CAPITOLO
1. A
Elliott inarcò le
sopracciglia
in un’espressione preoccupata, quando vite il suo ragazzo accasciato
sul tavolo
del salone dei suoi nonni, la faccia seppellita nelle sue braccia
testardamente, come se avesse voluto soffocarvi contro.
“Blaine?” lo chiamò,
avvicinandosi velocemente e posandogli le mani sulle spalle per
consolarlo,
qualsiasi fosse il motivo della sua inaspettata e subitanea
desolazione.
Sperava solo non fosse nulla di grave. Fino a qualche minuto fa era
così felice
e spensierato, entusiasta per come i preparativi per la sua festa
stavano
andando e per l’arrivo di tutti i suoi amici. Ed ora eccolo lì,
l’immagine della
disperazione. Se non fosse stato così preoccupato, Elliott lo avrebbe
preso in
giro perché aveva l’aria di essere un cucciolo di struzzo con
l’impellente
desiderio di ficcare la propria testa nel terreno per sfuggire ai mali
del
mondo.
Il suo ragazzo bofonchiò
un
lamento indistinto. Elliott si rilassò, perché era un evidente segnale
che il
problema non era così grave. Lo aveva
visto in momenti seri e questo era solo un momento da drama king.
Iniziò a
massaggiargli lentamente le spalle, sentendo i suoi muscoli tesi
sciogliersi
lentamente. Quando lo sentì sospirare mollemente, Elliott gli lasciò un
bacio
sulla nuca. “Mi vuoi dire cosa ti turba?”
Blaine sospirò nuovamente,
prima di voltare la testa di lato, mostrando la sua volontà di parlare
ma non
di interrompere quel massaggio improvvisato. “Ho appena sentito Nick e
Jeff.
Partono oggi pomeriggio da Los Angeles senza fare tappa a Westerville.”
Elliott alzò un
sopracciglio. L’affermazione
non gli spiegava molte cose, così aspettò che Blaine continuasse.
“Così volevo chiamare Wes,
ma
ho realizzato che avrebbe portato anche la sua compagna e i tre bambini
e la
sua auto sarebbe stata piena. Allora ho pensato di chiamare David, ma
arriva
direttamente da Phoenix. E Trent arriverà a momenti perché mi ha
scritto
qualche minuto fa.”
“..e quindi?” incalzò
Elliott,
ancora confuso. Blaine mugugnò per la soddisfazione quando il suo
fidanzato
premette le dita su un punto particolarmente sensibile della sua
schiena, poi
riprese a parlare.
“E quindi l’unica persona
disponibile ad accompagnare Kurt qui che è ancora nei pressi di Lima è
Sebastian.”
“Ah.” Sillabò Elliott,
cominciando a capire il perché della disperazione di Blaine.
“Ma disponibile non vuol
dire
disposto. Ammesso che Kurt sia d’accordo a farsi dare un passaggio da
lui. Cosa
che dubito fortemente.” Blaine sbuffò, mesto. “Immagino sia una
punizione
divina per aver desiderato che entrambi i miei migliori amici fossero
per una
volta presenti contemporaneamente ad una mia festa di compleanno.
Sciocco me.”
Elliott non poté non
ridacchiare alla drammaticità del suo ragazzo, sebbene non avesse tutti
i
torti. Era assurdo, davvero. E anche piuttosto frustrante.
Blaine non ci aveva
sperato troppo
all’inizio, quando aveva chiesto ad entrambi di presenziare alla sua
festa
nonostante ci fosse anche l’altro. Non era mai successo prima e sapeva
che una
richiesta del genere era piuttosto rischiosa da fare. Ma quando sia
Kurt che
Sebastian avevano accettato, il suo entusiasmo era cresciuto sino alle
stelle.
Elliott era piuttosto sicuro che il suo ragazzo fosse più felice per la
contemporanea presenza dei suoi migliori amici che per il suo stesso
compleanno.
In
tutte le altre occasioni, o l’uno o l’altro
aveva trovato una scusa pur di evitarsi. Magari una volta Kurt aveva
qualche
improrogabile impegno lavorativo in trasferta proprio il giorno in cui
Blaine organizzava
qualcosa a cui era invitato anche Sebastian, o un impegno familiare a
Lima, o
un esame inesistente, e allora si inventava qualcosa per recuperare il
tempo non
passato insieme; la volta successiva era il turno di Sebastian a non
riuscire
proprio ad esserci, con motivazioni più o meno simili e per niente
fantasiose e
centomila opzioni alternative per rimediare alla sua inadempienza.
Sembrava quasi che si
fossero
messi d’accordo, se non fosse che Kurt e Sebastian non si parlavano da
ben
cinque anni, dall’unico evento a cui avessero mai partecipato insieme,
la festa
di diploma di Blaine. Non era successo niente quella volta, niente che
Blaine
ricordasse o ritenesse degno di nota; da quel che gli aveva raccontato,
Kurt e
Sebastian si erano evitati come la peste per tutta la serata, perché
già lì non
correva buon sangue. Non che fosse mai corso buon sangue tra i due, da
quel che
Blaine gli aveva raccontato. Elliott sapeva che Sebastian aveva tentato
di
mettersi tra lui e Kurt quando stavano insieme al liceo, che Smythe non
fosse mai
stato esattamente un gentleman con quello che era uno dei suoi migliori
amici. Ma
dubitava che Kurt ce l’avesse ancora su con lui per quello, dopo tutto
quel
tempo. Non era così infantile e non era decisamente più innamorato di
Blaine, altrimenti
non li avrebbe presentati quattro anni fa e spinti ad uscire insieme.
Doveva
esserci altro. Il problema era che Hummel non aveva mai avuto
intenzione di
sbottonarsi sull’argomento. Ogni volta che saltava fuori il nome di
Sebastian,
Kurt faceva in modo di cambiare discorso, sia con Blaine che con lui,
quando
cercavano risposte.
Per quanto riguardava
Sebastian, Elliott lo conosceva bene, ma non era in confidenza con lui
come lo
era con Kurt, giustamente. Quello che sapeva di lui erano informazioni
dategli
da Blaine, ma neanche lui sapeva esattamente perché ci
fosse questo disprezzo reciproco. Neanche Sebastian era
molto eloquente sul tema.
Blaine supponeva fosse una
questione di gelosia e di orgoglio. Dopo la rottura con Kurt, Sebastian
era
stato il suo appiglio, lo aveva visto piangere e soffrire e
probabilmente non
gli era mai andata giù l’idea che dopo tutto quel dolore Blaine lo
avesse riaccolto
come il figliol prodigo. D’altra parte, neanche Kurt –
comprensibilmente - aveva
preso bene come si fosse evoluto il rapporto tra il suo ex e il ragazzo che voleva scoparselo quando ancora
stavano insieme. E magari sì, inizialmente ci stava l’indisposizione e
magari
un po’ di paura da parte di entrambi di essere “sostituiti” – cosa che
non
sarebbe successa mai -, ma dopo cinque
anni cominciava ad essere stupido. Elliott era stufo di vedere Blaine
rimanerci
male ogni singola volta perché i suoi migliori amici si comportavano
come degli
emeriti bambini. Francamente, dopo tutto quel tempo né la gelosia né la
paura né
qualsiasi altra scusa poteva giustificare la puerilità dei due. Era
solo
egoismo generato da chissà quali e quanti pregiudizi. Ed era tempo che
Blaine
la smettesse di esservi succube.
“Sai cosa?”
Blaine sollevò il capo
dalle
braccia per voltarsi leggermente a guardare in faccia Elliott,
incuriosito dal
suo improvviso cambio di tono. “Cosa?” inquisì, incerto.
“Dovresti chiedere a
Sebastian
di dare un passaggio a Kurt.”
Il ragazzo lo guardò con
tanto
d’occhi. “Sei impazzito? Lo sai che è stato un miracolo solo che
abbiano
accettato di venire entrambi al mio compleanno.”
Elliott alzò gli occhi al
cielo, incrociando le braccia al petto e guardandolo con aria
riprovevole. “Blaine,
devi smettere di assecondare questa loro fissa infantile. Hanno
ventitré anni,
per carità, è ora che mettano da parte i loro diverbi e comincino a
comportarsi
come delle persone mature in grado di comportarsi civilmente anche di
fronte a
qualcuno che non sopportano.” Sbottò.
Blaine si passò una mano
tra i
capelli spettinati. “Hai ragione.” Ammise, “Spero solo non mi odino
troppo”.
Elliott emise una
risatina,
prima di chinarsi a dare un bacio sulla fronte a Blaine. “Certo che
basta poco
a convincerti. Avrei dovuto farti questo discorso secoli fa. E comunque
non
potrebbero mai odiarti.”
“Odiarmi no, ma mi
infameranno.
E comunque non è che avevo bisogno di convincermi..mi rendo conto di
aver
assecondato per troppo tempo questa cosa senza senso. Ma ho il sospetto
che
quei due per tutto questo tempo abbiano anche pensato di fare il mio
bene,
conoscendoli.”
“Ma certo. Sebastian e
Kurt ti
vogliono un bene cieco. Il problema è che sono due broccoli. Ripetimi,
perché
si disprezzano tanto, quando sono così simili? Potrebbero essere una
fantastica
coppia”
“Tu scherzi” disse Blaine,
con
un sorrisetto tra l’imbarazzato e il divertito, “ma io li ho sempre un
po’
shippati insieme. Anche quando stavo ancora con Kurt.”
Elliott guardò il suo
ragazzo
con aria interdetta. “Scusa? Vedevi bene il tuo ragazzo con il tizio
che
cercava di entrarti nei pantaloni?”
“Non capisci, è che non
hai mai
visto Sebastian e Kurt confrontarsi. Sono..intensi. Li shipperesti
anche tu!” rispose
Blaine, convinto.
Elliott sollevò un
sopracciglio,
un sorriso divertito sulle labbra. “Tu funzioni in modo misterioso,
Blaine
Anderson.” Sospirò, scuotendo la testa. Solo lui poteva innamorarsi di
un
individuo del genere. Ma forse avrebbe dovuto capirlo quando avevano
cominciato
a piacersi a vicenda dopo un litigio conclusosi con una canzone
intitolata Glitter Rock Vampire.
“Che devo dirti? Anche se
ero
innamorato di Kurt ai tempi, evidentemente il mio inconscio sapeva che
non era lui l’uomo della mia vita.” Gli rispose,
con un luccichio insolente e insinuante negli occhi. Elliott alzò gli
occhi al
cielo e rise ancora, prima di afferrargli il viso tra le mani e
baciarlo fino a
togliergli il fiato. “Sei diabetico. E diabolico.”
“Devo capire come le due
cose
possano andare d’accordo.” Lo prese in giro Blaine, ma lui scosse solo
le
spalle. “Non so, ma con te funziona. Te l’ho detto che tu funzioni in
modo
misterioso.”
“Ma mi ami anche per
questo.”
“Non ti vorrei in nessun
altro
modo.”
“Gesù, siete in una casa
che ha
la grandezza di un castello, dovete per forza scambiarvi smancerie
nella stanza
principale?” esclamò Santana entrando nella stanza e facendoli
sussultare
entrambi.
“E com’è che tu devi
sempre
arrivare e interrompere?” incalzò a sua volta Elliott, ma senza reale
fastidio.
Ormai era abituato a Santana e alla sua acidità, dopo la convivenza al
loft e
aver passato anni nei Pamela Lansbury con lei. Era una delle sue più
care
amiche, a scapito del suo caratteraccio, e sapeva che non faceva la
stronza con
cattive intenzioni – il più delle volte.
“E’ talento naturale.”
Ribatté con
un occhiolino, avvicinandosi al tavolo a cui Blaine era ancora seduto e
lasciandoci cadere sopra - non esattamente delicatamente - lo scatolone
che
reggeva. Il rumore che il contenuto fece fece trasalire entrambi i
ragazzi, ma con
ogni buona probabilità non conteneva nulla di troppo fragile. Sia
Elliott che
Blaine avevano espressamente detto ali altri di non lasciarle in mano
nulla di che
si potesse rompere considerando il suo solito tatto.
“Allora, quindi chi
porterà il
pallido culetto di Hummel qui da noi? E soprattutto quando? È un
rompicoglioni
di solito, ma almeno riesce ad organizzare le cose come vanno fatte con
le sue
manie ossessivo - compulsive.” Domandò, cominciando ad aprire la
scatola e ad
ispezionare il contenuto. “Uh, questo deve essere antico.” Continuò,
estraendo
un vecchissimo striscione di auguri. Se Blaine ricordava giusto,
risaliva
probabilmente al suo decimo compleanno. Sorrise tra sé ripensando alla
dolce
sorpresa dei suoi nonni, prima di ricordarsi della domanda di Santana.
Il suo
sorriso svanì leggermente.
“Dovrò chiederlo a
Sebastian.”
L’ispanica si pietrificò
per
qualche istante con uno sguardo stralunato, prima di scoppiare a
ridere. “Buona
fortuna, nano. Voglio proprio vederti mentre lo fai. Dovresti
registrare la loro
reazione quando li chiami.” Poi riscoppiò a ridere da sola.
Fu in quel momento che
entrarono anche Mike Chang, Tina, Mercedes e Rachel, che fino a qualche
minuto
fa erano da qualche parte in centro a comprare cose – secondo loro –
assolutamente necessarie per quel party. “Perché Santana si sta
sganasciando?”
domandò l’asiatica, mentre aiutava Mercedes a posare l’ennesimo
scatolone pieno
di cose per preparare la festa. Mike posò le sedie che teneva sollevate
per non
trascinarle sul marmo vicino il tavolo, su un delle quali Rachel andò a
sedersi, dopo aver lasciato sul ripiano di fronte a sé una misera
confezione di
tovaglioli di carta.
“Blaine deve chiedere a
Smythe
se può dare uno strappo a Lady Hummel fino a qui.”
I quattro amici guardarono
l’interessato
con aria preoccupata e Elliott alzò gli occhi al cielo. “Ma sono
l’unico che
pensa che sia ora che quei due smettano di comportarsi come dei bambini
egoisti?”
“Le tue intenzione sono
nobili,
giovane Sosia di Adam Lambert. E il nano, qui, ha tutto il diritto di
dare una
strigliata ad entrambe quelle checche isteriche.” Esordì Santana.
“Il problema è che non hai
idea
di quanto fossero distruttivi Kurt e Sebastian l’uno con l’altro in
passato. Metterli
nella stessa auto per cinque ore..diciamo che è una bella scommessa.”
Continuò
Mike, lanciando uno sguardo di scuse ad un Blaine sempre più
imbronciato.
“Non
mi state aiutando.” Brontolò quest’ultimo
ed Elliott sbuffò. “Non iniziare, Blaine Anderson. Tira fuori le palle.”
“Sì, tira fuori le palle,
Anderson!” sghignazzò maliziosa Santana, facendo sollevare gli occhi
agli altri
presenti. Elliott la ignorò, troppo concentrato su Blaine. “E’ giusto
che tu
faccia capire loro che razza di cretini sono stati per tutto questo
tempo.”
“Sì e poi è impossibile
che Sebastian
non accetti. Lui avrà l’auto, ma – SPOILER ALERT - il grosso dei regali
ce l’ha
Kurt.” Soggiunse Mercedes, pratica. Rachel annuì, per poi dare a sua
volta il
suo contributo: “Regali a parte, ci tengono troppo a te per uccidersi a
vicenda. Il massimo che può succedere è che litighino per tutto il
tragitto.”
“O che scopino come
conigli.” Continuò
Santana. “A proposito di scommesse, io punterei su questo. È la volta
buona che
sfogano la tensione sessuale accumulata per anni.”
“Dio, Santana, come sei
volgare!” la riprese subito Rachel, “E poi come può essersi accumulata
tensione
se non si vedono da cinque anni?” Era una domanda, ma sembrava
un’affermazione.
“Ovvio, perché la distanza
rende il cazzo più voglioso.”
“Ed io che pensavo che il
proverbio fosse «più lontano sta il cuore
e più sospira»” scherzò Elliott, che si ritrovò a sorridere con
fare
complice a Blaine. A quanto pareva non era l’unico a supporre un
inciuccio tra
i suoi due migliori amici. Certo che se avevano fatto tutte quelle
scenate per
paura di finire per piacersi, erano ancora più infantili di quanto
credesse. E
lo diceva con amore, perché voleva bene ad entrambi.
“Continuo a pensare che
non ci
sia assolutamente dell’attrazione tra Kurt e Smythe.” Rimbrottò Rachel,
impettita. “Quei due si detestano.”
“Chi disprezza scopa,
Berry,
non lo sai?”
“E’ chi disprezza compra, Santana--”
“Comunque l’attrazione c’è
eccome. Secondo me si sono evitati per questo per tutto questo tempo.
Sono
orgogliosi come delle galline. Vuoi scommettere?” la sfidò, porgendole
la mano
dalle unghie smaltate di un rosso intenso.
Rachel la guardò paonazza,
prima di afferrarle la mano con fare stizzito. “E va bene.”
“Vi rendete conto che
state scommettendo
su qualcosa che non sappiamo nemmeno se si avvererà? Blaine non ha
ancora
chiesto.” Fece notare Mike, ma nessuno – come al solito e a torto – lo
ascoltò.
“Se scopano, il giorno del
compleanno di Blaine dovrai fare qualcosa di imbarazzante che io
deciderò.”
“E se non succederà niente
– e non
succederà – smetterai con le battute su di me, Finn e me e Finn per almeno un mese.”
“Bene.” Sorrise Santana,
con l’aria
di una che già aveva la vittoria in pugno.
“Bene” le
fece eco Rachel con un ringhio irritato. Dopo l’ennesimo sorrisetto di
Santana
e un sospiro collettivo, quest’ultima si voltò verso di Blaine con fare
pratico.
“Forza Anderson, aspettiamo solo che tu accenda la miccia. Chiama.”
Blaine sospirò e afferrò
il
telefono, sotto gli occhi pieni di aspettativa dei suoi amici e del suo
fidanzato. Perché diavolo aveva dei
migliori amici del genere? Pensò, scorrendo sui contatti più
selezionati.
Il suo pollice sfiorò il nome “Kurt”, ma cambiò velocemente idea,
scendendo
fino alla lettera S. Se doveva farlo, doveva cominciare con quello meno
difficile da convincere.
Pigiò la cornetta verde e
aspettò,
sudore freddo che gli colava sulla schiena, un po’ per l’ansia e un po’
perché
si sentiva in soggezione ad essere fissato da così tanti occhi, per
quanto
familiari fossero.
“Pronto?”
“Ehy, Seb..! Senti, ho una cosa da proporti.”
***
Angolo Autrice
Salve! Non so chi abbia letto, se qualcuno abbia letto - c'è qualcuno in questo sito shippa Kurtbastian? Sicuramente l'admin no, dato che non ci dà nemmeno il pairing tra le possibilità lol
Niente, nella remota eventualità che qualcuno ci sia, mi auguro vi sia piaciuto questo inizio un po' ..così. Era decisamente un capitolo lentino e con zero interazione tra la mangusta e Kurt, ma I promise!, la storia ingrana poi :P
Spero vi sia piaciuto il capitolo e che la storia abbia intrigato, un beso:*Ps: sì, Blaine e Elliott. Don't judge me. Devo mettere Adam Lambert un po' ovunque. E' necessità.
.