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Autore: xingchan    12/08/2015    4 recensioni
“Sapeva che non avrebbe mai dovuto metter piede in quel posto; sapeva che poi, una volta a casa, non sarebbe riuscita a chiudere occhio.
Se i film dell'horror la spaventavano ogni oltre misura concepibile, era ovvio che una visione dal vivo di ciò che aveva sempre visto sullo schermo la terrorizzasse in maniera esponenziale.”
[Situazione post OAV Il Tunnel del Perduto Amore]
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Non ho sonno

 

 

 

Sapeva che non avrebbe mai dovuto metter piede in quel posto; sapeva che poi, una volta a casa, non sarebbe riuscita a chiudere occhio.

Se i film dell'horror la spaventavano ogni oltre misura concepibile, era ovvio che una visione dal vivo di ciò che aveva sempre visto sullo schermo la terrorizzasse in maniera esponenziale.

Ma ormai il danno era fatto: dopo innumerevoli serate di mostri, omicidi ed affini trasmessi in televisione avrebbe affrontato anche quella notte. Magari passandola in bianco, ma superandola alla grande.

Forza, Akane! Hai visto di tutto, dai ragni alieni ai pazzi psicopatici serial killer... manderai giù anche questa!

Il Tunnel del Perduto Amore era stato orribile; ma credeva che dopo una granita ed un pomeriggio in compagnia avrebbe mitigato un po' l'atmosfera.

Invece niente. Una volta congedati tutti e tornati a casa, però, aveva avuto lo strano quanto comune sentore che i mostri si fossero introdotti nel dojo, pronti a tenderle un imboscata; e non era certa di avere il sangue freddo necessario per fronteggiarli uno ad uno. Tanto meno Ranma sarebbe intervenuto. Anzi, le avrebbe riso in faccia come suo solito per una settimana intera.

Stare in camera di certo non aiutava, e non aiutava provare a distrarsi con un libro comico od uno shonen manga ma le ombre che creava la lampada da scrivania la facevano sentire ancora peggio. Non poteva neanche guardare in direzione della porta se stava seduta alla scrivania! Non le andava di essere ancora assalita alle spalle.

Alla fine, si scostò le lenzuola di dosso con un gesto stizzito, prese una torcia elettrica e uscì dalla sua camera. Al diavolo i mostri e i serial killer sotto il letto. Aveva un disperato bisogno di accertarsi che a casa non ci fosse nessuno di indesiderato, ma soprattutto nessun mostro o zombie che le chiedesse o le offrisse qualcosa.

I passi incerti che provocavano dei tonfi amplificati dal silenzio della notte e dal buio solo parzialmente interrotto dal fascio di luce fra le sue mani la facevano sussultare di continuo; ma in quanto erede era suo dovere difendere il dojo, assicurare sicurezza a se stessa e alla sua famiglia; e sì, anche a quell'idiota del suo fidanzato - d'altronde, ora faceva parte integrante della famiglia.

I piedi nudi le avrebbero favorito una maggior attenzione verso rumori estranei; ma per un po', mentre percorreva tutto il corridoio del piano di sopra, null'altro sentiva il suo respiro a stento trattenuto ed il battito furioso del suo cuore. Se fosse stata più assennata - o codarda - avrebbe svegliato Ranma per avere braccia che la potessero sostenere o difendere.

D'un tratto, sentì un tonfo. Akane pensò a centinaia di cose che avrebbero potuto fare un rumore simile, e nessuna era rassicurante abbastanza da farle abbassare la guardia e da frale dubitare delle sue abilità in combattimento. La mazza da baseball l'aveva lasciata in camera sua - aveva così paura che in un primo momento non ci aveva pensato - così pensò di armarsi del primo oggetto contundente che fosse riuscita a trovare. Ma vallo a trovare, pensò. Le passò per un istante il pensiero che avrebbe dovuto affilarsi le unghie. Come i gatti. Ridacchiò, mentre le immagini di centinaia di micetti ed un Ranma spaventato a morte le slittavano nella testa; e per un momento si dimenticò della sua stramba missione.

Ma un debole fascio luminoso la agghiacciò seduta stante. Proveniva dalla cucina. Che una mummia avesse ucciso un essere umano od un animale e avesse deciso di banchettare a casa Tendo? Per favore, fa' che non sia così.

All'improvviso sentì qualcosa  lambirle la spalla e una voce gutturale risuonarle accanto all'orecchio destro. Qualcosa di freddo si appoggiò dolcemente sulla sua gola. Con orrore Akane si rese conto che con tutta probabilità era un coltello. "Sta' ferma, o non vedrai mai più il tuo fidanzato."

Le pupille di Akane si dilatarono più di quanto non facesse il buio circostante. La mano che teneva la torcia tremolò, e per quanto s'imponesse di rimanere calma Akane non ci riusciva. Infine, serrò la presa sulla torcia e, a rischio della vita, provò a sferrargli un colpo di dietro, diretto allo stomaco. Sentì un gemito soffocato, e qualcosa di metallico cadere a terra con fracasso. La ragazza si voltò e gli puntò la torcia contro per vedere il suo aguzzino in faccia, e con sorpresa vide il volto di Ranma contratto per il dolore, ma fortunatamente abbastanza lucido da mettersi a ridere.

Akane lo osservò allibita, per poi puntare il fascio di luce in direzione dell'arma. Un cucchiaio. Un maledetto ed inoffensivo cucchiaio.

"Ma che...?"

Aggrottò le sopracciglia e ritornò ad osservare Ranma che, vedendola arrabbiata, rise ancora più forte.

"Mi hai fatto credere di esser sul punto di morire?"

La risata crebbe d'intensità.

"Sei diventato completamente pazzo?"

Finalmente Ranma si calmò dall'accesso di risa. Raccolse il cucchiaio da terra. "Sei proprio una fifona."

Piccata, la giovane Tendo era sul punto di dargli un pugno, ma fu bloccata.

"Però, almeno hai reagito. Ammirevole!"

"Perché sei qui, ancora sveglio? E che ci fa la luce accesa in cucina?"

"Beh, per farti questo scherzo ho dovuto attirare la tua attenzione altrove, certamente non alle tue spalle!" disse Ranma agitando il cucchiaio. "Comunque mangiavo del gelato."

"Hai anche il coraggio di cambiare discorso? Sai bene che questo pomeriggio ho avuto uno spavento dietro l'altro, mi ero praticamente rasserenata al ritorno, poi mi era rivenuta la fifa, e tu che fai? Mi fai questo maledetto scherzo di pessimo gusto che, sai benissimo, mi avrebbe fatto saltare il cuore e che mi vieni a dire? Vuoi del gelato? Sei proprio privo di tatto! Vattelo a mangiare di nascosto da solo, stupido!"

"Ma dai, Akane, volevo tirarti su il morale! E poi, diamine, quanto sei scema! Quello che hai visto nel tunnel è tutto finto: le ferite, le ossa, il sangue..."

"Aaaaah smettila, idiota!" urlò la ragazza coprendosi le orecchie. Sentire nominare tutto quel disgusto non faceva altro che farle venire i brividi come se fossero lì, ancora davanti a lei. Anzi, con un pizzico di immaginazione in più sarebbe riuscita a sentire tutto ciò sotto le dita.

Ranma sorrise a quella reazione. Prese la torcia e se la puntò al mento, adottando una cadenza di voce agghiacciante.

"... gli arti mozzati, la carne in putrefazione..."

"Basta, Ranma!" I suoi nervi erano così tesi che sentì l'impulso di malmenarlo ancora. Ma era anche ancora paralizzata dalla paura, così quel che riuscì ad eseguire fu solo uno schiaffo di modesta entità diretta alla guancia del fidanzato. "Se ti va di scherzare, fallo con qualcun altro!"

Ranma scosse la testa. Non aveva nessuna voglia di vederla in quello stato. Doveva reagire in qualche modo, non starsene a pensarci finché non fosse diventata matta.

"Ora tu vieni con me!"

Le afferrò un braccio, e incurante delle sue proteste la trascinò prima in cucina per spegnere la luce e posare il cucchiaio, poi fuori, sul vialetto che conduceva al dojo. Akane stava morendo di paura, e la presenza di Ranma non mitigava affatto i suoi timori. Lui era convinto che fosse tutta una finzione teatrale - come se gli psicopatici e i fantasmi non esistessero, e forte di questa consapevolezza non avrebbe esitato a gettarla dentro dandola in pasto ad un mostro annidato là dentro.

Si puntellò con i talloni, provando a liberarsi dalla stretta del ragazzo con il codino sul suo polso, ma era troppo forte per lei. D'un tratto, dai suoi occhi salirono lacrime di terrore, mentre implorante gli chiedeva di portarla dentro, al sicuro, e di lasciarla in pace per le prossime tre settimane.

"Ora fa' quel che faresti se ci fossero quei personaggi finti di cui hai tanta paura! Colpisci!" disse Ranma con il codino una volta dentro il dojo.

"Eh?!" Smarrita, Akane non ebbe il tempo di realizzare che il giovane provò a spingerla lievemente.

"Ma che stai facendo?"

"Immagina che io sia uno di quei fantasmi o zombie o come si chiamano, e prova a difenderti!" la spronò Ranma, ma Akane continuava a guardarlo sconvolta e stranita insieme. "Prima lo hai fatto, no?"

Presa completamente alla sprovvista, Akane non sapeva se assecondarlo oppure no; non che avesse intenzione di non raccogliere quello che era, con tutta evidenza, un guanto di sfida ma quello che le stava proponendo era così assurdo che a stento si sentiva in grado di replicare. I fantasmi erano incostistenti, e gli zombie per quel che ne sapeva essendo già morti non avevano la percezione del dolore.

"Ranma, è troppo ridicolo quel che mi stai chiedendo!"

"E tu sei troppo ridicola quando hai paura di cose che a rigor di logica non esistono!"

"Oh, adesso vorresti spiegarmelo scientificamente?" chiese Akane sarcastica. "Io me ne ritorno a dormire!"

No, non poteva andarsene così. Doveva trovare una maniera per farla restare e provare a non farle sentire più paura di niente. L'Akane che conosceva lui non si sarebbe fatta intimorire da... beh, quasi niente. Ma doveva provare a non lasciarsi andare alla paura per queste stupide fantasie e concentrasi sui veri avversari, ovvero quelli che per un motivo o per un altro l'avrebbero sfidata. Senza contare che questo avrebbe fatto di lei un'eccellente maestra di arti marziali.

Sorprendentemente, la sua provocazione usuale era ben peggiore di tutti quei mostri mangiadonne in cui credeva.

"Maschiaccio!"

Akane si fermò, voltandosi; e mentre Ranma allargò le labbra in un sorriso soddisfatto, gli occhi della giovane si accesero di una strana luce omicida.

Sì, esultò Ranma fra sé. Ma non poté farlo oltre perché Akane cominciò ad attaccarlo con le mani con velocità spaventosa; e più il suo fidanzato indietreggiava, più ci metteva quanta più forza avesse in corpo.

"Immagina che io sia un mostro o che altro!" la spronò, e questo non fece altro che infiammare l'animo di Akane e darle la rabbia necessaria per sovrastare la paura.

Ranma era consapevole di star perdendo terreno, ma la cosa era passata in secondo piano. L'unica cosa che faceva erano sorrisetti sonioni e schivare i colpi inferti dalla ragazza. Fra calci, pugni e affondi Ranma si rese conto di essere arrivato al capolinea. Akane lo mise con le spalle al muro, e provò a dargli una craniata. Lui si abbassò, sgusciando fino ad essere fuori dalla sua portata.

Vide Akane che per un pelo non colpiva le assi di legno del dojo, e risvegliarsi come da una trance.

Si voltò, tremendamente arrossata per i movimenti troppo violenti impiegati, ed esclamò un "Oh!" smarrita quando fu consapevole di non averlo battuto.

"Ben fatto, davvero!"

La giovane si rabbuiò. "Non ti ho battuto, però."

"Sì, ma mi hai tagliato molte vie di fuga! Avanti, dillo: ero un mostro o un fantasma?"

Akane aveva fatto di tutto per figurarsi Ranma come un mostro o qualsiasi altra cosa, ma ci era riuscita solo in parte. Però in quel momento le ritornò in mente la mummia che stava divorando qualcosa in cucina. Stavolta le venne da ridere.

"Una mummia. Ma una mummia che mangia gelato fa ridere, dai!"

"Ma le mummie non mangiano gelato" rifletté il ragazzo con il codino palesemente incerto se fosse vero o meno. "A dirla tutta, le mummie neanche possono muoversi."

"Questo lo dici tu" sorrise lei.

"Hai visto troppi film dell'orrore. E il Tunnel ha peggiorato la situazione" scosse la testa.

"Può darsi," rise Akane.

"Almeno ora ci ridi su."

"Grazie a te."

 

 

 

 

 

 

 

 

NDA

 

No, non fate quella faccia: è che la settimana scorsa trasmettevano film di Dario Argento a profusione, e combinando il tutto con "Il Tunnel del Perduto Amore" è uscita fuori 'sta roba.

So che sa un po' di minestra riscaldata, ma spero sia stata di vostro gradimento e che vi abbia fatto divertire. :)

A tutte le Ladies e a chiunque è arrivato fin qui. Un bacio <3

PS.: Se ci sono errori, segnalateli. Non ho ricontrollato.

PPS.: Per quanto riguarda i ragni alieni mi riferisco al film Apollo 18. Sì, ehm... incidente di percorso. xD

   
 
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