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Autore: Vagabonda    29/01/2009    2 recensioni
Era alto e slanciato, la semplice maglia bianca metteva in risalto gli addominali scolpiti mentre un paio di jeans fasciava le gambe muscolose. I capelli color bronzo incorniciavano il viso dove spiccavano due fantastici occhi, neri come il carbone, inquietanti. Mai mi sarei immaginata che potesse esistere creatura più bella. La sua espressione era indecifrabile. Con gli occhi stava percorrendo la classe, senza soffermarsi su nessun volto in particolare, anche se lo vidi indugiare per un attimo verso la mia fila. Fu allora che i nostri sguardi si incrociarono. Sulle prime parve perplesso, poi si irrigidi e si voltò, non senza prima avermi lanciato un’occhiata glaciale. Non potei evitare di rabbrividire.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Destro, sinistro, destro, sinistro…Stavo correndo sul selciato della strada, umido di pioggia. Ero in ritardo, tremendamente in ritardo. Assurdo, io che arrivo sempre in anticipo a qualsiasi appuntamento ero in ritardo per il primo giorno di scuola! Proprio quella mattina la maledetta sveglia aveva deciso di non suonare. Mi scappò una risata. Non vidi un sasso un po’ troppo sporgente e vi inciampai, cadendo. Fantastico, mi era bastato perdere la concentrazione per un secondo e già mi ritrovavo per terra, più fradicia di prima! Mi alzai barcollando e ripresi a correre. Arrivai in classe proprio sul suono della campanella. I miei compagni erano tutti li, sparsi per l’aula.
Stavano parlando animatamente: l’argomento, ovviamente, erano le vacanze estive appena finite. Ogni tanto mi intromettevo in qualche conversazione ma per lo più mi limitavo ad ascoltare da lontano.
Quando arrivò la prof. Ritornammo di corsa ai nostri posti. Dopo i saluti ci fu il solito discorso di inizio anno, dove si ripetono le vecchie regole a cui si aggiungono le ultime norme. Stavo per abbandonarmi a uno stato di semi-incoscienza quando si spalancò la porta. Sobbalzando notai il bidello che, entrando, si era avvicinato alla prof. Per bisbigliarle qualcosa. Lei annui e, schiarendosi la gola, annunciò –C’è una sorpresa-. Poi si spostò per lasciare entrare il ragazzo più bello che io avessi mai visto.
Era alto e slanciato, la semplice maglia bianca metteva in risalto gli addominali scolpiti mentre un paio di jeans fasciava le gambe muscolose. I capelli color bronzo incorniciavano il viso dove spiccavano due fantastici occhi, neri come il carbone, inquietanti. Mai mi sarei immaginata che potesse esistere creatura più bella. La sua espressione era indecifrabile. Con gli occhi stava percorrendo la classe, senza soffermarsi su nessun volto in particolare, anche se lo vidi indugiare per un attimo verso la mia fila. Fu allora che i nostri sguardi si incrociarono. Sulle prime parve perplesso, poi si irrigidì e si voltò, non senza prima avermi lanciato un’occhiata glaciale. Non potei evitare di rabbrividire.
La prof. Parlò ancora – Ragazzi, lui è Edward Cullen. Viene dallo Stato di Washington, è appena arrivato e non conosce nessuno perciò vi prego di essere carini con lui-. A quanto pare le mie compagne presero in parola tale richiesta dato che quando venne il momento di decidere dove si sarebbe seduto il nuovo ragazzo tutte cominciarono a sbracciarsi e a scacciare i vicini per fargli posto. Ma ovviamente la prof. Lo fece accomodare nell’unico banco libero al momento, ovvero quello alla mia sinistra. Molte ragazze furono deluse e qualcuna mi lanciò perfino un’occhiata invidiosa e carica di risentimento. Dopo che Edward si fu accomodato nel suo nuovo posto cominciò la lezione.
Non riuscii a stare attenta nemmeno un momento.
Sentivo il suo sguardo magnetico sulla schiena, tanto che a un certo punto mi costrinsi a voltarmi, giusto per controllare se fossi diventata paranoica. E invece avevo ragione, o quasi. Mi stava fissando, è vero, ma sul suo viso non c’era traccia di curiosità. Quello che vidi fu solo odio, un odio puro. Naturalmente avvampai e cercai di pensare ad altro, inutilmente. Passai cosi tutta la giornata, respirando momentaneamente durante l’intervallo.
All’uscita corsi subito a casa, troppo sconvolta per parlare con qualcuno.
Nella testa avevo un mare di domande: per quale motivo quel ragazzo ce l’aveva con me? Perché era chiaro che mi disprezzava, apparentemente senza un motivo valido. E come mai solo io ero risultata interessante alla sua ispezione? Erano questi gli interrogativi che mi ponevo dopo aver conosciuto Edward Cullen.
Non sapevo ancora che quell’incontro avrebbe cambiato la mia vita, per sempre.

   
 
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