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Autore: deba    12/08/2015    2 recensioni
Una FF per rivivere l'amore di Rose e Dimitri.
Rose Hathaway, vive e studia nell'accademia di St. Thomas, con l'unico scopo di diventare un guardiano più famoso della madre. Purtroppo durante un improvviso attacco strigoi, il suo mentore muore e la sua accademia viene distrutta. Così Rose si ritrova a partire da zero in una nuova accademia, la St. Vladimir, dove metterà in discussione se stessa più volte e troverà veri amici e il vero amore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrian Ivashkov, Christian Ozera, Dimitri Belikov, Lissa Dragomir, Rose Hathaway
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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epilogo

Ringrazio chiunque abbia seguito questa mia storia. È stata una illuminazione di una notte e l’ho scritta di getto. Ho adorato Dimitri e Rose in ogni libro e questo è stato solo un modo per riviverli ancora una volta.

Spero davvero di non aver deluso nessuno e detto questo vi saluto e vi ringrazio ancora una volta.

Xoxo

Deba

 

 

 

 

 

EPILOGO

 

 

Dimitri

 

 

Baia.

Erano anni che non tornavo a casa. Il mio villaggio natale si era modernizzato dall’ultima mia visita. La via centrale del paese aveva aperto nuovi ristoranti e nuovi negozi, tuttavia, l’aria di casa era sempre la stessa. Il paesaggio circostante immutato. Era estate ora, i boschi verdeggianti e l’aria tiepida.

Sorrisi al ricordo di quando Rose disse, che vivevo circondato da neve e ghiaccio. Era così sicura di ciò. Ricordo che disse, che la prima cosa che avrebbe fatto uscita dall’accademia, sarebbe stata venire a visitare la mia terra ed io, in quello stesso istante, ci avevo creduto davvero. Quegli occhi erano stati sinceri all’epoca e proprio quegli stessi occhi, ora, mi scrutavano ad un paio di passi da me. Avevamo mantenuto entrambi la promessa.

Da un po’ di tempo ormai, il mio hobby preferito era diventato capire cosa il suo cervello stesse elaborando. Il più delle volte mi sorprendeva sempre, anche se lei era certa che io le leggessi la mente.

“A cosa pensi?” le chiesi tranquillo, come solo con lei riuscivo ad essere. Me stesso.

Lei sorrise colta come sul fatto.

“I tuoi occhi brillano. Sei contento di essere qui”.

Era raggiante e lei non riusciva a capire che i miei sentimenti erano un riflesso dei suoi.

“Lo sono.”

Mi sorrise ancora e procedetti a piedi attraverso la città in cui ero cresciuto, con lei al mio fianco. Una cosa che solo tre mesi prima non avrei creduto possibile.

Ricordo come fosse ieri la prima volta che la vidi. Il funerale del nostro stesso mentore. Lei era così spenta, così spaventata e così bella. Sapevo chi era e cosa aveva fatto, eppure a colpirmi di più, furono quegli occhi, così profondi, così intelligenti, che cercavo a tutti i modi di leggere già all’epoca.

Innamorarmi di lei fu facile, ammetterlo a me stesso per niente.

C’era così tanto a bloccarmi, l’età per esempio o il fatto che fossi un guardiano della sua accademia. Ero più che certo che la gente non avrebbe capito, ma fortunatamente, cambiai idea grazie a lui. Lui che fu importante per entrambi noi, il guardiano Lazar.

È una semplice frase che serbo segreta dentro di me: a tessere la tela del tuo destino, sei solo tu.

 

Sapevo il potere che Rose esercitava su di me, e quando mi chiese di diventare il suo mentore le disse subito di no. Dovevo evitare di creare qualsiasi sorta di legame tra noi, ma c’era poco da fare, mi accorsi, che c’era già. Inspiegabilmente c’era già. Il fatto che lei mi evitasse, mi feriva, e non volevo ammetterlo, ma per fortuna trovai una scusa a me stesso e le dissi di si.

E’ una delle scelte di cui sono stato più sicuro. Come quella con Tasha. Avrei fatto uno sbaglio enorme se avessi detto di si, avrei reso infelice lei e me. Io incapace di contraccambiarla e lei costretta ad una vita senza amore.

Ebbi, infine, la certezza di aver fatto la scelta giusta in quell’istante, quando la mia Roza stava per essere colpita da quel strigoi. Era come se stessero per uccidere me, mi era passata davanti la mia intera esistenza e tutto ciò a cui pensavo era,di non aver avuto ancora la possibilità di viverla, la mia piccola dhampir. Lei mi aveva guardato con uno sguardo carico di tutto l’amore che provava per me e lì, mi fu chiaro, che non avrei potuto vivere senza di lei.

Avevo lanciato il mio paletto con tutta la forza possibile e fu abbastanza per fermare quel dannato, che presto morì grazie alle ultime energie del moroi Ozera. Un ragazzo coraggioso a cui devo la mia felicità e tutta la mia più sincera ammirazione per il lavoro svolto durante l’attacco strigoi. Fu soprattutto grazie a lui, che quella notte riuscimmo a ricacciare indietro gli strigoi, spaventati dal suo talento.

 

“Ho paura” disse Rose, mordicchiandosi nervosamente un unghia.

La guardai interrogativo, ritornando al presente.

“E se non dovessi piacere a tua madre?”

Risi per quell’intervento. Solo lei poteva sconfiggere senza timore dieci strigoi alla volta, e farsi prendere dal panico per una cosa così.

L’attirai a me, mettendo un braccio attorno alle sue spalle. Una sensazione a cui non ero ancora abituato, ma che mi piaceva, mi piaceva molto.

“Non potrà essere altrimenti. Sei riuscita a riportare a casa il figliol prodigo, te ne sarà grata in eterno.”

Anche lei sorrise solare, poi si guardò attorno e sospirò.

“Sono sicura che anche a Lissa sarebbe piaciuto questo posto”.

La strinsi di più a me, sapevo quanto le mancava l’amica.

“E chi dice che non potremmo portarla? Chissà, magari un giorno, il tuo moroi e il mio vorrebbero venire a farsi una gita in questi posti, no?”

La possibilità che io e Rose fossimo assegnati entrambi a Vasilisa era un altro fattore contrario e che mi aveva bloccato ad una nostra ipotetica relazione. E a metterci lo zampino, come se non bastasse, ne era intervenuta perfino la regina in persona, che fino a prima rispettavo come un Dio.

Fortunatamente riuscimmo ad aggirare l’ostacolo, e ci avvalemmo dell’intelletto.

Christian Ozera fece domanda perché diventassi il suo guardiano ed io, ovviamente, accettai e Rose fu di conseguenza assegnata a Vasilisa.

La mia Roza… dopo l’attacco strigoi si era ripresa alla grande e aveva superato l’esame finale brillantemente, una delle migliori novizie, che l’accademia avesse mai visto.

Infine, vedersi non sarebbe stato più un problema, dal momento in cui che Vasilisa si era scoperta in attesa di un bambino. La loro felicità era palpabile, quando li si guardava e mi chiedevo se fosse lo stesso vedendo me e Rose dall’esterno.

I due si sarebbero sposati la settimana prossima, il giorno prima dell’inizio ufficiale del nostro incarico come guardiani ed io e la mia Rose avremmo presenziato a testimonianza del loro amore.

Adrian Ivashkov, il quale non riuscivo ancora a digerire per il fatto che avesse provato a baciare Roza, ci aveva informato che la regina aveva dato in escandescenza quando aveva saputo la notizia della gravidanza di Vasilisa e il conseguente matrimonio. Lui era ritornato a corte e si era offerto di tener d’occhio la regina Tatiana, non sapendo le reali intenzioni della stessa a riguardo. Lui doveva molto a Vasilisa e le era debitore. Noi, a nostro modo, ci saremmo mantenuti sempre allerta. Non so di preciso come, ma Rose, aveva un informatore fidato tra i guardiani reali, solo lei poteva essere così brillante.

 

Eravamo tutti pieni di entusiasmo per la vita che ci si stagliava davanti. Io per primo mi ero ritrovato sorpreso di quanto in quest’ultimo anno fossi cambiato. Avevo scoperto di aver ancora tanto da apprendere, ancora tanto da dare. Il nostro percorso era solo all’inizio e insieme a Roza ero certo che avrei vissuto ancora tante avventure come quella che si stava parando proprio di fronte a noi.

Eravamo giunti davanti alla casa di mia madre.

“Pronta?” le chiesi ironico.

“No” disse ovvia.

Risi. “Ti amo, Roza”.

“Mi sembra il minimo” disse burbera.

E risi ancora, e ancora. Non c’era nessuno come lei. Non ci sarà mai nessuno come noi.

 

The end

  
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