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Autore: Ink Voice    13/08/2015    1 recensioni
Tutti diciamo che vorremmo i Pokémon nel nostro mondo, spesso non tenendo conto del reale potenziale distruttivo di queste creature… e se arrivassero davvero, ma con intenti tutt’altro che pacifici? Come faremmo a sopravvivere?
La storia racconta l’esperienza di Andrea, un bambino di undici anni che riesce a stringere amicizia con uno degli invasori e che deve convincerli a non distruggere il suo mondo.
E si capirà anche come si è arrivati a un punto di non ritorno dal degrado del pianeta.
|RIPRESA! - Aggiornamenti mensili (si spera)|
Genere: Drammatico, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Videogioco
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Extra II
Dopo la Rivoluzione

Lo stesso volto apparve contemporaneamente su tutti i megaschermi di Times Square nel primo secondo del nuovo anno - il 2500. Era il volto del droide dagli occhi di quell’assurdo blu elettrico che avrebbe fatto la parte del messia nella recita della Rivoluzione che si apprestava ad annunciare.
Le grida di gioia trasudanti ubriachezza si spensero dopo qualche momento appena la giovane, finta voce del droide - che agli occhi di tutti appariva come assoluto umano - risuonò sopra il boato che aveva accolto l’arrivo dell’anno 2500, amplificata centinaia di volte per potersi imporre sulla rumorosissima folla che contava milioni di persone. Fu il Capodanno più grande di tutti i tempi festeggiato in Times Square. Di certo fu indimenticabile non solo per gli eventi annunciati ma anche per la quantità di gente ammassata nella gigantesca piazza.
Non molti capirono effettivamente ciò di cui stava parlando l’uomo. La maggior parte delle persone erano sotto l’effetto dell’alcol e qualcuno continuò imperterrito a festeggiare senza accorgersi del silenzio sceso sulla folla. Quando le frasi iniziarono a combaciare tra loro e ad illustrare i progetti per il futuro imminente, borbottii non del tutto convinti dilagarono per la piazza e si scontrarono con coloro che ritenevano quella novità una sorta di benezione, il preludio ad un periodo di splendore che sarebbe perdurato per secoli.
Il messia continuava a parlare sfoggiando un sorriso amabile, ma il tono della sua voce non subiva variazioni - se non ricevendo una maggiore intensità per evidenziare i punti focali del discorso. Non batteva ciglio a quello che diceva - letteralmente, d’altronde non ne aveva bisogno, essendo un droide.
Ma quando iniziò il crescendo e l’enfasi accentuò di molto ogni cosa stesse dicendo, quando iniziò a gesticolare con movimenti studiati per convincere la folla della grandezza del progetto, quando pronunciò le prime volte la parola “Rivoluzione”, si spezzò l’equilibrio nello studio televisivo molto lontano da Times Square e nella piazza stessa, percorsa da botta e risposta a favore e non di questo avvenimento preannunciato. Piccole risse già scoppiate si estesero alle persone vicine al fulcro di esse e si fecero sempre più violente, oltre che grandi.
Nel giro di qualche minuto Times Square si sporcò dei primi schizzi di sangue e per chi non scappò, vista la situazione, non ci fu alcuna speranza di uscire dalla piazza che si era trasformata in un campo di battaglia. Non c’era nemmeno la possibilità di allearsi tra persone che la pensavano allo stesso modo - come capirlo? Chi era ubriaco ne approfittava solo per picchiare chi gli capitava a tiro e coloro che volevano solo parlare dovettero difendersi allo stesso modo, con pugni, ceffoni e calci.
Ingenuamente pensarono che una simile situazione potesse risolversi parlandone e presto ci si ritrovò in un folle, inaspettato e spaventoso tutti contro tutti. Se necessario ci si picchiava pure tra amici.
Nessuno si accorse subito della testa del droide che saltò via in diretta con una dozzina di colpi di arma da fuoco, in mano ad uno della regia che, nel trambusto generale, meccanicamente capì di doversi opporre. Poi le prime grida si levarono dalla piazza, dopo che le persone furono sconvolte dal fortissimo rumore degli spari, amplificato per tutta Times Square, alla vista delle vene elettriche, dei filamenti di metallo scintillanti e orribili che sfrigolavano ormai all’aperto, visibili a tutti.
La trasmissione fu interrotta quando risuonarono altri spari, il cui suono era assordante a causa degli impianti nella piazza. Qualcuno in seguito si sarebbe lamentato: “Eravamo sicuri che nell’équipe ci fossero solo persone informate, conscie di cosa sarebbe stato annunciato e d’accordo con il programma. Chi si è ribellato non è stato risparmiato - così come coloro che hanno assunto quei membri senza prima effettuare controlli né prepararli.”
Ci vollero settimane, mesi interi per sedare le rivolte, vere e proprie ribellioni scoppiate in ogni città di quasi tutte le nazioni al mondo. Dire che le popolazioni furono decimate non è un eufemismo, perché talmente tante furono le stragi, che culminarono con più d’un genocidio, che sforare i due o tre miliardi di morti fu semplice. Il mondo si ricoprì di cenere e fuoco per cancellare le esistenze dei cadaveri.
Nel frattempo numerosissimi colpi di Stato afflissero altrettanti Paesi, nei quali si instaurarono dittature militari quasi mai mascherate. Come se ce ne fosse bisogno: ormai era chiara la piega che stava prendendo l’esistenza umana di chi non era al potere. Le forze armate e di polizia, anche quelle più “arretrate”, iniziarono a riempirsi di freddi ed efficienti droidi, che alla fine sostituirono completamente gli esseri umani che ancora potevano fallire a causa delle emozioni che potevano provare. Non si ammetteva pietà né paura nei confronti del popolo instabile e i droidi, in cui erano instillati unicamente l’orgoglio e l’indifferenza, erano perfetti per questo lavoro.
Il periodo di assestamento per il nuovo aspetto del mondo, dopo aver subito i primi effetti della Rivoluzione, durò quasi una decade: fece calare a picco i numeri della popolazione mondiale, ridotta alla fame e alla miseria a causa del carattere disobbediente che molti ancora conservavano. Le organizzazioni per la resistenza erano state distrutte, servirsi di mezzi invisibili ma onnipresenti non era servito a nulla. I governi avevano il controllo quasi totale dell’ancora molto utilizzato deep web e delle informazioni che viaggiavano via satellite e stazioni radio segrete: pur non essendo ancora perfetti era già abbastanza per mettere con le spalle al muro i ribelli.
La speranza venne sigillata per sempre nel vaso di Pandora, da cui furono liberate solo le disgrazie a cui spettò il compito di mettere in ginocchio chiunque non si fosse potuto permettere una buona posizione nella società spietata e chiusa che si era venuta a crearsi. Pochi avevano la forza di andare avanti. I sentimenti erano stati rinnegati, ci si sposava solo per convenienza; ci si adattava al pensiero imposto dall’alto; ci si amalgamava così come era richiesto ad un popolo docile ed obbediente per evitare inutili, sporchi spargimenti di sangue.
Nessuno si accorse di come il mondo stesse ripercorrendo la Storia al contrario, riprendendo guerre per lo più di logoramento che decimassero ancora la popolazione - l’igiene del mondo doveva essere fatta accuratamente e far rimanere meno esseri umani possibili, al mondo, conveniva - e lasciassero sopravvivere solo i forti, le persone che erano utili a qualcosa. E la propria forza, se non si era in una posizione di comando, risiedeva nell’amore per il proprio governo e nella totale sottomissione ad esso.
I privilegi erano riservati a pochi e le innovazioni della tecnologia e dell’elettronica non venivano consegnate ai popoli malridotti, ai quali erano concesse solo apparecchi di modelli di secoli addietro, ormai ben superati da ogni produzione della Scienza sempre più avanzata - la quale ovviamente sfruttava le menti addomesticate, altrimenti intelligenti e pensanti, di qualche genio devoto a chi lo comandava.
La Rivoluzione c’era stata, soprattutto tecnologica. Il resto sarebbe stato riconosciuto da chiunque come un disastro totale per l’umanità, che impoverì il mondo ed impoverì sé stessa; ma nessuno poté pensare nulla a proposito dell’evento che aveva aperto l’anno 2500, da cui si ricominciò a contare, se non come ad un miracolo. In cosa consistesse questo miracolo, poi, nessuno se lo chiedeva. Altrimenti le conseguenze di questa domanda potevano essere parecchio gravi per lo sfortunato individuo che avesse usato il proprio cervello.
Nel silenzio dato dal terrore, con cui si manteneva l’equilibrio quando si era al comando, le risorse della Terra e umane vennero sfruttate senza pietà e senza preoccuparsi del futuro sempre più nero verso il quale si stava andando incontro. Sempre più velocemente, tra l’altro: nessuno arrestava il progresso, che però senza avere dei giusti limiti divorava ogni possibilità di sopravvivere in un futuro più lontano.
Arrivò il modo di viaggiare nello spazio alla velocità della luce. L’acciaio siderale, così venne chiamato, era il frutto di una nuova lega metallica tra l’acciaio e un altro tipo di metallo che in pochi ebbero l’occasione di ammirare, descrivendolo come una lastra di diamante argenteo in una delle sue forme. Quale fosse l’origine di questo “diamante di metallo” non si sapeva: erano informazioni riservate e protette veramente alla perfezione.
Era il materiale più resistente che si fosse mai visto prima di allora: pur essendo rigidissimo da lavorare si riuscì a impiegarlo ben presto nell’industria spaziale e i primi esperimenti andarono a buon fine. La velocità dei razzi che provavano l’acciaio siderale era sempre maggiore e dopo neanche due secoli, a forza di fare numerosi tentativi e di investire in questo campo, la velocità della luce per viaggi interstellari fu pressoché raggiunta.
La cura che si stava impiegando nell’ingegneria e nell’industria spaziale era una prova del fatto che c’era un po’ di preoccupazione su quali fossero le sorti della Terra di lì a breve. Se bisognava trovare un nuovo pianeta da abitare perché quello su cui ci si trovava stava andando verso una fine inevitabile, ci si sbrigava nel timore che una settimana dopo fosse già troppo tardi. Vennero persino imposte tasse aggiuntive in quasi tutti gli Stati del mondo per finanziare le spese per quell’industria.
La medicina e tutto ciò che essa comprendeva non andavano di pari passo con lo sviluppo del settore spaziale e le malattie erano l’ennesima piaga che torturava le popolazioni. Così come molte cure erano state trovate, altrettanti malanni e patologie erano venuti a crearsi a causa dell’inquinamento sempre crescente. Ma questo ovviamente il popolo ignorante e non pensante non lo sapeva, non se lo domandava: accettava la venuta della malattia e una sua generica descrizione da medici che erano stati corrotti a loro insaputa.
Non ci si era di certo dimenticati dell’industria nucleare che aveva contribuito enormemente, in quei secoli, alla ricerca così come all’inquinamento. Dove venissero smaltite le scorie radioattive non si sapeva, era anch’essa un’informazione riservata che non poteva certo essere diffusa. Chi notava qualcosa di strano nell’ambiente in cui viveva e si preoccupava di porre due domande veniva messo a tacere.
Il processo di involuzione del pianeta sembrava inarrestabile. La tecnologia avanzava sempre più velocemente ma non veniva in soccorso della Terra sfiancata da tutto ciò a cui era sottoposta; era un privilegio, possedere strumenti che qualche secolo prima sarebbero stati talmente oltre la fantascienza che nemmeno ci si figurava di poterli inventare, non concesso ad oltre il novanta percento dell’umanità, che si accontentava, come già detto, di vecchissimi modelli e apparecchi ormai superati. Non si potevano trovare televisioni o telefoni cellulari nelle proprietà di un magnate o dei massimi sistemi, invece erano il massimo della tecnologia nelle case del popolo.
La telepatia era stata creata attraverso apparecchi elettronici e tecnologici. Impiantare un microchip, quasi invisibile per quanto era piccolo, nel corpo di un neonato era semplicissimo e serviva a trovare eventuali ribelli che nascondevano le proprie idee nella mente, senza esternarle se non con la gente come loro.
Lo stesso microchip serviva a rintracciare, esaminare lo stato di salute della persona e conteneva una vera e propria carta d’identità dell’individuo in cui era stato inserito. Non che in futuro ci si sarebbe preoccupati di trovare un ragazzino accompagnato da un essere proveniente da un altro pianeta che poteva sconvolgere lo spaventoso equilibrio a cui il mondo era giunto.
A malapena servivano ancora le dittature militari. L’Impero Giapponese incuteva timore, così come quello non ufficiale che comprendeva una vastissima zona dell’Asia sud-orientale: andava dall’antica India a quella che un tempo aveva il nome di Cina ed era una potentissima federazione di Stati sotto un unico presidente/dittatore.
L’Oceania intera era sotto l’influenza dell’America del Nord: gli USA avevano annesso a sé senza difficoltà il Canada e si erano appropriati di quello che era diventato un continente fantasma. Pochi milioni di abitanti racchiusi in tre o quattro “grandi” città, per il resto la vecchia Australia era una distesa infinita di deserto in cui si svolgevano esperimenti di ogni tipo, prevalentemente per l’industria nucleare. Qualche modo per difendersi dagli effetti più disastrosi del radioattivo c’era ma non era abbastanza per proteggere completamente la gente.
Peggiore era la situazione dell’Africa, che se non era diventata veramente un continente fantasma lo sarebbe stata di lì a breve. Anche lì venivano effettuati continuamente esperimenti che avevano distrutto il territorio, facendo morire lo stesso deserto - già spaventosamente arido di suo - trasformandolo in una semplice, infinita distesa di pianura priva di vita.
L’Europa e l’America del Sud si unificarono sotto due Unioni, non del tutto omogenee né tantomeno stabili nei primi tempi, finché le province di queste due grandi “nazioni” non si placarono. Il centroamerica era diviso in zone d’influenza tra le altre due Americhe. Infine la Russia replicò una sorta di Unione Sovietica di secoli e secoli prima arrivando a toccare i vecchi Paesi del nordeuropa. La Groenlandia ed i Poli si ritrovarono in una situazione simile a quella dell’Oceania e dell’Africa.
Eppure la Terra, in qualche modo, resistette fino all’anno 2811, quando esseri denominati Pokémon giunsero dallo spazio più lontano - e il caso imprevisto del ragazzino umano con amico uno degli invasori si presentò. L’umanità stessa resistette e forse questo fu un successo ancora maggiore.






Angolo ottuso di un'autrice ottusa
Eeeeeeee no, non è passato un mese, miei cari lettori (?). Stavolta ho fatto presto davvero - e meno male, direte voi, visto che ho scritto due misere pagine e mezzo di extra. Ma gli extra vanno bene così. Questo è il secondo di tre, come già saprete.
Il prossimo capitolo spero di scriverlo in tempo per farvi gli auguri di Natale... ehm... va be', starò via due settimane a partire da domani pomeriggio, fino al 30/31. Mi sa che già l'avevo detto da qualche parte ma non importa. repetita iuvant dicevano i latini e non so se l'ho scritto bene #it'sliceoclassicobaby
Non penso di portarmi appresso il pc - vi presento il computer più scrauso del mondo - quindi se avrò qualche idea la scriverò al massimo sul mio adorato telefono. Il prossimo capitolo sarà lungo, questo è poco ma sicuro. Non tanto quanto "Racconti dell'altro mondo", ma abbastanza. Mi ingegnerò (?)
Quindi ci rivediamo tra un mese sicuramente, spero di aggiornare un'altra volta prima che ricominci la scuola... cacchio i compiti. Sono già in ansia e il bello è che nonostante questo continuo a fare il minimo sindacale. Va be', spero che l'extra non vi abbia annoiati. Mi serve per spiegare la situazione in cui vive il nostro amato protagonista (?) ché altrimenti nel 2811 è strano non giocare con spade laser e andare in vacanza su B-Earth (?) (sembra b-rabbit lolol #PandoraHeartsnelkokoro
Alché vi saluto, se andate in vacanza pure voi vi auguro tanto riposo e buon cibo, ovunque porterete le terga. Contribuite a fare una strage di zanzare, ve ne prego.
Baci,
Ink
  
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