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Autore: Soul Sister    12/08/2015    3 recensioni
Blaine decide di organizzare il suo ventitreesimo compleanno nella tenuta dei suoi nonni, a qualche ora da Westerville. Ha invitato tutti i suoi vecchi e nuovi amici, di New York, Lima e Westerville, vuole fare una cosa in grande perché, insomma, sono poche le occasioni per poterlo fare, ora che sono adulti. Per questo vuole che tutte le persone a cui vuole bene siano lì. In particolar modo, vuole che i suoi due migliori amici siano presenti. Ma Kurt ha la macchina in panne e tutti i suoi amici di Westerville sono già tutti lì. L'unica persona disponibile è l'altro suo migliore amico, Sebastian. Il problema? I due si odiano a morte.
Estratto: “Continuo a pensare che non ci sia assolutamente dell’attrazione tra Kurt e Smythe.” Rimbrottò Rachel, impettita. “Quei due si detestano.”
“Chi disprezza scopa, Berry, non lo sai?”
“E’ chi disprezza compra, Santana--”
“Comunque l’attrazione c’è eccome. Secondo me si sono evitati per questo per tutto questo tempo. Sono orgogliosi come delle galline. Vuoi scommettere?” la sfidò, porgendole la mano dalle unghie smaltate di un rosso intenso.
Rachel la guardò paonazza, prima di afferrarle la mano con fare stizzito. “E va bene.”
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Elliott/ Starchild, Kurt Hummel, Sebastian Smythe, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1. A

Elliott inarcò le sopracciglia in un’espressione preoccupata, quando vite il suo ragazzo accasciato sul tavolo del salone dei suoi nonni, la faccia seppellita nelle sue braccia testardamente, come se avesse voluto soffocarvi contro.

“Blaine?” lo chiamò, avvicinandosi velocemente e posandogli le mani sulle spalle per consolarlo, qualsiasi fosse il motivo della sua inaspettata e subitanea desolazione. Sperava solo non fosse nulla di grave. Fino a qualche minuto fa era così felice e spensierato, entusiasta per come i preparativi per la sua festa stavano andando e per l’arrivo di tutti i suoi amici. Ed ora eccolo lì, l’immagine della disperazione. Se non fosse stato così preoccupato, Elliott lo avrebbe preso in giro perché aveva l’aria di essere un cucciolo di struzzo con l’impellente desiderio di ficcare la propria testa nel terreno per sfuggire ai mali del mondo.

Il suo ragazzo bofonchiò un lamento indistinto. Elliott si rilassò, perché era un evidente segnale che il problema non era così grave. Lo aveva visto in momenti seri e questo era solo un momento da drama king. Iniziò a massaggiargli lentamente le spalle, sentendo i suoi muscoli tesi sciogliersi lentamente. Quando lo sentì sospirare mollemente, Elliott gli lasciò un bacio sulla nuca. “Mi vuoi dire cosa ti turba?”

Blaine sospirò nuovamente, prima di voltare la testa di lato, mostrando la sua volontà di parlare ma non di interrompere quel massaggio improvvisato. “Ho appena sentito Nick e Jeff. Partono oggi pomeriggio da Los Angeles senza fare tappa a Westerville.”

Elliott alzò un sopracciglio. L’affermazione non gli spiegava molte cose, così aspettò che Blaine continuasse.

“Così volevo chiamare Wes, ma ho realizzato che avrebbe portato anche la sua compagna e i tre bambini e la sua auto sarebbe stata piena. Allora ho pensato di chiamare David, ma arriva direttamente da Phoenix. E Trent arriverà a momenti perché mi ha scritto qualche minuto fa.”

“..e quindi?” incalzò Elliott, ancora confuso. Blaine mugugnò per la soddisfazione quando il suo fidanzato premette le dita su un punto particolarmente sensibile della sua schiena, poi riprese a parlare.

“E quindi l’unica persona disponibile ad accompagnare Kurt qui che è ancora nei pressi di Lima è Sebastian.”

“Ah.” Sillabò Elliott, cominciando a capire il perché della disperazione di Blaine.

“Ma disponibile non vuol dire disposto. Ammesso che Kurt sia d’accordo a farsi dare un passaggio da lui. Cosa che dubito fortemente.” Blaine sbuffò, mesto. “Immagino sia una punizione divina per aver desiderato che entrambi i miei migliori amici fossero per una volta presenti contemporaneamente ad una mia festa di compleanno. Sciocco me.”

Elliott non poté non ridacchiare alla drammaticità del suo ragazzo, sebbene non avesse tutti i torti. Era assurdo, davvero. E anche piuttosto frustrante.

Blaine non ci aveva sperato troppo all’inizio, quando aveva chiesto ad entrambi di presenziare alla sua festa nonostante ci fosse anche l’altro. Non era mai successo prima e sapeva che una richiesta del genere era piuttosto rischiosa da fare. Ma quando sia Kurt che Sebastian avevano accettato, il suo entusiasmo era cresciuto sino alle stelle. Elliott era piuttosto sicuro che il suo ragazzo fosse più felice per la contemporanea presenza dei suoi migliori amici che per il suo stesso compleanno.

In tutte le altre occasioni, o l’uno o l’altro aveva trovato una scusa pur di evitarsi. Magari una volta Kurt aveva qualche improrogabile impegno lavorativo in trasferta proprio il giorno in cui Blaine organizzava qualcosa a cui era invitato anche Sebastian, o un impegno familiare a Lima, o un esame inesistente, e allora si inventava qualcosa per recuperare il tempo non passato insieme; la volta successiva era il turno di Sebastian a non riuscire proprio ad esserci, con motivazioni più o meno simili e per niente fantasiose e centomila opzioni alternative per rimediare alla sua inadempienza.

Sembrava quasi che si fossero messi d’accordo, se non fosse che Kurt e Sebastian non si parlavano da ben cinque anni, dall’unico evento a cui avessero mai partecipato insieme, la festa di diploma di Blaine. Non era successo niente quella volta, niente che Blaine ricordasse o ritenesse degno di nota; da quel che gli aveva raccontato, Kurt e Sebastian si erano evitati come la peste per tutta la serata, perché già lì non correva buon sangue. Non che fosse mai corso buon sangue tra i due, da quel che Blaine gli aveva raccontato. Elliott sapeva che Sebastian aveva tentato di mettersi tra lui e Kurt quando stavano insieme al liceo, che Smythe non fosse mai stato esattamente un gentleman con quello che era uno dei suoi migliori amici. Ma dubitava che Kurt ce l’avesse ancora su con lui per quello, dopo tutto quel tempo. Non era così infantile e non era decisamente più innamorato di Blaine, altrimenti non li avrebbe presentati quattro anni fa e spinti ad uscire insieme. Doveva esserci altro. Il problema era che Hummel non aveva mai avuto intenzione di sbottonarsi sull’argomento. Ogni volta che saltava fuori il nome di Sebastian, Kurt faceva in modo di cambiare discorso, sia con Blaine che con lui, quando cercavano risposte.

Per quanto riguardava Sebastian, Elliott lo conosceva bene, ma non era in confidenza con lui come lo era con Kurt, giustamente. Quello che sapeva di lui erano informazioni dategli da Blaine, ma neanche lui sapeva esattamente perché ci fosse questo disprezzo reciproco. Neanche Sebastian era molto eloquente sul tema.

Blaine supponeva fosse una questione di gelosia e di orgoglio. Dopo la rottura con Kurt, Sebastian era stato il suo appiglio, lo aveva visto piangere e soffrire e probabilmente non gli era mai andata giù l’idea che dopo tutto quel dolore Blaine lo avesse riaccolto come il figliol prodigo. D’altra parte, neanche Kurt – comprensibilmente - aveva preso bene come si fosse evoluto il rapporto tra il suo ex e il ragazzo che voleva scoparselo quando ancora stavano insieme. E magari sì, inizialmente ci stava l’indisposizione e magari un po’ di paura da parte di entrambi di essere “sostituiti” – cosa che non sarebbe successa mai -, ma dopo cinque anni cominciava ad essere stupido. Elliott era stufo di vedere Blaine rimanerci male ogni singola volta perché i suoi migliori amici si comportavano come degli emeriti bambini. Francamente, dopo tutto quel tempo né la gelosia né la paura né qualsiasi altra scusa poteva giustificare la puerilità dei due. Era solo egoismo generato da chissà quali e quanti pregiudizi. Ed era tempo che Blaine la smettesse di esservi succube.

“Sai cosa?”

Blaine sollevò il capo dalle braccia per voltarsi leggermente a guardare in faccia Elliott, incuriosito dal suo improvviso cambio di tono. “Cosa?” inquisì, incerto.

“Dovresti chiedere a Sebastian di dare un passaggio a Kurt.”

Il ragazzo lo guardò con tanto d’occhi. “Sei impazzito? Lo sai che è stato un miracolo solo che abbiano accettato di venire entrambi al mio compleanno.”

Elliott alzò gli occhi al cielo, incrociando le braccia al petto e guardandolo con aria riprovevole. “Blaine, devi smettere di assecondare questa loro fissa infantile. Hanno ventitré anni, per carità, è ora che mettano da parte i loro diverbi e comincino a comportarsi come delle persone mature in grado di comportarsi civilmente anche di fronte a qualcuno che non sopportano.” Sbottò.

Blaine si passò una mano tra i capelli spettinati. “Hai ragione.” Ammise, “Spero solo non mi odino troppo”.

Elliott emise una risatina, prima di chinarsi a dare un bacio sulla fronte a Blaine. “Certo che basta poco a convincerti. Avrei dovuto farti questo discorso secoli fa. E comunque non potrebbero mai odiarti.”

“Odiarmi no, ma mi infameranno. E comunque non è che avevo bisogno di convincermi..mi rendo conto di aver assecondato per troppo tempo questa cosa senza senso. Ma ho il sospetto che quei due per tutto questo tempo abbiano anche pensato di fare il mio bene, conoscendoli.”

“Ma certo. Sebastian e Kurt ti vogliono un bene cieco. Il problema è che sono due broccoli. Ripetimi, perché si disprezzano tanto, quando sono così simili? Potrebbero essere una fantastica coppia”

“Tu scherzi” disse Blaine, con un sorrisetto tra l’imbarazzato e il divertito, “ma io li ho sempre un po’ shippati insieme. Anche quando stavo ancora con Kurt.”

Elliott guardò il suo ragazzo con aria interdetta. “Scusa? Vedevi bene il tuo ragazzo con il tizio che cercava di entrarti nei pantaloni?”

“Non capisci, è che non hai mai visto Sebastian e Kurt confrontarsi. Sono..intensi. Li shipperesti anche tu!” rispose Blaine, convinto.

Elliott sollevò un sopracciglio, un sorriso divertito sulle labbra. “Tu funzioni in modo misterioso, Blaine Anderson.” Sospirò, scuotendo la testa. Solo lui poteva innamorarsi di un individuo del genere. Ma forse avrebbe dovuto capirlo quando avevano cominciato a piacersi a vicenda dopo un litigio conclusosi con una canzone intitolata Glitter Rock Vampire.

“Che devo dirti? Anche se ero innamorato di Kurt ai tempi, evidentemente il mio inconscio sapeva che non era lui l’uomo della mia vita.” Gli rispose, con un luccichio insolente e insinuante negli occhi. Elliott alzò gli occhi al cielo e rise ancora, prima di afferrargli il viso tra le mani e baciarlo fino a togliergli il fiato. “Sei diabetico. E diabolico.”

“Devo capire come le due cose possano andare d’accordo.” Lo prese in giro Blaine, ma lui scosse solo le spalle. “Non so, ma con te funziona. Te l’ho detto che tu funzioni in modo misterioso.”

“Ma mi ami anche per questo.”

“Non ti vorrei in nessun altro modo.”

“Gesù, siete in una casa che ha la grandezza di un castello, dovete per forza scambiarvi smancerie nella stanza principale?” esclamò Santana entrando nella stanza e facendoli sussultare entrambi.

“E com’è che tu devi sempre arrivare e interrompere?” incalzò a sua volta Elliott, ma senza reale fastidio. Ormai era abituato a Santana e alla sua acidità, dopo la convivenza al loft e aver passato anni nei Pamela Lansbury con lei. Era una delle sue più care amiche, a scapito del suo caratteraccio, e sapeva che non faceva la stronza con cattive intenzioni – il più delle volte.

“E’ talento naturale.” Ribatté con un occhiolino, avvicinandosi al tavolo a cui Blaine era ancora seduto e lasciandoci cadere sopra - non esattamente delicatamente - lo scatolone che reggeva. Il rumore che il contenuto fece fece trasalire entrambi i ragazzi, ma con ogni buona probabilità non conteneva nulla di troppo fragile. Sia Elliott che Blaine avevano espressamente detto ali altri di non lasciarle in mano nulla di che si potesse rompere considerando il suo solito tatto.

“Allora, quindi chi porterà il pallido culetto di Hummel qui da noi? E soprattutto quando? È un rompicoglioni di solito, ma almeno riesce ad organizzare le cose come vanno fatte con le sue manie ossessivo - compulsive.” Domandò, cominciando ad aprire la scatola e ad ispezionare il contenuto. “Uh, questo deve essere antico.” Continuò, estraendo un vecchissimo striscione di auguri. Se Blaine ricordava giusto, risaliva probabilmente al suo decimo compleanno. Sorrise tra sé ripensando alla dolce sorpresa dei suoi nonni, prima di ricordarsi della domanda di Santana. Il suo sorriso svanì leggermente.

“Dovrò chiederlo a Sebastian.”

L’ispanica si pietrificò per qualche istante con uno sguardo stralunato, prima di scoppiare a ridere. “Buona fortuna, nano. Voglio proprio vederti mentre lo fai. Dovresti registrare la loro reazione quando li chiami.” Poi riscoppiò a ridere da sola.

Fu in quel momento che entrarono anche Mike Chang, Tina, Mercedes e Rachel, che fino a qualche minuto fa erano da qualche parte in centro a comprare cose – secondo loro – assolutamente necessarie per quel party. “Perché Santana si sta sganasciando?” domandò l’asiatica, mentre aiutava Mercedes a posare l’ennesimo scatolone pieno di cose per preparare la festa. Mike posò le sedie che teneva sollevate per non trascinarle sul marmo vicino il tavolo, su un delle quali Rachel andò a sedersi, dopo aver lasciato sul ripiano di fronte a sé una misera confezione di tovaglioli di carta.

“Blaine deve chiedere a Smythe se può dare uno strappo a Lady Hummel fino a qui.”

I quattro amici guardarono l’interessato con aria preoccupata e Elliott alzò gli occhi al cielo. “Ma sono l’unico che pensa che sia ora che quei due smettano di comportarsi come dei bambini egoisti?”

“Le tue intenzione sono nobili, giovane Sosia di Adam Lambert. E il nano, qui, ha tutto il diritto di dare una strigliata ad entrambe quelle checche isteriche.” Esordì Santana.

“Il problema è che non hai idea di quanto fossero distruttivi Kurt e Sebastian l’uno con l’altro in passato. Metterli nella stessa auto per cinque ore..diciamo che è una bella scommessa.” Continuò Mike, lanciando uno sguardo di scuse ad un Blaine sempre più imbronciato.

“Non mi state aiutando.” Brontolò quest’ultimo ed Elliott sbuffò. “Non iniziare, Blaine Anderson. Tira fuori le palle.”

“Sì, tira fuori le palle, Anderson!” sghignazzò maliziosa Santana, facendo sollevare gli occhi agli altri presenti. Elliott la ignorò, troppo concentrato su Blaine. “E’ giusto che tu faccia capire loro che razza di cretini sono stati per tutto questo tempo.”

“Sì e poi è impossibile che Sebastian non accetti. Lui avrà l’auto, ma – SPOILER ALERT - il grosso dei regali ce l’ha Kurt.” Soggiunse Mercedes, pratica. Rachel annuì, per poi dare a sua volta il suo contributo: “Regali a parte, ci tengono troppo a te per uccidersi a vicenda. Il massimo che può succedere è che litighino per tutto il tragitto.”

“O che scopino come conigli.” Continuò Santana. “A proposito di scommesse, io punterei su questo. È la volta buona che sfogano la tensione sessuale accumulata per anni.”

“Dio, Santana, come sei volgare!” la riprese subito Rachel, “E poi come può essersi accumulata tensione se non si vedono da cinque anni?” Era una domanda, ma sembrava un’affermazione.

“Ovvio, perché la distanza rende il cazzo più voglioso.”

“Ed io che pensavo che il proverbio fosse «più lontano sta il cuore e più sospira»” scherzò Elliott, che si ritrovò a sorridere con fare complice a Blaine. A quanto pareva non era l’unico a supporre un inciuccio tra i suoi due migliori amici. Certo che se avevano fatto tutte quelle scenate per paura di finire per piacersi, erano ancora più infantili di quanto credesse. E lo diceva con amore, perché voleva bene ad entrambi.

“Continuo a pensare che non ci sia assolutamente dell’attrazione tra Kurt e Smythe.” Rimbrottò Rachel, impettita. “Quei due si detestano.”

“Chi disprezza scopa, Berry, non lo sai?”

“E’ chi disprezza compra, Santana--”

“Comunque l’attrazione c’è eccome. Secondo me si sono evitati per questo per tutto questo tempo. Sono orgogliosi come delle galline. Vuoi scommettere?” la sfidò, porgendole la mano dalle unghie smaltate di un rosso intenso.

Rachel la guardò paonazza, prima di afferrarle la mano con fare stizzito. “E va bene.”

“Vi rendete conto che state scommettendo su qualcosa che non sappiamo nemmeno se si avvererà? Blaine non ha ancora chiesto.” Fece notare Mike, ma nessuno – come al solito e a torto – lo ascoltò.

“Se scopano, il giorno del compleanno di Blaine dovrai fare qualcosa di imbarazzante che io deciderò.”

“E se non succederà niente – e non succederà – smetterai con le battute su di me, Finn e me e Finn per almeno un mese.”

“Bene.” Sorrise Santana, con l’aria di una che già aveva la vittoria in pugno.

“Bene” le fece eco Rachel con un ringhio irritato. Dopo l’ennesimo sorrisetto di Santana e un sospiro collettivo, quest’ultima si voltò verso di Blaine con fare pratico. “Forza Anderson, aspettiamo solo che tu accenda la miccia. Chiama.”

Blaine sospirò e afferrò il telefono, sotto gli occhi pieni di aspettativa dei suoi amici e del suo fidanzato. Perché diavolo aveva dei migliori amici del genere? Pensò, scorrendo sui contatti più selezionati. Il suo pollice sfiorò il nome “Kurt”, ma cambiò velocemente idea, scendendo fino alla lettera S. Se doveva farlo, doveva cominciare con quello meno difficile da convincere.

Pigiò la cornetta verde e aspettò, sudore freddo che gli colava sulla schiena, un po’ per l’ansia e un po’ perché si sentiva in soggezione ad essere fissato da così tanti occhi, per quanto familiari fossero.

“Pronto?”

“Ehy, Seb..! Senti, ho una cosa da proporti.”

***

Angolo Autrice

Salve! Non so chi abbia letto, se qualcuno abbia letto - c'è qualcuno in questo sito shippa Kurtbastian? Sicuramente l'admin no, dato che non ci dà nemmeno il pairing tra le possibilità lol

Niente, nella remota eventualità che qualcuno ci sia, mi auguro vi sia piaciuto questo inizio un po' ..così. Era decisamente un capitolo lentino e con zero interazione tra la mangusta e Kurt, ma I promise!, la storia ingrana poi :P

Spero vi sia piaciuto il capitolo e che la storia abbia intrigato, un beso:*
Ps: sì, Blaine e Elliott. Don't judge me. Devo mettere Adam Lambert un po' ovunque. E' necessità.

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