”

Sollevando il capo, fu lei a reclamare un altro bacio.

“Il tuo piano includeva cadere e rimanere sdraiati per terra?”

Questa volta Joe non trattenne una risata.

“No, ma a quanto pare con te non è possibile fare programmi” replicò guadagnandosi una linguaccia.

“Non sono io quella soprannominata Danger”

Inaspettatamente l’espressione di lui tornò seria.

“Sei bellissima sai?”

Lei trattenne il respiro per un secondo. Era impossibile resistere a quel tono di voce dolce, suadente e sincero non c’era dubbio. Tutti i pensieri nella sua testa vennero spazzati via. La rabbia, l’irritazione, l’euforia rimase solo un calore intorno al cuore che riusciva a scaldare tutto.

“Joe…”

“Ti amo”

 

 

And then I go and spoil it all

By saying something stupid

Like I love you

I love you...

 

 (E qui inizio e rovino tutto

dicendo qualcosa di stupido

tipo ti amo)

 

 

Potevano uccidere due parole?

Decisamente sì, perché quello che aveva appena detto le aveva fatto fermare il cuore. Tutto il mondo sembrava essersi bloccato. Stavano insieme ormai da più di un mese, si amavano non c’era ombra di dubbio, ma nessuno dei due aveva ancora fatto quel passo, quella dichiarazione che rendeva tutto maledettamente serio, maledettamente impegnativo, ma che faceva maledettamente bene al cuore.

Solo quando ricominciò a respirare si rese conto di aver trattenuto il fiato, mentre Joe era rimasto in silenzio a fissarla, chiaramente consapevole della confusione che aveva scatenato in lei. Un’unica parola le uscì dalla sua gola.

“Ridillo”

“Sicura? Mi sembri già abbastanza sconvolta e poi ti devo ancora dare il mio regalo”

La vide scuotere la testa decisa.

Tutto era passato in secondo piano, non le interessava la festa di compleanno né sapere cosa Joe le avesse comprato, l’unico desiderio che voleva esprimere era di sentirgli pronunciare all’infinito quelle parole guardandola negli occhi.

“Ti amo” ripeté lui.

 

 

I love you...

I love you...

 

(ti amo…

ti amo…)

 

 

Esisteva qualcosa con un suono più bello?

Assolutamente no.

Questo era il compleanno migliore di tutta la sua vita.

“Ti amo anch’io, Joe”

 

 

 

  
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