Ringrazio
chiunque abbia seguito questa mia storia. È stata una illuminazione di una notte
e l’ho scritta di getto. Ho adorato Dimitri e Rose in ogni libro e questo è stato
solo un modo per riviverli ancora una volta.
Spero
davvero di non aver deluso nessuno e detto questo vi saluto e vi ringrazio ancora
una volta.
Xoxo
Deba
EPILOGO
Dimitri
Baia.
Erano anni che non tornavo a casa.
Il mio villaggio natale si era modernizzato dall’ultima mia visita. La via
centrale del paese aveva aperto nuovi ristoranti e nuovi negozi, tuttavia,
l’aria di casa era sempre la stessa. Il paesaggio circostante immutato. Era
estate ora, i boschi verdeggianti e l’aria tiepida.
Sorrisi al ricordo di quando Rose
disse, che vivevo circondato da neve e ghiaccio. Era così sicura di ciò.
Ricordo che disse, che la prima cosa che avrebbe fatto uscita dall’accademia,
sarebbe stata venire a visitare la mia terra ed io, in quello stesso istante, ci
avevo creduto davvero. Quegli occhi erano stati sinceri all’epoca e proprio
quegli stessi occhi, ora, mi scrutavano ad un paio di passi da me. Avevamo
mantenuto entrambi la promessa.
Da un po’ di tempo ormai, il mio
hobby preferito era diventato capire cosa il suo cervello stesse elaborando. Il
più delle volte mi sorprendeva sempre, anche se lei era certa che io le
leggessi la mente.
“A cosa pensi?” le chiesi
tranquillo, come solo con lei riuscivo ad essere. Me stesso.
Lei sorrise colta come sul fatto.
“I tuoi occhi brillano. Sei
contento di essere qui”.
Era raggiante e lei non riusciva a
capire che i miei sentimenti erano un riflesso dei suoi.
“Lo sono.”
Mi sorrise ancora e procedetti a
piedi attraverso la città in cui ero cresciuto, con lei al mio fianco. Una cosa
che solo tre mesi prima non avrei creduto possibile.
Ricordo come fosse ieri la prima
volta che la vidi. Il funerale del nostro stesso mentore. Lei era così spenta,
così spaventata e così bella. Sapevo chi era e cosa aveva fatto, eppure a
colpirmi di più, furono quegli occhi, così profondi, così intelligenti, che
cercavo a tutti i modi di leggere già all’epoca.
Innamorarmi di lei fu facile, ammetterlo
a me stesso per niente.
C’era così tanto a bloccarmi, l’età
per esempio o il fatto che fossi un guardiano della sua accademia. Ero più che
certo che la gente non avrebbe capito, ma fortunatamente, cambiai idea grazie a
lui. Lui che fu importante per entrambi noi, il guardiano Lazar.
È una semplice frase che serbo
segreta dentro di me: a tessere la tela
del tuo destino, sei solo tu.
Sapevo il potere che Rose esercitava
su di me, e quando mi chiese di diventare il suo mentore le disse subito di no.
Dovevo evitare di creare qualsiasi sorta di legame tra noi, ma c’era poco da
fare, mi accorsi, che c’era già. Inspiegabilmente c’era già. Il fatto che lei
mi evitasse, mi feriva, e non volevo ammetterlo, ma per fortuna trovai una
scusa a me stesso e le dissi di si.
E’ una delle scelte di cui sono
stato più sicuro. Come quella con Tasha. Avrei fatto uno sbaglio enorme se
avessi detto di si, avrei reso infelice lei e me. Io incapace di
contraccambiarla e lei costretta ad una vita senza amore.
Ebbi, infine, la certezza di aver
fatto la scelta giusta in quell’istante, quando la mia Roza stava per essere
colpita da quel strigoi. Era come se stessero per uccidere me, mi era passata
davanti la mia intera esistenza e tutto ciò a cui pensavo era,di non aver avuto
ancora la possibilità di viverla, la mia piccola dhampir. Lei mi aveva guardato
con uno sguardo carico di tutto l’amore che provava per me e lì, mi fu chiaro,
che non avrei potuto vivere senza di lei.
Avevo lanciato il mio paletto con
tutta la forza possibile e fu abbastanza per fermare quel dannato, che presto
morì grazie alle ultime energie del moroi Ozera. Un ragazzo coraggioso a cui
devo la mia felicità e tutta la mia più sincera ammirazione per il lavoro
svolto durante l’attacco strigoi. Fu soprattutto grazie a lui, che quella notte
riuscimmo a ricacciare indietro gli strigoi, spaventati dal suo talento.
“Ho paura” disse Rose,
mordicchiandosi nervosamente un unghia.
La guardai interrogativo,
ritornando al presente.
“E se non dovessi piacere a tua
madre?”
Risi per quell’intervento. Solo lei
poteva sconfiggere senza timore dieci strigoi alla volta, e farsi prendere dal
panico per una cosa così.
L’attirai a me, mettendo un braccio
attorno alle sue spalle. Una sensazione a cui non ero ancora abituato, ma che
mi piaceva, mi piaceva molto.
“Non potrà essere altrimenti. Sei
riuscita a riportare a casa il figliol prodigo, te ne sarà grata in eterno.”
Anche lei sorrise solare, poi si
guardò attorno e sospirò.
“Sono sicura che anche a Lissa
sarebbe piaciuto questo posto”.
La strinsi di più a me, sapevo
quanto le mancava l’amica.
“E chi dice che non potremmo
portarla? Chissà, magari un giorno, il tuo moroi e il mio vorrebbero venire a
farsi una gita in questi posti, no?”
La possibilità che io e Rose
fossimo assegnati entrambi a Vasilisa era un altro fattore contrario e che mi
aveva bloccato ad una nostra ipotetica relazione. E a metterci lo zampino, come
se non bastasse, ne era intervenuta perfino la regina in persona, che fino a
prima rispettavo come un Dio.
Fortunatamente riuscimmo ad
aggirare l’ostacolo, e ci avvalemmo dell’intelletto.
Christian Ozera fece domanda perché
diventassi il suo guardiano ed io, ovviamente, accettai e Rose fu di
conseguenza assegnata a Vasilisa.
La mia Roza… dopo l’attacco strigoi
si era ripresa alla grande e aveva superato l’esame finale brillantemente, una
delle migliori novizie, che l’accademia avesse mai visto.
Infine, vedersi non sarebbe stato più
un problema, dal momento in cui che Vasilisa si era scoperta in attesa di un
bambino. La loro felicità era palpabile, quando li si guardava e mi chiedevo se
fosse lo stesso vedendo me e Rose dall’esterno.
I due si sarebbero sposati la
settimana prossima, il giorno prima dell’inizio ufficiale del nostro incarico
come guardiani ed io e la mia Rose avremmo presenziato a testimonianza del loro
amore.
Adrian Ivashkov, il quale non
riuscivo ancora a digerire per il fatto che avesse provato a baciare Roza, ci
aveva informato che la regina aveva dato in escandescenza quando aveva saputo
la notizia della gravidanza di Vasilisa e il conseguente matrimonio. Lui era ritornato
a corte e si era offerto di tener d’occhio la regina Tatiana, non sapendo le reali
intenzioni della stessa a riguardo. Lui doveva molto a Vasilisa e le era debitore.
Noi, a nostro modo, ci saremmo mantenuti sempre allerta. Non so di preciso come,
ma Rose, aveva un informatore fidato tra i guardiani reali, solo lei poteva essere
così brillante.
Eravamo tutti pieni di entusiasmo
per la vita che ci si stagliava davanti. Io per primo mi ero ritrovato sorpreso
di quanto in quest’ultimo anno fossi cambiato. Avevo scoperto di aver ancora
tanto da apprendere, ancora tanto da dare. Il nostro percorso era solo
all’inizio e insieme a Roza ero certo che avrei vissuto ancora tante avventure
come quella che si stava parando proprio di fronte a noi.
Eravamo giunti davanti alla casa di
mia madre.
“Pronta?” le chiesi ironico.
“No” disse ovvia.
Risi. “Ti amo, Roza”.
“Mi sembra il minimo” disse
burbera.
E risi ancora, e ancora. Non c’era
nessuno come lei. Non ci sarà mai nessuno come noi.
The
end