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Autore: Pineapple__    13/08/2015    4 recensioni
~LietPol Knight!AU
~Grunwald Battle
Era solamente una nazione -e non pensava di essere l'unica- che possedeva l'utopico sogno di poter vivere in pace, lontano da violenza e guerre.
Genere: Angst, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Lituania/Toris Lorinaitis, Polonia/Feliks Łukasiewicz
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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~Utopia.~


Il vento si alzò, trasportando verso di lui il ferroso odore del sangue appena smorzato dall'olezzo di terriccio e pioggia che si mesceva ad esso. Chiuse gli occhi, Lituania, non volendo assistere al concerto di morte e distruzione che si apriva cruento davanti a lui, mentre le gocce d'acqua fredda colpivano incessantemente il viso emaciato e stanco del castano. Nella durata di un respiro, cercò di ripercorrere quello che era stato la battaglia ma l'unica immagine che affiorò nella sua mente fumosa era quella dei suoi uomini morenti, con il viso fiero di chi stava dando la vita per la propria patria. Non era un combattente, Toris, tantomeno un comandante. Era solamente una nazione -e non pensava di essere l'unica- che possedeva l'utopico sogno di poter vivere in pace, lontano da violenza e guerre. Scosse lentamente la testa, stremato solo dal compiere quel giornaliero gesto, appurando che anche il suo compagno di rocambolesche avventure al limite del ridicolo gli aveva confessato con le lacrime agli occhi che avrebbe preferito evitare il conflitto. Ed era stato proprio allora, in quella silenziosa notte senza stelle, che si erano scambiati quel bacio così timido e casto che nemmeno avrebbe dovuto chiamarsi tale. Ma a Liet non importava, il bacio con il biondo era stata una delle esperienze più piacevoli della sua vita, nella quale aveva sentito per la prima volta il cuore alleggerirsi completamente. E ora lì, in piedi sul campo di battaglia, circondato da soldati feriti, moribondi o senza vita, si stava chiedendo dove fosse Polonia. Se stesse bene, se fosse ferito oppure... Non volle nemmeno che quel pensiero incrociasse le pieghe del suo cervello. Sfortuna volle che esso cominciò ad addensarsi agli angoli dei grandi occhi azzurri, ancora serrati, trasformandosi rapidamente in delle pesanti stille salate, le quali andarono a mescolarsi con quelle piovane. Improvvisamente, però, nel bel mezzo dello sfogo della disperazione del castano, una voce ruppe il silenzio funereo e quasi religioso che aleggiava sul campo di battaglia. Una voce graffiata e stanca, ma in essa era presente il solito zelo che la nazione baltica aveva imparato prima a sopportare e poi ad amare.

"Liet! Liet, sono qui!" esclamò Polonia sventolando il braccio sano in aria, dato che l'altro era immobilizzato da una lunga e profonda ferita sanguinolenta.

Gli occhi di Toris si riaprirono di scatto, come se a chiamarlo così a gran voce fosse stata una qualche divinità di passaggio. Il ragazzo dagli occhi color cielo represse un gemito di sorpresa e sollievo; Polonia era là, a una cinquantina di metri dalla sua posizione, ferito ma vivo. Vivo. Toris mosse un passo, lento e pesante, mentre la scomoda scarpa di metallo produceva un fastidioso scalpiccio contro il terreno limaccioso. Solo a quel semplice movimento, sentì il suo corpo cedere, come se si dovesse rompere in mille pezzi da un momento all'altro. Ma l'immagine del biondo che, nonostante gli ingenti danni riportati al suo fisico già di suo gracile, arrancava nella sua stessa direzione gli conferì la forza di procedere senza badare al rumore delle ossa scricchiolanti o delle cartilagini sfrigolanti. Il respiro esageratamente caldo del lituano cozzava contro l'aria di un luglio rinfrescato dalla pioggia, creando un contrasto leggermente più dolce di quello durante il lungo e gelido inverno delle zone slave. Nel suo cammino verso le protettive e confortanti braccia dell'amato il deperimento e la debolezza fisica dovuta al copioso sanguinamento presero il sopravvento sul corpo del polacco, facendolo capitombolare in ginocchio in preda ad un'allucinante stilettata originatasi dalla profonda piaga. Al vedere l'espressione di profondo dolore sul volto del polacco, la paura che avesse aspettato proprio di rivederlo per poi lasciarsi andare ad una lenta morte lo inglobò, avendo però la conseguenza di accelerare il suo disperato ed incespicante movimento. Se davvero fosse andata in questo modo, il castano avrebbe considerato il fidanzato un enorme stronzo. Desiderava solamente guardarlo in quei suoi pozzi smeraldo che sovente possedevano una luce quasi propria e sentirsi dire che sarebbe andato tutto per il meglio, che non avrebbero mai dovuto più affrontare una così dura battaglia. Eppure anche questa era pura e semplice utopia. Finalmente, dopo minuti che erano sembrati ore per Toris, riuscì a raggiungere il corpo ormai incapace di muoversi di Feliks ma, abbassando lo sguardo ancora lucido di lacrime amare, intravide qualcosa che lo colpì come fanno i primi raggi del tiepido sole di primavera su di un prato innevato; il biondo stava sorridendo a trentadue denti nella sua direzione, la testa inclinata di lato e gli occhi chiusi.

"Toris, è tutto finito, potremo vivere in pace, insieme e felici!" cinguettò piano il biondo con la sua smorzata voce civettuola.

Senza rumorose reazioni labiali il lituano raggiunse la sua altezza e lo baciò, afferrandolo delicatamente per i fianchi per non nuocere ulteriormente alla sua condizione. Le delicate dita andarono a percorrere gli arazzi ferrei dell'armatura, mentre le loro labbra si incontravano in quel contatto da entrambi ardentemente desiderato. Fu un bacio diverso dal primo, pieno di passione e conforto, felicità e commozione. Lituania sapeva che le parole di Polonia erano state dette in un momento di estrema leggerezza emotiva e che non sarebbero davvero durate.
Ma, per quella volta, volle lasciarsi andare al fato e a quelle labbra che ricercavano continuamente le sue.
Volle crederci, sebbene fosse tutta un'utopia.


Angolino dell'Ananas
Non saprei che scrivere, quindi spero che non siate affogati nell'amore per questi due cavalieri altamente idioti e idiotamente innamorati. AH.
A presto, spero, non mi dispiacerebbe scrivere ancora su di loro.
"Bravissima!" dice_Rouge qui a fianco. 
MA SCIOPA. [cit. sempre lei]
Bacissimi
Pineapple__
  
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